Newsletter periodica d’informazione

(aggiornata alla data del 9 dicembre 2010)

 

 

Permesso di soggiorno CE di lungo periodo: da oggi on line le istanze e le convocazioni per il test di italiano

 

 

 

Sommario

 

o       Dipartimento Politiche Migratorie – Appuntamenti                                                                             pag. 2

o       Società – Dal oggi, online la richiesta           per il test di italiano, per chi richiede l’ex carta di soggiorno        pag. 2

o       Società – Test di italiano, una informativa Ital                                                                                              pag. 3

o       Attualità – Progetto Anci Viminale per migliorare l’integrazione                                                         pag. 4

o       Attualità – Sugli immigrati l’Europa perde il filo                                                                                 pag. 6

o       Foreign Press – Economist: capping immigration                                                                                 pag. 7

 

A cura del Servizio Politiche Territoriali della Uil

Dipartimento Politiche Migratorie

Rassegna ad uso esclusivamente interno e gratuito, riservata agli iscritti UIL

Tel. 064753292- 4744753- Fax: 064744751

E-Mail polterritoriali2@uil.it    

                                                                                             n. 298



Dipartimento Politiche Migratorie: appuntamenti


Roma, giovedì 9 dicembre 2010, Senato della Repubblica, ore 15.00

Seminario Fieri e Neodemos: ““Quale immigrazione per l’Italia di domani?”

(Angela Scalzo, Giuseppe Casucci)

Fiuggi, Lunedì 13 dicembre 2010, ore 15.00

Corso formazione UILA su immigrazione

(Guglielmo Loy)

Fiuggi, Martedì 14 dicembre, ore 10.00

Corso formazione UILA su immigrazione

(Giuseppe Casucci)

Salerno, giovedì 16 dicembre 2010, ore 15.00

Convegno UIL su immigrazione

(Guglielmo Loy)

Roma, giovedì 16 dicembre 2010, ore 16

Assemblea e Direttivo del CIR

(Giuseppe Casucci)


 

Società


Permesso di soggiorno CE di lungo periodo: on line le istanze e le convocazioni per il test di italiano

Dal 9 dicembre gli stranieri richiedenti dovranno fare domanda su http://testitaliano.interno.it. Le prefetture gestiranno il procedimento e invieranno i risultati alle questure


Roma, 7 dicembre 2010 - Dal prossimo 9 dicembre, entrerà in vigore il decreto interministeriale del 4 giugno 2010 pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’11 giugno.
Il decreto, che dà attuazione al comma 2 bis
dell’art 9 TU, introdotto con il pacchetto sicurezza del 9 agosto 2009, prevede le modalità di svolgimento del test di lingua italiana, utile per ottenere la certificazione A2 ai fini del rilascio del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo. Il dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del ministero dell'Interno ha messo a punto la procedura informatica che dal 9 dicembre consentirà la gestione delle domande per la partecipazione al test di conoscenza della lingua italiana che dovranno sostenere gli stranieri che intendono richiedere il permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo. Da quella data infatti, in contemporanea con l'entrata in vigore del decreto 4 giugno 2010 che disciplina le modalità di effettuazione del test, il cittadino straniero interessato dovrà inoltrare per via telematica alla prefettura della provincia dove ha il domicilio la domanda di svolgimento del test, collegandosi al sito http://testitaliano.interno.it e compilando il modulo di domanda. Le modalità di inoltro delle domande, di gestione del procedimento e uso dell'applicativo nonché di svolgimento del test di italiano sono indicate dal dipartimento nella circolare della direzione centrale per le politiche dell'immigrazione e dell'asilo n. 7589 del 16 novembre 2010. Questo in sintesi il procedimento: l'istanza presentata on line viene acquisita dal sistema e trasferita alla prefettura competente. Se la domanda risulta regolare, la prefettura convoca il richiedente entro 60 giorni dall'istanza, sempre per via telematica, indicando giorno, ora e luogo del test. In caso di irregolarità o mancanza di requisiti il sistema genera automaticamente e invia al richiedente una comunicazione con l'indicazione dei requisiti mancanti per consentire la rettifica delle informazioni. Il richiedente che compila e inoltra la domanda ha a disposizione un servizio di assistenza (help-desk) che può contattare tramite un indirizzo e-mail indicato http://testitaliano.interno.it. Il risultato del test, consultabile da parte del richiedente sullo stesso sito, viene inserito nel sistema a cura della prefettura competente, che lo mette a disposizione attraverso web service alla questura per le verifiche finalizzate al rilascio del permesso di soggiorno di lungo periodo.

Importante: i Patronati in quanto firmatari del Protocollo d’Intesa con il Dipartimento delle Libertà Civili e l’Immigrazione, sono abilitati, tramite i propri operatori, ad inoltrare le richieste, per conto dei cittadini stranieri, di prenotazione per lo svolgimento del test di lingua italiana. L’Ital è a disposizione di tutti i cittadini stranieri che intendano richiedere la prenotazione del test di italiano, per operare la richiesta via online dai propri uffici.  In allegato:

-  Il Permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo (ex carta di soggiorno)
-  Il test di lingua italiana
-  La procedura illustrata per l’iscrizione al test di lingua italiana
-  La circolare esplicativa
-  Il decreto ministeriale del 4 giugno 2010


 


Test di conoscenza della lingua italiana: riunione presso il Ministero dell’Interno

Una informativa dell’Ital Nazionale sulla procedura di accesso ai test della lingua italiana, ai fini di richiesta del permesso europeo per lungo soggiornanti


Roma, 01 dicembre 2010 - Facciamo seguito al nostro precedente Messaggio riguardante le modalità di svolgimento del test di conoscenza della lingua italiana, per illustrarvi i chiarimenti forniti nella riunione svolta quest’oggi presso il Ministero dell’Interno, alla presenza del Vice capo Dipartimento Prefetto Malandrino. In primo luogo il Ministero nel corso della riunione ha ufficializzato che i Patronati in quanto firmatari del Protocollo d’Intesa con il Dipartimento delle Libertà Civili e l’Immigrazione, sono abilitati, tramite i propri operatori, ad inoltrare le richieste, per conto dei cittadini stranieri, di prenotazione per lo svolgimento del test di lingua italiana. E’ stato altresì confermato (come preannunciato) che le chiavi di accesso e le password sono le medesime in uso per lo svolgimento delle pratiche di ricongiungimento familiare e decreto flussi. Pertanto, a partire dal prossimo 9 dicembre, gli operatori ITAL collegandosi al sito del Ministero dell’Interno ovvero all’indirizzo www.testitaliano.interno.it, accederanno direttamente al modulo da compilare per inoltrare la richiesta di prenotazione al test. I nostri operatori dopo l’invio riceveranno sul proprio indirizzo di posta elettronica, comunicato a suo tempo al Ministero, ricevuta dell’avvenuto inoltro. Saranno invece direttamente indirizzate al cittadino straniero, al domicilio inserito nel modulo di domanda, tutte le eventuali comunicazioni riguardanti la richiesta di rettifica dati inseriti nell’istanza e la lettera di convocazione per la svolgimento del test. Appare chiaro che trattandosi di domicilio potrà essere indicato un luogo diverso dalla residenza presente nel permesso di soggiorno del cittadino straniero.

Il Prefetto Malandrino ha ribadito che dopo l’inoltro della richiesta di prenotazione il cittadino straniero verrà convocato entro 60 giorni per svolgere il test di lingua. E’ stato altresì precisato che potranno avanzare richiesta di svolgere il test solo i cittadini stranieri che siano già in possesso del requisito di cinque anni di soggiorno ininterrotto nel territorio italiano.

Alla luce di questa interpretazione fornita dal Ministero, come Patronati abbiamo richiesto assicurazioni riguardo il rispetto dei tempi per l’effettivo svolgimento del test, affinché tale nuovo requisito richiesto non comporti nei fatti un consistente aggravio per il rilascio del Permesso CE soggiornanti di lungo periodo (ex carta di soggiorno). Pertanto abbiamo richiesto informazioni riguardo l’operatività dei Centri di istruzione per adulti che ospiteranno lo svolgimento del test e che effettueranno la valutazione della prova. Il Ministero ci ha comunicato che al momento sono ancora in corso tra Prefetture e Uffici Scolastici Regionali la valutazione e la scelta dei Centri di istruzione che verranno coinvolti. In merito all’esito della prova di test è stato confermato che il cittadino straniero (ed il Patronato) entro tre giorni dallo svolgimento potranno verificare sul sito del Ministero il risultato della prova effettuata. Come è ovvio, in caso di esito negativo il cittadino straniero potrà richiedere di effettuare nuovamente il test, effettuando una nuova prenotazione. Se l’esito negativo preclude il rilascio del Permesso CE ad un cittadino straniero in scadenza di permesso di soggiorno allo straniero verrà rilasciato il solo rinnovo del permesso in precedenza detenuto o altro titolo in base ai requisiti posseduti attualmente dallo stesso cittadino. Per quanto riguarda i soggetti per i quali il Decreto InterMinisteriale 4/6/2010 prevede l’esclusione dall’obbligo di svolgere il test, la documentazione da accludere alla domanda di rilascio del Permesso CE a prova dell’esenzione, saranno stabiliti dal Dipartimento della Polizia di Frontiera e per l’Immigrazione. Vi informiamo che detto Dipartimento proprio per questo motivo ha convocato i Patronati per il prossimo 6 dicembre.

Istruzioni operative

In primo luogo, invitiamo i nostri uffici a diffondere in modo capillare le informazioni fin qui riportate. In modo particolare, rammentando ai cittadini stranieri che queste nuove disposizioni ed i relativi obblighi entrano in vigore solo a partire dal prossimo 9 dicembre 2010. Pertanto coloro i quali si trovano già nella condizione di poter presentare richiesta di rilascio del Permesso CE è bene che avanzino domanda prima di tale data.

Inoltre, appare evidente che dal 9 dicembre i nostri operatori a fronte di cittadini stranieri che si rivolgono presso le nostre strutture per presentare domanda per il rilascio del Permesso Ce, dovranno contemporaneamente effettuare per loro conto la prenotazione per lo svolgimento del test di lingua.

Infine, a partire dalla data dell’entrata in vigore della nuova normativa, i nostri uffici dovranno contribuire a monitorare, insieme a questa sede centrale, i tempi di attesa che intercorreranno tra la prenotazione e lo svolgimento del test. A tal fine, potrebbe essere presa in considerazione l’opportunità di consigliare ai cittadini stranieri appena in possesso del requisito dei cinque anni di regolare soggiorno di effettuare la prenotazione del test di lingua.

Cordiali saluti

p. Area Assistenza e Tutela - Piero Bombardieri



Immigrazione

Pronto il progetto ANCI – Viminale per migliorare l’integrazione


(ASCA) - Roma, 1 dic - E' stato presentato il progetto Ministero dell'Interno - dipartimento liberta' civili e immigrazione, Anci e Ancitel, per l'innovazione dei processi organizzativi di accoglienza e integrazione dei cittadini stranieri e comunitari rivolto ai Comuni italiani. Il progetto si propone di promuovere un corretto approccio nella gestione dei cambiamenti normativi, procedurali e tecnologici e approfondire le soluzioni migliori organizzative gia' adottate da numerosi Comuni per l'erogazione dei servizi ai cittadini stranieri. La prima edizione del programma e' destinata ai Comuni di quattro regioni, Piemonte, Veneto, Marche e Lazio, nei successivi anni di programmazione del Fondo l'esperienza verra' estesa poi ai Comuni appartenenti alle altre regioni italiane. Grande soddisfazione e' stata espressa da Maria Assunta Rosa, viceprefetto del Ministero degli Interni - dipartimento liberta' civili e immigrazione - nel presentare il progetto istituito con i fondi europei per l'integrazione di cittadini di Paesi Terzi. ''Il programma di 'Formazione Immigrazione' risponde pienamente ad una delle linee di azione che il Ministero dell'Interno, in collaborazione con tutti gli stakeholders coinvolti, ha programmato nell'ambito della realizzazione del Fondo Europeo per l'Integrazione dei cittadini di paesi terzi per promuovere interventi che migliorino la capacita' di gestione degli uffici della pubblica amministrazione centrali e locali e dimostra ancora una volta come Viminale e Anci perseguano gli stessi obiettivi nell'ottica di fornire servizi sempre piu' efficienti nel campo dell'accoglienza degli immigrati''.

Il viceprefetto si e' soffermata poi sull'utilizzo del Fondo FEI: ''Il Fondo Europeo per l'integrazione dei cittadini di Paesi Terzi e' stato istituito nel 2007, con l'obiettivo di migliorare i processi volti a favorire l'integrazione dei cittadini stranieri. Il Ministero, in sinergia con il territorio, intende ottimizzare al meglio l'utilizzo di queste risorse che l'Europa ha messo a disposizione degli Stati Membri. Un'iniziativa interessante potrebbe essere quella, indicata nel percorso formativo del Progetto, di sostenere l'istituzione di uno sportello comunale per l'integrazione, che in collegamento con gli Uffici della Prefettura, Sportelli Unici per l'immigrazione e Consigli territoriali per l'immigrazione, possa svolgere un ruolo importante nella diffusione di notizie e informazioni certificate e corrette''.
res-rus/mcc/bra

(Asca)


 


AgoraVox Italia

I nuovi emigranti: 1 milione in quattro anni


I nuovi emigranti: 1 milione in 4 anniNon solo immigrati, ma anche migranti. In Italia è tempo di parlare di entrambi: 4 milioni circa sono gli immigrati nel nostro Paese, 4 milioni sono i migranti dal nostro Paese da 4 anni a questa parte, ben 1 milione in più rispetto al 2006. I dati in considerazione si riferiscono al rapporto Migrantes, la fondazione della Cei che si occupa di politiche migratorie e di cooperazione. La differenza tra le due fazioni è più che sostanziale, perché se da una parte abbiamo gli immigrati, legali o illegali che siano, che sopperiscono alla carenza di bassa manodopera (non so se avete notato, ma ormai non ci sono quasi più muratori o raccoglitori di pomodori e d'uva italiani), dall'altra abbiamo la schiera di laureati che ha deciso di cambiare aria trasferendosi all'estero per lavoro. Argentina e Germania le mete più ambite, sono infatti oltre 600mila i nostri connazionali nello stato sud-americano e circa mezzo milione nel Paese tedesco, come in quello elvetico e francese. In breve, della totalità degli emigrati, più della metà ha deciso di rimanere entro i confini dell'Unione Europea (55,3%), quasi il 40% si è spostato nel continente americano ed i restanti sono suddivisi tra Africa, Asia ed Oceania. Ma al di là dei motivi pratici che hanno spinto i nostri ragazzi a partire per non tornare (è infatti solo il 25% di loro che ha in progetto di tornare in patria), c'è il fatto ben più grave della perdita di una potenziale classe dirigente ben formata a livello universitario. Se infatti il numero di emigrati ed immigrati è pressoché un gioco a somma zero, la qualità, la formazione dei due non va ad equivalersi. La quasi totalità degli immigrati che approdano in suolo italiano sono momentanei ed in cerca di fortuna (tipo noi ad inizio '900), non esitano quindi a prendere il primo lavoro che capita loro tra le mani: muratore, raccoglitore d'uva, di olive, ecc. I nostri emigrati invece hanno ben altra formazione: economisti, ingegneri, giornalisti, manager e chi più ne ha più ne metta. L'Italia si trova quindi prosciugata della parte "istruita" dei suoi cittadini e si trova a contenere, entro i suoi confini, 65milioni di persone soggette ad un politica sempre meno attenta ai reali problemi pratici.


 

Lavoro


In punta di piedi a Rosarno tornano gli immigrati e riapre la mensa solidale di mamma Africa

di Mario Meliadò, il Sole 24 Ore


ROSARNO (Reggio Calabria), 26 novembre 2010. I braccianti agrumicoli nordafricani sono una risorsa o una "spina nel fianco"? In realtà i rosarnesi non sembrano aver cambiato idea, dal gennaio scorso, quando nel centro della Piana di Gioia Tauro scoppiarono i riots che – a torto a ragione – indicarono agli occhi dell'intero pianeta la gente di Rosarno come un popolo di xenofobi (perché c'è sempre un Sud più a Sud di te). I fari dei mezzi di comunicazione di massa di tutto il mondo scoprirono la "Rognetta", l'"Opera Sila", la "Cartiera": siti abbandonati-da-Dio, dove centinaia di ragazzi erano costretti a dormire su brande sgangherate, fra cartoni affastellati, tenendosi stretti i loro miseri averi, in condizioni inumane. Sottotetti dalle vetrate spaccate, in cui entravano vento freddo e piogge burrascose. Per mesi. All'epoca, evidenziarono i magistrati della Dda di Reggio Calabria quanta responsabilità avessero avuto le cosche locali nel provocare la "rivolta dei neri" e soprattutto le micidiali ritorsioni della comunità rosarnese, che portarono all'evacuazione («spontanea», precisò il ministro dell'Interno Roberto Maroni) di tutti i colored dal paese tirrenico.

A certificarlo, l'operazione "Rosarno è nostra" della Direzione distrettuale antimafia reggina, guidata dal procuratore Giuseppe Pignatone, che vide finire dietro le sbarre alcuni esponenti di spicco della ‘ndrina dei Bellocco; non ultimo Antonio Bellocco (figlio del capoclan, Carmelo) che, in uno degli episodi che resero l'aria di Rosarno incandescente, aveva tentato di schiacciare con l'autovettura uno dei braccianti africani nei cui confronti s'era scatenata un'assurda, irrefrenabile "caccia al nero". E in un secondo tempo, il primo febbraio, andò in galera anche un altro "pezzo da 90": il latitante Domenico Bellocco – fratello di Antonio –, per gli amici degli amici "Micu ‘u longu".

Al contempo, è più che mai vero che i rosarnesi non hanno certo gradito la patente di "mafiosi & razzisti" confezionata ad arte con l'ausilio di alcuni spregiudicati media. E non hanno perso occasione per contestare quest'iniqua etichetta, manifestando in piazza e spiegando le loro ragioni: non ultimo, il crollo verticale dei prezzi all'ingrosso degli agrumi che rendeva ormai non più redditizia l'impiego in agrumicoltura. Da alcune settimane, gradualmente, a Rosarno gli extracomunitari provenienti dal "Vecchissimo Continente" sono tornati. Con cautela. Camminando sulle punte.Ma per fortuna, con gli agrumicoltori africani è tornata anche la solidarietà che ha sempre contraddistinto la comunità rosarnese: ha riaperto i battenti pure la mensa solidale di Norina Ventre, al secolo "mamma Africa", l'anziana icona di una Rosarno ecumenica e dedita alla fratellanza che vuole dimenticare per sempre la follia di quei giorni d'inverno.


 

 

Attualità


Sugli immigrati l’Europa perde il filo

Le destre xenofobe avanzano e Angela Merkel lancia l’allarme: il <multikulti> è finito

Di Leonardo Martinelli, Il Sole 24 Ore


Immigrati/ Iom: Più di 400 milioni di migranti nel 2050Angela Merkel dubbiosa sulle reali possibilità di una società multiculturale? Il dibattito, in realtà, riguarda tutti in Europa, accompagnato dai sorprendenti successi dell’estrema destra. Come reagire? Ognuno, per ora, va avanti per la propria strada. Francia, dalla volontà di assimilazione al pugno duro di Sarkozy. Assimilare: era la priorità di Parigi nell’era del colonialismo. E’ rimasto il progetto di una società che, ai tempi dell’immigrazione, ha scelto la carta dell’apertura, anche dal punto di vista normativo (relativamente facile ottenere la nazionalità, già a partire dai cinque anni di residenza). Negli ultimi tempi Sarkozy ha reso più dura la lotta contro l’immigrazione clandestina e più difficile la regolarizzazione. La tendenza si è accentuata, con una vasta operazione anti Rom e una nuova legge sull’immigrazione, la quinta in sei anni, ora al rush finale in parlamento. Prevede la revoca della nazionalità per chi abbia commesso gravi reati contro le forze dell’ordine. E rende più difficile l’accesso al permesso di soggiorno da parte dei clandestini (la permanenza massima nei centri sarà portata da 32 a 45 giorni). Intanto è passata anche la norma che proibisce l’utilizzo del burqa nei luoghi pubblici. Una misura discussa, ma appoggiata dalla maggioranza dei francesi.

Germania, il tramonto del <multikulti>. Angela Merkel l’ha detto chiaro e tondo: <il nostro modello multiculturale ha totalmente fallito>. Sì, la speranza di dare vita a una società dove più comunità coabitano, ma nel rispetto delle loro differenze. L’idea iniziò a imporsi in Germania negli anni Ottanta, su impulso dei verdi. Ha portato, fra le altre cose, a una legge sulla nazionalità (del 7 maggio 1999) che ha dato la possibilità ai figli degli immigrati nati in Germania di essere naturalizzati. Al di là delle parole della Merkel, l’estrema destra non ha vissuto qui l’esplosione registrata in contesti simili, vedi Olanda o Svezia. Il governo sta studiando misure per imporre corsi d’integrazione agli immigrati o per combattere fenomeni come i matrimoni forzati, in uso in alcune comunità. Al tempo stesso, prepara una legge per facilitare il riconoscimento dei diplomi ottenuti nei paesi d’origine dagli immigrati già residenti.

Regno Unito, più restrizioni, ma moderatamente. Il cambio della guardia, con l’arrivo al potere del conservatore David Cameron nel maggio scorso, ha portato qualche modifica in questo ambito. In giugno il governo ha introdotto una quota (assai criticata) per l’immigrazione in arrivo dai paesi esterni all’Unione Europea. Alcuni parlamentari della destra hanno chiesto per il Regno Unito una legge simile a quella francese sul divieto del burqa nei luoghi pubblici. Ma a tal riguardo esiste una forte opposizione generale: da parte di Cameron, dei politici (di tutti gli orientamenti) e dell’opinione pubblica. Per la naturalizzazione, al di là di alcuni limiti imposti nel tempo, il Regno Unito resta uno degli stati più generosi d’Europa: quasi tutti gli stranieri che vi nascono possono poi ottenere la nazionalità. Apertura sì, ma non l’approccio dell’assimilazione in stile francese. A Londra si è preferito sempre un modello <multietnico>, più pragmatico e prudente, con il riconoscimento delle diverse comunità. Che però, negli ultimi anni, è al centro di un dibattito critico all’interno della società.

Spagna, quando la crisi economica rende tutto più difficile. Come non ricordare la mega regolarizzazione di 700 mila clandestini nel 2005 da parte di Madrid? Allora la Spagna, soprattutto nell’agricoltura, aveva bisogno degli stranieri. Con la crisi, il governo socialista di Josè Luis Rodriguez Zapatarero, ha cambiato strategia. L’ultima legge sull’immigrazione (la quarta) in vigore dal 23 dicembre 2009, ha reso più severe le norme. La permanenza massima nei centri di permanenza temporanea è passata da 40 a 60 giorni. Più difficoltoso è diventato il ricongiungimento familiare, ristretto solo ai figli minorenni ed al coniuge dell’immigrato (possibilità limitata, invece, per i genitori). Nei giorni scorsi, l’esecutivo ha annunciato che rinnoverà il permesso di soggiorno agli immigrati (in regola) disoccupati, almeno per un determinato periodo di tempo, non ancora precisato.

Olanda, sempre più diffidenza. In passato uno dei paesi più aperti agli immigrati; da tempo ha cambiato il suo approccio, prima ancora che il 9 giugno il partito anti islamico Pvv di Geert Wilders diventasse la terza formazione politica (il cui sostegno è necessario per il governo liberal – democristiano). Una normativa già applicata dal 2006, impone al nuovo arrivato la conoscenza della lingua e della società locali (con test realizzati dai consolati nei paesi d’origine). Pochi giorni fa il governo ha annunciato che intende introdurre il divieto del burqa. E cercare di ridurre del 50% l’attuale flusso immigratorio, restringendo soprattutto il ricongiungimento familiare).

Svezia, nuovi venti di estrema destra. Finora un modello d’integrazione a livello europeo, quello svedese comincia a scricchiolare. La buona performance dei Democratici di Svezia (partito anti immigrazione) alle elezioni legislative del 19 settembre scorso, potrebbe portare a sostanziali cambiamenti: il governo di destra di Fredrik Reinfeldt non ha più la maggioranza assoluta in parlamento. Per il momento le normative restano le stesse: nazionalità concessa dopo cinque anni di residenza, abbastanza facilmente. E grande liberalità nel campo del diritto d’asilo: la Svezia è uno dei rari Paesi UE dove le richieste accettate sono più numerose di quelle rigettate. Ma la popolazione appare stanca. In un’inchiesta dell’Università di Gòteborg del 1993, il 36% degli svedesi riteneva che il paese avesse accolto troppi stranieri. L’anno scorso, in una ricerca simile dello stesso ateneo, si è saliti al 52%.


 

Foreign Press

The Economist


Capping immigration

The fire next time

Future bids to tighten immigration will be even more controversial


Nov 25th 2010  - In the end, the government blinked. Implementing a Conservative pledge to slash net long-term immigration from roughly 200,000 a year to “tens of thousands” by 2015 was looking increasingly problematic; beginning by restricting the inflow of skilled labour provoked the ire of British business. On November 23rd the home secretary, Theresa May, defused matters with a clever plan to cut headline numbers from April while relaxing the regime for specific categories of workers. About half of Britain’s long-term immigrants are Europeans entitled to enter freely. The question is how many and what sort of people Britain should let in from elsewhere. Unskilled non-European economic migration is no longer allowed. The tussle is between businesses who want a relatively free hand in importing the people whose skills they say they need, and those who argue that British graduates and other skilled workers are losing out. In 2009 almost 28,000 non-Europeans came to work under what the visa regime calls Tier 1 general (super-qualified individuals) and Tier 2 general and permit-holders (skilled workers with a firm job offer). Mrs May plans to cap their combined numbers at 21,700—a fifth down on last year. But it is the detail that counts. Tier 1 general—designed to attract human capital in the broadest sense—is to be gutted. It will fall by around 13,000: only 1,000 “exceptionally talented” scientists, academics and artists will be let in, while lures to attract rich folk and entrepreneurs will be sweetened to boost their tiny numbers. This means the government can increase by some 7,000 the Tier 2 visas that business was keen to protect. Even more important, intra-company transfers, which brought in another 22,000 migrants in 2009, are exempt from the cap. Mrs May hopes that setting a minimum salary of £40,000 for employees brought in for more than a year will halve their numbers. In fact firms may well choose to meet that low requirement, or bring in more, cheaper IT workers for shorter stretches. The real battle, it became clear this week, will be over another group of immigrants: students. They account for well over half of the non-European total, and there are worries about both the dodgy colleges some attend and their seamless segue into the workforce and eventual settlement. Mrs May wants to protect universities and some other “trusted sponsors”, but some 120,000 would-be students could be turned away annually. And even the brightest and best stand to lose something: the near-automatic right to remain in Britain for two years after they graduate. Universities will scream, scrabbling as they are for foreign students. The Tories’ Liberal Democrat coalition partners, already in trouble for abandoning a promise not to raise university-tuition fees, will also grumble. Halving net immigration looks tougher all the time. Small wonder that Mrs May did her level linguistic best this week to demote a time-dated political promise to an open-ended aim.