"Crescita della popolazione, urbanizzazione, cambiamenti climatici, scarsità d'acqua, insicurezza alimentare ed energetica stanno inasprendo i conflitti" e pongono agli Stati "sfide sempre più complesse in tema di protezione", lo ha dichiarato l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, António Guterres, in un appello rivolto alla comunità internazionale in occasione dell'annuale Dialogue.
Tre sono, secondo Guterres, le aree critiche in tema di asilo e apolidia: 'lacune di protezione' nel sistema internazionale per le persone in fuga; carico di responsabilità sproporzionato nell'assistenza ai rifugiati per gli Stati più poveri; fallimento di molti Stati nel risolvere il problema dell'apolidia - un flagello che priva milioni di persone in tutto il mondo della nazionalità e di altri diritti umani.
Le lacune di protezione - ha affermato l'Alto Commissario - derivano dall'inadeguata messa in pratica dei trattati esistenti, dall'accesso insufficiente a importanti strumenti e da difetti nel quadro della protezione internazionale.
Per quanto riguarda la divisione delle responsabilità, António Guterres ha chiesto che i paesi in prima linea nella protezione dei rifugiati non siano lasciati soli a gestire i flussi di persone dagli Stati confinanti e ricordato che al momento i paesi in via di sviluppo ospitano l'80% dei rifugiati di tutto il mondo.
Per quanto riguarda l'apolidia, la priorità assoluta è rappresentata - per l'Alto Commissario - dalla firma del maggior numero possibile di Stati delle due convenzioni chiave sull'apolidia. Attualmente, nonostante siano passati più di cinquant'anni dalla loro creazione, la Convenzione del 1954 relativa allo status degli apolidi ha solo 65 firmatari, mentre la Convenzione del 1961 sulla riduzione dell'apolidia ne ha solo 37. L'Italia risulta fra i firmatari della prima convenzione mentre deve ancora firmare quella del 1961.
"La mancanza di nazionalità rappresenta la negazione di un diritto umano fondamentale," ha affermato Guterres. "Ma coloro i quali non riescono ad esercitare questo diritto vedono inevitabilmente danneggiati - come conseguenza - anche una serie di altri diritti. Ad esempio gli può essere negato il diritto di lavorare legalmente o di viaggiare. Gli può essere negato l'accesso ai servizi santitari o al sistema scolastico, a loro come anche ai propri figli".