Relazione annuale 2009, premessa del Ministro
estratto dalla "Premessa: l'Unione Europea e l'Italia" di Andrea Ronchi
Nel corso del 2009, il processo di integrazione europea è stato orientato principalmente su due fronti: il completamento del processo di ratifica del Trattato di Lisbona, in vista della sua definitiva entrata in vigore, e la prosecuzione della azione di contenimento degli effetti della crisi finanziaria esplosa nella seconda metà del 2008.
Per quanto riguarda il primo aspetto, dopo lo svolgimento delle elezioni del 6 giugno e il rinnovo del Parlamento europeo, gli ultimi scogli al varo definitivo del Trattato sono stati superati attraverso la formalizzazione di alcuni compromessi con gli Stati membri che ancora non avevano completato l’iter di approvazione (Germania, Irlanda, Polonia e Repubblica Ceca). L’esito positivo del referendum irlandese in ottobre ha poi segnato la svolta definitiva per poter concludere il processo di ratifica. Il Trattato è, così, entrato in vigore il 1° dicembre.
Le principali novità introdotte consentono ora all’Unione europea di avere un’architettura istituzionale più lineare e armonica, con metodi di lavoro più efficienti e procedure decisionali più trasparenti; di essere più democratica, sicura e garante dei diritti dei cittadini europei; di avere maggiore capacità di azione, essendo al contempo più attenta alle esigenze degli Stati membri e delle autonomie territoriali e con un ruolo più attivo ed efficace sulla scena internazionale.
Per quanto riguarda il secondo aspetto, il 2009 ha visto la crisi finanziaria trasmettersi rapidamente all’economia reale, dando luogo alla recessione più grave degli ultimi 80 anni. La recessione ha dapprima colpito gli Stati Uniti e l’Europa, determinando una drastica contrazione dei consumi e degli investimenti; successivamente, attraverso il canale del commercio estero, si è estesa ai paesi emergenti, che hanno subito, a fronte della riduzione della domanda proveniente dalle aree più sviluppate, un forte calo delle esportazioni, vitali per il loro sviluppo. Si è, così, registrata una contrazione del PIL mondiale accompagnata da una caduta molto più forte del commercio internazionale. Nella seconda metà del 2009, grazie alle azioni di coordinamento intraprese sia a livello internazionale che europeo per arginare la crisi finanziaria, e agli interventi di sostegno alle famiglie e alle imprese varati dai singoli Stati, si è cominciata a manifestare una ripresa dell’economia, seppur debole. L’Unione Europea ha puntato a monitorare, per ciascun Paese, le politiche di graduale rientro dagli stimoli monetari e di bilancio, al fine d'instaurare le condizioni propizie al ritorno a una crescita forte accompagnata, però, da finanze pubbliche sostenibili (la cd. “exit strategy”).
Nella direzione di un rafforzamento della governance si muovono anche le riflessioni, tuttora in corso, sulla necessità di rivedere gli obiettivi e gli strumenti delle principali politiche, da quella di coesione a quella agricola, da quella per l’energia alla nuova Strategia 2020 (che ha sostituito la precedente Strategia di Lisbona), passando attraverso la riforma del bilancio dell’Unione, in vista dell’aggiornamento di metà periodo previsto per il Quadro finanziario 2007-2013.
Per quanto riguarda l’Italia, il Governo si è costantemente impegnato svolgendo sia azioni utili ad agevolare la rapida chiusura del processo di ratifica del Trattato di Lisbona, sia interventi mirati a conseguire un più elevato grado di coordinamento delle politiche economiche, nella consapevolezza che la crescente complessità del mondo globale richiede risposte non isolate, bensì coordinate e coerenti. In questo quadro, si colloca la Relazione annuale sulla partecipazione dell’Italia all’Unione Europea per l’anno 2009, prevista dalla legge n. 11/2005 al fine di garantire modalità più efficaci per l’azione italiana nel quadro del processo decisionale europeo e nella fase di recepimento normativo.
L’obiettivo è quello di fornire un quadro completo e al tempo stesso sintetico della partecipazione del nostro Paese alle principali politiche dell’Unione europea attuate nel corso del 2009 e degli orientamenti previsti dal Governo per il 2010.