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Le nuove tendenze dell'immigrazione in Italia

13 aprile 2010
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Gli immigrati, ormai, sono divenuti fondamentali per lo sviluppo economico e demografico dell’Italia. Il fenomeno è, comunque, complesso e presenta anche alcuni risvolti negativi, connessi al pericolo di una maggiore diffusione della criminalità e alla pratica di modelli comportamentali a volte molto lontani dalle regole del nostro vivere comune. Contrastare questi aspetti negativi non significa, tuttavia, perdere di vista l'obiettivo di una integrazione prudente e allineata ai principi fondamentali stabiliti dall'Unione Europea in materia.
Ricorriamo all'aiuto dell'ISTAT per comprendere le principali caratteristiche del fenomeno dell'immigrazione in Italia anche a confronto con le dinamiche dei principali paesi europei.

 

Quanti sono gli immigrati

Secondo i dati ISTAT, pubblicati a gennaio del 2010 e riferiti al 1° gennaio 2009, in Italia la popolazione residente straniera sfiora i 4 milioni di persone (di cui circa 500mila nati in Italia) e rappresenta il 6,5 per cento del totale dei residenti. L'incidenza è in costante ascesa: è più che raddoppiata dall’inizio del decennio ad oggi e si prevede che nel 2020 la quota supererà il 10 per cento.

Sempre con riferimento al decennio, la crescita della popolazione straniera ha contribuito per circa 4/5 all’incremento complessivo della popolazione residente italiana, pari a circa il 5 per cento. In altre parole, il nostro Paese, senza la componente di immigrazione, avrebbe registrato una crescita demografica annua intorno allo zero. La maggiore presenza di stranieri residenti, che riflette anche gli effetti delle procedure di regolarizzazione degli immigrati irregolari adottate negli ultimi anni, fa sì che il fenomeno possa ormai essere messo a confronto con quello di altri importanti paesi europei, storicamente caratterizzati da consistenti e consolidati flussi migratori in ingresso.

Con riferimento al 31 dicembre 2007, data più recente per cui è possibile operare un confronto omogeneo per tutti i paesi europei, l’Italia presenta un’incidenza della popolazione straniera del 5,8 per cento, di poco inferiore alla media europea (6,2 per cento). E’ interessante notare che tra le principali economie europee è la Spagna il paese che si caratterizza per una quota particolarmente consistente (11,6 per cento) e che l’Italia ha comunque superato la Francia, avvicinandosi nella graduatoria al Regno Unito.

Stranieri residenti nei paesi UE - Anno 2007
(valori percentuali)

grafico

Fonte: Istat, 2010

Per quanto riguarda mercato del lavoro, le forze di lavoro straniere rappresentano il 7,6 per cento del totale e la loro partecipazione è molto alta: il tasso di occupazione della popolazione straniera è infatti oltre dieci punti percentuali più elevato di quello della popolazione residente italiana. Di conseguenza, il loro apporto alla crescita del PIL è assolutamente significativo, sfiorando, secondo alcune stime, il 9 per cento. Non solo, ma è anche rilevante l’apporto in termini di contributi sociali ed imposte versati alla Pubblica Amministrazione italiana. (ci riferiamo, ovviamente, nella nostra analisi, agli stranieri occupati regolarmente).

Si tratta, inoltre, di una forza lavoro potenzialmente qualificata, anche se viene adibita a mansioni mediamente basse. Quanto ai titoli di studio, infatti, la metà circa degli stranieri arriva alla licenza media, il 38 per cento ha un diploma di scuola superiore e il 10,5 una laurea.

 

Dove risiedono gli immigrati

La popolazione straniera si concentra nelle regioni del Centro-Nord (87 per cento), dove si presentano anche le maggiori opportunità di lavoro, mentre nel Mezzogiorno risiede appena il 13 per cento del totale. La regione con la maggiore concentrazione è la Lombardia (più di un quarto del totale degli stranieri residenti in Italia), seguita da Veneto, Lazio ed Emilia-Romagna, tutte con quote intorno all’11-12 per cento. Le città ove maggiore è la presenza di immigrati sono, nell’ordine, Milano, Roma, Torino, Brescia e Bergamo; in esse si concentra il 30 per cento del totale degli stranieri residenti in Italia.

 

Da quali paesi provengono gli immigrati

Quasi il 30 per cento degli stranieri proviene dai paesi UE; circa un quarto da paesi extracomunitari dell’Europa centro-orientale; oltre un quinto degli stranieri proviene dall’Africa, con netta prevalenza dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo; per il resto, da paesi dell’America centro-meridionale.

E’ da rilevare che nel corso del 2008 i cittadini provenienti da paesi dell’Unione europea di nuova adesione sono aumentati del 27 per cento. L’incremento si può ricondurre in larga parte alla comunità rumena, più che raddoppiata dall’adesione del paese all’Unione (1° gennaio 2007).

I rumeni (poco più di un quinto degli stranieri residenti in Italia) sono la cittadinanza prevalente in 14 regioni su 20: nel Lazio rappresentano il 35,2 degli stranieri residenti.


Popolazione straniera residente in Italia al 1° gennaio 2009 per alcuni paesi di cittadinanza
(valori assoluti e percentuali sul totale della popolazione straniera) 

tabella

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