Osservatorio
Interistituzionale
sull'Immigrazione
 in provincia
di Novara 
2009

 

 


Coordinamento dellĠ ÓOsservatorio Interistituzionale sullĠimmigrazione in provincia di NovaraÓ

 

Giovanna Vilasi

Vice Prefetto Vicario

 

Segreteria organizzativa dellĠ ÒOsservatorio

Interistituzionale sullĠimmigrazione

in provincia di NovaraÓ

 

Antonella Gambino

 

 

é consentito avvalersi dei dati e dei testi pubblicati purchŽ ne sia indicata chiaramente la fonte

 

 

La pubblicazione  disponibile integralmente, sul sito internet della Prefettura: www.prefettura.it/novara


 

            INDICE

 

      Presentazione

      di Giuseppe Amelio, Prefetto di Novara ÉÉÉÉ..ÉÉÉÉÉÉÉÉ..2

 

      LĠimmigrazione a Novara nel 2009

      di Maria Luisa BiancoÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉ..............3

 

      Il Consiglio Territoriale per lĠImmigrazione

      di Anna Laurenza e Antonella GambinoÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉ13

     

      Le richieste di cittadinanza italiana in Prefettura

      di Anna Laurenza e Francesco ValendinoÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉ.17

 

      Sportello Unico per lĠImmigrazione

      di Anna Laurenza e Nicola Di VenereÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉ..34

 

      LĠattivitˆ dellĠUfficio Immigrazione nellĠanno 2009

      di Fabrizio SelisÉ.ÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉ.......46

 

      La popolazione straniera nella provincia di Novara

      di Viviana AgrestiÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉ..51

 

Vigilanza sul fenomeno dellĠoccupazione abusiva di cittadini extracomunitari: Novara e provincia anno 2009

      di Maria Rosaria VaporieriÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉ..61

 

      Presenza alunni con cittadinanza non italiana in provincia di Novara

      di Fabiana TrinettiÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉ..64

 

      LĠassistenza sanitaria agli stranieri temporaneamente presenti

di Biagio Zappulla e Daniela Sarasino ÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉ.73

 

Interruzioni volontarie di gravidanza nelle residenti dellĠASL Novara –

Differenze per nazionalitˆ -Periodo 2005-2008

      di Maria Chiara Antoniotti, Piero Bestagnini e Daniela SarasinoÉÉÉ..81

 

      La domanda di lavoro straniero in provincia di Novara nel 2009

      di Maria Grazia LizziÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉ 87

 

      Piano progettuale per le politiche migratorie 2009– Provincia di Novara

      di Eufemia MelissaÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉ96

 

      La componente straniera nel comune di Novara

      di Sonia MeddaÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉ.111

 

      LĠimprenditoria extracomunitaria in provincia di Novara

      di Tiziana MazzonÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉ 126

 

      Diversitˆ culturale, identitˆ di tutela negli ambiti di lavoro

di Emanuela CoppaÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉ. 136

 

 

PRESENTAZIONE

Giuseppe Amelio, Prefetto

 

 

Il ÒRapporto sullĠimmigrazione in provincia di NovaraÓ, giunto alla sua quarta edizione, offre un quadro aggiornato allĠanno 2009 delle connotazioni assunte, sotto una pluralitˆ di rilevanti aspetti, del fenomeno dellĠimmigrazione nel territorio della provincia.

Anzitutto mediante una sempre pi estesa rilevazione dei dati quantitativi.

La pubblicazione prende, infatti, in esame, oltre ai dati demografici e di distribuzione sul territorio della componente extracomunitaria, anche quelli relativi al lavoro, dipendente ed autonomo, alla domanda di servizi sanitari, alla scolarizzazione, allĠacquisizione della cittadinanza italiana, ai progetti di integrazione sociale comunali e sovra comunali messi in campo utilizzando fondi nazionali ed europei ed, ove  stato possibile, sono stati operati raffronti tra dati statistici del 2006 anno di riferimento del primo ÒRapportoÓ e quelli del 2009.

Ai dati si aggiungono, inoltre, accurate valutazioni sulle dinamiche sociali ad essi sottese.

Il documento costituisce, pertanto, una preziosa base conoscitiva per lĠindividuazione , da parte di tutti gli attori del territorio, di un calibrato approccio al fenomeno immigratorio e per la migliore definizione di quei processi di convivenza e di integrazione che sono resi sempre pi urgenti sia dallĠincremento delle presenze degli immigrati sia dal loro progressivo radicamento nel territorio

( pi della metˆ degli immigrati presenti in provincia sono soggiornanti di lungo periodo).

Un doveroso ringraziamento va a quanti, anche questĠanno, hanno collaborato alla stesura della pubblicazione, approfondendo con competenza i vari aspetti della problematica dellĠimmigrazione nel territorio novarese.

Si ringrazia in particolare lĠAmministrazione Provinciale che si  assunta, anche lĠonere economico della stampa del volume.


LĠIMMIGRAZIONE A NOVARA NEL 2009

 

Maria Luisa Bianco

 

Dipartimento di Ricerca Sociale - Universitˆ degli Studi del Piemonte Orientale

 

 

1. Le dimensioni del fenomeno

 

I dati istituzionali presentati ed elaborati nelle diverse sezioni del volume mostrano che il fenomeno migratorio continua a essere una realtˆ importante, sebbene con alcuni significativi mutamenti rispetto al passato, anche recente.

In provincia di Novara, secondo i dati ISTAT, al 31.12.2009 risiedevano poco pi di 29000 stranieri non Ue, nettamente spaccati in due fra uomini e donne, con una consistente crescita del 16% rispetto al 2008. Di questi, 17000 sono soggiornanti di lungo periodo, 6842 sono minori e 4282 sono nati in Italia. I giovani iscritti al sistema educativo inoltre costituiscono ormai il 10% del totale degli studenti. La distribuzione nei diversi ordini di scuola non  omogenea, a causa della durata non lunga della presenza delle famiglie migranti e, forse, anche per una minore propensione dei giovani stranieri a proseguire la loro istruzione oltre lĠobbligo scolastico (12-13% nella scuola dellĠobbligo, 6% nelle scuole superiori). I dati mostrano comunque che anche le iscrizioni alle scuole superiori sono in costante e rapida crescita, pur con un rallentamento nellĠultimo anno.

Nel comune capoluogo gli stranieri residenti sono raddoppiati in soli 7 anni e attualmente contano oltre 10000 unitˆ, tanto che lĠ11% della popolazione  costituito da non italiani. Gli stranieri inoltre dimostrano una significativa mobilitˆ sul territorio: in un anno il 24% dei residenti non Ue  arrivato da altri comuni italiani e il 18% si  a sua volta trasferito altrove. Al saldo nettamente positivo, oltre ai flussi in entrata, concorrono anche le nascite. Nel 2008 il 23% dei nati in provincia (pari a 776 bambini) aveva almeno un genitore non italiano. Questo andamento demografico  destinato a consolidarsi nel tempo se si considera che le donne sono in costante crescita e hanno un tasso di fertilitˆ pi che doppio rispetto alle italiane (2,63 contro 1,23). UnĠaltra differenza  lĠetˆ media al parto pi bassa di quella delle italiane di ben 4 anni. Se si considera che per le italiane si tratta nella quasi totalitˆ dei casi di etˆ al primo (e unico figlio) ma non cos“ per le straniere, la distanza fra le due popolazioni  nei fatti ancora pi accentuata.

Come  noto le presenze di cittadini stranieri non riguardano solo soggetti residenti o comunque in possesso di regolare permesso di soggiorno per lavoro, ricongiungimento familiare, matrimonio con un cittadino italiano. Nelle nostre cittˆ vive e lavora una quota sistematica di irregolari che per definizione non  possibile quantificare in modo preciso. Prima di prendere in considerazione alcuni indicatori a nostra disposizione per fornire qualche indicazione circa le dimensioni del fenomeno, mi sembra opportuno fare qualche riflessione sui concetti di ÔimmigratoĠ e ÔirregolareĠ che ciascuno di noi usa nel linguaggio quotidiano, legge sui giornali, ascolta alla TV. Termini diventati cos“ comuni da non farci soffermare a coglierne il significato profondo. Partiamo da quello di immigrato. Mentre dal punto di vista giuridico-istituzionale esso si riferisce a qualunque tipo di straniero residente, in pratica nel linguaggio comune, ma anche nei media,  usato solo riguardo a soggetti provenienti da paesi del sud del mondo o quantomeno da quelli meno sviluppati dellĠEuropa, che non siano venuti nel nostro paese per svolgere attivitˆ di elevato status. Il cittadino americano in nessun caso sarˆ definito immigrato, cos“ come il docente universitario visiting professor in una nostra universitˆ, da qualunque parte del pianeta provenga. Analogamente nessuno appellerebbe come immigrato chi soggiorna anche per periodi molto lunghi per studio o turismo, il manager in lunga trasferta, un artista in tournŽe.

Dunque per venire percepiti e nominati come immigrati non basta essere stranieri in possesso di un passaporto diverso da quello europeo, nŽ avere un permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Quando nel linguaggio quotidiano usiamo il termine di immigrato facciamo riferimento esclusivo a soggetti stranieri provenienti da paesi ÒpoveriÓ arrivati in Italia in cerca di un lavoro e di fortuna, oppure al fine di richiedere asilo. Il fatto che lĠetichetta di immigrato sia un costrutto politico e non attenga a caratteristiche intrinseche dei soggetti  avvalorato dalla transitorietˆ della definizione. Quando una nazione migliora il proprio status nelle gerarchie internazionali, come  avvenuto recentemente per ungheresi e cechi, allora anche i residenti allĠestero – indipendentemente dalle condizioni dei singoli – se ne avvantaggiano, potendo abbandonare lĠappellativo spregiativo di immigrati. Si pu˜ pertanto concludere che la figura di immigrato  una tipica Òcostruzione socialeÓ, prodotto dellĠinterazione fra ci˜ che pensano i cittadini che si considerano i legittimi proprietari di un paese, le istituzioni di quel paese e coloro che attraversano i confini. Da questo punto di vista la globalizzazione del mercato del lavoro assume due facce come la statua di Giano. Si chiama immigrazione quando riguarda lavoratori inseriti o inseribili ai livelli pi umili,  definita mobilitˆ del capitale umano o international business class nel caso delle professioni pi elevate. LĠimmaginario collettivo da un lato tende ad associare immigrazione con povertˆ e diversitˆ culturale, mentre dallĠaltro attribuisce uno statuto particolare a chi si muove negli strati alti del mercato del lavoro avendo in dotazione elevato livello di istruzione, benessere economico e cultura cosmopolita.

Proviamo ora a riflettere sul concetto di irregolare o clandestino, anchĠesso una costruzione sociale perchŽ costituisce lĠesito hic et nunc dei processi di distinzione fra cittadini, residenti autorizzati ed estranei, i quali si differenziano non per caratteristiche intrinseche, bens“ esclusivamente per il non possesso dei titoli legali richiesti. TantĠ vero che ripetute sanatorie fanno transitare automaticamente migliaia di persone dalla categoria di clandestino a quella di immigrato regolare, senza che nulla cambi nelle loro caratteristiche, nei loro comportamenti e nelle loro aspirazioni. Con questo non va ovviamente sottaciuto il fatto che la condizione di clandestinitˆ tiene inevitabilmente i soggetti ai margini esterni della legge, costringendoli al lavoro nero o, ancora peggio, favorendo attivitˆ illegali.

E veniamo ora a fornire unĠidea per quanto approssimativa delle migrazione non regolare in provincia di Novara, ricorrendo ad alcuni indicatori parziali. In primo luogo useremo i dati forniti dalla ASL, che si riferiscono alla cosiddetta assistenza sanitaria agli stranieri temporaneamente presenti, privi di documento di identitˆ e di residenza sul territorio italiano. A partire dal 1996 nella provincia sono in funzione due ambulatori dedicati a questi stranieri. I dati in nostro possesso, che partono dal 2004, mostrano che da poco pi di 2 mila prestazioni allĠanno si  passati a circa 4800 nel 2008, con un crollo registrato nel 2009 (- 38%), effetto evidente del dibattito allarmato scaturito da alcune norme previste dalla proposta di legge sulla sicurezza pubblica, sebbene esse siano poi state modificate nel testo approvato (legge 15.7.2009, nĦ94). Evidentemente molti immigrati irregolari conservano comunque la paura di essere denunciati allĠautoritˆ giudiziaria e, quando hanno problemi di salute, sono indotti a rinunciare a farsi curare oppure a rivolgersi a strutture non autorizzate, con grave pericolo oltre che per i singoli soggetti malati, anche per la comunitˆ, che si vede esposta al rischio della diffusione incontrollata di patologie infettive.

Si pu˜ inoltre rilevare che nel tempo oltre che il numero degli accessi  cambiato anche il tipo di prestazioni richieste. In generale hanno subito una netta diminuzione le patologie dellĠapparato digerente, segno presumibile di una migliore alimentazione, e, per le donne, rispetto alle cure per motivi di maternitˆ, crescono proporzionalmente le richieste per patologie di tipo ginecologico. QuestĠultimo dato mostra che fra le donne immigrate, ancorchŽ irregolari, si fa strada un uso della sanitˆ pi sofisticato e attento alla propria salute.

Ulteriori informazioni sulla presenza di migranti irregolari sono fornite dallo Sportello unico per lĠimmigrazione della Prefettura Infatti le circa 2000 domande accettate per lĠemersione di lavoro di cura alle persone si riferiscono evidentemente a soggetti che precedentemente hanno vissuto e lavorato in provincia di Novara nella condizione di irregolari. EĠ probabile per altro che anche i 1090 soggetti che hanno ottenuto il permesso di soggiorno in base ai flussi previsti dal Decreto 10.12.2008 siano stati presenti fino a quel momento in Italia (e probabilmente a Novara) in modo clandestino. Per altro, nel capitolo scritto dalla Direzione Provinciale del lavoro si pone una domanda inquietante: dove vanno gli stranieri una volta in possesso del permesso di soggiorno? LĠinterrogativo scaturisce dalla constatazione che nelle oltre 1000 aziende industriali sottoposte nellĠanno a controllo ispettivo meno del 2% dei lavoratori  costituito da stranieri e, oltretutto, di questi meno del 35%  regolare. Anche nel terziario sono stati censiti non pi del 5% di lavoratori stranieri, e praticamente tutti privi di contratto.

Il campione delle aziende ispezionate evidentemente non  rappresentativo della realtˆ occupazionale complessiva della provincia di Novara, dove invece secondo lĠINPS gli stranieri non comunitari costituiscono addirittura lĠ8% dei lavoratori dipendenti, con un particolare addensamento nei settori dellĠedilizia, del tessile e dei mobili. Anche secondo lĠINPS tuttavia stiamo assistendo a una crescita del lavoro nero, in particolare nellĠedilizia e nelle attivitˆ di cura domestica.

Nel corso del 2009 le assunzioni regolari sono state 7644 e hanno riguardato 6068 persone fisiche, con un pesante calo rispetto al 2008, pi sensibile per gli uomini (- 23%) che per le donne (-18%), probabilmente meno esposte agli effetti della gravissima crisi economica grazie alla maggior tenuta del lavoro domestico in cui esse sono inserite in grande numero. Una vera caduta verticale del lavoro si  registrata nel comparto industriale e ha riguardato il lavoro dipendente femminile (-54%) pi che quello maschile (-36%). Questi dati mostrano in modo incontrovertibile che, anche fra i lavoratori regolari cui esclusivamente si riferiscono questi dati, i primi a pagare la recessione economica con la perdita del lavoro sono i lavoratori pi deboli, inseriti nelle aziende pi precarie, con contratti di lavoro atipici, privi della protezione degli ammortizzatori sociali..

Al contrario lĠimprenditorialitˆ, o meglio il lavoro autonomo, appare in continua espansione, nonostante la crisi economica. Nel 2009 sono state registrate alla Camera di Commercio 3593 imprese di stranieri, di cui 764 comunitari e ben 2829 non comunitari. Fra questi ultimi hanno un grande peso i nordafricani. Si rileva inoltre una spiccata specializzazione settoriale delle diverse nazionalitˆ. Gli imprenditori nordafricani sono attivi soprattutto nel commercio e nellĠedilizia, gli albanesi sono fortemente concentrati nellĠedilizia, mentre i cinesi si distribuiscono fra commercio, ristorazione e industria manifatturiera.


 

 

2. La etnicizzazione del sistema occupazionale

 

La distribuzione settoriale dei lavoratori e degli imprenditori denota la presenza di un processo di etnicizzazione del mercato e del sistema produttivo, per altro molto studiato in letteratura. Le aziende del paese ospitante (nel nostro caso italiane) che assumono lavoratori stranieri in genere privilegiano una singola nazionalitˆ. I migranti, da parte loro, si concentrano in specifici settori, anche quando creino proprie imprese autonome, fino ad arrivare a dominare certe nicchie del mercato. Tutti i turisti sanno, per esempio, che in Gran Bretagna  difficile incontrare un piccolo market alimentare o una tabaccheria che non siano gestiti da indiani; in Italia invece gli indiani (e i pachistani) lavorano praticamente esclusivamente nelle stalle bovine.

La geografia etnica del sistema occupazionale, come mostra lĠesempio riportato a proposito degli indiani, non deriva affatto da competenze, attitudini o propensioni culturali distintive di cui sarebbero portatori i diversi gruppi nazionali dei migranti, bens“  connessa a quello che gli studiosi definiscono capitale sociale e pi in generale al funzionamento delle reti sociali e delle cosiddette catene migratorie. AllĠinizio del processo, quando arrivano i primi migranti da un certo paese, essi si comportano come apri-pista. Senza riferimenti che li possano aiutare si inseriscono in certi punti del mercato del lavoro che dipendono dal momento storico e spesso anche dalle traiettorie casualmente seguite. Tuttavia i connazionali che li seguiranno nel tempo non sono pi individui isolati, ma anelli di una catena migratoria e baseranno le loro strategie su informazioni, consigli e aiuti di chi li ha preceduti. Cos“ il settore di inserimento, le cittˆ di residenza, quasi casuali allĠinizio, diventano mete privilegiate. Da un paese lontano la possibilitˆ di emigrare per raggiungere un parente, un amico, un compaesano, un conoscente di conoscenti, significa non fare un salto nellĠignoto completo, bens“ ottenere ex ante micro informazioni, approdare in una cittˆ, in un quartiere, in un caseggiato dove vivono altri soggetti simili per provenienza, sapere dove cercare lavoro e a chi chiedere garanzie in proprio favore.

Sono proprio le reti sociali a spiegarci perchŽ alcuni soggetti lascino il proprio paese, mentre la maggior parte rimane, ma anche a illuminare il meccanismo che fa durare le migrazioni anche in presenza di difficoltˆ serie del mercato del lavoro nel paese di accoglienza, trasformandole in flussi che si auto-alimentano, sorta di Òponti socialiÓ che attraversano le frontiere.

In questo modo nascono e crescono comunitˆ di migranti omogenee per provenienza che finiscono per costituire quelle che in letteratura vengono definite Òcomunitˆ immaginateÓ. Spesso infatti i paesi di emigrazione, frutto dei confini burocratici imposti dalla decolonializzazione e dalla fine dellĠimpero ottomano, sono abitati da etnie che hanno storie, culture, lingue, religioni diverse e non si sentono affatto parte di un popolo. Nei paesi di arrivo, tuttavia, i migranti non vengono riconosciuti dagli altri per la loro appartenenza etnica. Nessuno di noi sa, per esempio, se un certo africano  un igbo o uno yoruba, noi ci rivolgiamo a lui semplicemente come ÒnigerianoÓ. Pian piano si forma una nuova identitˆ riflessa e i soggetti si sentono appartenenti a una comunitˆ ÒimmaginataÓ appunto, perchŽ dipendente dallĠimmagine che rimandano i nativi e non giˆ dalle proprie esperienze e radici. Gli storici hanno documentato come processi analoghi abbiano riguardato anche gli immigrati dallĠItalia negli Stati Uniti alla fine dellĠ800. Persone che conoscevano soltanto il dialetto, che non avevano visto nientĠaltro che il proprio piccolo villaggio e non avevano mai costruito unĠidea di appartenenza a una nazione dopo essere sbarcati negli Stati Uniti incominciano a percepirsi come italiani, perchŽ era in questo modo che li definivano gli americani.

Queste comunitˆ per quanto ÒimmaginateÓ sono assolutamente cruciali per le esperienze migratorie. Frutto di catene e reti, producono un capitale sociale denso, molto efficace nel fornire le risorse indispensabili allĠinserimento lavorativo e abitativo, nonchŽ alla soluzione dei problemi dellĠintegrazione e sopravvivenza in un ambiente estraneo. Tale capitale sociale  generato dalla conformitˆ dei singoli membri alle aspettative del gruppo. In certi casi le motivazioni dei soggetti sono connesse a sistemi valoriali interiorizzati prima dellĠesperienza migratoria, in altri derivano dallĠadesione a norme di comportamento elaborate localmente dal gruppo per far fronte alle difficoltˆ, in altre situazioni ancora sono piuttosto spiegabili sulla base dei vantaggi prodotti dal Òcomportarsi beneÓ agli occhi dei propri connazionali. Si pu˜ anche sostenere che pi un gruppo  emarginato e soggetto a pregiudizi e discriminazioni pi elevato sarˆ lĠorientamento a costruire comunitˆ coese e protettive, a elevata fiducia e solidarietˆ interne, scarsamente comunicanti con lĠesterno.

LĠetnicizzazione del mercato del lavoro e le caratterizzazioni nazionali dellĠimprenditoria nei diversi settori deriva proprio dal meccanismo prima descritto. Le comunitˆ insediate sul territorio aiutano i propri membri a trovare una sistemazione, a far fronte a situazioni inaspettate, ma in molti sensi costituiscono anche un terreno fertile per lo sviluppo di forme imprenditoriali. Spesso garantiscono il reperimento dei capitali necessari per la creazione di una nuova impresa, attraverso meccanismi di credito informale a persone che non avrebbero in nessun modo i requisiti per accedere al sistema bancario. In molti casi la comunitˆ costituisce anche il mercato per i prodotti delle aziende, creando una sorta di economia parallela a quella ÒautoctonaÓ. Le comunitˆ garantiscono inoltre la forza lavoro a costi sicuramente favorevoli. Da parte loro le imprese consentono ai lavoratori la formazione di professionalitˆ altrimenti inaccessibili ai migranti.

Tuttavia non cĠ rosa senza spina, e il capitale sociale in molti casi da risorsa si trasforma in vincolo, sia per i singoli, sia per le imprese. La protezione offerta dalle comunitˆ pu˜ trasformarsi in un abbraccio soffocante, lĠaspettativa di comportamenti conformi ostacola coloro che vorrebbero intraprendere percorsi di mobilitˆ sociale, abbandonando le strade tracciate. Anche le imprese, nella fase iniziale sicuramente avvantaggiate dallĠappartenenza al gruppo, in un secondo tempo possono esserne impedite nelle possibilitˆ di crescita, se le loro esigenze non coincidono con le aspettative della comunitˆ. Assumere un tecnico esperto pu˜ essere molto pi utile che essere costretti a dare lavoro a un compaesano; dover distribuire i profitti fra una vasta parentela non consente di fare investimenti indispensabili; un ristorante per affermarsi pu˜ aver bisogno di trasferirsi dal caseggiato degradato in cui  nato a un quartiere ÒbenestanteÓ non abitato da immigrati. In tanti casi analoghi agli esempi riportati le opportunitˆ di miglioramento sono rese difficili dalle aspettative della comunitˆ e da regole di comportamento imposte che subordinano lĠinteresse individuale a quello collettivo del gruppo.

In sintesi si pu˜ mettere in luce un meccanismo di interazione fra stranieri e societˆ di accoglienza. Le reti sociali che si stabiliscono fra immigrati con analoga provenienza costituiscono una risorsa importante di inserimento e integrazione dei nuovi arrivati. Tuttavia quanto pi la definizione sociale degli immigrati  spregiativa e quanto pi essi (o una specifico gruppo nazionale) sono vittime di pregiudizi e comportamenti discriminatori, tanto pi si formeranno comunitˆ coese che creano proprie culture separate a scopi difensivi e tanto pi si ostacolano la crescita sociale e alla fin fine anche lĠintegrazione.

Queste considerazioni ci inducono a distinguere fra radicamento e integrazione, e allĠinterno di questĠultima fra le politiche esplicite promosse dallĠalto e i processi concreti che avvengono dal basso. Nel dibattito pubblico e nel discorso comune questi tre livelli spesso vengono confusi. Il radicamento  la presenza stabile in un determinato territorio, grazie allĠinserimento in circuiti che soddisfano le aspettative di reddito e di vita. Un primo segnale importante di radicamento  costituito dalla creazione o ricomposizione delle famiglie. Quando lĠemigrazione  fatta di uomini soli o, come oggi  sempre pi frequente, di donne sole, che tornano periodicamente nel paese di origine per ricongiungersi per periodi pi o meno lunghi con le famiglie, il radicamento  scarso. Il migrante solo  disponibile a interruzioni della sua permanenza allĠestero, a cambi frequenti di cittˆ, spesso anche di nazione. Quando invece la migrazione coinvolge (generalmente in seconda battuta) il nucleo familiare, allora si radica sul territorio, sia perchŽ si decide di costituire una famiglia allĠestero solo quando le condizioni di vita e inserimento sono considerate soddisfacenti, sia perchŽ comunque i costi, soprattutto, ma ovviamente non solo, immateriali di trasferire un intero gruppo familiare sono elevati. Ecco perchŽ i dati sui ricongiungimenti familiari, e ancor pi quelli sulle nascite e sulla frequenza scolastica, possono essere utilmente considerati come indicatori di radicamento.

Vale qui la pena di ricordare un vero e proprio paradosso di molte legislazioni europee in tema di politiche migratorie. Fin dai primi anni del dopo-guerra alcuni paesi europei come Francia, Belgio, Germania per sopperire alle carenze interne di mano-dopera si sono esplicitamente rivolti a paesi stranieri (del Nordafrica, Italia, Turchia) perchŽ fornissero Òlavoratori-ospitiÓ, vale a dire lavoratori che si immaginava e programmava sarebbero rimasti per periodi di tempo limitati e intermittenti. LĠobiettivo era di non creare problemi sociali connessi allĠintegrazione e, inoltre, di potersi disfare facilmente dei lavoratori stranieri nei momenti bassi del ciclo economico. Con stupore qualche politico a un certo punto, accorgendosi che le migliaia di uomini soli si erano formata una famiglia nonostante le norme pi o meno esplicitamente contrarie[1] ha pronunciato la celebre frase stupefatta: avevamo bisogno di braccia, e invece sono arrivate persone! Quando negli anni 70 a seguito della crisi petrolifera si innesca una seria recessione economica, gli stranieri ormai profondamente radicati non hanno accettato di ritornare ai luoghi di origine, spesso sconosciuti ai loro figli e dai quali mancavano da lunghi anni. Tuttavia il nuovo orientamento di restrizione degli ingressi adottato via via dagli stati europei segna una svolta e la fine di alcune forme di regolazione attraverso accordi fra paesi bisognosi di forza lavoro straniera e nazioni gravate da sottoccupazione e disoccupazione possiamo qui citare, in forma di esempio, gli accordi fra Belgio e Italia che garantivano un flusso di lavoratori italiani alle miniere).

Sebbene oggi tutti i paesi europei applichino con maggiore o minore successo politiche di contenimento delle migrazioni attraverso strumenti quale quello dei flussi, il ricongiungimento familiare  considerato un diritto da garantire ai lavoratori stranieri presenti regolarmente sul territorio, favorendo dunque il loro radicamento. Dalla definizione normativa di lavoratori-ospiti graditi solo per periodi brevi si  passati a quella di stranieri residenti, tendenzialmente anche di lungo periodo, purchŽ siano stabilmente lavoratori con un regolare contratto e non infrangano la legge del paese ospitante.

Qui si innesca ovviamente il problema delle cosiddette seconde generazioni. La costituzione o il ricongiungimento di famiglie di migranti porta con sŽ, come abbiamo visto dai dati, la nascita di nuovi cittadini, che a differenza di ci˜ che avviene in molti altri paesi, nel nostro non sono considerati italiani se non al compimento della maggiore etˆ e comunque con molte restrizioni. Bambini, ragazzi nati in Italia, che parlano lĠitaliano come lingua madre, che frequentano le nostre scuole e sono compagni e amici dei nostri figli e nipoti, che in molti casi non hanno nemmeno conosciuto il paese da cui proviene la loro famiglia, sono considerati stranieri. EĠ evidente che questi ragazzi difficilmente saranno silenziosamente disponibili al destino di subalternitˆ vissuto dai genitori. Le rivolte nelle periferie urbane di paesi da pi lungo tempo interessati da flussi migratori dovrebbero far riflettere sul fatto che negare o non favorire il godimento pieno di diritti, oggi considerati essenziali per un cittadino, rischia di far fallire le politiche di integrazione. LĠesperienza di altri paesi mostra chiaramente che un efficace inserimento educativo e perfino la cittadinanza non bastano se non sono poi accompagnati da pari opportunitˆ nel mercato del lavoro.

Queste considerazioni sulle seconde generazioni introducono anche lĠultimo argomento che ci siamo prefissi di affrontare in questa breve introduzione, vale a dire il problema della integrazione e delle sue relazioni con il radicamento. Partiamo con il dire che  possibile il radicamento anche senza integrazione, mentre non  vero il vice-versa, vale a dire che non esiste possibilitˆ di integrazione senza processi di radicamento. Proviamo a pensare ai tanti cinesi che vivono e lavorano come schiavi nei laboratori di abbigliamento proprietˆ di loro connazionali. Si tratta di persone con scarsissimi contatti con la societˆ di accoglienza, che non conoscono la nostra lingua, non sanno quasi niente della nostra cultura, e dunque hanno un bassissimo grado di integrazione, eppure sono fortemente radicati nella loro comunitˆ chiusa e per via mediata nel territorio in cui vivono. Un processo per certi versi analogo riguarda molte comunitˆ di rom.

LĠintegrazione ha invece a che vedere con processi di contatto culturale e significa dunque imparare a conoscere, accettare e acquisire tratti della cultura del paese di accoglienza. Dalla loro fondazione fino a tempi recenti (non molti decenni addietro) gli Stati Uniti hanno governato i processi migratori sulla base del principio dellĠassimilazione, secondo il quale i migranti dovevano rapidamente assimilare, appunto, la cultura americana abbandonando progressivamente la propria, fatta eccezione per la fede religiosa. Dai loro figli ci si aspettava che diventassero indistinguibili dagli americani. Sebbene lĠassimilazione avesse uno statuto normativo, indicando una traiettoria obbligata,  evidente che la ÒamericanitˆÓ che gli stranieri erano tenuti ad acquisire non aveva un carattere ontologico, non era cio un sistema culturale esistente prima dellĠarrivo dei migranti e che tale si conservava immutato. In realtˆ la cultura americana si  man mano costituita e riprodotta nel tempo proprio grazie allĠapporto delle diverse ondate migratorie che si sono succedute nel tempo. Oggi tuttavia lo strabismo ideologico che ha sostenuto il principio normativo dellĠassimilazione  venuto meno: dalle comunitˆ di immigrati ci si aspetta che accettino alcuni principi fondamentali del sistema culturale americano, ma si consente loro che conservino orgogliosamente la loro diversitˆ culturale. Cos“, mentre la lingua italiana nel passaggio alle seconde generazioni  andata perduta e comunque mai ha avuto uno spazio ufficiale, oggi lo spagnolo  invece parlato da molti milioni di cittadini americani, ha i suoi quotidiani, i suoi canali televisivi, le scritte sulle insegne e i cartelli stradali e in molti stati informa perfino le schede elettorali.

Quando oggi si parla di integrazione culturale si ritiene di fare unĠazione politically correct nel richiedere ai migranti di acquisire selettivamente alcuni tratti della nostra cultura, mai si pensa che lĠintegrazione non pu˜ che essere un processo relazionale che cambia sia noi sia lĠaltro. Inoltre, come giˆ anticipato, spesso si confondono le politiche messe in atto dallĠalto per favorire lĠintegrazione (politiche educative, sanitarie, di diritto alla casa, alla rappresentanza, ecc.), con i micro processi che dal basso la favoriscono od ostacolano. Le madri di una cittˆ del Veneto, che hanno chiesto e approvato che venisse negato il pasto ad alcuni bambini i cui genitori avevano arretrati nel pagamento della retta della mensa scolastica, indipendentemente dalle politiche pubbliche, hanno messo in atto ostacoli alla coesione sociale in generale e alla integrazione, nel caso specifico degli stranieri interessati. Cos“ come – al contrario - instaurare relazioni di convivenza civile e anche di amicizia la favorisce. La categoria di immigrato e ancor pi di clandestino quando  avulsa dallĠesperienza concreta  minacciosa e suscita sentimenti di rifiuto, perchŽ intrisa di stereotipi e pregiudizi. Eppure quanti di noi non hanno avuto mai a che fare, nellĠintimitˆ della casa e della propria famiglia, con qualche straniero irregolare? Con una badante che si prende cura di una persona cara? Con un imbianchino che rinfresca la pittura dellĠabitazione? O con un idraulico disposto a soccorrerci nei momenti pi critici? Di questi non abbiamo avuto e non abbiamo paura, perchŽ la conoscenza diretta mette in atto meccanismi di creazione di fiducia. Per questa ragione le politiche dallĠalto sono pi efficaci nel creare integrazione e scambio se si pongono anche lĠobiettivo di favorire processi di relazione dal basso e di moltiplicare i luoghi in cui italiani e stranieri stiano insieme e facciano cose insieme.

CONSIGLIO TERRITORIALE PER LĠIMMIGRAZIONE

 

A cura di Anna Laurenza e Antonella Gambino

Prefettura di Novara – Ufficio Territoriale del Governo

 

 

 

LĠattivitˆ del Consiglio nellĠanno 2009 si  dispiegata nelle azioni che ormai da tempo ne contraddistinguono lĠoperato, come la semplificazione amministrativa e, in particolare, lĠintegrazione sociale poichŽ  ormai questa la necessitˆ che pi il territorio sembra avvertire. Infatti oggi il tavolo di lavoro dedicato alla semplificazione amministrativa, tenuto conto che nel corso di questi ultimi anni le procedure relative allĠingresso in Italia ed al rinnovo dei titoli di soggiorno sono diventate pi agevoli, funge da camera di compensazione nella risoluzione di piccoli problemi contingenti, posti di volta in volta laddove le procedure risultino ancora farraginose.

Anche sulla scorta di precise indicazioni date dal Ministero dellĠInterno con alcune circolari,  stato costituito un ulteriore gruppo di lavoro, in aggiunta a quelli giˆ esistenti, e cio il Tavolo Minori. Ci˜ nellĠevidente intento di favorire una pi attenta riflessione sulle politiche e le iniziative da intraprendere a favore di una categoria di soggetti al tempo stesso vulnerabile, meritevole quindi di ogni sforzo nellĠaccoglienza ed assistenza, ma anche cruciale in termini di integrazione, con il compito di assicurare la piena tutela dei diritti loro spettanti.

Entrando nel merito delle specifiche attivitˆ svolte, il Consiglio ha promosso - attraverso il gruppo di lavoro che si occupa della semplificazione amministrativa - la stipula di un protocollo dĠintesa tra Prefettura, Questura,Assessorati al Lavoro ed alle Politiche sociali della Provincia di Novara, Direzione Provinciale del Lavoro, relativo alle procedure dello Sportello Unico per lĠImmigrazione, al fine di consentire ai lavoratori stranieri al primo ingresso per lavoro subordinato,di presentare istanza di ricongiungimento con i propri familiari giˆ durante lĠattesa del permesso di soggiorno e, nei casi in cui, per motivi indipendenti dalla volontˆ del lavoratore, il rapporto di lavoro non sia stato formalizzato, di trovare altra occupazione.

 

Le problematiche dellĠintegrazione sociale sono state al centro dellĠinteresse del Consiglio Territoriale che pi volte si  riunito nella sua formazione plenaria ed in quella specifica del gruppo di lavoro dedicato allĠintegrazione con lo scopo di promuovere percorsi di inclusione in pi ambiti.

Uno degli argomenti spesso affrontati, su sollecitazione delle associazioni di cittadini extracomunitari,  stato quello della creazione di un centro di incontro; ci˜ in quanto lĠesigenza di un luogo comune di incontro e socializzazione  particolarmente avvertita da una grande maggioranza di cittadini extracomunitari. Ad oggi lĠiniziativa  ancora in fase di studio sia per la difficoltˆ di reperire strutture adeguate e sia per reperire finanziamenti a sostegno delle spese di gestione. Il Consiglio continua, comunque, ad essere impegnato su questo fronte.

Altro tema cui ci si  dedicati  stato quello emerso dalla Legge 15 luglio 2009, n. 34 laddove si fa riferimento alla previsione della conoscenza della lingua italiana per ottenere la carta di soggiorno e della stipula- da parte dello straniero- di un Accordo di integrazione quale condizione necessaria per il rilascio del permesso di soggiorno. La questione posta dalla previsione normativa ha stimolato il Consiglio a porre in essere una specifica attivitˆ di progettazione da cui  scaturito il progettoÓAccordo di convivenza, un ponte per convivereÓ, che consiste nellĠorganizzazione di corsi di lingua e di educazione civica che possano costituire ÒcreditiÓvalutabili ai fini del rilascio/rinnovo del permesso di soggiorno. Il progetto, che anticipa alcuni degli strumenti di integrazione previsti dal ÒPiano per lĠintegrazione nella sicurezzaÓ e dallĠ ÒAccordo di integrazioneÓ,  attualmente in fase di elaborazione e si conta di realizzarlo a partire dal mese di settembre\ottobre 2010.

 

Tra le attivitˆ del Consiglio vi  anche la valutazione dei progetti che Enti locali, Associazioni, Universitˆ possono presentare per accedere ai quattro Fondi che la Comunitˆ Europea ha istituito per sostenere gli stati membri soggetti a maggior pressione migratoria ed anche per omogeneizzare le modalitˆ di accoglienza dalle frontiere al territorio come pure le successive procedure di integrazione. Si tratta del Fondo Europeo per i Rifugiati, del Fondo Europeo per i Rimpatri, del Fondo Europeo per lĠIntegrazione dei cittadini di Paesi Terzi e del Fondo Europeo per le Frontiere Esterne.

Nel 2009 sono stati presentati al Consiglio Territoriale cinque progetti per lĠaccesso al Fondo Europeo per lĠIntegrazione dei cittadini di Paesi Terzi che sono stati valutati in specifiche riunioni plenarie e trasmessi con parere favorevole al Ministero dellĠInterno:

á      Futur Lab – Laboratorio formativo per una nuova cittadinanzaÓ presentato dalla PROVINCIA DI NOVARA;

á      ÒMosaico: strumenti per lĠintegrazione e la conoscenzaÓ- presentato da IAL CISL PIEMONTE SEDE DI ARONA;

á      ÒD.I.C.A.S.A. -Donne Immigrate Competenti a Servizio dellĠassistenza familiareÓ presentato da FINIS TERRAE – Officina dellĠapprendimento S.c.ar.l. DI BORGOMANERO;

á      ÒUna scuola per tutti. Percorsi per facilitare lĠaccesso alla scuola da parte di alunni migranti e delle famigliaÓ presentato dallĠASSOCIAZIONE ABACASHí ONLUS DI NOVARA;

á      ÒLavorare insiemeÓ presentato dal COMUNE DI NOVARA.

 

Il primo di questi progetti,ÒFutur labÓ, presentato dalla Provincia e ritenuto particolarmente meritevole dal Consiglio Territoriale che ne ha apprezzato i contenuti, ha ottenuto il finanziamento della Comunitˆ Europea. Il progetto, che si  svolto nel corso del 2009 e che si  concluso nei mesi di maggio-giugno 2010, ha avuto come idea fondante quella della Òpeer educationÓ, innovativa dal punto di vista metodologico poichŽ non  mai stata usata in ambito migratorio. Il progetto ha riguardato 20 giovani immigrati di seconda generazione che sono stati impiegati nella realizzazione diÓ Laboratori per il FuturoÓ a favore di immigrati giunti in Italia da meno di 5 anni, in particolare minori. Questi 20 giovani peer educators si sono rivolti a loro pari ovvero persone culturalmente simili per etˆ (bambini o adolescenti) con una funzione di accompagnamento, stimolo, facilitazione della comunicazione attraverso interventi che prevedono lĠutilizzo di linguaggi diversi. I laboratori, attivati presso enti ospitanti (pubblici e privati), hanno realizzato interventi formativi nei Centri Educativi Minori e Adolescenti gestiti dai Servizi Socio - assistenziali dei Comuni, nei Centri di Educazione Ambientale gestiti dai Parchi Regionali, nei progetti ÒNati per leggereÓ gestiti dalle Biblioteche comunali.

Un altro Progetto proposto favorevolmente dal Consiglio Territoriale ,ÒLa tenda di Sara – Centro polivalente di aiuto alla maternitˆ e allĠinfanzia e di sostegno alle donne in difficoltˆ - predisposto e presentato da Comunitˆ S.Egidio, Comunitˆ S. Lucia - Ambulatorio pronta accoglienza –Parrocchie del Centro, che aveva ottenuto nel 2008 i fondi UNRRA del Ministero dellĠInterno,  in avanzata fase di realizzazione. Infatti la ristrutturazione dello stabile nel quale si svolgeranno le attivitˆ  stata ultimata. La struttura che consta di vari locali consentirˆ di svolgere tutte le attivitˆ previste: distribuire aiuti alla maternitˆ ed allĠinfanzia (articoli per bambini, medicinali, vestiario); attivare una scuola di cucito per donne; sarˆ a disposizione un appartamento per mamme con bambini o giovani gestanti in difficoltˆ o per donne in difficoltˆ; verrˆ attivato un corso di lingua italiana per donne straniere; si terranno corsi di cucina per giovani mamme, colf e badanti, corsi di nursing e counseling per maternitˆ e infanzia; verranno attivati anche corsi di formazione alla cittadinanza italiana ed europea.

Per il quarto anno consecutivo si  svolto presso lo Sportello Unico per lĠImmigrazione il servizio di mediazione linguistica per le lingue arabo - ucraino- rumeno, le cui attivitˆ hanno permesso di ridurre sensibilmente le difficoltˆ - dovute alle incomprensioni linguistiche - tra gli operatori dello Sportello Unico e gli utenti. Il servizio di mediazione, che la Prefettura ha affidato alla Caritas Diocesana e che ha beneficiato del contributo della Provincia,  stato attivato per il secondo anno consecutivo anche in Questura.

Ulteriore ambito di intervento  quello relativo ai minori, si  infatti costituito, come prima accennato, il tavolo di lavoro per i minori con lo scopo di favorire lĠinclusione sociale. Il gruppo di lavoro ha avviato unĠattivitˆ preliminare di rilevazione che si prefigge di conoscere in maniera pi approfondita la situazione del territorio per quanto concerne i minori in genere ed i minori non accompagnati, in modo da pervenire ad indicazioni che consentano la lettura delle dinamiche sociali e, quindi, a promuovere interventi che riducano eventuali sacche di disagio.

Infine, altra attivitˆ del Consiglio  quella che si esplica nellĠ Osservatorio Interistituzionale provinciale sullĠimmigrazione, giunto con questa alla quarta pubblicazione; le precedenti contengono uno studio relativo al quinquennio 2002-2006, uno relativo allĠanno 2007 ed uno relativo al 2008.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LE RICHIESTE DI CITTADINANZA ITALIANA IN PREFETTURA

 

A cura di Anna Laurenza e Francesco Valendino

Prefettura di Novara – Ufficio Territoriale del Governo

 

1.     Premessa

La legge sulla cittadinanza del 05/02/1992 n. 91  stata modificata, in parte, dalla legge n. 94 del 15 luglio 2009, pubblicata sulla gazzetta ufficiale n. 170 del 24/07/2009 ed entrata in vigore il giorno 08/08/2009.

LĠart 1, comma 11, delle novella normativa, ha introdotto nuove disposizioni per quanto concerne le domande di cittadinanza per matrimonio, modificando lĠart 5 che nella nuova formulazione stabilisce che: Òil coniuge, straniero o apolide, di cittadino italiano pu˜ acquistare la cittadinanza italiana quando, dopo il matrimonio, risieda legalmente da almeno due anni nel territorio della Repubblica, oppure dopo tre anni dalla data del matrimonio se residente allĠestero, qualora, al momento dellĠadozione del decreto di cui allĠarticolo 7, comma 1, non sia intervenuto lo scioglimento, lĠannullamento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio e non sussista la separazione personale dei coniugiÓ.

Come si vede, si  portato a due anni il termine di residenza legale dalla data di celebrazione del matrimonio ed in pi si  stabilito che il vincolo del coniugio deve permanere sino al momento dellĠadozione del provvedimento.

Solo in presenza di figli nati o adottati dai coniugi il termine dei due anni viene ridotto alla metˆ.

Per i residenti allĠestero rimane la previsione dei tre anni dalla data del matrimonio.

LĠart 1, comma 12, della legge in argomento ha introdotto, inoltre, lĠart 9 bis in base al quale alle domande di cittadinanza, sia per matrimonio che per residenza – cos“ come alle dichiarazioni di elezione, riacquisto e rinuncia – deve essere allegata la certificazione comprovante il possesso dei requisiti, che non potranno quindi essere pi autocertificati anche da parte dei cittadini comunitari.

Il comma 2 del citato art 9 bis stabilisce infine che le domande – cos“ come le dichiarazioni di elezione, riacquisto e rinuncia – sono soggette al pagamento di un contributo di importo pari a 200 euro.

Per una corretta applicazione delle novitˆ normative appena descritte, si  dovuto procedere, in primis, allĠindividuazione delle diverse casistiche relative alle istanze giˆ presentate e non ancora concluse alla data di entrata in vigore della legge 94/2009.

Per quanto riguarda le istanze per matrimonio ancora in corso, il Ministero dellĠInterno con propria circolare ha fornito lĠindicazione di prendere a riferimento il termine biennale per la conclusione del procedimento, previsto dal combinato disposto degli art. 5 (nella precedente formulazione) e art 8 della legge 91/1992.

Pertanto, qualora il termine biennale fosse giˆ scaduto alla data di entrata in vigore della nuova normativa, avendo il richiedente acquisito un diritto soggettivo pieno allĠacquisto della cittadinanza italiana, si  continuato ad applicare, per tali istanze, la norma vigente al momento della presentazione della domanda.

Nel caso in cui il termine biennale non fosse ancora trascorso, le istanze sono state fatte rientrare nellĠapplicazione della nuova normativa, correndo, cos“, lĠobbligo di verificare se, alla data di entrata in vigore della nuova legge, lĠinteressato avesse giˆ i due anni di residenza legale in Italia dopo il matrimonio, nonchŽ verificare, acquisendo la relativa documentazione, se il vincolo matrimoniale al momento dellĠadozione del provvedimento non fosse cessato.

Per quanto riguarda le istanze per naturalizzazione, il Ministero dellĠinterno ha stabilito che, per effetto delle modifiche introdotte dalla nuova normativa, non si potevano pi ritenute valide le autocertificazioni allegate alle istanze, pertanto ha disposto di acquisire i documenti in originale chiedendo che gli stessi fossero prodotti, da ciascun interessato, in sede di colloquio, oppure, qualora detto colloquio fosse giˆ avvenuto, prima della notifica del provvedimento di concessione della cittadinanza.

 

Cittadinanze Italiane Concesse nellĠAnno 2009

 

Le cittadinanze concesse nellĠanno 2009 sullĠintero territorio nazionale sono 40.084 e di queste 3.682 sona state concesse a residenti nella regione Piemonte, mentre nella provincia di Novara sono state concesse n. 356 cittadinanze.

Le cittadinanze concesse nella provincia di Novara, nellĠanno in esame, rappresentano lo 0,89% delle cittadinanze concesse sullĠintero territorio nazionale, mentre rappresentano il 9,67% delle cittadinanze concesse nella regione Piemonte.

 

 

 

 

 

 

C:\Documents and Settings\Valendino\Desktop\italia.jpg

Grafico 1

 

C:\Documents and Settings\Valendino\Desktop\piemonte.gif Grafico 2

C:\Documents and Settings\Valendino\Desktop\Sede_CartinaBig.gif Grafico 3

Grafico 4

 

Tipologia Concessione

Piemonte

Novara

F

Incidenza. sul Tot.

M

Incidenza sul Tot.

F

Incidenza sul Tot.

M

Incidenza sul Tot.

Matrimonio

802

45,29%

124

6,49%

67

42,14%

12

6,09%

Naturalizzazione

969

54,71%

1.787

93,51%

92

57,86%

185

93,91%

Totale

1.771

100%

1.902

100%

159

100%

197

100%

Tabella 1

 

 

 

Sesso

Piemonte

Novara

Matrimonio

Incidenza. sul Tot.

Naturalizzazione

Incidenza sul Tot.

Matrimonio

Incidenza sul Tot.

Naturalizzazione

Incidenza sul Tot.

F

802

86,61%

969

35,16%

67

84,81%

92

33,21%

M

124

13,39%

1.787

64,84%

12

15,19%

185

66,79%

Tot

926

100%

2.756

100%

79

100%

277

100%

Tabella 2

2.     Cittadinanze concesse nella Provincia di Novara nellĠanno 2009

2.1 Confronto Cittadinanze Concesse anno 2008 – anno 2009

Avevamo detto: ÒÉ lĠincidenza delle cittadinanze concesse per matrimonio, rispetto al totale delle cittadinanze concesse, si ridimensionerˆ progressivamente É., poichŽ sono sempre pi i cittadini stranieri che risiedono stabilmente sul territorio italiano, acquisendo cos“ il diritto a ottenere la cittadinanza per naturalizzazioneÓ.

Grazie agli effetti della legge 94/2009, che ha modificato i requisiti necessari a ottenere la cittadinanza per matrimonio, rendendoli pi rigidi, il ridimensionamento  avvenuto in maniera pi rapida, cos“ come emerge dallĠosservazione di tabella 3 e di tabella 4.

Le cittadinanze per naturalizzazione rappresentano pi dei ¾ delle cittadinanze concesse, con una percentuale dĠincidenza sul totale del 77,81%. Solo il 22,19% delle cittadinanze sono state concesse per matrimonio.

Gli uomini rappresentano il 55,34% delle cittadinanze concesse, mentre le donne, il restante 44,66%. EĠ la prima volta, da quando si esaminano i dati delle cittadinanze concesse, che gli uomini superano le donne.

Osservando la tabella 4, notiamo subito unĠaltra prima volta: alle donne sono state concesse un numero maggiore di cittadinanze per naturalizzazione con unĠincidenza sul totale del 57,86% rispetto alle cittadinanze per matrimonio che incidono sul totale per il restante 42,14%.

I grafici 6 e 7 rappresentano, rispettivamente, le cittadinanze concesse per matrimonio e le cittadinanze concesse per naturalizzazione, entrambe distinte per sesso. Qui non vi sono particolari stravolgimenti da segnalare, per˜ si ritiene utile evidenziare che le donne incidono sempre di pi sul totale delle cittadinanze concesse per naturalizzazione avendo ora unĠincidenza del 33,21% sul totale.

 

Tipologia Concessione

 

Anno 2008

 

Anno 2009

 

Var %

 

NĦ Concessioni

Incidenza sul Tot.

 

NĦ Concessioni

Incidenza sul Tot.

 

Matrimonio

 

128

60,38%

 

79

22,19%

 

-38,28

Naturalizzazione

 

84

39,62%

 

277

77,81%

 

162,12

Totale

 

212

100%

 

356

100%

 

67,92

Tabella 3

Tipologia Concessioni

Sesso

Totale

Incidenza sul Totale

 

F

M

NĦ Concessioni

Incidenza sul Totale

NĦ Concessioni

Incidenza sul Totale

Matrimonio

67

42,14%

12

6,09%

79

22,19%

Naturalizzazione

92

57,86%

185

93,91%

277

77,81%

Totale

159

100%

197

100%

356

100%

Tabella 4

 

 

Grafico 5

 

Grafico 6 e Grafico 7

 

 

 

 

3.      Cittadinanze richieste anno 2009

 

3.1.  Analisi istanze anno 2009

Osservando il grafico 8 notiamo che, anche nellĠanno in esame, vi  una quasi coincidenza delle richieste di cittadinanza effettuate dalle donne e quelle effettuate dagli uomini. Naturalmente osservando le richieste in base alla tipologia, a ulteriore conferma di quanto in precedenza affermato, notiamo come le donne prevalgono nel caso dĠistanze per matrimonio con unĠincidenza sul totale del 79,50%, mentre avviene lĠopposto nel caso dĠistanze per naturalizzazione dove lĠincidenza sul totale degli uomini  del 61,60%.

Grafico 8

 

3.2.     Confronto richieste anno 2002 – anno 2008 – anno 2009

La tabella 5 sintetizza quanto accaduto in questi otto anni (dallĠanno 2002 - allĠanno 2009). Il dato pi immediato  la costante crescita delle istanze, che rispetto allĠanno 2002 sono quasi quadruplicate. LĠulteriore dato che attira lĠattenzione  il ribaltamento della tipologia delle istanze che ha la prevalenza sul totale delle istanze effettuate. Infatti, si  passati da unĠiniziale prevalenza delle istanze di cittadinanza per matrimonio con un 57,34% sul totale delle istanze, a unĠattuale prevalenza delle istanze di cittadinanza per naturalizzazione con un 71,35% sul totale delle istanze (in questi anni lĠincidenza delle istanze per naturalizzazione  cresciuta del 28,69%).

EĠ del 15,40% lĠaumento delle istanze rispetto allĠanno 2008.

Osservando il grafico 9 e i dati di tabella 5 notiamo che, rispetto allĠanno 2008, le istanze di cittadinanza per matrimonio si sono ridotte del 7,47%, mentre le istanze di cittadinanza per naturalizzazione sono aumentate del 28,11%.

Grafico 9

 

Tipologia Richiesta

 

Anno 2002

 

Anno 2008

 

Anno 2009

 

NĦ Richieste

Incidenza sul Tot.

 

NĦ Richieste

Incidenza sul Tot.

 

NĦ Richieste

Incidenza sul Tot.

Matrimonio

 

82

57,34%

 

174

35,73%

 

161

28,65%

Naturalizzazione

 

61

42,66

 

313

64,27%

 

401

71,35%

Totale

 

143

100%

 

487

100%

 

562

100%

Tabella 5

3.3.      Analisi istanze in base al sesso

Gli uomini e le donne hanno presentato nel 2009, in pratica, lo stesso numero dĠistanze, cos“ come immediatamente si pu˜ riscontrare dallĠosservazione del grafico 11.

Il 79,50% delle istanze di cittadinanza presentate per matrimonio, sono state presentate dalle donne, mentre gli uomini rappresentano il restante 20,50%.

Il 61,60% delle istanze presentate per naturalizzazione, sono state presentate dagli uomini, mentre le donne rappresentano il 38,40%.

La caratterizzazione delle istanze in base al sesso di appartenenza  ancora forte nel caso dĠistanze per matrimonio, dove le donne prevalgono in maniera considerevole rispetto agli uomini; mentre per quanto riguarda le istanze per naturalizzazione, si sta assistendo a un progressivo ridimensionamento della prevalenza degli uomini e si pensa che a breve vi sarˆ un sorpasso da parte delle donne.

Grafico 10 e Grafico 11

 

Sesso

Matrimonio

Naturalizzazione

Totale

F

128

154

282

M

33

247

280

Totale

161

401

562

Tabella 6

 

3.4 Analisi istanze per fasce dĠetˆ dei richiedenti

Anche questĠanno la fascia dĠetˆ 39-48 ha il maggiore indice di crescita rispetto allĠanno 2002. La fascia dĠetˆ pi rappresentativa, per˜,  la fascia dĠetˆ 29-38, con unĠincidenza sul totale delle istanze del 37,19%, seguita a ruota dalla fascia dĠetˆ 39-48, che ha unĠincidenza sul totale del 35,41%. Queste due fasce rappresentano, insieme, il 72,60% del totale: quasi i ¾ delle istanze sono effettuate da chi ha unĠetˆ compresa tra i 29 e i 48 anni.

La fascia dĠetˆ che ha avuto il minor indice di crescita, rispetto allĠanno 2002,  la fascia dĠetˆ 18-28, che ha ora unĠincidenza sul totale delle istanze del 14,23%, perdendo, rispetto allĠanno 2002, ben 8,85 punti percentuali.

in base alla tipologia ed al sesso dei richiedenti. Il dato pi interessante che emerge  che delle n. 247 istanze per naturalizzazione presentate dagli uomini, ben n. 115 sono nella fascia dĠetˆ 39-48, con unĠincidenza del 46,56% sul totale delle istanze per naturalizzazione presentate dagli uomini. Grafico 12

 

Fasce

dĠEtˆ

Anno 2002

Incidenza

sul Totale

Anno 2009

Incidenza

sul Totale

Var.

Var. %

18 – 28

33

23,08

80

14,23

47

142,42

29 – 38

56

39,16

209

37,19

153

273,21

39 – 48

38

26,57

199

35,41

161

423,68

49 – 58

13

9,09

62

11,03

49

376,92

59 – 68

3

2,10

12

2,14

9

300,00

Totale

143

 

562

 

419

293,01

Tabella7

 

 

Grafico 13

Grafico 14 - Nota: Art. 5= Matrimonio; Art.9=Naturalizzazione

3.5 Analisi richieste effettuate dai residenti nel comune di Novara e dai residenti nel resto della provincia di Novara

Rispetto allĠanno 2002 lĠincidenza delle istanze presentate dai residenti nella cittˆ di Novara sul totale delle istanze  diminuita del 2,83%, attestandosi, cos“, al 38,34%.

 

 

Grafico 15

 

Luogo di Residenza dei Richiedenti

 

Anno 2002

 

Anno 2009

 

Variazione

 

NĦ Richieste

Incidenza sul Tot.

 

NĦ Richieste

Incidenza sul Tot.

 

Novara

 

59

41,26%

 

216

38,43%

 

157

Provincia

 

84

58,74%

 

346

61,57%

 

262

Totale

 

143

100%

 

562

100%

 

419

Tabella 8

 

 

3.6  Analisi dellĠandamento delle istanze nei comuni pi rappresentativi

Rispetto allĠanno 2002, nonostante il decremento dellĠincidenza del comune di Novara, lĠincidenza dei cinque comuni presi ad esame  cresciuta del 6,98%, infatti nellĠanno 2009 rappresentano il 60,14% del totale delle istanze, mentre nellĠanno 2002 solo il 53,16%.

Il comune di Borgomanero  il secondo comune pi rappresentativo della provincia, con una crescita rispetto al 2002 di ben 5,23 punti percentuali

Il comune di Arona occupa la terza posizione, in questa speciale classifica dei comuni pi rappresentativi della provincia di Novara, con una crescita del 2,54%, rispetto allĠanno 2002.

 

Comune

Anno 2002

Incidenza sul Totale

Anno 2009

Incidenza sul Totale

ARONA

4

2,80

30

5,34

BORGOMANERO

6

4,20

53

9,43

CASTELLETTO SOPRA TICINO

3

2,10

12

2,14

NOVARA

59

41,26

216

38,43

TRECATE

4

2,80

27

4,80

ALTRO

67

46,84

224

39,86

Totale

143

 

562

 

Tabella 9

Grafico 16

 

3.7 Analisi istanze in base allĠarea geografica di provenienza dei richiedenti

LĠarea geografica ÒAfricaÓ si conferma la pi rappresentativa, anche se rispetto allĠanno 2008 ha perso ben 8,18 punti percentuali, passando da unĠincidenza del 54,62% ad unĠincidenza del 46,44%. Un altro dato interessante  lĠincremento dellĠincidenza dellĠarea geografica ÒAsiaÓ che con un pi 2,78% supera lĠincidenza dellĠarea geografica ÒAltri Paesi EuropeiÓ, lasciando cos“ lĠultima posizione. Si pone lĠattenzione su questĠultimo aspetto per verificarne gli effetti negli anni a venire, ritenendo che tale area geografica avrˆ, in futuro, un peso sempre pi rilevante: attendiamo di verificare quanto sarˆ rilevante.

 

Area Geografica

Totale Istanze

AFRICA

261

ALTRI PAESI EUROPEI

158

AMERICA

62

ASIA

41

Unione Europea

40

Totale

562

Tabella 10 e Grafico 17

Grafico 18

 

 

Grafico 19 – Nota: Art. 5= Matrimonio; Art.9=Naturalizzazione

 

 

 

 

 

Area Geografica

Tipologia Richiesta

F

M

Totale complessivo

 

AFRICA

 

Matrimonio

38

21

59

Naturalizzazione

72

130

202

Totale AFRICA

110

151

261

ALTRI PAESI EUROPEI

Matrimonio

31

7

38

Naturalizzazione

46

74

120

Totale ALTRI PAESI EUROPEI

77

81

158

AMERICA

Matrimonio

39

5

44

Naturalizzazione

14

4

18

Totale AMERICA

53

9

62

ASIA

Matrimonio

6

0

6

Naturalizzazione

7

28

35

Totale ASIA

13

28

41

Unione Europea

Matrimonio

14

0

14

Naturalizzazione

15

11

26

Totale Unione Europea

29

11

40

Totale complessivo

282

280

562

Tabella 11

 

4.     Conclusione

Vogliamo chiudere la relazione fornendo alcuni spunti di riflessione, su cui negli anni a venire si sarˆ pi puntuali e precisi.

In primis, abbiamo voluto verificare i primi effetti dellĠentrata in vigore della legge 94/2009: un immediato riesame da parte dellĠUfficio Cittadinanza della Prefettura di Novara delle richieste presentate per matrimonio prima dellĠentrata in vigore della citata legge, con conseguente emissione di n. 84 decreti dĠinammissibilitˆ, riferiti alle istanze presentate nellĠanno 2008 e sino al giorno 07/08/2009, il giorno precedente lĠentrata in vigore della legge in argomento.

Poi, abbiamo voluto focalizzare lĠattenzione sul numero dĠistanze di cittadinanza presentate prima dellĠentrata in vigore della nuova normativa e dopo lĠentrata in vigore della nuova normativa. Il grafico 20 fotografa la situazione delle istanze presentate e ci permette di azzardare, attraverso calcoli empirici (non statisticamente validi) che un effetto di rallentamento delle istanze di cittadinanza per matrimonio lo si  subito ottenuto, poichŽ su 219 giorni di vigenza della vecchia normativa, vi sono state 128 istanze di cittadinanza per matrimonio, mentre nei restanti 146 giorni ve ne sono state solo 33 di istanze di cittadinanza per matrimonio: questĠultimo dato si sarebbe dovuto avvicinare a n. 85 istanze, ipotizzando un trend costante di presentazione delle stesse.

Grafico 20

Si  voluto, altres“, analizzare per il 2009 anche il numero dei figli minori dei richiedenti la cittadinanza per naturalizzazione, che ci permette, cos“, di conoscere realmente il numero di nuovi cittadini: ciascun minore diverrˆ automaticamente cittadino italiano con lĠacquisizione delle cittadinanza da parte del genitore.

 

Area Geografica

NĦ Istanze Presentate per Naturalizzazione

NĦ Minori

Totale

AFRICA

202

328

530

ALTRI PAESI EUROPEI

120

170

290

AMERICA

18

21

39

ASIA

35

43

78

Unione Europea

26

12

38

Totale

401

574

975

Tabella 12

Come si vede da tabella 12, ipotizzando che le 401 istanze per naturalizzazione vengano accolte, si avrˆ un effettivo numero di nuovi cittadini italiani pari a 975 di cui 574 minori, che incidono sul totale del 58,87%.

Fatte queste ultime considerazioni di carattere propositivo e programmatico, si vuole chiudere questo lavoro con un sentito ringraziamento a Maria Teresa e a Cristina, che lavorano presso lĠUfficio Cittadinanza della Prefettura di Novara, per quanto fatto nellĠAnno 2009 e per come hanno saputo affrontare le incombenze di carattere straordinario che sono derivate dalla Legge 94/2009.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I dati della presente pubblicazione, ove non diversamente specificato, sono patrimonio della Prefettura - U.T.G di Novara

EĠ consentito lĠutilizzo e la pubblicazione dei dati con citazione della fonte.


 

SPORTELLO UNICO PER LĠIMMIGRAZIONE

 

A cura di Anna Laurenza e Nicola Di Venere

Prefettura di Novara

                                                              

           

LĠart. 18 della Legge Bossi -Fini ( L. 189/02 che ha modificato la legge Turco- Napolitano) ha istituito presso ogni Prefettura- Ufficio Territoriale del Governo lo Sportello Unico per lĠImmigrazione per il disbrigo delle pratiche relative alle procedure di prima assunzione dei lavoratori stranieri e di ricongiungimento familiare. In questa Prefettura lo Sportello  stato costituito con decreto del 13 giugno 2005 e vede ultimamente impegnato oltre il personale prefettizio anche personale della Questura, della Direzione Provinciale del Lavoro e dellĠINPS e si avvale della collaborazione di alcune mediatrici culturali di lingua ucraina, araba, moldava, rumena e albanese.

Il lavoro dello Sportello  particolarmente intenso in quanto la normativa gli attribuisce una complessa attivitˆ istruttoria che consiste nellĠattento e puntuale controllo dei requisiti previsti dalla legge per lĠingresso legale sul territorio nazionale per lavoro o famiglia. Tale attivitˆ in questi ultimi anni  diventata complessa ed impegnativa in quanto le norme che disciplinano lĠimmigrazione sono state oggetto di modifiche ed integrazioni, in particolare la legge n. 94 del 15 luglio 2009 (Pacchetto Sicurezza) e la legge n. 102 del 3agosto 2009

( Pacchetto Anticrisi).

Le norme del cosiddetto Ò pacchetto sicurezzaÓ hanno introdotto il reato di ingresso e soggiorno illegale e punito pi gravemente il favoreggiamento allĠimmigrazione clandestina, hanno previsto la cancellazione dello straniero dallĠanagrafe dopo sei mesi dalla scadenza del permesso di soggiorno ed hanno introdotto la possibilitˆ, da parte degli Uffici Comunali, della verifica delle condizioni igienico sanitarie dellĠimmobile a seguito della richiesta di iscrizione e variazione anagrafica. Tale ultima verifica e la certificazione di idoneitˆ alloggiativa  ,altres“, necessaria per lo straniero che richiede il ricongiungimento familiare .

La Legge in parola ha introdotto anche lĠobbligo per lĠimmigrato di sottoscrivere - contestualmente alla presentazione della domanda di rilascio del permesso di soggiorno- un Accordo di integrazione articolato per crediti, la cui integrale perdita comporta la revoca del permesso di soggiorno. Tali crediti, secondo quanto indicato nella bozza predisposta dal Ministro degli Interni e il Ministro Del Lavoro e delle Politiche Sociali, dovrebbero essere assegnati dopo il superamento di un test di lingua italiana da sostenere dinanzi lo Sportello Unico per lĠImmigrazione.

La Legge n. 102 del 3 agosto 2009 ha previsto, invece, la possibilitˆ dellĠemersione del rapporto di lavoro irregolare con i cittadini italiani e comunitari, oppure extracomunitari, comunque presenti sul territorio nazionale, addetti al lavoro domestico di sostegno al bisogno familiare o allĠassistenza di persone affette da patologie o handicap che ne limitino lĠautosufficienza.

La dichiarazione di emersione poteva essere effettuata da datori di lavoro italiani, comunitari ed extracomunitari in possesso di permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo, nonchŽ titolari di carta di soggiorno in quanto familiare di cittadino comunitario, esclusivamente a favore dei lavoratori extracomunitari che alla data del 30 giugno 2009 erano occupati irregolarmente da almeno tre mesi e che continuavano ad essere occupati nello svolgimento delle attivitˆ specificate al momento della presentazione della domanda. In entrambi i casi – lavoro domestico o assistenza alla persona – la legge richiedeva un contributo forfettario di euro 500 per ciascun lavoratore da sanare.

La domanda di emersione doveva essere presentata dal 1Ħ al 30Ħ settembre 2009 in via esclusivamente telematica allo Sportello Unico per lĠImmigrazione presso la Prefettura competente del luogo ove si svolgeva il rapporto di lavoro.

La presentazione della dichiarazione di emersione determinava la rinuncia alla richiesta di nulla osta al lavoro subordinato per le attivitˆ di lavoro domestico o di assistenza alla persona giˆ presentata per il medesimo lavoratore nei flussi 2008.

Lo Sportello Unico dellĠImmigrazione ha ricevuto n. 1997 domande di emersione, di cui n.1279 per lavoro domestico e n. 718 per assistenza alla persona. La nazione predominante risulta essere lĠUcraina seguita dal Marocco e dal Senegal.( figura 1)

 

Figura 1 - Emersione 2009 distinte per nazionalitˆ di appartenenza

 

 

Il dato generale femminile (992 pari al 49,70%)  di poco inferiore rispetto a quello maschile (figura 2).

Figura 2 - Emersione 2009 distinte per sesso

 

Dalle tabelle che seguono si rilevano i dati sulle istanze di emersione, estrapolati dallĠapplicativo ministeriale SPI, che consentono alcune considerazioni attinenti pi che altro alle nazionalitˆ ed al sesso degli immigrati .

Un primo dato importante  che il 75,76% delle istanze presentate sono di datori di lavoro italiani o comunitari e solo 24,24% di datori di lavoro extracomunitari (figura 3).

Per quel che riguarda la tipologia delle istanze il 64,05% sono per lavoratori impiegati come domestici e il 35,95% per assistenza alla persona. (figura 4).

Figura 3 - Emersione 2009 distinte per datore di lavoro

 

Figura 4 - Emersione 2009 distinte per tipologia

Se ormai pu˜ ritenersi consolidata lĠattivitˆ delle cittadine Ucraine quali addette al lavoro di assistenza alla persona, certamente rappresenta una novitˆ lĠimpiego dei senegalesi nel settore del lavoro domestico con n. 184 istanze pari al 9,2% delle domande di emersione. Se prendiamo in esame le nazionalitˆ dei datori di lavoro possiamo notare che su un numero di 589 istanze di cittadine ucraine solo n. 5 sono state presentate da datori extracomunitari pari allo 0,85%, mentre su n. 184 istanze riferite a cittadini senegalesi ben . 140 sono state presentate da cittadini extracomunitari, pari al 76,09% (figura 5).

Segnaliamo anche lĠelevato numero di istanze per lĠingresso di cittadini del Marocco al secondo posto con 279 istanze; anche in questo caso si nota che ben 98 domande sono state presentate da cittadini extracomunitari, pari al 35,13%.( figura 5).

Si evidenzia anche che  in aumento la presenza di cittadini peruviani sul territorio della provincia di Novara .

 

Figura 5 -Emersione 2009 - Istanze presentate da datori di lavoro stranieri

 

 

 

 

 

 

 

FLUSSI

 

In data 10/12/2008  stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 3 Dicembre 2008 concernente la Programmazione transitoria dei flussi di ingresso dei lavoratori nel territorio dello Stato per lĠanno 2008, rivolto unicamente alle domande in eccedenza rispetto a quanto stabilito dal precedente decreto flussi 2007.

Il decreto flussi 2008  stato emanato in considerazione del fabbisogno del mercato del lavoro e con particolare attenzione alle esigenze registrate nel settore del lavoro domestico e dellĠassistenza alla persona.

In Provincia di Novara sono state assegnate complessivamente n. 1090 quote di cui n. 256 alle nazionalitˆ riservatarie (n. 57 Albania;n. 53 Tunisia; n. 45 Marocco ecc.) e n. 834 alle altre nazionalitˆ esclusivamente per il lavoro domestico.

Sono stati rilasciati n. 256 nulla osta per le nazionalitˆ riservatarie, occupando cos“ tutte le quote assegnate dal decreto flussi 2008; n. 514 nulla osta per lavoro domestico, mentre le restanti n. 320 quote comprendono rigetti o rinunce e trasferimento di alcune domande nella successiva emersione che ha riguardato proprio queste tipologie di lavoro: domestico ed assistenza alla persona.

Se compariamo i dati attuali con i flussi dellĠanno 2006 (figura 6 e 7) notiamo che la nazionalitˆ dominante rimane lĠUcraina mentre la seconda nazione maggiormente rappresentata non  pi il Marocco ma il Per.

Per quanto concerne il lavoro domestico anche qui le nazionalitˆ prevalenti sono Ucraina e Per seguite da Cina ed India. Volendo anche in questo caso fare un raffronto con i dati del 2006 si nota un aumento di cittadini peruviani seguiti da cittadini cinesi. (figura 11 e 12).

Figura 6 – Flussi 2006 in base alla nazionalitˆ di appartenenza

 

 

Figura 7 – Flussi 2008 in base alla nazionalitˆ di appartenenza

 

Figura 8 – Flussi 2008 in base al sesso

 

 

 

Figura 9– Flussi 2008 in base alla nazionalitˆ dei datori di lavoro

 

Figura 10 – Flussi 2008 Nazionalitˆ Riservatarie

Figura 11 – Flussi 2006 Lavoro Domestico in base alla nazionalitˆ di appartenenza

 

Figura 12 – Flussi 2008 Lavoro Domestico in base alla nazionalitˆ di appartenenza

 

 

Figura 13 - Flussi 2008 Lavoro Domestico in base al sesso

 

 

Figura 14– Flussi 2008 Lavoro domestico in base alla tipologia

 

RICONGIUNGIMENTO FAMILIARE

Come anticipato, La legge n. 94 del 15 luglio 2009, ha portato delle innovazioni anche nellĠambito della normativa inerente il ricongiungimento familiare.

Il nuovo articolo 29 comma 3 lett.A del Testo Unico sullĠImmigrazione richiede la produzione di un certificato dĠidoneitˆ igienico-sanitaria oltre a quello riguardante lĠidoneitˆ alloggiativa , entrambi rilasciati dai competenti uffici comunali.

Il comma 8 del suindicato articolo ha fissato in 180 giorni dalla richiesta il rilascio del nulla osta al ricongiungimento familiare, trascorso tale termine  possibile richiedere il visto dĠingresso direttamente allĠautoritˆ consolare italiana del proprio paese dĠorigine. La precedente normativa fissava il termine in 90 giorni, pertanto attualmente il tempo di attesa per ricevere il visto in caso di ritardo della Pubblica Amministrazione risulta essere pi lungo.

Ai sensi della nuova formulazione dellĠart. 29 non  consentito il ricongiungimento del coniuge o dei genitori a carico ultrasessantacinquenni quando il familiare di cui si chiede il ricongiungimento  coniugato con cittadino straniero regolarmente soggiornante con altro coniuge nel territorio nazionale, ci˜ al fine di evitare il ricongiungimento familiare in caso di matrimoni poligami.

NellĠanno 2009 sono stati rilasciati dallo Sportello n. 845 nulla osta per il ricongiungimento familiare, si pu˜ pertanto notare un sensibile calo delle istanze , pari al 32,24%,. rispetto al 2008 in cui sono stati rilasciati n. 1247 nulla osta. ( figura 16)

LĠandamento delle domande  stato inizialmente in crescita dal 2005 al 2008, successivamente nel 2009 si  assistito ad una lieve flessione che pu˜ essere interpretata quale conseguenza del succedersi di interventi legislativi pi restrittivi riguardo i familiari da ricongiungere. Infatti il D.Lgs del 3 ottobre 2008 n. 160 ha stabilito che il ricongiungimento pu˜ essere richiesto per genitori a carico, solo qualora non abbiano altri figli nel Paese di origine, ovvero genitori ultrasessantacinquenni, solo qualora gli altri figli siano impossibilitati al loro sostentamento per gravi documentati motivi di salute. Sono state presentate, pertanto, un numero maggiore di richieste nel 2008 fino allĠentrata in vigore della legge (ottobre 2008) quando vi era ancora la possibilitˆ di far entrare i genitori comunque a carico.

 

Figura 15 – Ricongiungimenti Familiari anno 2009

 

Figura 16 – Andamento Ricongiungimenti Familiari

 

Per valutare in modo corretto il fenomeno del ricongiungimento familiare  opportuno precisare che il numero delle istanze indicato si riferisce alla singola domanda presentata, mentre ogni richiesta di ricongiungimento pu˜ riguardare pi familiari (moglie, marito, figli, genitori), tutti anche contemporaneamente se il richiedente possiede i requisiti richiesti dalla normativa; pertanto si pu˜ concludere che il numero di nulla osta rilasciati  in media il doppio rispetto al numero delle istanze presentate nellĠanno di riferimento.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LĠATTIVITË DELLĠUFFICIO IMMIGRAZIONE NELLĠANNO 2009

 

A cura di Fabrizio Selis

Questura di Novara

 

LĠanno 2009 si caratterizza per i miglioramenti apportati alla procedura del rilascio e rinnovo del Permesso di Soggiorno Elettronico e per la procedura di emersione dal lavoro irregolare prevista dalla Legge nĦ 102 del 2009.

Il Permesso di Soggiorno Elettronico consiste in una tessera magnetica, al cui interno  inserito un microchip che riporta i dati anagrafici, le impronte digitali e la foto digitalizzata del titolare. Tale dispositivo permette una maggiore certezza della genuinitˆ del titolo di soggiorno e lĠuniformitˆ del documento sullĠintero territorio nazionale, considerato che la produzione avviene a livello centralizzato tramite lĠIstituto Poligrafico dello Stato.

LĠobiettivo prefisso per lĠanno 2010  di giungere al rilascio del titolo di soggiorno entro 45 giorni dalla presentazione dellĠistanza presso gli uffici postali, cos“ ripartiti: quindici giorni il termine di convocazione da parte di Poste Italiane S.p.A. per il fotosegnalamento e lĠintegrazione della pratica presso le Questure; quindici giorni il tempo tecnico da parte degli Uffici Immigrazione per la cura dellĠistruttoria dei procedimenti sotto il profilo amministrativo; quindici giorni per la creazione e lĠinvio dei permessi di Soggiorno Elettronici da parte dellĠIstituto Poligrafico dello Stato. Ci˜ consentirˆ di contemperare lĠinteresse al corretto assetto dei flussi migratori da un lato e lĠinteresse privato allĠottenimento in tempi brevi del titolo di soggiorno dallĠaltro.

La procedura di emersione dal lavoro irregolare prevista dalla Legge 102 prevede che coloro che alla data del 30 giugno 2009 occupavano irregolarmente alle proprie dipendenze, da almeno tre mesi, lavoratori impiegati in attivitˆ di assistenza per se stessi o per componenti della propria famiglia affetti da patologie o handicap che ne limitino l'autosufficienza, ovvero al lavoro domestico di sostegno al bisogno familiare, potessero regolarizzarne la posizione sotto il profilo lavorativo e, per i lavoratori stranieri, di soggiorno sul Territorio Nazionale. In ambito provinciale sono state inoltrate 1997 istanze di emersione, circostanza che ha fortemente inciso sullĠaumento della popolazione regolarmente residente.

Per quanto concerne la realtˆ della provincia di Novara, si evince dallĠanalisi dei dati statistici come lĠinserimento sociale ed il radicamento nel territorio si consolidino maggiormente di anno in anno. In particolare il numero dei rilasci di permessi di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo rapportato agli stranieri regolarmente soggiornanti – 17.000 su circa 31.000 presenze regolari, per il 55 % del totale –  importante indice rivelatore del costante aumento del radicamento dei cittadini stranieri con il territorio della provincia di Novara.

Figura 1 - Situazione delle pi diffuse tipologie di titolo di soggiorno per gli stranieri soggiornanti nella Provincia di Novara: su un totale di circa 31.000 presenze regolari - di cui 18.693 giˆ in possesso di titolo di soggiorno, oltre a 5.272 minori inseriti nei titoli di soggiorno dei genitori e 1.235 titoli di soggiorno pronti per la consegna - i dati riferiscono una forte presenza per motivi che consentono un progressivo consolidamento del radicamento nel territorio.

 

Figura 2 – Etnie maggiormente rappresentative: rimane invariata sotto il profilo della distribuzione la componente delle comunitˆ pi presenti sul territorio.

 

Sotto il profilo pubblica sicurezza, le attivitˆ di controllo del territorio hanno condotto a risultati sensibilmente inferiori rispetto a quelli dellĠanno 2008 - anno in cui sono stati adottati 463 provvedimenti di espulsione eseguiti con 122 accompagnamenti alla frontiera, 67 trattenimenti presso i Centri di Identificazione e di Espulsione e 292 ordini del Questore ad abbandonare il Territorio Nazionale entro 5 giorni - in conseguenza della diminuzione della presenza irregolare dovuta allĠemersione di quasi 2.000 lavoratori sul territorio della provincia di Novara. I controlli sulle istanze di rilascio o rinnovo dei titoli di soggiorno hanno invece condotto ad un sensibile aumento dei provvedimenti di rigetto delle istanze - 383 rispetto ai 365 del 2008 -, anche in seguito alle attivitˆ svolte di concerto con gli organi investigativi al fine di contrastare i fenomeni di favoreggiamento dellĠingresso e della permanenza clandestina sul territorio dello Stato.

Figura 3 – Risultati dellĠattivitˆ di controllo e di contrasto allĠimmigrazione clandestina: nonostante il forte aumento delle presenze regolari sul territorio, la sacca di clandestinitˆ non ha registrato aumento e lĠemersione di quasi 2.000 lavoratori irregolari ha condotto ad una sensibile diminuzione dei provvedimenti adottati.

 

Un parallelo si pu˜ tracciare con il fenomeno delle istanze volte al riconoscimento degli istituti dellĠasilo politico, protezione internazionale e della protezione sussidiaria. Anche sotto questo frangente la provincia di Novara si  mostrata solo in parte investita da un fenomeno che in altre parti del Paese ha avuto fortissima diffusione. Si  registrato una forte diminuzione delle domande rispetto allĠanno precedente – 30 per lĠanno 2009 contro le 91 per lĠanno 2008 - tale da non destare alcun allarme per quanto concerne lĠabuso di tale strumento.

Tali risultati sono il frutto della capacitˆ di fare sistema tra i diversi soggetti pubblici centrali, locali e le associazioni coinvolte a vario titolo ai fenomeni migratori, attraverso lĠimpegno a trovare soluzioni condivise ai problemi di integrazione culturale, lavorativa e sociale e dare equilibrio e stabilitˆ alla nuova societˆ emergente.


LA POPOLAZIONE STRANIERA RESIDENTE NELLA PROVINCIA DI NOVARA

 

A cura di Viviana Agresti

Ricercatrice ISTAT*

 

Gli stranieri residenti al 1Ħ Gennaio 2009

Al 1Ħ Gennaio 2009 gli stranieri residenti in provincia di Novara sono 29.182 (14.717     maschi e 14.465 femmine).

Rispetto al 1Ħ Gennaio 2008 si osserva un incremento, in valore assoluto, di 4.094 unitˆ, pari al 16,31%, che conferma il galoppante ritmo di crescita registrato negli ultimi anni, peraltro in concomitanza della creazione dellĠOsservatorio presso la Prefettura.

Il saldo naturale e quello migratorio relativi alla popolazione straniera restano anchĠessi ampiamente positivi, come mostra la tabella 1.

Tabella 1 – Bilancio demografico della popolazione straniera in provincia di Novara – 1Ħ Gennaio 2009

 

Maschi

Femmine

Totale

Popolazione straniera residente al 1ĵ Gennaio

12.733

12.355

25.088

Iscritti per nascita

308

293

601

Iscritti da altri comuni

1.271

1.149

2.420

Iscritti dall'estero

1.757

2.036

3.793

Altri iscritti

208

126

334

Totale iscritti

3.544

3.604

7.148

Cancellati per morte

16

17

33

Cancellati per altri comuni

855

940

1.795

Cancellati per l'estero

100

89

189

Acquisizioni di cittadinanza italiana

244

283

527

Altri cancellati

345

165

510

Totale cancellati

1.560

1.494

3.054

Popolazione straniera residente al 31 Dicembre

14.717

14.465

29.182

Variazione % tra inizio e fine anno

15,6

17,1

16,3

Incidenza % della popolazione straniera sulla popolazione totale a fine anno

8,3

7,7

8,0

Minorenni

3.576

3.266

6.842

Incidenza % dei minorenni sulla popolazione straniera

24,3

22,6

23,4

Nati in Italia

2.197

2.085

4.282

Famiglie con almeno uno straniero

12.789

Famiglie con intestatario f.f. straniero

10.222

Fonte: ISTAT, Bilancio demografico e popolazione residente straniera al 31 Dicembre per sesso

e cittadinanza; www.demo.istat.it


 

 

La distribuzione territoriale

 

Come mostra la tabella 2, dei 29.182 stranieri residenti in provincia al 1Ħ Gennaio 2009, la quota maggiore in valore assoluto si concentra, ovviamente, nel comune capoluogo (10.494 persone). Gli altri comuni della provincia che contano il maggior numero di presenze sono: Trecate (2.318), Borgomanero (1.816), Arona (1.323), Galliate (1.068), Castelletto sopra Ticino (997), Oleggio (785), Cerano (661), Cameri (603), e Gozzano (538).

 

Tabella 2 – Comuni della provincia di Novara con il maggior numero di stranieri in valore assoluto – 1Ħ Gennaio 2009

COMUNE

TOTALE STRANIERI

incidenza % della popolazione straniera sulla popolazione totale del comune

Novara

10.494

10,1

Trecate

2.318

11,8

Borgomanero

1.816

8,5

Arona

1.323

9,1

Galliate

1.068

7,1

Castelletto sopra Ticino

997

10,0

Oleggio

785

5,9

Cerano

661

9,6

Cameri

603

5,6

Gozzano

538

9,3

Fonte: ISTAT, Popolazione straniera residente al 1Ħ Gennaio per etˆ e sesso; Popolazione residente al 1Ħ Gennaio per etˆ, sesso e stato civile; www.demo.istat.it

 

Se per˜ si analizza il dato considerando lĠincidenza percentuale dei residenti stranieri rispetto alla popolazione totale (tabella 3), Novara scende alla sesta posizione (10,1), in quanto ci sono altri cinque comuni che hanno unĠincidenza percentuale maggiore, primo tra tutti Soriso (13,0%).

 

Tabella 3 – Comuni della provincia di Novara con la maggiore incidenza % di stranieri -1Ħ Gennaio 2009

COMUNE

TOTALE STRANIERI

incidenza % della popolazione straniera sulla popolazione totale del comune

Soriso

100

13,0

Trecate

2.318

11,8

Dormelletto

295

11,0

Colazza

52

10,5

Borgo Ticino

480

10,2

Novara

10.494

10,1

Castelletto sopra Ticino

997

10,0

Cerano

661

9,6

Lesa

220

9,3

Gozzano

538

9,3

Fonte: Popolazione straniera residente al 1Ħ Gennaio per etˆ e sesso; Popolazione residente al 1Ħ Gennaio per etˆ, sesso e stato civile; www.demo.istat.it

 

Le principali cittadinanze

 

I dati forniti dalla rilevazione sui Bilanci demografici dei comuni questĠanno mostrano che la comunitˆ pi numerosa  quella marocchina con 5.428 presenze (tabella 4), seguita, limitandoci ai primi cinque Paesi di provenienza, dalle comunitˆ albanese (5.287), rumena (3.185), ucraina (2.281) e senegalese (1.433).


Tabella 4 – Popolazione straniera residente per area geografica e principali paesi

di cittadinanza, al 31.12.2008

 

AREE GEOGRAFICHE E PAESI DI CITTADINANZA 

31 Dicembre 2008

EUROPA

 

13.559

Unione Europea(a)

 

4.826

di cui:

 

 

 

Romania

3.185

Europa Centro-Orientale

 

8.646

di cui:

 

 

 

Albania

5.287

 

Ucraina

2.281

Altri paesi europei

 

87

ASIA

 

2.875

di cui:

 

 

 

Cina Rep. Popolare

844

 

Pakistan

498

 

Sri Lanka

423

 

India

400

 

Bangladesh

307

AFRICA

 

10.403

di cui:

 

 

 

Marocco

5.428

 

Senegal

1.433

 

Tunisia

1.104

 

Ghana

611

 

Nigeria

555

AMERICA

 

2.329

di cui:

 

 

 

Per

645

 

Ecuador

514

 

Brasile

474

OCEANIA

 

11

APOLIDI

 

5

TOTALE

 

29.182

Fonte: ISTAT, Bilancio demografico e popolazione residente straniera al 31 Dicembre

per sesso e cittadinanza; www.demo.istat.it

 

Giunti ormai al quarto anno di attivitˆ dellĠOsservatorio, vorrei ripetere lĠesercizio proposto nel primo contributo presentato e selezionare le 10 comunitˆ pi rappresentate a livello provinciale e i 15 comuni che accolgono, in valore assoluto, il maggior numero di stranieri residenti, per verificare se siano intervenute delle sostanziali modifiche rispetto alla diversa importanza che le singole cittadinanze rivestono in ciascuno di questi comuni.

Come mostra la tabella 5, le 10 comunitˆ coprono una quota che oscilla tra il 65,4% e il 86,6% di tutti i Paesi di provenienza. Ovunque le comunitˆ marocchina, albanese e rumena raggiungono quote elevate: in quattro comuni gli albanesi superano il 30% degli stranieri residenti e a Romentino essi ne costituiscono da soli il 48,8%.

Per quanto concerne le altre cittadinanze, emergono percentuali significative nel caso dei senegalesi a Gozzano (19,0%) e nel caso degli ucraini a Borgomanero (17,4%) e ad Arona (12,6%).

Rispetto al nostro primo anno di attivitˆ, gli scostamenti maggiori si registrano nei Comuni di Cerano e Gozzano, dove la sommatoria delle cittadinanze selezionate per la nostra indagine hanno rispettivamente perso e guadagnato circa 20 e 15 punti percentuali rispettivamente.

 

Tabella 5 – Principali comunitˆ residenti in provincia di Novara per comune, al 01 Gennaio 2009

                                               (incidenza percentuale dei singoli paesi e del totale dei 10 paesi sul complesso dei residenti stranieri in ciascun comune)

COMUNI

Marocco

Albania

Romania

Ucraina

Senegal

Tunisia

Cina Rep. Popolare

Per

Ghana

Nigeria

Totale 10 Paesi

TOTALE STRANIERI RESIDENTI

Totale 10 Paesi 1/1/07

Novara

19,0

15,8

8,1

7,0

2,6

6,3

2,2

3,6

2,2

3,8

70,7

10.494

73,2

Trecate

10,1

25,8

14,8

1,9

1,6

5,1

2,5

3,3

0,4

0,0

65,6

2.318

66,9

Borgomanero

32,6

8,9

8,7

17,4

9,5

0,8

4,5

0,5

3,1

0,7

86,6

1.816

85,8

Arona

5,1

26,2

11,5

12,6

1,5

1,1

5,3

1,6

6,3

0,5

71,7

1.323

70,0

Galliate

18,7

31,6

11,4

5,1

2,2

1,2

5,0

1,5

0,1

2,4

79,1

1.068

82,3

Castelletto sopra Ticino

21,9

22,7

13,3

7,1

5,2

3,7

2,6

1,4

2,0

0,2

80,1

997

77,7

Oleggio

18,1

13,8

16,1

7,5

3,8

1,4

5,7

0,6

2,4

1,3

70,7

785

67,0

Cerano

22,1

14,8

9,4

5,0

3,0

3,0

5,6

2,0

0,0

0,5

65,4

661

85,3

Cameri

10,6

35,7

10,1

4,1

0,7

9,0

2,2

1,0

0,0

2,5

75,8

603

70,3

Gozzano

11,9

31,0

2,0

7,6

19,0

1,3

1,7

0,4

7,4

1,3

83,6

538

68,8

Borgo Ticino

18,3

23,8

15,0

4,0

8,8

1,5

6,9

1,0

2,3

0,0

81,5

480

77,2

Romentino

12,2

48,8

5,6

3,8

2,9

1,1

1,6

0,9

0,0

1,1

78,0

449

80,9

Bellinzago Novarese

21,0

26,0

15,8

6,4

3,5

1,7

1,9

0,0

3,3

0,5

80,1

423

79,2

Varallo Pombia

22,6

24,8

19,6

6,1

3,4

1,2

2,1

0,0

2,8

0,9

83,5

327

77,4

Dormelletto

7,1

20,0

14,6

5,4

5,1

0,3

4,1

1,0

8,1

0,3

66,1

295

70,0

 


I matrimoni

 

Nel 2008 i matrimoni misti hanno rappresentato il 14,3% del totale dei matrimoni celebrati in provincia di Novara, mentre i matrimoni tra coniugi entrambi stranieri sono stati il 8,2% del totale.

 

Tabella 6 - Matrimoni celebrati nella provincia di NOVARA per combinazione di cittadinanza degli sposi - Anno 2008

 

Sposi entrambi
italiani

Sposo italiano e
sposa straniera

Sposo straniero e
sposa italiana

Sposi entrambi
stranieri

Matrimoni con almeno
uno sposo straniero

Totale

V.A.

%

V.A.

%

V.A.

%

V.A.

%

V.A.

%

V.A.

%

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1.220

77,4

153

9,7

73

4,6

130

8,2

356

22,6

1.576

100,0

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: ISTAT, Direzione centrale per le statistiche e le indagini sulle istituzioni sociali, Unitˆ Operativa Nascite e Matrimoni

 

Nei matrimoni misti la combinazione sposo italiano – sposa straniera  pi frequente della combinazione sposa italiana – sposo straniero. Nel 2008 la prima tipologia di matrimonio ha riguardato circa 10 casi su 100, mentre poco meno della metˆ hanno riguardato la seconda tipologia (tabella 6).

La tabella 7 mostra differenze di genere anche relativamente alle cittadinanze con cui uomini e donne italiani residenti nella provincia di Novara scelgono pi frequentemente di contrarre matrimonio.

Gli uomini nel 28,1% dei casi sposano donne provenienti dallĠEuropa centro-orientale e a seguire, nel 26,6% dei casi, dallĠAmerica centro-meridionale e nel 21,6 % dallĠUnione Europea.

Le donne sposano nel 52,2% dei casi uomini provenienti dallĠAfrica settentrionale, confermando una tendenza consolidata, nel 13,4% uomini provenienti dallĠAmerica centro-meridionale e nel 10,4% uomini provenienti dallĠEuropa centro-orientale.


 

Tabella 7 - Matrimoni celebrati nella provincia di NOVARA per macro area di cittadinanza e combinazione di cittadinanza degli sposi - Anno 2008

MACRO AREE DI
CITTADINANZA

Cittadinanza

Sposo italiano e
sposa straniera

Sposo straniero e
sposa italiana

Sposi entrambi
stranieri (a)

V.A.

%

V.A.

%

V.A.

%

 

 

 

 

 

 

 

Apolide

-

-

-

-

-

-

Africa centro-meridionale

-

-

-

-

-

-

Africa occidentale

4

2,9

3

4,5

12

14,8

Africa orientale

1

0,7

1

1,5

-

-

Africa settentrionale

19

13,7

35

52,2

10

12,3

America centro-meridionale

37

26,6

9

13,4

13

16,0

America settentrionale

-

-

-

-

4

4,9

Asia centro-meridionale

1

0,7

1

1,5

1

1,2

Asia occidentale

-

-

2

3,0

-

-

Asia orientale

7

5,0

2

3,0

3

3,7

Altri paesi europei

-

-

-

-

-

-

Europa centro-orientale

39

28,1

7

10,4

10

12,3

Unione Europea

30

21,6

5

7,5

27

33,3

Oceania

1

0,7

2

3,0

1

1,2

Sconosciuta

-

-

-

-

-

-

Totale

139

100,0

67

100,0

81

100,0

 

 

 

 

 

 

 

(a) Si  fatto riferimento alla cittadinanza della sposa.

Fonte: ISTAT, Direzione centrale per le statistiche e le indagini sulle istituzioni sociali, Unitˆ Operativa Nascite e Matrimoni

 

Come abbiamo giˆ avuto occasione di rilevare in passato, i matrimoni misti sono sovente seconde unioni. Nella nostra provincia, nel 2008, tra sposi entrambi italiani, il 18,9% riguarda casi in cui almeno uno dei coniugi non si trova alla prima esperienza. Se lo sposo  italiano e la sposa straniera la percentuale  del 41,8%, mentre se la sposa  italiana e lo sposo straniero le seconde unioni riguardano il 19,2% dei casi (tabella 8).


 

Tabella 8 - Matrimoni con almeno uno sposo alle seconde nozze celebrati nella provincia di NOVARA per
combinazione di cittadinanza degli sposi - Anno 2008

Sposi entrambi
italiani

Sposo italiano e
sposa straniera

Sposo straniero e
sposa italiana

Sposi entrambi
stranieri

Matrimoni con almeno
uno sposo straniero

Totale

V.A.

%

V.A.

%

V.A.

%

V.A.

%

V.A.

%

V.A.

%

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

231

18,9

64

41,8

14

19,2

39

30,0

117

32,9

348

22,1

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: ISTAT, Direzione centrale per le statistiche e le indagini sulle istituzioni sociali, Unitˆ Operativa Nascite e Matrimoni

 

Andiamo ora ad analizzare la differenza di etˆ tra gli sposi nei matrimoni misti. Nel 2008, nelle unioni tra cittadini entrambi italiani residenti in provincia di Novara, lo sposo  mediamente pi vecchio della sposa di 3,3 anni. Nei matrimoni tra entrambi i cittadini stranieri la differenza di etˆ  di 2,8 anni. Nelle unioni tra italiani e straniere i primi sono invece pi vecchi di 6,7 anni delle loro compagne. Infine, nei matrimoni tra italiane e stranieri, sono questi ultimi ad essere pi giovani di 1,5 anni rispetto alle loro spose (tabella 9).

 

Tabella 9 - Differenza di etˆ fra gli sposi - Anno 2008

ETA'
MEDIE

Cittadinanza

Sposi entrambi
italiani

Sposo italiano e sposa straniera

Sposo straniero e sposa italiana

Sposi entrambi
stranieri

Matrimoni con almeno
uno sposo straniero

Totale

 

 

 

 

 

 

Sposo

35,6

40,8

29,8

32,8

35,7

35,6

Sposa

32,3

34,1

31,3

30,1

32,1

32,2

Differenza

3,3

6,7

-1,5

2,8

3,6

3,4

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: ISTAT, Direzione centrale per le statistiche e le indagini sulle istituzioni sociali, Unitˆ Operativa Nascite e Matrimoni

 

I nati di cittadinanza straniera

 

Come il primo anno un ultimo paragrafo  dedicato allĠanalisi dellĠespansione della quota di nati di cittadinanza straniera nellĠambito del generale incremento del numero dei cittadini stranieri residenti. A tale scopo facciamo riferimento alla rilevazione degli ÒIscritti in anagrafe per nascitaÓ. In provincia di Novara, per lĠanno di iscrizione 2008, i nati con almeno un genitore straniero sono 776, pari al 23,0% del complesso.

Le quote diminuiscono lievemente se si considerano esclusivamente le nascite da genitori entrambi di cittadinanza straniera. Esse rappresentano, sempre secondo le risultanze dellĠindagine, il 17,8% del complesso degli eventi nascita nella provincia

In tutte le province le coppie in cui il padre  italiano e la madre cittadina straniera superano quelle in cui la madre  italiana e il padre straniero: nella provincia di Novara i nati nellĠambito della prima tipologia di famiglie rappresentano il 4,1% dei nati complessivi, contro il 1,1% se straniero  il papˆ (tabella 10).

 

Tabella 10 – Nati per provincia con madre o padre stranieri (valori assoluti)- Anno di iscrizione 2008

 

Tipologia di coppia dei genitori

Nati con almeno un genitore straniero

PROVINCE

padre e madre entrambi italiani

padre italiano e madre straniera

padre straniero e madre italiana

padre e madre entrambi stranieri

Totale

Torino

16.432

894

251

3.586

21.163

4.731

Vercelli

1.086

51

20

216

1.373

287

Biella

1.200

50

12

191

1.453

253

Verbano-Cusio-Ossola

1.085

50

9

125

1.269

184

Novara

2.605

137

38

601

3.381

776

Cuneo

4.260

224

56

1.014

5.554

1.294

Asti

1.363

81

17

453

1.914

551

Alessandria

2.596

150

46

652

3.444

848

Piemonte

30.627

1.637

449

6.838

39.551

8.924

Fonte: ISTAT, Iscritti in anagrafe per nascita; www.demo.istat.it

 

Tabella 11 – Nati per provincia con madre o padre stranieri (valori percentuali)- Anno di iscrizione 2008

 

Tipologia di coppia dei genitori

 

incidenza percentuale dei nati con almeno un genitore straniero

PROVINCE

padre e madre entrambi italiani

padre italiano e madre straniera

padre straniero e madre italiana

padre e madre entrambi stranieri

Totale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Torino

77,6

4,2

1,2

16,9

100

 

22,4

Vercelli

79,1

3,7

1,5

15,7

100

 

20,9

Biella

82,6

3,4

0,8

13,1

100

 

17,4

Verbano-Cusio-Ossola

85,5

3,9

0,7

9,9

100

 

14,5

Novara

77,0

4,1

1,1

17,8

100

 

23,0

Cuneo

76,7

4,0

1,0

18,3

100

 

23,3

Asti

71,2

4,2

0,9

23,7

100

 

28,8

Alessandria

75,4

4,4

1,3

18,9

100

 

24,6

Piemonte

77,4

4,1

1,1

17,3

100

 

22,6

Fonte: ISTAT, Iscritti in anagrafe per nascita; www.demo.istat.it

 

Per quanto riguarda lĠetˆ delle madri in provincia di Novara, come mostra la tabella 12, mediamente, le italiane affrontano lĠesperienza della maternitˆ con un ritardo di circa 4 anni rispetto alle straniere. Nel complesso, lĠetˆ media al parto in provincia di Novara  di 30,9 anni: 31,8 per le italiane e 28,0 per le straniere. Rispetto al numero di figli, complessivamente il tasso di feconditˆ nel 2008 ha raggiunto quota di 1,41, ma il contributo maggiore continua a derivare dalle madri straniere, che incidono con un tasso specifico di ben 2,63 contro lĠ 1,23 delle italiane, che resta al di sotto del tasso di sostituzione.

 

Tabella 12 – Numero medio di figli per donna ed etˆ media al parto delle donne residenti di cittadinanza straniera, italiana e totale, per provincia e regione - Anno di iscrizione 2008

PROVINCE

donne straniere

 

donne italiane

 

totale donne residenti

Tft

etˆ media al parto

 

Tft

etˆ media al parto

 

Tft

etˆ media al parto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Torino

2,14

28,1

 

1,25

32,3

 

1,39

31,4

Vercelli

2,16

27,3

 

1,15

31,7

 

1,29

30,8

Biella

2,12

28,7

 

1,18

31,8

 

1,28

31,2

Verbano-Cusio-Ossola

2,15

28,0

 

1,16

31,9

 

1,25

31,3

Novara

2,63

28,0

 

1,23

31,8

 

1,41

30,9

Cuneo

2,44

28,1

 

1,34

31,7

 

1,51

30,8

Asti

2,46

27,2

 

1,19

32,1

 

1,44

30,6

Alessandria

2,07

27,4

 

1,16

32,2

 

1,33

30,9

Piemonte

2,23

27,9

 

1,24

32,1

 

1,39

31,1

Fonte: ISTAT, Iscritti in anagrafe per nascita; www.demo.istat.it

 

.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

VIGILANZA SUL FENOMENO DELLĠOCCUPAZIONE ABUSIVA DI CITTADINI EXTRACOMUNITARI: NOVARA E PROVINCIA ANNO 2009

 

A cura di Maria Rosaria Vaporieri

 

Direzione Provinciale del Lavoro di Novara

 

 

Le aziende visitate dal corpo di vigilanza del servizio ispettivo nellĠanno 2009 sono state in totale n.1075. dalla lettura delle tabelle Figure 2 e 3) possiamo evincere che il settore maggiormente controllato  stato il terziario seguito da quello edile e metalmeccanico. Se leggiamo la tabella Fig. 1 vediamo che la presenza di lavoratori stranieri regolari e non, nelle grandi, medie, e piccole industrie  irrilevante, diventa appena pi significativo il dato che concerne la presenza degli stranieri nelle aziende artigiane.

Il terziario occupa stranieri solo nella misura del 5,19% sul totale della forza lavoro impiegata in questo settore. Tale presenza  registrata con rapporti di lavoro totalmente irregolari.

Il numero elevato di lavoratori occupati nel 2009, trova spiegazione nel tipo dĠazienda individuato quale oggetto dĠindagine. Come giˆ detto, i settori terziario, edilizio e metalmeccanico, per disposizioni ministeriali, sono stati i pi visitati in quanto a numero dĠaziende controllate ma il maggior numero di lavoratori lo troviamo nelle aziende metalmeccaniche ( rubinetterie e pulitura metalli) e manifatturiere ed  costituito per la maggior parte da maestranze italiane. Infatti, se diamo uno sguardo alla tabella Fig.1 possiamo notare che la presenza di lavoratori stranieri nei vari settori  relativamente bassa rispetto a quella italiana tra le aziende controllate. Su un totale di 9172 lavoratori in forza in 1075 aziende controllate solo lĠ1,95%  costituito da forza lavoro straniera e, sul totale della forza straniera impiegata, solo il 34,65% di questa  regolare .

UnĠinversione di tendenza che lascia spazio ad un solo interrogativo, dove vanno gli stranieri una volta in possesso del permesso di soggiorno?

I dati commentati delle allegate tabelle, sono dati parziali poichŽ riferiti solo al numero di aziende ispezionate nel periodo di riferimento e non alla totalitˆ delle aziende presenti sul territorio.


DIREZIONE PROVINCIALE DEL LAVORO DI NOVARA

SERVIZIO ISPEZIONE DEL LAVORO

VIGILANZA CONTRO IL FENOMENO DELLĠOCCUPAZIONE ABUSIVA DI CITTADINI EXTRACOMUNITARI

 

2009

 

 

LAVORATORI

AZIENDE INDUSTRIALI

AZIENDE ARTIGIANE

SETTORE TERZIARIO

AZIENDE AGRICOLE

TOTALE

GRANDI AZIENDE OLTRE I 100 DIPENDENTI

MEDIE AZIENDE FINO A 100 DIPENDENTI

PICCOLE AZIENDE FINO A 9 DIPENDENTI

metalm.

manif.

chim.

edil.

varie

metalm.

manif.

chim.

edil.

varie

metalm.

manif.

chim.

edil.

varie

metalm.

manif.

chim.

edil.

varie

COMPLESSIVAMENTE OCCUPATI NELLE AZIENDE VISITATE

1851

3057

13

0

69

245

265

176

57

941

107

51

10

96

194

120

3

 

336

299

1174

56

9172

DI CUI EXTRACOMUNITARI

REGOLARI

 

 

 

 

 

 

 

 

7

10

 

 

 

 

8

8

2

 

15

10

 

2

62

IRREGOLARI SENZA PERMESSO DI SOGGIORNO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

8

 

 

5

3

9

 

25

IRREGOLARI ALTRE CAUSE

 

 

 

 

 

 

 

 

1

6

 

 

 

 

 

5

1

 

7

9

52

1

82

 

Figura 1 – numero dei lavoratori impiegati nei vari settori produttivi.


 

DIREZIONE PROVINCIALE DEL LAVORO DI NOVARA

SERVIZIO ISPEZIONE DEL LAVORO

 

anno 2009

 

VIGILANZA GLOBALE

 

 

NUMERO DI AZIENDE VISITATE DIVISE PER SETTORE PRODUTTIVO

 

 

EDILIZIA

399

TERZIARIO

432

COOPERAZIONE

22

GRANDE DISTRIBUZIONE COMMERCIALE

11

METALMECCANICO – RUBINETTERIE E PULITURE METALLI

108

AUTOTRASPORTI

84

AGRICOLTURA - FLORICOLTURA

19

TOTALE

1075

 

Figura 2

GRAFICO

 

TERZIARIO

 

AGRICOLTURA

FLORICOLTURA

 

AUTOTRASPORTI

 

METALMECCANICO

RUBINETTERIE E

PULITURE METALLI

 

GRANDE

DISTRIBUZIONE

COMMERCIALE

 

COOPERAZIONE

 

EDILIZIA

 

Figura 3 - rappresentazione grafica del numero delle aziende visitate divise per settori produttivi

PRESENZA ALUNNI CON CITTADINANZA NON ITALIANA IN PROVINCIA DI NOVARA

 

(LĠindagine  riferita alla popolazione scolastica dalla primaria alla secondaria di secondo grado statali su dati forniti dallĠUfficio Scolastico Regionale con esclusione della scuola dellĠinfanzia dei Centri Territoriali Permanenti – educazione adulti - )

 

Fabiana Trinetti

Ufficio Scolastico Provinciale

 

 

 

NellĠanno scolastico 2009/2010 il numero degli alunni con cittadinanza non italiana  pari a 3.641 unitˆ e rappresenta il 10,25% del totale degli alunni.      

Sono le scuole primarie e secondarie di 1Ħ grado ad accogliere il maggior numero di allievi di origine straniera.

Ultimamente il quadro si  arricchito del numero di studenti stranieri nati in Italia, noti anche come Òseconda generazioneÓ.

Il flusso migratorio di alunni stranieri che interessa tutto lĠarco dellĠanno determina, nelle diverse classi, difficoltˆ di inserimento correlate alla non conoscenza della lingua italiana e a percorsi scolastici irregolari e frammentari effettuati nel Paese di origine.

Le istituzioni scolastiche fanno fronte alle criticitˆ attuando progetti mirati avvalendosi talvolta della collaborazione degli Enti Locali e con finanziamenti erogati dalla Regione Piemonte e dallĠUfficio Scolastico Regionale.

 

La tabella 1 e le figure 1) 2) 3) 4) rilevano il tasso di incidenza di presenze nei diversi ordini (primaria secondaria) e gradi (I e II) delle scuole provinciali

Tabella 1

 

Ordine

Totale alunni

Alunni con cittadinanza non italiana

%

Scuola primaria

14.786

1.740

11,77%

Scuola secondaria di I Grado

9.080

1.152

12,69%

Scuola Secondaria di II Grado

11.649

749

6,43%

TOTALI

35.515

3.641

10,25%

 

- Le figure 1) e 2) dimostrano il numero degli alunni presenti nelle scuole di ogni ordine e grado, per la scuola primaria (Fig. 2) sono indicate, altres“ le classi frequentate.

 

Figura 1

 

 

Figura 2

 

Le figure 3) e 4) indicano il numero degli studenti presenti in ogni classe di scuola secondaria di I e II grado

Figura 3

 

Figura 4

 


 

ALUNNI FREQUENTANTI SCUOLE STATALI CON CITTADINANZA NON ITALIANA e NATI IN ITALIA (SECONDA GENERAZIONE)

 

 

La tabella 2 e le figura 5) indicano, in percentuale, la presenza nel numero di alunni, originari di altri paesi, nati in Italia

 

Tabella 2

 

SCUOLA PRIMARIA

1.002

76,20%

SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO

237

18,02%

SCUOLA SECONDARIA DI II GRADO

75

5,78%

TOTALI

1.314

100,00%

 

 

 

 

Figura 5

 

 

La tabella 3 e le figure 6) e 7) indicano il rapporto in valori assoluti e in percentuale, il numero degli alunni con cittadinanza non italiana e nati in Italia frequentanti in ogni ordine di scuola

 

Tabella 3

 

Ordine

Totale alunni con cittadinanza non italiana

Totale alunni nati in Italia

 

%

Scuola primaria

1.740

1.002

57,59%

Scuola secondaria di I Grado

1.152

237

20,57%

Scuola Secondaria di II Grado

749

76

10,15%

T O T A L I

3.641

1.315

36,12%

 


 

Figura 6

Figura 7

 

 

 


 

La tabella 4 e la figura 8) indicano, per ciascun ordine di scuola, il numero degli alunni frequentanti quelli con cittadinanza non italiana e i nati in Italia

 

 

Tabella 4

 

Ordine

Totale alunni

Totale alunni con cittadinanza

non italiana

Totale alunni

nati

in Italia

Scuola primaria

14.786

1.740

1.002

Scuola secondaria di I Grado

9.080

1.152

237

Scuola Secondaria di II Grado

11.649

749

76

TOTALI

35.515

3.641

1.315

 

 

Figura 8

 

 

 


 

 

 

ALUNNI FREQUENTANTI ISTITUZIONI SCOLASTICHE NEI COMUNI OVE SONO PRESENTI I TRE ORDINI DI SCUOLA: PRIMARIA, SECONDARIA DI I GRADO, SECONDARIA DI II GRADO

La tabella 5 e la figura 9) indicano il numero degli alunni con cittadinanza non italiana e nati in Italia

 

Tabella 5

 

Comuni

Alunni con cittadinanza

non italiana

Alunni nati

in Italia

Arona

141

47

Borgomanero

299

141

Gozzano

106

46

Lesa

18

11

Novara

1654

537

Romagnano

43

14

Romentino

79

6

T o t a l i

2.340

802

 

 

Figura 9

 

 

 

CRESCITA ANNUALE A FAR TEMPO DAL PRIMO ANNO SCOLASTICO DI RILEVAZIONE (2002/2003) NELLE SCUOLE STATALI DI SECONDO GRADO

Le tabelle 6 e 7 e le figure 10) e 11) indicano il numero degli alunni provenienti da altri paesi frequentanti Istituzioni scolastiche di II Grado, la crescita annuale e quella rapportata al 1Ħ anno di rilevazione (2002/2003)

 

 

Tabella 6

 

 

ORDINE DI SCUOLA

2002/ 2003

2003/ 2004

2004/ 2005

2005/ 2006

2006/ 2007

2007/ 2008

2008/ 2009

2009/ 2010

SECONDARIA 2Ħ grado

240

300

398

479

541

593

729

749

ORDINE DI SCUOLA

 

2003/ 2004

2004/ 2005

2005/ 2006

2006/ 2007

2007/ 2008

2008/ 2009

2009/ 2010

 

Incrementi o decrementi annuali in valori assoluti

SECONDARIA 2Ħ grado

 

60

98

81

62

52

136

20

ORDINE DI SCUOLA

 

2003/ 2004

2004/ 2005

2005/ 2006

2006/ 2007

2007/ 2008

2008/ 2009

2009/ 2010

 

In percentuale

SECONDARIA 2Ħ grado

 

25,00%

32,67%

20,35%

12,94%

9,61%

22,93%

2,74%

 

 

Figura 10

 

Tabella 7

 

ORDINE DI SCUOLA

 

2003/ 2004

2004/ 2005

2005/ 2006

2006/ 2007

2007/ 2008

2008/ 2009

2009/ 2010

 

Incremento in valori assoluti riferiti al primo anno

SECONDARIA 2Ħ grado

 

60

158

239

301

353

489

509

ORDINE DI SCUOLA

 

2003/ 2004

2004/ 2005

2005/ 2006

2006/ 2007

2007/ 2008

2008/ 2009

2009/ 2010

 

In percentuale

SECONDARIA 2Ħ grado

 

25,00%

66,00%

100,00%

125,00%

147,00%

204,00%

212,00%

 

 

Figura 11

 

 


LĠASSISTENZA SANITARIA AGLI STRANIERI TEMPORANEAMENTE PRESENTI Che cosa sta cambiando?

 

A cura di Biagio Zappulla[2] e Daniela Sarasino[3]

AZIENDA SANITARIA LOCALE ASL NO-NOVARA

 

 

Premessa

 

NellĠASL di Novara lĠassistenza sanitaria ai cittadini extracomunitari temporaneamente presenti (STP) sul territorio nazionale  iniziata, in adempimento a quanto previsto dalla normativa nazionale e regionale, nel dicembre del 1996 con lĠistituzione in via sperimentale, per la durata di un anno, di un ambulatorio sito a Borgomanero. Successivamente  stato attivato anche un centro a Novara. Entrambi i Centri – denominati Centri I.S.I. - sono tuttora attivi.

I Centri ISI assicurano, nei presidi pubblici e accreditati, le cure ambulatoriali urgenti o comunque essenziali. Gli STP che accedono ricevono dal personale del Centro educazione sanitaria, informazioni relative alla promozione della salute e allĠorganizzazione dellĠaccesso alle prestazioni e assistenza sanitaria da parte del medico presente in ambulatorio. Il medico effettua visite, richieste e controllo di esami, prescrizioni farmaceutiche, richieste di visite specialistiche e di ricovero.

AllĠatto dellĠaccesso al Centro, il soggetto dichiara le proprie generalitˆ, il proprio domicilio di fatto e la condizione di non iscrivibilitˆ al Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Il Centro ISI rilascia un tesserino, necessario per accedere alle prestazioni sanitarie con un codice alfanumerico di 16 caratteri, denominato Òcodice STPÓ, che consente di identificare la Regione e lĠASL in cui si trova ubicato il Centro ISI. Il tesserino, utilizzabile su tutto il territorio nazionale, ha validitˆ semestrale, ma  rinnovabile, se necessario.

La presente relazione integra con i dati 2008 e 2009 il precedente rapporto inserito nella pubblicazione del 2008 dellĠOsservatorio Interistituzionale Provinciale sullĠImmigrazione a Novara.

 

Dati di attivitˆ – periodo 2004- 2009

I dati dal 2004 al 2008 sono stati ricavati dal programma informatico regionale utilizzato dal servizio per la registrazione dellĠattivitˆ e fanno riferimento agli accessi ambulatoriali al Centro ISI e non ai singoli soggetti. Uno stesso soggetto, infatti, pu˜ accedere pi volte e quindi essere registrato tante volte quanti sono i passaggi effettuati.

A partire dal 2009 il programma informatico regionale  stato modificato, pertanto  stato possibile ricavare solo il numero di accessi complessivi.

 

Accessi

 

Il numero di accessi comprende sia gli accessi effettuati da nuovi utenti che quelli effettuati dallo stesso soggetto.
LĠaccesso medio di ogni utente varia negli anni: tra il 2004 e il 2006  pari a circa 2,4 accessi allĠanno, per giungere a 3,3 nel 2008. LĠincremento del 2008  dovuto al fatto che gli accessi sono aumentati, mentre il numero di utenti  rimasto pressochŽ stabile (figura 1).

 

 

Figura 1. Andamento temporale di accessi e utenti nellĠambulatorio ISI

 

 

 

Tra il 2004 e il 2009 sono stati registrati complessivamente 20.068 passaggi ambulatoriali, che risultano in crescita fino al 2008.

 

 

 

Nel 2009 si registra una drastica diminuzione degli accessi (-38% rispetto al 2008) (figura 2).

 

Figura 2. Variazione percentuale rispetto allĠanno precedente degli accessi ambulatoriali complessivi

 

 
Nei primi anni di attivitˆ del Centro, la maggior parte (82,7%) degli utenti che accedevano aveva un nuovo codice STP, facendo si che un terzo degli accessi fosse a carico di nuovi utenti. La percentuale dei nuovi codici sul totale degli utenti si  progressivamente ridotta, arrivando al 57,9% nel 2008 (figura 3).

 

Figura 3. Variazione percentuale dei nuovi utenti sul totale di utenti che hanno effettuato almeno un accesso

A partire dal 2008  previsto anche il codice Europeo Non Iscrivibile (ENI), valido per i cittadini neocomunitari (es. Romania e Bulgaria), comunque non iscrivibili al SSN. Nei due anni in cui  previsto tale codice, circa il 9% dei nuovi codici assegnati appartiene a detta tipologia.
La maggior parte degli utenti che accedono  di sesso femminile (66% tra il 2004 e il 2008). La predominanza femminile  costante in tutti gli anni di attivitˆ, anche se si osserva un lieve, ma costante decremento della percentuale di donne, pari a circa 5 punti percentuali in 5 anni (figura 4).
Figura 4. Proporzione di soggetti di sesso femminile tra i soggetti con almeno un accesso per anno

LĠetˆ media  pi alta tra le donne in tutti gli anni di osservazione, tuttavia la differenza tra sessi va riducendosi negli anni (2004: donne 29,5 vs uomini 25,6; 2008: donne: 33,1 vs uomini: 30,4).

In entrambi i sessi lĠetˆ media si sta alzando, essendo aumentata di 3,6 anni tra le donne e 4,8 tra gli uomini (figura 5).

Figura 5. Andamento dellĠetˆ media nei due sessi


Tipologia di prestazioni

 

Al termine della visita al centro, in base al bisogno di salute espresso dallĠutente, viene attribuito un codice diagnostico utilizzando la classificazione MDC (Major Diagnostic Categories), che consente di raggruppare i soggetti secondo la tipologia di disturbi riferiti. In questo paragrafo sono illustrati i dati analizzati attraverso detta classificazione.

 

Tutti i soggetti che accedono ai Centri ISI ricevono informazioni sul tipo di assistenza offerta, sulle modalitˆ di accesso al centro stesso ed eventualmente sulla possibilitˆ di iscriversi al SSN; questo fa s“ che le informazioni rappresentino un terzo delle prestazioni fornite.

La percentuale di richiesta di informazione  andata progressivamente aumentando, raggiungendo il picco massimo nellĠultimo anno di osservazione (2008) in entrambi i sessi (femmine: 2004: 22,7%; 2008: 35,1% - maschi: 2004: 27,9%; 2008: 36,4%) (figura 6).

 

 

 

Figura 6. Percentuale di richiesta informazioni nei sessi e nel tempo

Tra le donne, in tutto il quinquennio, il maggior ricorso allĠassistenza sanitaria  stato determinato da cause di natura ostetrico-ginecologica, pari a circa un terzo di tutte le cause di accesso. LĠandamento temporale dei cinque anni, tuttavia registra una riduzione complessiva degli accessi per questo gruppo di cause, passati dal 40,7% al 30,6%, e una variazione della tipologia di richieste. Si osserva, infatti, una diminuzione statisticamente significativa degli accessi per gravidanza, parto e puerperio (25,8% nel 2004; 11,3% nel 2008) e un contestuale incremento di quelli per patologie dellĠapparato genitale femminile, passate dal 14,8% del 2004 al 19,3% nel 2008.

Un altro gruppo di patologie che registra una diminuzione statisticamente significativa  quello relativo alle patologie dellĠapparato digerente, passati dal 14,8% di tutti gli accessi nel 2004 a circa il 10% del periodo 2006-2008. Al contrario aumentano gli accessi per patologie dellĠapparato osteomuscolare (2004: 10,4% vs 2008: 12,7%) e per malattie circolatorie (2004: 4,1% vs 2008: 10,9%), solo il primo gruppo in modo statisticamente significativo (figura 7).

 

 

 

Figura 7. Andamento della distribuzione % delle prime cause di accesso tra le donne

 

 

 


Tra gli uomini le due motivazioni principali che hanno determinato il ricorso allĠassistenza sanitaria sono i disturbi dellĠapparato osteomuscolare e dellĠapparato digerente. Tra il 2004 e il 2008 si osserva una diminuzione statisticamente significativa degli accessi per patologie dellĠapparato digerente (2004: 25,0%; 2008: 13,4%) e un contestuale incremento significativo di quelle a carico dellĠapparato osteomuscolare (figura 8).

 

Figura 8. Andamento della distribuzione % delle prime cause di accesso tra gli uomini


Conclusioni

 

Si evincono alcuni cambiamenti nellĠattivitˆ dei Centri ISI sia legati alla tipologia delle richieste di assistenza sanitaria sia al ricorso al servizio in generale.

Innanzitutto nel 2009 si  assistito ad un notevole calo degli accessi. Data la tipologia di utenti non  possibile valutare se la riduzione di accessi sia legata anche ad una riduzione della presenza di stranieri non in regola sul territorio dellĠASL di Novara. é verosimile supporre, invece, che tale decremento sia, almeno in parte, legato al cosiddetto Òpacchetto sicurezzaÓ (Legge 15 luglio 2009, n. 94). La riduzione degli accessi, infatti, potrebbe derivare dalla paura di segnalazione da parte dei medici, determinata dallĠiniziale proposta – poi non approvata - di abrogare l'art. 35 comma 5 del D.Lgs. 286/98, che dispone che "l'accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non pu˜ comportare alcun tipo di segnalazione all'Autoritˆ, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a paritˆ di condizioni con il cittadino italiano". La stessa legge, inoltre, ha offerto ai cittadini stranieri la possibilitˆ di regolarizzarsi, soprattutto per le cosiddette colf e badanti, pertanto alcuni soggetti iscritti come STP, divenendo ÒregolariÓ si sono iscritti al SSN.

Al di lˆ del crollo di accessi del 2009, negli anni si  osservata una riduzione dei nuovi accessi, un aumento del numero di accessi medi per utente e un ÒinvecchiamentoÓ dei fruitori dei centri, tutti elementi suggestivi di un utilizzo ÒcronicoÓ del centro.

 

Per quanto riguarda invece la domanda di salute espressa dai cittadini afferenti al centro ISI, per la popolazione femminile si conferma il preminente ricorso allĠassistenza sanitaria per patologie legate alla sfera ostetrico-ginecologica ma a differenza degli anni precedenti, dal 2007 sono in calo gli accessi per gravidanza, parto e puerperio e aumentano quelli per patologie dellĠapparato genitale femminile.

Per quanto riguarda gli uomini rimane predominante la patologia osteo-muscolare legata soprattutto allĠimpiego in lavori usuranti.

In entrambi i sessi si assiste ad una diminuzione delle malattie dellĠapparato digerente, probabilmente dovuta anche agli effetti dellĠeducazione sanitaria che  stata fatta dal Centro ISI ai propri utenti, riguardo soprattutto alla conservazione dei cibi, al modo di cucinarli e forse anche per lĠadattamento allĠalimentazione locale.

 


INTERRUZIONI VOLONTARIE DI GRAVIDANZA (IVG) NELLE RESIDENTI DELLĠASL NOVARA - DIFFERENZE PER NAZIONALITAĠ
PERIODO 2005 -2008

 

A cura di: M.Chiara Antoniotti[4], Piero Bestagini1 e Daniela Sarasino1

AZIENDA SANITARIA LOCALE ASL NO - NOVARA

 

Premessa[5]

 

Negli ultimi ventĠanni in Italia si  osservata una costante riduzione dellĠIVG, grazie a un maggiore e migliore uso dei metodi anticoncezionali, ma anche per lĠattivitˆ sempre pi decisiva svolta dai consultori familiari.

Secondo le stime effettuate prima della legalizzazione, gli aborti clandestini oscillavano tra i 220 mila e i 600 mila per anno. Negli anni immediatamente successivi allĠintroduzione della Legge 194 si  registrato, come atteso, un incremento dellĠincidenza del fenomeno: fino a 234 mila IVG nel 1982, pari a un tasso di abortivitˆ di 17,2 per 1000 donne in etˆ compresa fra i 15 e i 49 anni.

Fig. 1 – Trend del tasso di abortivitˆ volontaria. Italia - Piemonte

 
Negli anni successivi il numero di interventi  costantemente diminuito. I dati definitivi relativi al 2006 indicano un totale di 131.018, con un tasso di abortivitˆ pari a 9,4 per 1000. I dati ISTAT provvisori del 2007, indicano un ulteriore decremento del 3% rispetto allĠanno precedente: 127.038 interventi, con un tasso di abortivitˆ di 9,1 per

1000. Dal 1980 al 1997, in Piemonte, si riscontra un dimezzamento del tasso di abortivitˆ; da allora la situazione rimane sostanzialmente costante nel tempo (fig. 1).

Accanto a questa riduzione generale, per˜, si deve osservare un aumento costante delle interruzioni di gravidanza fra le donne straniere, dovuto anche al fatto che oggi in Italia lĠimmigrazione non  pi un fenomeno transitorio, ma stabile e strutturale.

Nel 1996 in Italia sono state registrate 10.131 IVG fra le donne straniere (7,4% del totale), nel 2000 21.201 (15,9%) e nel 2003 31.836 (26%). Nel 2005 le IVG di donne straniere erano il 29,6% del totale e nel 2006 sono ulteriormente aumentate, superando quota 40 mila, pari al 31,6% del totale.

Le percentuali sono risultate pi elevate nelle Regioni del Centro-Nord caratterizzate da una maggiore presenza di immigrati. A livello nazionale lĠandamento dellĠIVG, differenziato per cittadinanza, presenta una continua diminuzione tra le donne italiane e un continuo incremento tra le donne straniere. Queste ultime presentano un tasso di abortivitˆ circa tre-quattro volte pi alto rispetto a quello delle italiane. Considerata questa situazione si  ritenuto opportuno verificare le dimensioni e andamento del fenomeno anche nella nostra ASL.

Fonte dei dati e metodi

 

Sono state utilizzate come fonti le Schede di Dimissione Ospedaliera[6] (SDO) con diagnosi di aborto volontario (ICD9 CM: 635-636) estrapolate da MADE SMART[7]; la popolazione di riferimento necessaria per il calcolo dei tassi di abortivitˆ,  stata ricavata dalla Banca Dati Demografica Evolutiva[8] o, se non presente, ISTAT[9]. I dati delle SDO sono disponibili fino al 2008. Non sono inclusi ovviamente gli aborti clandestini, a meno che la donna venga ricoverata per una complicanza dovuta a tali interventi.

Il tasso di abortivitˆ volontaria (per IVG) delle donne viene calcolato dividendo il numero di IVG per la popolazione femminile in etˆ fertile, cio fra 15 e 49 anni.

La significativitˆ statistica delle differenze osservate viene valutata attraverso il confronto degli IC al 95%.

Risultati

 

Il tasso di abortivitˆ per IVG nellĠASL  in lieve diminuzione negli anni (8,7 ä nel 2005; 8,1 ä nel 2006, 8,5 ä nel 2007 e 7,8 ä nel 2008) con un dato inferiore a quello regionale: mentre nella nostra ASL si riscontrano annualmente circa 8 IVG ogni 1000 donne fertili, nella regione in media se ne riscontrano circa 10 (fig. 2).

Non sono stati riscontrati ricoveri per complicanze da aborti illegali (ICD9: CM 636).

 


Fig. 2 - IVG per 1000 donne in etˆ fertile (15-49 anni) residenti in Piemonte e nellĠASL Novara - Anni 2000-2008

 


Tra il 2005 e il 2008 sono state effettuate 2557 IVG di cui circa un quarto (n. 650) in donne straniere (tabb. 1 – 2). Le IVG effettuate su minorenni sono 91, ovvero il 3.5% di tutte le IVG, di cui il 10% riguardano donne straniere.

Tabb. 1 – 2: numero di IVG e tassi di abortivitˆ volontaria nel triennio 2005-2008, suddivisi per distretto di residenza e per nazionalitˆ italiana o straniera:

 

Tab. 1 – IVG: valori assoluti                               Tab 2 – IVG: tasso di abortivitˆ x 1.000


 


I tassi di abortivitˆ volontaria sono decisamente superiori nelle donne straniere rispetto alle italiane; mentre le italiane hanno un tasso che si aggira, con una lieve riduzione nel tempo, intorno al 7 ä (7 IVG ogni 1000 donne italiane di etˆ compresa fra 15 e 49 anni), per le straniere il tasso cresce dal 19 ä nel 2005 al 26 ä nel 2007, per decrescere di nuovo al 19 ä nel 2008. Si tratta di variazioni significative per le straniere fra il 2007 e il 2008, ma considerando lĠintero trend si pu˜ parlare di un andamento costante nel tempo. Per le donne italiane la diminuzione costante assume significativitˆ nel confronto fra il 2005 e il 2008 (fig. 3).

Fig. 3 – tassi di abortivitˆ volontaria x 1000 (I.C. 95%) - Italiane e straniere - 2005-2008

 

Analizzando i dati per distretto di residenza (fig. 4) non si osservano variazioni di particolare rilievo fra le italiane, notandosi solo un decremento significativo nel confronto fra gli anni 2005 e 2007 nel distretto di Novara.

Fra le donne straniere si nota una maggiore variabilitˆ dei tassi nel tempo, dovuta anche alla bassa numerositˆ dei casi. Si osserva un trend in decrescita nei distretti di Borgomanero e Arona, e tendenze non costanti negli altri. I diversi andamenti territoriali fanno s“ che le differenze significative del tasso di abortivitˆ per IVG che si riscontravano nel 2005 (valori pi alti fra le residenti nei distretti di Borgomanero e Arona) scompaiano nel 2008.

 


Fig. 4 - tassi di abortivitˆ volontaria x 1000 - Italiane e straniere - 2005-2008 per ASL e distretti di residenza (A=Arona; B=Borgomanero; N=Novara, G=Galliate)

Fra le straniere che si sono sottoposte a IVG tra il 2005 e il 2008 (fig 5), le pi numerose sono le donne albanesi e marocchine (15% delle IVG ciascuna), ovvero quelle appartenenti alle comunitˆ pi consistenti sul territorio. Il ricorso alla IVG risulta particolarmente critico tra la popolazione femminile nigeriana e della Costa dĠAvorio considerato che queste due comunitˆ, che nel 2008 costituiscono circa il 3% della popolazione straniera femminile, assommano circa il 13% delle IVG.


Fig. 5 – Nazionalitˆ delle straniere residenti nellĠASL NO sottoposte a IVG – 2005- 2008


 


Conclusioni

 

NellĠ ASL NO il ricorso allĠIVG si attesta negli ultimi anni intorno a 8 IVG ogni 1.000 donne in etˆ fertile, con valori inferiori a quelli regionali; si osservano importanti differenze quantitative tra residenti italiane e straniere: tra queste ultime il tasso delle IVG  complessivamente pi di 3 volte superiore a quello delle donne italiane, per quanto con differenze evidenti fra le varie nazionalitˆ di origine.

Nel tempo si riscontra una leggera diminuzione complessiva delle IVG, legata principalmente allĠandamento nelle donne italiane; fra le straniere il fenomeno risulta invece soggetto a maggiore variabilitˆ a livello temporale e di distretto di residenza. Questa variabilitˆ pu˜ essere imputata a molti fattori, quali lĠeterogeneitˆ della popolazione femminile di riferimento per differenze etniche, religiose e culturali, il loro diverso livello di integrazione sociale, la variabilitˆ della proporzione delle nazionalitˆ di origine ecc. Questa situazione comporta la necessitˆ di un continuo monitoraggio del fenomeno a livello locale, per poter identificare di volta in volta le modalitˆ di intervento pi opportune che sono un altro elemento che contribuisce a determinare lĠandamento del fenomeno sul territorio. Sicuramente deve essere fatto ogni sforzo per rendere pi accessibili alle donne straniere i servizi di prevenzione delle IVG, in un contesto di fiducia e comprensione, nonchŽ di sostegno effettivo alla loro condizione.


LA DOMANDA DI LAVORO STRANIERO IN PROVINCIA DI NOVARA NEL 2009

 

A cura di M. Grazia Lizzi

Centro per lĠImpiego di Novara – Provincia Di Novara

 

Continua la nuova serie statistica, con dati solo in parte comparabili con quelli raccolti negli anni precedenti. Il quadro statistico di riferimento cos“ rivisto, introduce in alcune tabelle la distinzione fra lavoro autonomo, in specie i Contratti a progetto e lavoro subordinato.

I dati sulla popolazione immigrata sono stati anch'essi riorganizzati, prendendo in considerazione tutti gli stranieri, e non pi i soli extracomunitari, come in precedenza, con opportune distinzioni interne. La voce "Europa dell'Est", riportata in corsivo nelle tabelle, si riferisce a tutti i cittadini dell'area geografica orientale, indipendentemente dalla loro posizione rispetto alla UE.

 

1. Assunzioni

NellĠanno 2009 le assunzioni di lavoratori stranieri in provincia di Novara sono state 7.644. Si fa presente che le assunzioni rilevate possono riguardare anche gli stessi lavoratori nel caso venissero assunti pi volte, nel corso dellĠanno, presso la stessa ditta o presso ditte diverse. Infatti il suddetto numero di avviamenti  riferito a 6.068 persone fisiche.

La domanda di lavoro straniero, molto forte nellĠarea novarese negli ultimi cinque anni, vede dal 2008 una situazione di calo che nel 2009  del 20,9 % rispetto allĠanno precedente.

Il 71,6% degli immigrati avviati ha unĠetˆ compresa tra i 25 e 49 anni, mentre i pi giovani si confermano il 18% del totale e gli ultracinquantenni arrivano al 9,8%.

 

2. La manodopera femminile.

In calo del 18,0% le assunzioni di personale femminile.

Va sottolineato comunque, come la variazione percentuale 2008-2009,  meno negativa per la componente femminile rispetto a quella maschile del 22,9%

NellĠultimo anno, il numero complessivo delle assunzioni rilevate dai Centri per lĠimpiego riguardano per il 41,7% personale femminile.

 

3. Settori di attivitˆ

Nel 2009, pi della metˆ dei lavoratori stranieri trova una occupazione nel terziario dove le femmine prevalgono. La riduzione di assunzioni nel lavoro domestico si limita ad un -2.5%.

Questo settore registra per˜ una diminuzione delle procedure di assunzione, che sono il 9,5% in meno rispetto al 2008.

Questo dato  migliore di quello dellĠindustria che precipita a -39,1% di assunzioni di stranieri, settore in cui gli uomini calano del 36,2% mentre le donne addirittura del 53,8%.

Le assunzioni in agricoltura costituiscono il 6,4% del totale, seppur in calo del 1,8%.

 

4. Modalitˆ di assunzione.

Tra le modalitˆ di assunzione, il tempo determinato copre il 59,1 % degli avviamenti di stranieri, pur essendo in calo del 30,1% rispetto al 2008.

Il calo si conferma anche per le assunzioni a tempo determinato per ÓsomministrazioneÓ che diminuiscono del 58,7%, segnalando una crisi per lĠoccupazione degli stranieri anche nelle agenzie di somministrazione, pi marcata per gli uomini.

Rallenta la diminuzione del ricorso al part-time che risulta solo del 5,0%: questo tipo di contratto  in calo soprattutto per gli uomini – 13,2%.

 

5. La provenienza geografica.

Si conferma la fisionomia della presenza extracomunitaria, dove nelle assunzioni prevale la componente africana.

Il 29,7% degli avviamenti di stranieri registrati nel 2009 dai Centri per lĠImpiego della Provincia di Novara proviene dallĠAfrica, il 27,9% dallĠEuropa non UE, mentre lĠAsia  rappresentata per il 15,3% delle assunzioni e lĠAmerica per lo 0,9%.

Il 13,8% delle procedure di assunzione nellĠultimo anno riguarda cittadini stranieri immigrati dalla Romania e Bulgaria.

Rispetto alla differenza di genere si evidenzia che, nel 2009, tra i maschi che hanno trovato lavoro prevalgono gli africani, con il 37,4% delle procedure che li riguarda, mentre tra le femmine si registra la prevalenza di cittadine immigrate dai Paesi europei extra-UE, con unĠincidenza sul totale delle assunzioni di donne straniere del 38,%.





 


 


 


 


 



 


 


PIANO PROGETTUALE PER LE POLITICHE MIGRATORIE

PROVINCIA DI NOVARA - ANNO 2009

 

A cura di Eufemia Melissa

Provincia di Novara

 

 

1. Premessa

Le Province, nellĠambito delle proprie attivitˆ e nel rispetto di quanto loro assegnato dalla vigente legislazione, nazionale e regionale, in materia di programmazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali, ed in qualitˆ di enti intermedi e soggetti di programmazione decentrata delle politiche regionali e di coordinamento del territorio, concorrono, ai sensi dell'art. 7 della Legge n. 328/00, alla raccolta delle conoscenze sui bisogni del territorio e promuovono approfondimenti mirati in accordo con i Comuni e gli Enti locali interessati. In tale contesto di competenze la Regione Piemonte, nel definire le linee programmatiche degli interventi in materia dĠimmigrazione, ha valutato l'opportunitˆ di poterli realizzare in collaborazione con le Province del proprio territorio.

Il Piano Integrato Regionale dellĠImmigrazione 2007-2009, ha consolidato le politiche nel settore in unĠottica di programmazione concertata, ponendo a fondamento della propria attivitˆ il concorso con le Province, in conformitˆ alla vigenti norme regionali in materia di deleghe agli enti locali e nel rispetto delle rispettive normative di settore.

La Provincia di Novara, nel promuovere lĠintegrazione sociale delle cittadine e dei cittadini stranieri, individua le seguenti finalitˆ, giˆ recepite dallĠinsieme delle politiche regionali in materia di immigrazione:

¤       concorrere alla tutela delle cittadine e dei cittadini stranieri, presenti nel proprio territorio, riconoscendo loro i diritti fondamentali della persona umana previsti dalle norme di diritto interno, dalle convenzioni internazionali in vigore e dai principi di diritto internazionale generalmente riconosciuti;

¤       promuovere iniziative rivolte a garantire alle persone straniere regolarmente soggiornanti in Piemonte condizioni di uguaglianza nel godimento dei diritti civili e sociali con i cittadini italiani ed a rimuovere le cause che ne ostacolano lĠinserimento nel tessuto sociale, culturale ed economico (cos“ come stabilito dallĠarticolo 3, comma 5, D.Lgs. n. 286/1998);

¤       promuovere il coordinamento delle diverse politiche regionali sui temi dellĠimmigrazione al fine di creare una positiva sinergia tra i settori di intervento;

¤       indirizzare lĠazione amministrativa nel territorio regionale, al fine di rendere effettivo lĠesercizio dei diritti;

¤       contrastare ogni forma di discriminazione, razzismo e xenofobia;

¤       assicurare la partecipazione alla vita pubblica locale delle cittadine e dei cittadini stranieri;

¤       favorire il reciproco riconoscimento e la valorizzazione delle identitˆ culturali, religiose e linguistiche;

¤       garantire forme di tutela dei diritti con riferimento a particolari situazioni di vulnerabilitˆ (minori, richiedenti asilo e rifugiati, detenuti, vittime di sfruttamento sessuale e lavorativo);

¤       promuovere e sostenere le pari opportunitˆ;

¤       assicurare un efficace coordinamento degli interventi in materia di immigrazione collaborando con le competenti autoritˆ centrali e periferiche dello Stato, con le Province, con i Comuni e con il privato sociale;

¤       promuovere la conoscenza e lĠapplicazione dei diritti e dei doveri connessi alla condizione di cittadino straniero immigrato;

¤       favorire la reciproca conoscenza delle diverse identitˆ culturali, religiose e linguistiche, ivi comprese le specificitˆ del territorio piemontese.

 

2. IL PIANO PROVINCIALE

La Provincia definisce con il programma annuale le prioritˆ dĠintervento e le risorse utili alla sua realizzazione al fine di rispondere e sostenere, in parte, le esigenze dei cittadini e delle cittadine stranieri/e.

Il Piano Provinciale 2009 ha confermato la metodologia adottata negli scorsi anni che ha visto la partecipazione diretta degli Enti Locali allĠelaborazione e realizzazione di progetti che vadano ad integrare e a sviluppare le reti di servizio, in unĠottica di qualificazione, di continuitˆ e di progressivo consolidamento territoriale delle politiche rivolte ai/alle migranti, da realizzare nellĠambito dellĠintegrazione tra competenze e soggetti diversi.

Le linee del Piano Provinciale Immigrazione 2009 individuano tre aree di interventi:

A)   Supporto alle progettualitˆ del territorio;

B)   Supporto a progetti di mediazione culturale a sostegno dello sportello immigrati della Prefettura e della Questura;

C) Interventi su specifiche tematiche che la Provincia intende sostenere e/o realizzare direttamente.

Le risorse economiche per lĠattuazione del presente piano ammontano a Û 207.578,00, cos“ suddivise:

¤       Û  152.578,00 per gli obiettivi di cui al punto A)

¤       Û   25.000,00 per gli obiettivi di cui al punto B)

¤       Û   30.000,00 per gli obiettivi di cui al punto C).

 

2.1  LA PROGETTUALITAĠ DEL TERRITORIO.

LE AREE DI INTERVENTO RIENTRANTI NEGLI OBIETTIVI REGIONALI

 

La Provincia di Novara, avvalendosi degli apporti su tali tematiche del Consiglio Territoriale per lĠImmigrazione, degli Enti Locali, delle rappresentanze delle forze economiche e sociali e delle associazioni dĠimmigrati operanti sul territorio e, tenuto conto delle linee di indirizzo di cui al Piano Regionale Integrato per lĠImmigrazione, triennio 2007/2009, ha valutato lĠopportunitˆ di indirizzare il territorio a progettare su ambiti di intervento ritenuti prioritari in coerenza con i seguenti obiettivi:

 

-       Promuovere il coordinamento di istituzioni, enti ed associazioni;

-       Sviluppare la conoscenza e la sensibilizzazione del fenomeno migratorio;

-       Dare lĠinformazione relativa allĠaccesso ai servizi e la formazione degli operatori che a vario titolo interagiscono con le cittadine e con i cittadini stranieri;

-       Valorizzare la diffusione della lingua e della cultura italiana e la comprensione delle culture di provenienza delle cittadine e cittadini stranieri;

-       Promuovere lĠinserimento scolastico dei cittadini stranieri;

-       Programmare la formazione, la riqualificazione professionale e lĠinserimento lavorativo degli stranieri;

-       Programmare lĠinserimento abitativo degli stranieri;

-       Promuovere la salute delle cittadine e dei cittadini stranieri;

-       Promuovere la salute delle cittadine e dei cittadini stranieri;

-       Promuovere la partecipazione alla vita pubblica locale delle cittadine e dei cittadini stranieri e percorsi di cittadinanza attiva;

-       Dare impulso allĠintegrazione delle donne straniere;

-       Promuovere iniziative volte ad individuare e contrastare forme di razzismo o di discriminazione a causa dellĠorigine etnica o religiosa;

-       Appoggiare gli interventi a favore delle fasce pi deboli della popolazione straniera, quali i minori, in particolare non accompagnati, i richiedenti asilo, i rifugiati politici, le vittime della tratta e le persone con problemi di giustizia;

-       Promuovere iniziative nellĠambito delle Relazioni Internazionali con i Paesi di origine.

Il consolidamento di un numero di cittadini stranieri in un territorio comporta necessariamente un riadattamento culturale. La conoscenza della lingua italiana  presupposto necessario per un positivo inserimento nel contesto sociale degli stranieri di qualsiasi etˆ pertanto, il piano provinciale ha agevolato le progettualitˆ in ambito scolastico rivolte sia ai minori che alle loro famiglie, riconducibili al sostegno dellĠapprendimento della lingua italiana e allo sviluppo di relazioni di fiducia con gli operatori scolastici.

Le azioni privilegiate sono state quelle che hanno favorito le relazioni positive tra cittadini stranieri e autoctoni, attraverso lo svolgimento di iniziative di comunicazione, informazione ed orientamento sui temi connessi all'immigrazione attivando forme di collaborazione con il tessuto associativo sostenendone anche le attivitˆ, nonchŽ la realizzazione di percorsi partecipativi e di rappresentanza costituiti in ambito locale.

In particolare sono stati sostenuti i progetti a favore delle fasce marginali dei soggetti immigrati soprattutto donne e minori per il sostegno alla fruibilitˆ dei servizi soprattutto in ambito socio – sanitario, promuovendo nel contempo:

¤       attivitˆ volte a favorire relazioni positive tra cittadini stranieri e autoctoni, capaci di facilitare la conoscenza e il confronto tra punti di vista e culture presenti attraverso lo svolgimento di iniziative di comunicazione, informazione e orientamento sui temi connessi all'immigrazione;

¤       lĠinserimento sociale, di soggetti pi vulnerabili in particolare sviluppare iniziative che abbiano al centro le donne straniere;

¤       il sostegno alla famiglia, alla genitorialitˆ, in relazione alla presenza di minori nei nuclei familiari;

¤       attivare forme di collaborazione con il tessuto associativo presente ad ogni livello sostenendone anche le attivitˆ, nonchŽ la realizzazione di percorsi partecipativi e di rappresentanza in ambito locale;

 

 

PROGETTUALITAĠ SPERIMENTALE E FINALIZZATA ALLA CREAZIONE DI SERVIZI DI MEDIAZIONE CULTURALE E LA PROMOZIONE DI UN SISTEMA DI RELAZIONI FRA ATTORI ISITUZIONALI SPECIFICATAMENTE PER PREFETTURA E QUESTURA.

 

Il progetto ha assicurato ai competenti Uffici della Prefettura e della Questura la capacitˆ di assolvere alle funzioni di promozione e di agevolazione dellĠintegrazione e facilitazione dei processi comunicativi tra cittadini ed enti pubblici.

Lo scopo del progetto  stato quello di intervenire in articolate dinamiche che afferiscono ai bisogni dei/delle migranti, di affrontare le nuove criticitˆ con strumenti adeguati.

 

I Progetti del piano provinciale 2009

 

ENTE PROPONENTE

NOME PROGETTO

DESCRIZIONE SINTETICA

Comune di Novara

In-formando: uno spazio di partecipazione attiva tra formazione ed informazione

Gestione dei servizi volti allĠinclusione sociale dgli stranieri

Comune di Trecate

Tante cultureÉÉuna societˆ 2009

Attivitˆ Sportelli Immigrati

Comune di Oleggio

I Comuni che accolgono: azioni in rete per lĠinterazione e lĠinterculturalitˆ 2009/2010

Sportello Immigrati; corsi di itlaiano; corso di arabo; sostengo linguistico; Sostegno alla donna; percorsi di partecipazione attiva

 

Comune di Borgomanero

Arcobaleno

Mediazione culturale territorale con particolare attenzione ai minori e alle donne

Comune di Galliate

Galliate Multietnica – anni 2009/2010

Soprtello Immigrati a supporto dello Sportello Unico di Prefettura per rialscio permesso di soggiorno, ricongiungimento familiare

CISA Ovest Ticino

Girando il MappaMondo 2009

Analisi de dati e formazione promossa dallĠOsservatorio Immigrati

CASA Gattinara

Tanticolori Ed. 3

Prevenzione del disagio sociale attraverso mediazione culturale tra minore, famiglia, istituzioni e territorio

ISTITUTO COMPRENSIVO CURIONI DI ROMAGNANO SESIA

 

Finestre sul mondo

Accoglienza e integrazione degli alunni stranieri nelle scuole

ISTITUTO COMPRENSIVO GIOVANNI XXIII DI ARONA

Sei connesso? Una rete per gli stranieri

Favorire il processo di integrazione degli alunni stranieri nelle scuole

ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE DEL VERGANTE

A scuola di mondo

Prima accoglienza degli alunni stranieri con lĠausilioo di mediatori linguistici

ASSOCIAZIONE LIBERAZIONE SPERANZA ONLUS

Mediazione, strumento di legalitˆ

Sostegno dello sportello immigrati della Prefettura e della Questura di Novara

 

 

 

 

2.2  INIZIATIVE E PROGRAMMA DĠINTEGRAZIONE SOCIALE A VALENZA SOVRACOMUNALE DIRETTAMENTE GESTITE DALLA PROVINCIA DI NOVARA

 

La Provincia allĠinterno del Piano 2009 ha destinato risorse per la gestione di progetti a propria regia che hanno visto lo sviluppo di azioni destinate a favorire lĠinclusione sociale di giovani immigrati. La finalitˆ principale  stata quella di favorire la piena integrazione attraverso percorsi di educazione civica e formazione professionale, propedeutici ad un pieno inserimento nel tessuto socio economico.

In tale ottica sono stati predisposti due progetti rivolti ai giovani cittadini immigrati di seconda generazione.

 

Progetto FUTUR LAB – Laboratorio formativo per una nuova cittadinanza

 

Il Dipartimento per le libertˆ civili e lĠimmigrazione del Ministero dellĠInterno ha emanato (febbraio 2009) i decreti di ripartizione delle risorse del Fondo europeo per lĠintegrazione di cittadini di Paesi terzi (2007/2013) e gli avvisi pubblici per la presentazione di progetti a valenza territoriale da finanziare con le stesse risorse.

Il Fondo Europeo per lĠintegrazione, gestito dal Dipartimento per le libertˆ civili e lĠimmigrazione, rientra insieme con il Fondo Europeo per i Rifugiati e il Fondo Europeo per i Rimpatri, nel ÒProgramma quadro sulla solidarietˆ e gestione dei flussi migratori per il periodo 2007/2013Ó dellĠUnione Europea.

Ai progetti presentati sugli avvisi emanati dal Ministero dellĠInterno veniva richiesto di concorrere allĠ attuazione dellĠAzione 2 ÒProgetti giovaniliÓ inserita nel programma annuale 2008 nellĠambito della Prioritˆ 1 – Òattuazione di azioni destinate ad applicare i principi fondamentali comuni della politica di integrazione degli immigrati nellĠUnione EuropeaÓ; volta a favorire lĠinclusione sociale di adolescenti e giovani facilitando canali di dialogo al fine di evitare forme di discriminazione e disagio sociale;

La Provincia di Novara ha predisposto allo scopo di partecipare allĠavviso di cui ai precedenti paragrafi il progetto ÒFutur LabÓ (approvato con provvedimento della Giunta Provinciale n. 121/2009) in partenariato con Cooperativa Aurive e Agenzia Finis Terrae che  stato ammesso a finanziamento con un costo totale di Û 120.000,00 (di cui Û 90.000,00 a carico del Ministero dellĠInterno FSE e Û 30.000,00 a carico della Provincia- fondi regionali sullĠimmigrazione) .

3. LABORATORIO FORMATIVO PER UNA NUOVA CITTADINANZA

 

 

IL PROGETTO

Questo progetto, rivolto a giovani under 26 senza cittadinanza italiana ma residenti in Italia ed in regola con le normative vigenti in materia di immigrazione, ha visto un alto numero di candidature. In seguito ad esse, ci sono state le conseguenti selezioni e si  arrivati a definire un gruppo di 20 ragazzi ed un totale di 12 nazionalitˆ rappresentate. Al progetto hanno preso parte ragazzi provenienti da Marocco, Tunisia, Albania, Costa dĠAvorio, Senegal, Seichelles, Romania, India, Cuba, Ucraina, Bielorussia, Per.

Futur Lab si propone di formare dei peer educator e di inserirli presso biblioteche, consorzi socio-assistenziali, parchi, parrocchie, centri didattici nel territorio novarese.

La peer education  una modalitˆ educativa/formativa in cui i giovani, adeguatamente formati ma non professionisti, possono essere di aiuto ad altri ragazzi (bambini o adolescenti) nei loro percorsi di crescita. Il punto di forza della metodologia  dato dalla vicinanza di etˆ fra peer educator e beneficiari, aspetto che facilita lĠapprendimento, lĠentrata in relazione, il raggiungimento di obiettivi formativi. Questi peer educator si sono rivolti, in particolare, ad immigrati di recente migrazione, ovvero a persone culturalmente simili, in etˆ di infanzia e adolescenza, con una funzione di accompagnamento, stimolo, facilitazione della comunicazione attraverso interventi che prevedono lĠutilizzo di linguaggi diversi: dal gioco allo studio, alle dinamiche di apprendimento non formale.

 

LA FORMAZIONE

il gruppo di ragazzi  stato ÒpreparatoÓ allĠesperienza con un corso di formazione molto intenso di 82 ore totali, svoltosi in 12 giorni dĠaula.

I moduli affrontati durante il corso sono infatti stati legati ai concetti di:

á      Cittadinanza:  stato approfondito il concetto, quanto mai complesso, del termine cittadinanza, esplorando sia il significato che questa parola ha per lĠordinamento giuridico e per la societˆ civile italiana sia i significati che ognuno collega a tale termine. In questo modulo si  presentato il sistema democratico italiano, la costituzione, il funzionamento degli Enti Locali e Nazionali.

á      Intercultura: cosa si intende con intercultura? Cosa significa agire in un contesto interculturale? Quali sono le differenze tra interculturalitˆ e multiculturalitˆ? Tale tema  stato approfondito partendo dal concetto di cultura, per poi evolversi ad un livello pi complesso. Particolare attenzione si  dato alla scoperta di elementi della cultura italiana e locale in connessione con le culture straniere.

á      Comunicazione: comunicare in modo efficace ed ascoltare in modo efficace rappresentano una sfida. Sono state condivise metodologie, buone pratiche. In particolare, sono stati approfonditi metodi e tecniche di comunicazione con la fascia di etˆ che compone il target degli stagisti.

á      Linguistica italiana e storia delle migrazioni: lĠItalia  un paese di migranti, tutti abbiamo origini e provenienze non sempre monoterritoriali, ma da parti differenti dellĠItalia o del mondo. Inoltre, allĠinterno di questo modulo abbiamo analizzato come la lingua italiana e i suoi costumi siano stati profondamente influenzati dai fenomeni migratori, siano essi in ingresso o in uscita.

á      Autobiografia: partendo dalle modalitˆ che ognuno sente come caratteristiche del proprio apprendimento, dagli stimoli che ognuno ha ricevuto e che lo hanno aiutato a maturare, a crescere, ripensiamo al ruolo che i futuri peer educator potranno avere nel loro fare quotidiano verso i bambini e gli adolescenti.

 

á      Progettazione ed organizzazione di attivitˆ: sono stati forniti elementi tecnici e teorici per poter progettare, organizzare e condurre attivitˆ da svolgere con i bambini in modo autonomo, ritenendo fosse questa una parte molto pratica e concreta ma fondamentale per il lavoro futuro.

 

IL METODO

Il metodo utilizzato durante le attivitˆ di formazione sono sempre state legate allĠapprendimento non formale e dallĠesperienza: i ragazzi hanno sempre avuto possibilitˆ di confronto reciproco, scambiando opinioni e pareri hanno fatto si che si costituisse un bagaglio comune di idee, di competenze. LĠapprendimento  stato dato dalla condivisione.

In ogni modulo sono state realizzate delle sezioni di briefing, durante le quali i ragazzi erano direttamente coinvolti in lavori di gruppo, simulazioni, giochi di ruolo, attivitˆ di interazione. Successivamente ad ognuna di esse, si avevano momenti di debriefing, durante i quali venivano condivise impressioni, opinioni, commenti. I formatori avevano poi il compito di rilanciare rispetto alle tematiche, stimolare ulteriormente approfondimenti e riflessioni, fare sintesi rispetto ai contenuti emersi e renderli patrimonio comune.

I ragazzi sono stati ospitati da CISAS Castelletto Ticino, Direzione Didattica Terzo Circolo Novara, Comune Di Galliate – Biblioteca, Comune Di Novara - Servizi Sociali, Comune Di Bellinzago – Servizi Sociali, Fondazione Marazza – Borgomanero, Cisa Ovest Ticino, ISA Ghemme, Associazione Abacashi, Comune Di Cameri – Biblioteca, CISS Borgomanero.

 

Futurlab ha permesso di rilevare alcuni punti importanti:

á      la disponibilitˆ da parte di alcuni enti del territorio ad essere luogo di apprendimento per giovani stranieri, potendo al contempo usufruire dell'entusiasmo e delle competenze che questi giovani portano;

 

á      la necessitˆ da parte delle scuole del territorio, in particolare quelle con un alto tasso di allievi stranieri, di avere un supporto in termini di mediazione e di peer education;

 

á      la necessitˆ di ÒattrezzareÓ i giovani stranieri in forza alle scuole sulla specificitˆ della didattica e nello stesso tempo, rendendo pi coscienti le dirigenze di questi istituti sulla necessaria formazione, sul coordinamento e sulla tutoraggio dei peer impegnati in interventi di mediazione non professionale;

 

á      lĠopportunitˆ di dare continuitˆ ad alcune azioni progettuali sperimentate in futur lab: Ònati per leggereÓ e lĠeducativa dei consorzi socio-assistenziali;

 

á      l'impatto positivo, se ben comunicato, che questo tipo di progetto pu˜ avere rispetto al governo del fenomeno migratorio.

 

Periodo di realizzazione settembre 2009/aprile 2010.

 

 

4. ÒKOINEĠÓ

A seguito delle considerazioni emerse dalla realizzazione di Futur Lab, lĠAssessorato alle Politiche Sociali ha proposto, al fine di non disperdere lĠesperienza precedente e di portare un nuovo contributo alla gestione dei fenomeni migratori, la predisposizione di una nuova ipotesi di lavoro: il progetto ÒKOINEĠÓ. Il progetto programmato nel 2009 vedrˆ le fasi di realizzazione attuarsi nel 2010.

OBIETTIVI

Il progetto Koin si propone i seguenti obiettivi:

 

á      favorire l'integrazione nel tessuto sociale novarese da parte di giovani stranieri con un buon livello di scolarizzazione, stimolando l'uso delle rispettive competenze apprese a scuola e in ambito lavorativo-formativo, che verranno messe a disposizione degli utenti e delle loro famiglie nelle sedi di attuazione progettuale;

 

á      facilitare l'integrazione di minori stranieri a scuola, mediante il supporto di peer mediator che hanno giˆ attraversato, nel loro percorso di crescita, momenti di crisi (a scuola, nel lavoro, nel tempo libero) e ne sono usciti vincitori;

 

á      migliorare la percezione di governo della immigrazione sul territorio, mediante una comunicazione che stimoli nelle comunitˆ di immigrati l'emulazione verso l'integrazione e la cooperazione nelle comunitˆ locali piuttosto che la chiusura;

 

á      potenziare la rete di partnership creata dal progetto Futur Lab, con lĠobiettivo specifico di arrivare al coinvolgimento di 3-5 Circoli Didattici;

á      potenziare nello specifico le attivitˆ per minori, nel percorso formativo-educativo compreso tra i 4 e gli 11 anni;

I requisiti di partecipazione individuati per i candidati peer mediator richiedono:

q      una buona conoscenza della lingua italiana;

q      unĠetˆ compresa tra i 18-30 anni;

q      un monte ore settimanale di servizio di 20 ore.

 

 

5. MEDIATECA PER LĠINTERCULTURA E LO SVILUPPO SOSTENIBILE

 

LĠimpegno della Provincia di Novara volto alla promozione del dialogo interculturale, si  nel corso degli anni consolidato anche con la divulgazione di materiale (libri, DVD, riviste) di educazione alla mondialitˆ, con un patrimonio di oltre 500 documenti tra pubblicazioni, libri e materiali diversi da mettere a disposizione del pubblico per la consultazione ed il prestito dĠuso.

Al fine di tutelare il patrimonio documentaristico relativo allĠintercultura, raccolto nel corso degli anni, e garantire un costante aggiornamento e unĠattivitˆ di promozione sul territorio provinciale, soprattutto a favore delle scuole, anche per lĠanno 2009  stata rinnovata la collaborazione con lĠAssociazione Abacasch“ di Novara per lĠapertura e la gestione della ÒMediateca per lĠIntercultura e lo sviluppo sostenibileÓ.

La Mediateca offre unĠampia sezione di testi VHS e DVD sui temi dellĠintercultura, della gestione dei conflitti, del rapporto Nord/Sud del mondo, dei diritti umani, dellĠeconomia internazionale, dellĠeconomia solidale, dellĠambiente attraverso tecniche di animazione e giochi di ruolo. Permette al pubblico interessato di documentarsi sui fenomeni migratori da un punto di vista pedagogico e didattico, sociologico, filosofico, artistico e interculturale.

 

6. GLI INTERVENTI CONTRO LA TRATTA E LO SFRUTTAMENTO SESSUALE.

 

La Provincia  impegnata da anni al contrasto della tratta degli esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale, dramma questo che interessa per lo pi donne straniere anche minorenni, che vivono in assoluta schiavit.

Infatti dal 2000 partecipa con propri progetti agli avvisi del Dipartimento per i Diritti e Le Pari Opportunitˆ, in esecuzione dellĠart. 18 del D.Lgs. n. 286/1998, per lĠattuazione di programmi di assistenza e di integrazione sociale rivolti a persone vittime di tratta.

La realizzazione di questi progetti avviene tramite lĠAssociazione ÒLiberazione e speranzaÓ onlus, regolarmente iscritta alla seconda sezione del registro degli enti che operano a favore di cittadini stranieri ai sensi dellĠart. 52 comma 1 lett. B del DPR nĦ 394/99 e alla Sezione Provinciale del Registro delle Organizzazione di Volontariato, unico ente, in provincia di Novara, titolato ad attuare i programmi di protezione sociale previsti dalla legge a favore delle donne vittime di tratta.

In particolare lĠAssociazione opera per creare le condizioni psicologiche, sociali e materiali per garantire alle persone straniere, che si trovano nelle situazioni di cui allĠart. 18 del D.Lgs 25 luglio 1998 nĦ 286 o dellĠart. 13 della legge 11 agosto 2003 n. 228, il diritto di non prostituirsi, offrendo loro la possibilitˆ di sottrarsi ai condizionamenti delle organizzazioni criminali e realizzando, a favore delle interessate, percorsi individualizzati di inserimento socio-lavorativo.

Dal 2008 la Regione Piemonte, per dare pi incisivitˆ agli interventi realizzati sul territorio piemontese dalle Province e da Associazioni, si  candidata quale ente capofila per la presentazione del progetto denominato ÒPiemonte in rete contro la trattaÓ.

Il progetto avviato che avviato nel 2009 e che vedrˆ la conclusione ad agosto 2010,  stato finanziato dalla Provincia per euro 25.000.

I progetti, attuati dal 2000 ad oggi, a seguito di approvazione da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri, hanno interessato non sono solo la cittˆ di Novara, ma tutti i territori della Provincia toccati dal fenomeno della prostituzione su strada: Borgomanero-Cressa, Oleggio-Galliate, Pombia-Divignano, Varallo Pombia-Castelletto Ticino, Borgo Ticino-Arona.

DallĠinizio dellĠanno 2000 al 31 dicembre dellĠanno 2009, si sono raggiunti i

seguenti risultati:

 

Le iniziative previste dai progetti in questione sono state finanziate nella misura del 70% del totale della spesa a valere su risorse statali e nella misura del 30% sulle risorse dellĠEnte Locale proponente.

 

Come si  giˆ verificato nel corso degli anni precedenti lĠattivitˆ svolta al fine di contrastare il fenomeno della prostituzione ha continuato a destare vivo interesse da parte di vasti settori della cittadinanza.

LĠinteresse ha assunto anche la forma di coinvolgimento diffuso quando lĠopinione pubblica ha avuto, nel corso di iniziative allĠuopo organizzate, la possibilitˆ di acquisire la consapevolezza delle sofferenze e dei drammi provocati dal crimine costituito dalla Òtratta di persone a scopo di sfruttamento sessualeÓ.

Va inoltre sottolineato il rapporto instaurato fra lĠAssociazione e le Forze dellĠOrdine che  stato positivo, collaborativo e produttivo di significative convergenze.

LĠattivitˆ condotta in questi ultimi anni ha evidenziato sul territorio novarese che il fenomeno della prostituzione di strada si sta spostando negli appartamenti: le Forze dellĠOrdine hanno fornito una stima di 150 case di prostituzione, dove le donne vivono condizioni anche peggiori di quelle fruttate in strada; mentre restano invariate le modalitˆ di reclutamento e assoggettazione delle vittima da parte dei gruppi criminali.

 

7. ASSOCIAZIONE STUDI GIURIDICI SULLĠIMMIGRAZIONE (A.S.G.I.) DI TORINO.

 

In collaborazione con la Regione Piemonte sono stati realizzati quattro incontri di aggiornamento sulla normativa in materia di immigrazione e asilo, rivolto agli operatori degli Enti Pubblici e privati; gli incontri sono stati condotti da avvocati esperti in materia, in particolare sono state trattati i seguenti argomenti:

á      Le modifiche del testo unico sullĠimmigrazione apportate dal D.lgs. 5/2007 in materia di diritto allĠunitˆ familiare

á      Le modifiche al testo unico sullĠimmigrazione apportate dal D.lgs. 3/2007 per i soggiornanti di lungo periodo

á      Rapporti dello straniero con lo Sportello unico sullĠimmigrazione e con la pubblica amministrazione in generale in relazione alla documentazione degli stati, fatti e qualitˆ personali

á      Il pacchetto sicurezza: dallĠaggravante della clandestinitˆ alle modifiche al D.lgs 286/98 alle norme penali che riguardano lo straniero

á      Le diverse tipologie di espulsioni e i rimedi giudiziari

á      La libera circolazione dei cittadini comunitari e dei loro familiari disciplinata dal d:lgs 30/2007

á      Iscrizioni anagrafiche, al Servizio sanitario nazionale e altre problematiche relative al soggiorno dei cittadini comunitari e dei loro familiari

á      La condizione dei rifugiati o titolari di protezione sussidiaria, umanitaria o richiedenti asilo e la nuova procedura per il riconoscimento dello status di rifugiato: il D.lgs 251/2007 e il D.lgs 25/2008

á      Le Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale e i centri di identificazione

á      La tutela giurisdizionale.


LA COMPONENTE STRANIERA NEL COMUNE DI NOVARA

 

A cura di Sonia Medda

Comune di Novara

 

La realtˆ migratoria del Comune di Novara si configura come un sistema complesso, composto da gruppi comunitari eterogenei per origini e peculiaritˆ, la cui presenza sul territorio dˆ origine a processi in continua trasformazione.

Le principali variabili riconducibili ai flussi migratori presenti a Novara sono comuni allĠesperienza nazionale, ma si declinano diversamente in ragione della particolare evoluzione socio-economica del contesto locale.

Molte delle specificitˆ connesse alla popolazione straniera del territorio sono individuabili a partire dalle rilevazioni demografiche circa la composizione delle circoscrizioni territoriali, le aree di provenienza, il sesso e le fasce dĠetˆ. Tali dati, inevitabilmente, conducono a porre attenzione ai problemi ed ai punti di forza legati allĠinserimento sociale di persone provenienti dai pi diversi contesti geografici, culturali e sociali, senza dimenticare che la necessitˆ di fronteggiare in modo coerente il fenomeno migratorio, tra emergenza ed integrazione, richiede una riflessione non occasionale, ma un investimento a lungo termine da parte del territorio. é opportuno a questo proposito evidenziare i dati del 2009 riguardanti alcune tipologie di interventi comunali che vedono coinvolta anche la popolazione immigrata:

-       segretariato sociale (informazioni, accoglienza, filtro della domanda sociale);

-       servizio sociale professionale (presa in carico di nuclei familiari);

-       prestazioni di assistenza domiciliare;

-       contributi economici una tantum;

-       servizi rivolti a soggetti disabili: educativa territoriale ed inserimenti lavorativi;

-       frequenza di bambini negli asili nido comunali e convenzionati;

-       occupazioni degli alloggi di edilizia residenziale pubblica e assegnazioni dĠurgenza ad opera della Commissione O.P.E.CA. ÒOsservatorio Permanente Emergenza CasaÓ.

Accanto ai servizi indifferenziati, rivolti a tutti, autoctoni e non, sono state realizzate anche una serie di risposte speciali, dedicate ed emergenziali, tra cui in particolare:

-       interventi diretti alla tutela dei minori stranieri non accompagnati;

-       ospitalitˆ nei centri di prima accoglienza;

-       mediazione linguistico-culturale;

-       sportello informativo per stranieri dislocato nel Quartiere S. Agabio.

Infine, dato importante da rilevare  quello relativo ai Òmatrimoni civili mistiÓ tra persone appartenenti a contesti socio-culturali diversi, che rappresenta un indicatore significativo allĠinterno di una societˆ che tende al multiculturalismo.

 

1. Dati anagrafici degli stranieri del Comune di Novara

La crescita della presenza straniera nel Comune di Novara  stata negli ultimi anni molto evidente, essendo i residenti passati dai 3.492 del 2002 agli 11.764 del 2009. Al 31/12/2009 si contano sul territorio comunale 10.428 cittadini non appartenenti allĠUnione Europea e 1.336 comunitari. LĠ11,27% della popolazione totale, pari a 104.363 unitˆ,  pertanto costituito da cittadini non italiani.

STRANIERI PER AREA DI PROVENIENZA

 

MASCHI

FEMMINE

TOTALE

MAROCCO

1.219

972

2.191

ALBANIA

934

798

1.732

ROMANIA

446

493

939

UCRAINA

161

670

831

TUNISIA

447

251

698

NIGERIA

220

285

505

PERUĠ

197

253

450

TURCHIA

224

164

388

PAKISTAN

244

105

349

BANGLADESH

200

104

304

SENEGAL

212

83

295

CINA

142

141

283

COSTA DĠAVORIO

150

97

247

GHANA

145

100

245

SRI LANKA

116

98

214

BRASILE

57

117

174

ECUADOR

70

94

164

EGITTO

95

54

149

REP. DOMENICANA

43

103

146

 

Tabella 1 – Sono indicate le 19 principali nazionalitˆ presenti nel Comune di Novara su un totale di 122.

Figura 1

 

 

STRANIERI SUDDIVISI PER CIRCOSCRIZIONI

Figura 2


 

I dati sopra riportati si discostano solo lievemente da quelli rilevati nellĠanno precedente, tuttavia nel lungo periodo si possono rilevare alcuni cambiamenti a fronte di diverse costanti.

Analizzando i dati (vedi Fig. 1 e Tab. 1)  possibile notare che, anche per il 2009, i 2.191 cittadini marocchini costituiscono la comunitˆ straniera pi numerosa. Al secondo posto in ordine di importanza numerica si trova la comunitˆ albanese con 1.732 residenti, seguita, con 939 presenze, dai cittadini rumeni, la cui presenza  raddoppiata dopo lĠingresso della Romania nella Comunitˆ Europea (1Ħ gennaio 2007). BenchŽ questi ultimi costituiscano a livello nazionale la comunitˆ alloctona pi rappresentativa,  da notare per˜ che nel Comune di Novara dal 2008 al 2009 non si  assistito ad un loro ulteriore massiccio incremento (esso  pari a 93 unitˆ).

Rispetto allĠanno precedente, lĠaumento di presenze pi consistente  quello dei cittadini marocchini, distribuiti su tutte le circoscrizioni di Novara. Seguono la comunitˆ bengalese, quella pakistana, quella nigeriana e quella ucraina. LĠunica inversione di tendenza  rappresentata dalla diminuzione del numero di cittadini brasiliani (diminuiti dal 2008 al 2009 di 83 unitˆ).

Nel 2009, inoltre, anche lĠEgitto si colloca nella lista delle nazionalitˆ extracomunitarie pi rappresentate sul territorio comunale.

In relazione al continente di provenienza, si rileva una predominanza di popolazione africana su quella europea, ora al secondo posto per numero di presenze (specialmente extra-comunitarie). Importante  anche il numero di asiatici e americani (principalmente dal Sud-America), mentre si contano solo due presenze di cittadini provenienti dal Continente Oceanico.

é interessante a questo punto soffermarsi sulla particolare distribuzione delle comunitˆ straniere sul territorio (vedi Fig. 2). Sebbene esse siano in misura maggiore o minore distribuite in tutte le circoscrizioni, i gruppi pi consistenti di tutte le nazionalitˆ presenti a Novara si concentrano nel quartiere S. Agabio. Solo gli ucraini si discostano dalla tendenza generale, dato che si concentrano particolarmente, con un gruppo di 145 residenti, nella circoscrizione di San Martino. Fatta questa eccezione, S. Agabio risulta essere pertanto il quartiere pi attraente per gli stranieri, accresciutisi di 912 unitˆ dal 2006 al 2009, con un incremento medio di circa 300 unitˆ per anno.

In questo quartiere, il pi ampio demograficamente, il rapporto immigrati/popolazione residente  pari al 23,3%. Le nazionalitˆ pi rappresentative sono quella marocchina (838 residenti), seguita da quella albanese (395 residenti), tunisina (292 residenti) e rumena (128 residenti).

é possibile notare, dal 2006 al 2009, un progressivo e costante aumento del numero di residenti allogeni in tutte le aree della cittˆ di Novara, ad esclusione della circoscrizione Sud-Est. Essa ha visto infatti nel 2007 una lieve contrazione di presenze straniere, per poi registrare un nuovo aumento negli anni successivi. Nella zona di Lumellogno, dopo un triennio di stabilitˆ, nel corso del 2009 si  quasi triplicato il numero di residenti stranieri.

Le circoscrizioni Nord-Est, Porta Mortara, S. Martino e Centro si collocano, dopo S.Agabio, tra i primi posti per presenze di allogeni. Il trend incrementale nel quadriennio 2006-2009  in media di 400 unitˆ per ciascuna di queste zone. In particolare, al 31/12/2009 il rapporto stranieri/popolazione totale  pari al 16,3% per il Centro, 15,5% per il Nord-Est, 15% per Porta Mortara e 12,9% per S.Martino. Nelle altre aree della cittˆ gli stranieri rappresentano circa il 6% della popolazione residente.

 

SUDDIVISIONE PER SESSO

 

Figura 3

 

Rispetto alla rilevazione della variabile sesso,  interessante notare che, sebbene per la popolazione straniera complessiva (vedi Fig. 3) vi sia un sostanziale equilibrio tra presenze maschili e femminili, allĠinterno delle singole comunitˆ tale rapporto pu˜ risultare molto sbilanciato. Vi sono infatti gruppi in cui  netta la prevalenza maschile (Senegal, Pakistan, Bangladesh), mentre altri in cui sono le donne ad essere sovrarappresentate (Ucraina, Repubblica Dominicana e Brasile).

La spiegazione va ricercata nelle peculiaritˆ dei flussi migratori, definiti in relazione ad aspetti socio-culturali del paese dĠorigine e della societˆ di accoglienza. Per esempio, e ci˜ vale per tutto il territorio italiano, dopo lĠintervento legislativo finalizzato allĠemersione del lavoro irregolare degli addetti allĠassistenza e al lavoro domestico (art.1 Legge 102/2009), si sono messi in luce ed incrementati i processi che vedono coinvolte, principalmente, le figure femminili dellĠimmigrazione, specialmente per alcune nazionalitˆ.

 

 

SUDDIVISIONE PER FASCE DĠETAĠ

 

Figura 4

 

Dai dati riguardanti le fasce dĠetˆ sopra considerate (vedi Fig. 4), emerge una grande concentrazione dei cittadini stranieri nelle fasce di etˆ ÒattivaÓ, intendendo questa espressione con particolare riferimento alla capacitˆ di forza produttiva nel mercato del lavoro da loro espressa. La popolazione immigrata pu˜ quindi sostanzialmente definirsi come una Òpopolazione giovaneÓ (la maggior parte degli stranieri hanno tra i 16 e i 47 anni), dato che si oppone fortemente allĠanzianitˆ della popolazione autoctona. Le fasce dĠetˆ sopra i 60 anni sono infatti ancora rappresentate in misura molto piccola e piuttosto stabile negli anni (bassissimo il numero degli stranieri con pi di 80 anni ed esigua anche la percentuale degli ultrasessantenni). Ci˜ testimonia che continuano ad arrivare in Italia i giovani, le persone in etˆ lavorativa e i loro familiari, per esito delle pratiche di ricongiungimento. Vi sono poi le Òseconde generazioni di immigratiÓ, minori ricongiunti ai familiari o nati in Italia, che registrano incrementi sia numerici che in termini di integrazione sociale. Sono infatti beneficiari di maggiori strumenti di inserimento sociale, pur non essendo esonerati da ostacoli identitari e dalle difficoltˆ incontrate dal proprio nucleo familiare nella realizzazione del processo migratorio.

 

MATRIMONI CIVILI MISTI

 

Figura 5

 

Scorporando il dato (vedi Fig. 5) che concerne i matrimoni civili misti, si contano 60 casi di coppie miste, formate da uno straniero e un italiano; le unioni celebrate tra cittadini entrambi allogeni, di provenienza diversa, sono invece 12.

BenchŽ nel 2009 si assista ad una leggera riduzione del numero di celebrazioni,  fondamentale ricordare che i matrimoni misti costituiscono un importante processo di compenetrazione tra culture, valori e tradizioni. Sono infatti occasioni di confronto reale e profondo, spesso non facile, tra individui appartenenti a contesti culturali differenti ed indice di stabilizzazione del fenomeno migratorio. Tra le coppie miste  tuttavia possibile supporre la presenza di maggiori conflittualitˆ e fragilitˆ, connesse alle diverse concezioni culturali circa i ruoli genitoriali e coniugali e il modello di famiglia (sono 5 su 85 i divorzi tra coppie composte da immigrati e italiani e 2 tra stranieri di diversa nazionalitˆ).

Inoltre, non  da escludere la scelta di contrarre matrimonio come strategia finalizzata allĠingresso in Italia o allĠacquisizione di uno status giuridico privilegiato, come previsto dalla normativa in alcuni casi particolari.

 

2. Dati sui servizi erogati dal Comune di Novara a favore della popolazione straniera

2.1. Servizi rivolti a tutti i cittadini

A fronte delle istanze dei cittadini stranieri e italiani, il Comune di Novara eroga una serie di prestazioni ed interventi rivolti indistintamente ai titolari dei diritti sanciti dallĠOrdinamento del nostro Paese. Tra questi si riportano i dati dellĠanno 2009 riferiti ad alcuni dei servizi di competenza dellĠEnte Locale.

 

SERVIZI

v.a.

STRANIERI ITALIANI

v.r.

STRANIERI ITALIANI

Segretariato sociale (informazioni, accoglienza, filtro della domanda sociale)

771

849

47,27%

52,73%

Servizio sociale professionale (presa in carico di nuclei familiari)

708

2.069

25,50%

74,50%

Prestazioni di assistenza domiciliare

3

259

1,15%

98,85%

Contributi economici una tantum

310

382

44,80%

55,20%

Servizi rivolti a soggetti disabili: educativa territoriale

10

110

8,30%

91,70%

Servizi rivolti a soggetti disabili: inserimenti lavorativi

0

90

0%

100%

 

Tabella 2

 

 

 

FREQUENZA DI BAMBINI NEGLI ASILI NIDO COMUNALI E CONVENZIONATI

 

Figura 6

 

OCCUPAZIONI DEGLI ALLOGGI DI EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA

Figura 7

 

Le assegnazioni dĠurgenza di alloggi ad opera della Commissione O.P.E.CA. ÒOsservatorio Permanente Emergenza CasaÓ a favore di famiglie di cittadini immigrati, nellĠanno 2009, sono state 3 su un totale di 30.

 

é possibile notare dai dati riportati nelle tabelle e nei grafici precedenti (vedi Tab. 2, Fig. 6 e 7) determinate particolaritˆ nellĠaccesso degli stranieri ai servizi offerti che rispecchiano alcuni aspetti dei processi migratori.

In primis, la percentuale di Òpresa in caricoÓ di nuclei familiari stranieri rispetto a quelli italiani risulta sensibilmente pi bassa rispetto a quella relativa al numero di stranieri che accedono allo sportello di segretariato sociale comunale.

Si ricorda che il segretariato sociale ha lo scopo di orientare gli utenti nella rete dei servizi territoriali, offrendo spazi informativi, di ascolto, consulenziali e di accoglienza, mediante Assistenti Sociali che filtrano le richieste di chi si avvale dello sportello. LĠutenza viene quindi indirizzata allĠufficio, operatore, istituzione competente, dopo averne individuato lo specifico bisogno. A questo primo accesso ai servizi sociali non necessariamente segue una presa in carico che comporta interventi di servizio sociale professionale. Talvolta, infatti, la necessitˆ espressa dallĠutente che si presenta allo sportello  semplicemente informativa e di orientamento, altre volte la domanda non  pertinente al servizio e altre ancora non vi sono requisiti per erogare le prestazioni richieste.

Emerge inoltre dai dati raccolti che gli stranieri sono beneficiari principalmente di interventi di natura economica. Infatti, i contributi economici una tantum sono stati erogati a favore di non italiani nel 45% dei casi (nel 2008 si trattava del 23%).

Sono diminuite invece le assegnazioni dĠurgenza di alloggi di edilizia residenziale pubblica a nuclei familiari di immigrati, seppur non si sia risolto il problema abitativo, direttamente collegato allĠemergenza economica e lavorativa.

Occorre evidenziare che nellĠultimo biennio sono aumentati complessivamente i nuclei familiari, sia italiani che stranieri, che usufruiscono di prestazioni socio-assistenziali, in relazione alla particolare congiuntura economica ed occupazionale che sta attraversando il Paese. In un quadro generale di risorse scarse, gli immigrati vedono aggravarsi la propria condizione di disagio, poichŽ in genere privi di reti di solidarietˆ familiari e amicali stabili, che possano soccorrerli e attenuare in qualche modo gli effetti della crisi.

Restano costanti le cifre relative alle prestazioni di assistenza domiciliare per anziani e ai servizi per la disabilitˆ, interventi che rientrano tutti nei progetti di presa in carico, insieme ad altre tipologie di prestazioni non richiamate nella presente analisi.

Le basse percentuali di accesso degli utenti immigrati ad alcuni interventi socio-assistenziali, quali lĠassistenza domiciliare, lĠeducativa territoriale e gli inserimenti lavorativi per disabili,


 

possono essere spiegate da vari fattori. Su di esse incidono, ad esempio, la non adeguata conoscenza della rete locale dei servizi, il particolare approccio culturale alla ÒmalattiaÓ, la scarsa rilevanza numerica della popolazione straniera anziana (vedi Fig. 4) o ancora il fatto che la maggior parte dei progetti migratori continuino ad essere orientati allĠinserimento occupazionale di persone in etˆ e piena capacitˆ lavorativa (fermi restando i ricongiungimenti familiari a favore di persone disabili a carico e i soggiorni per cure mediche).

Per quanto concerne le rilevazioni riguardanti le frequenze di bambini stranieri negli asili nido, si pu˜ osservare un regolare incremento (seppur il valore percentuale del 2008 sia lievemente inferiore rispetto a quello dellĠanno precedente). Esso  dovuto in parte a un effettivo aumento sul territorio del numero di bambini nati da genitori immigrati, ma anche dalla necessitˆ per i genitori stranieri, quando sono entrambi occupati, di collocare i figli durante il giorno, in assenza di reti parentali in grado di prendersene cura. In 4 dei 17 nidi comunali e convenzionati, i bambini stranieri rappresentano pi del 50 % del totale. Negli altri nidi si riscontrano percentuali pi basse (dal 7% al 37%).

 

2.1. Servizi emergenziali e dedicati per stranieri

 

2.1.1. Interventi diretti alla tutela di minori stranieri non accompagnati

Per lĠanno 2009 sono stati tredici i minori stranieri non accompagnati in carico ai servizi territoriali: 1 ghanese, 2 albanesi e 10 marocchini. Il Comune  incaricato, in raccordo con le competenti autoritˆ di pubblica sicurezza, di collocarli in opportune strutture, Centri Educativi accreditati, sulla base di una procedura di tutela giudiziaria.

 

2.1.2. Ospitalitˆ nei Centri di Prima Accoglienza

Il Comune di Novara ha affidato ad una cooperativa, tramite appalto, un servizio di prima accoglienza residenziale dedicato alle cittadine extra-comunitarie in particolare difficoltˆ e ai loro figli, al fine di garantire un supporto iniziale per idonei percorsi d'integrazione. LĠappalto, con valenza per il triennio 2007-2010, prevede la gestione di 20 posti letto, suddivisi in quattro alloggi dati in gestione allĠATC:

a)    N. 8 posti in due appartamenti di Via Perrone, 7 (7 + 7);

b)    N. 6 posti in Piazza S. Caterina da Siena, 4;

c)    N. 6 posti in B.do Q. Sella, 14.

Inoltre, dal mese di aprile 2004, la Cooperativa suddetta ha messo a disposizione una struttura di n. 20 posti letto a Casalgiate, destinata allĠospitalitˆ maschile e a carattere di accoglienza esclusivamente notturna. Gli ospiti vengono accolti da personale della cooperativa che si occupa di individuare i soggetti in stato di bisogno e la sussistenza di requisiti per permanere nella struttura notturna e il loro trasporto presso Casalgiate.

Per lĠanno 2009, nei centri di prima accoglienza, si sono registrate 2.493 presenze di donne straniere, 4.579 di minori e 4.713 presenze maschili.

 

2.1.3. Servizio di mediazione linguistico-culturale

Alla fine del 2008 si  dato avvio ad una convenzione con ÒCaritas DiocesanaÓ di Novara, la quale fornisce agli Operatori dei Servizi Sociali, su chiamata, lĠintervento di mediatori linguistico-culturali di differenti nazionalitˆ. La loro azione  volta a facilitare la comunicazione tra assistente sociale italiano e persona o nucleo familiare straniero.

Per lĠanno 2009 sono state impiegate 295 ore di mediazione linguistico-culturale, di cui 265 prestate da una mediatrice araba, presente presso lo Sportello di Segretariato Sociale due volte a settimana. LĠintervento dei mediatori  di non secondaria importanza, non solo per risolvere i problemi di comunicazione linguistica che spesso impediscono di individuare i bisogni dellĠutenza, ma anche per sciogliere quei nodi dovuti alla non conoscenza del contesto socio-culturale di provenienza degli immigrati che accedono ai servizi.

 

2.1.4. Sportello Informativo per stranieri dislocato nel Quartiere S.Agabio

Dal 23 Novembre 2009  stato attivato uno sportello informativo per stranieri in una zona della cittˆ in cui la presenza di nuclei familiari di origine straniera  pi stabile e numerosa: il quartiere S. Agabio. Tale sportello costituisce uno spazio privilegiato e decentrato di orientamento allĠinterno di un contesto pi vicino allĠutente, nella logica di una politica dĠintegrazione dal basso finalizzata alla partecipazione pubblica.

LĠiniziativa, denominata ÒINFORMANDO: uno spazio di partecipazione attiva tra formazione ed informazioneÓ,  finanziata dalla Provincia di Novara ed  stata realizzata dal Comune in collaborazione con ÒCaritas DiocesanaÓ e ÒIAL CISL PiemonteÓ, presso i cui locali  ubicata la postazione. Hanno inoltre partecipato alla realizzazione, ancora in corso, alcune associazioni locali di stranieri e ÒAutomobile Club di NovaraÓ. QuestĠultimo soggetto provvede a fornire consulenza specifica in merito a pratiche automobilistiche e patenti.

Gli operatori addetti allo sportello sono mediatori linguistico-culturali e volontari delle associazioni di stranieri, che si occupano di fornire informazioni, ascolto e accoglienza, fungendo da ponte tra istituzioni e popolazione immigrata. Inoltre, il personale addetto allĠorientamento formativo e professionale mira ad incrementare percorsi regolari, fondati su progetti di vita a medio-lungo termine, attraverso lĠaccompagnamento nella definizione degli step fondamentali del percorso di integrazione nella societˆ dĠarrivo.

Vengono di seguito riportati alcuni dei dati relativi agli accessi al front-office dal 23 Novembre 2009 al 15 Maggio 2010, tenendo in considerazione che lĠapertura dello sportello  prevista per tre giorni a settimana.

NUMERO TOTALE ACCESSI

82

 

GENERE

N.

Femmine

49

Maschi

33

 

ETAĠ

N.

< 18

2

18-25

8

26-30

9

31-35

23

36-40

12

41-45

12

46-50

8

51-59

8

>60

0

 

LUOGO DI NASCITA

N.

Albania

4

Algeria

1

Bangladesh

2

Camerun

1

Colombia

1

Costa dĠAvorio

1

Cuba

1

Egitto

1

Ghana

1

Marocco

37

Nigeria

6

Per

1

Polonia

1

Repubblica Dominicana

3

Romania

1

Senegal

3

Tunisia

8

Ucraina

9

 

TITOLO DI SOGGIORNO

N.

Cittadinanza italiana

4

Cittadinanza U.E.

1

Carta di soggiorno

26

Permesso di soggiorno

49

Minore non accompagnato

2

 

TITOLO DI STUDIO

N.

CONSEGUITO ALLĠESTERO

55

Laurea

4

Diploma

15

Qualifica di formazione prof.le

3

Scuola di base

33

CONSEGUITO IN ITALIA

8

Diploma

2

Qualifica di formazione prof.le

4

Licenza media

2

 

TIPO RICHIESTA INFORMATIVA

N.

Lavoro

63

Formazione

13

Normativa soggiorno

5

Inserimento in comunitˆ accoglienza

1

Informazioni ACI

2

 

SITUAZIONE OCCUPAZIONALE

N.

Disoccupati

69

Occupati

9

Studenti

4

 

TIPO DI LAVORO RICERCATO

N.

Assistente familiare

13

Operaio specializzato

5

Operaio generico

38

Magazziniere

19

Saldatore

2

Idraulico

1

Falegname

2

Addetto pulizie

23

Elettricista

2

Operatore Socio-Sanitario

1

Sarto

1

Impiegata

1

Muratore, Manovale

17

Ristorazione

8

Tab. 3

 

Trattandosi di unĠiniziativa sperimentale non  possibile analizzare in modo approfondito le rilevazioni sopra riportate (vedi Tab. 3). Tuttavia alcuni dati meritano particolare attenzione.

Ci˜ che emerge prioritariamente  la principale affluenza allo sportello di stranieri disoccupati, in cerca di impieghi poco qualificati. Tale domanda  direttamente collegabile allĠinadeguatezza di percorsi formativo-professionali. Di fatto, sono solo otto gli utenti che hanno conseguito un titolo di studio in Italia.

Inoltre, si evidenzia un principale accesso di cittadini marocchini presso lo spazio informativo. In tale quartiere, come giˆ sottolineato sopra, essi rappresentano il gruppo comunitario pi numeroso.


LĠIMPRENDITORIA EXTRACOMUNITARIA IN PROVINCIA DI NOVARA

 

A cura di Tiziana Mazzon

Camera di Commercio Industria Agricoltura e Artigianato di Novara

 

Il forte sviluppo che negli ultimi anni ha caratterizzato il movimento migratorio verso lĠEuropa e lĠItalia rappresenta una realtˆ evidente anche in provincia in Novara, con effetti sia a livello economico che sociale.

La propensione ad avviare iniziative imprenditoriali da parte di persone nate al di fuori dei confini nazionali  andata progressivamente aumentando: gli stranieri, tradizionalmente legati a posizioni subordinate, si orientano sempre pi spesso verso una scelta indipendente, scelta motivata dalla volontˆ di inserirsi stabilmente nel mercato del lavoro e di migliorare la propria posizione professionale.

Nella sezione seguente viene illustrato, in particolare, lĠandamento dellĠimprenditoria extracomunitaria nel Novarese, attraverso i dati contenuti nel Registro imprese della Camera di Commercio, che raccoglie una serie di informazioni sul numero e sulle caratteristiche delle posizioni imprenditoriali riconducibili a stranieri.

Si precisa, a questo proposito, che una corretta lettura dei dati richiede la conoscenza di alcune indicazioni preliminari: il termine imprenditori viene qui utilizzato per indicare le posizioni imprenditoriali, ossia le cariche (titolare, socio, amministratore, altre cariche) che le persone possono ricoprire allĠinterno di unĠimpresa; la nazionalitˆ degli imprenditori, inoltre, viene desunta dallo Stato di nascita indicato nel codice fiscale, mentre la classificazione degli imprenditori quali extracomunitari rispecchia la composizione dellĠUnione Europea al 31 dicembre dellĠanno di riferimento (Romania e Bulgaria, quindi, rientrano nella categoria dei Paesi comunitari a partire dal 1Ħ gennaio 2007, mentre negli anni precedenti vengono conteggiati tra gli Stati extra-UE).

é importante precisare che le posizioni imprenditoriali sovrastimano per eccesso il numero degli imprenditori in quanto la stessa persona pu˜ essere attiva con pi cariche in imprese diverse; tali dati restituiscono, tuttavia, interessanti indicazioni sulle caratteristiche degli imprenditori di origine estera (Paesi di provenienza, ruoli ricoperti in azienda, etˆ, genere) e sulle attivitˆ da essi gestite (distribuzione settoriale e relativa incidenza sullĠeconomia provinciale).

Ai dati sulle cariche imprenditoriali si aggiungono, inoltre, le informazioni relative alla manodopera straniera, rese disponibili grazie al sistema informativo smail[10] (Sistema di Monitoraggio Annuale delle Imprese e del Lavoro).

Tali informazioni, aggiornate al 31 dicembre 2008, si riferiscono ai lavoratori dipendenti presenti nelle imprese attive localizzate in provincia di Novara ed appartenenti a tutti i settori di attivitˆ (ad esclusione dellĠagricoltura). Anche in questo caso, cos“ come per le cariche imprenditoriali, la variabile nazionalitˆ  ottenuta quale proxy della localitˆ di nascita.

 

In provincia di Novara, alla fine del 2009, le cariche riconducibili a cittadini stranieri risultano essere 3.593: di esse 764 si riferiscono ai Paesi comunitari, mentre le restanti 2.829 sono relative a persone nate al di fuori dei confini dellĠUnione Europea. Queste ultime, in particolare sono aumentate di +116 unitˆ rispetto al 2008, mettendo a segno una crescita tendenziale del +4,3% (a fronte del +11,3% registrato nellĠanno precedente).

Estendendo lĠorizzonte di analisi agli ultimi cinque anni si constata come lo sviluppo dellĠimprenditoria extracomunitaria, superiore al 41 per cento, sia determinato in misura prevalente dagli imprenditori provenienti dal Nord Africa e dallĠAlbania, che rispetto al 2005 registrano una variazione pari, nellĠordine, a +426 e +197 unitˆ.

 

1. Paesi di origine

 

Per quanto riguarda la provenienza degli imprenditori extracomunitari non si registrano variazioni significative rispetto al 2008: lĠAfrica continua ad essere lĠarea maggiormente rappresentata (44,5%), seguita dai Paesi europei non appartenenti allĠUnione Europea (27,7%), dallĠAsia (14%) e dallĠAmerica (11,8%).

AllĠinterno del continente africano emerge la zona settentrionale, con unĠincidenza del 33,7% sul totale degli imprenditori extracomunitari del Novarese; non trascurabile, e in lieve aumento rispetto al 2008, appare inoltre il peso rivestito dallĠAlbania (14,4%) e dalla Cina (7,8%).

La categoria ÒAltroÓ raggruppa i valori relativi a Turchia, Australia e Oceania, Giappone, Canada e non classificate.

 

Figura 2 – Distribuzione degli imprenditori extracomunitari per area di provenienza

[Fonte: elaborazione Camera di Commercio di Novara su dati Unioncamere – Movimprese, anno 2009]

 

 

2. Settori di attivitˆ economica

 

Le attivitˆ predilette dagli imprenditori extracomunitari sono quelle del commercio, con unĠincidenza pari al 30,4%; subito a ridosso segue il contributo delle costruzioni (27,2%), tradizionale settore di attivitˆ per un gran numero di cittadini immigrati che spesso finiscono per trasformare un rapporto di dipendenza in una forma di lavoro autonomo.

Figura 3 – Distribuzione degli imprenditori extracomunitari per settori di attivitˆ economica

[Fonte: elaborazione Camera di Commercio di Novara su dati Unioncamere – Movimprese, anno 2009]

 

 

Pi a distanza seguono le attivitˆ manifatturiere (10,9%) e i servizi alle imprese (10,1%).

LĠorientamento degli imprenditori ad inserirsi in un determinato settore di attivitˆ economica si rivela, inoltre, strettamente correlato allĠarea geografica di provenienza, come si pu˜ osservare in riferimento alla tabella 1.

Gli extracomunitari provenienti dalle regioni settentrionali dellĠAfrica, in particolare, operano prevalentemente nel commercio (38,9%) e nelle costruzioni (31,3%), comparto, questĠultimo, in cui si colloca anche la maggior parte degli albanesi (76%), mentre le preferenze degli altri imprenditori europei si rivolgono principalmente alle attivitˆ commerciali ed a quelle manifatturiere.

NellĠambito commerciale si concentra circa il 47% degli imprenditori cinesi, presenti in misura significativa anche nel settore manifatturiero (24,1%), oltre che nel comparto alberghiero e della ristorazione (19,5%).

 

 

SETTORI DI ATTIVITA' ECONOMICA[11]

 

A

D

F

G

H

I

K

Altre imprese

Albania

4

27

310

16

11

8

15

17

Turchia

0

20

2

2

9

8

1

7

Altri Paesi dĠEuropa

9

61

57

62

36

9

48

46

Africa Centrale, Orientale, Occidentale e Meridionale

3

24

15

164

5

38

32

25

Africa Settentrionale

0

60

299

371

27

46

96

55

Vicino e Medio Oriente

1

8

3

12

0

4

8

14

Cina

0

53

0

103

43

0

3

18

Altri Paesi Estremo Oriente

0

8

10

66

9

9

17

21

America Centrale e Meridionale

6

32

64

42

38

16

49

41

America Settentrionale

2

14

3

16

8

2

14

2

Australia e Oceania

0

1

1

1

5

0

2

3

Non classificate

0

1

5

4

0

0

1

1

TOTALE

25

309

769

859

191

140

286

250

Tabella 1 – Distribuzione degli imprenditori extracomunitari per settore di attivitˆ ed area di provenienza

[Fonte: Unioncamere – Movimprese, anno 2009]

 

LĠattivitˆ in cui si rileva la percentuale pi elevata di imprenditori provenienti dallĠAfrica (esclusa la parte settentrionale) risulta essere il commercio, con 164 unitˆ, pari al 53,6% dellĠintera area geografica.

Edilizia e servizi alle imprese sono i comparti in cui si registrano le presenze pi significative per quanto riguarda lĠAmerica Latina, con una maggiore concentrazione nelle costruzioni (22,2%). In riferimento allĠAmerica Settentrionale, invece, lĠincidenza del commercio supera di oltre 3 punti percentuali quella delle manifatture e dei servizi alle imprese, che si attestano entrambe al 23%.

 

4. Ruoli, etˆ e genere

 

Sotto il profilo dei ruoli rivestiti, i titolari o soci dĠimpresa extracomunitari risultano essere 2.147 (circa il 5% in pi del 2008), gli amministratori 597 (+2,9%), mentre si mantengono pressochŽ stabili le persone che ricoprono altre cariche, le quali ammontano ad 85 unitˆ.

Figura 3 – Classificazione degli imprenditori per nazionalitˆ ed etˆ anagrafica

[Fonte: elaborazione Camera di Commercio di Novara su dati Stockview – InfoCamere, anno 2009]

 

 

Considerando la distribuzione per etˆ, il 65,3% degli imprenditori  compreso nella fascia dai 30 ai 49 anni;  interessante notare, inoltre, come la quota di imprenditori di nazionalitˆ extra-UE si riduca notevolmente al di sopra dei 50 anni (19,1%), a differenza di quanto avviene per gli imprenditori italiani, i quali diminuiscono anchĠessi allĠaumentare dellĠetˆ anagrafica, ma in misura decisamente pi contenuta, passando dal 50,2% della fascia 30-49 anni al 36,5% degli over 50.

Un ulteriore elemento di distinzione  poi costituito dallĠetˆ media: quella degli imprenditori italiani supera ampiamente i 49 anni, a fronte dei poco pi che 42 rilevati per gli imprenditori nati al di fuori dei confini dellĠUnione Europea.

Circa un quinto delle cariche assunte da cittadini extracomunitari sono ricoperte da donne, le quali si orientano con maggior frequenza verso il commercio, il settore alberghiero e della ristorazione, i servizi alle imprese e le manifatture. I Paesi collocati ai primi posti nella graduatoria rosa delle nazionalitˆ sono Cina (15%), Marocco, Svizzera (entrambi al 10,5%) e Nigeria (7,3%), Paesi che, pur in ordine differente, occupano le prime quattro posizioni della corrispondente classifica regionale e nazionale.

Per quanto riguarda le cariche ricoperte da cittadine di nazionalitˆ extracomunitaria, il 70% corrispondono alla qualifica di titolare o socio, circa il 27% di esse a quella di amministratore, mentre appare decisamente ridotto il peso relativo ad altre cariche sociali (2,9%). Considerando le sole ditte individuali, si osserva come le imprese con a capo una donna nata in un Paese non appartenente allĠUnione Europea siano andate progressivamente aumentando nel corso degli anni, registrando un incremento di oltre 200 unitˆ nel periodo 2000-2009 ed arrivando ad incidere per il 7% sul totale delle imprese femminili individuali presenti in provincia di Novara.

 

5. Forma giuridica

 

Volgendo lo sguardo alla forma giuridica, si nota come la presenza di imprenditori nati al di fuori dei confini dellĠUnione Europea risulti particolarmente significativa in relazione alle imprese individuali. Andando a confrontare la consistenza delle imprese individuali complessivamente presenti in provincia di Novara al 31.12.2009, pari a 18.368 unitˆ, con quella delle ditte gestite da titolare extracomunitario emerge che queste ultime hanno raggiunto un peso del 10,3%, corrispondente a 1.899 realtˆ. LĠincidenza dellĠimprenditorialitˆ extracomunitaria consolida, dunque, lĠandamento positivo degli ultimi anni, registrando un aumento di 3,4 punti percentuale rispetto al 2005.

Il peso dellĠimpresa con titolare nato al di fuori dellĠUnione Europea assume, inoltre, particolare rilievo se valutato in riferimento a determinati settori – commercio, costruzioni e servizi alle imprese – allĠinterno dei quali, tuttavia, la presenza degli imprenditori extracomunitari tende a concentrasi in comparti a basso valore aggiunto, come lĠedilizia non specializzata, il commercio ambulante e lĠattivitˆ di imballaggio e confezionamento per conto terzi.

 

6. Occupazione dipendente

 

A fine 2008 i dipendenti con nazionalitˆ non italiana che lavorano nelle imprese attive novaresi ammontano a circa 8.800 unitˆ: tra di essi i lavoratori extracomunitari risultano essere 6.937, con unĠincidenza dellĠ8,4% sul totale dei dipendenti provinciali.

 

 Nazionalitˆ

INDUSTRIA

COSTRUZIONI

COMMERCIO

ALTRI SERVIZI

TOTALE

di cui uomini

di cui donne

 

 

 

 

 

 

 

 

Italia

34.954

6.000

12.279

20.770

74.003

42.260

31.743

Francia

88

12

35

52

187

86

101

Germania

117

19

29

86

251

145

106

Romania

210

311

57

414

992

614

378

Altri Paesi UE

138

38

68

188

432

172

260

 

 

 

 

 

 

 

 

Altri Paesi Europei

731

654

187

716

2.288

1.543

745

- di cui: Svizzera

185

24

51

97

357

203

154

- di cui: Albania

389

526

78

402

1.395

1.054

341

- di cui: Ucraina

82

71

30

132

315

168

147

 

 

 

 

 

 

 

 

Africa

1.246

556

214

872

2.888

2.301

587

- di cui: Marocco

496

319

69

364

1.248

996

252

- di cui: Senegal

429

27

29

72

557

515

42

- di cui: Tunisia

63

104

23

83

273

247

26

 

 

 

 

 

 

 

 

Asia

281

32

90

489

892

670

222

- di cui: Cina

154

1

57

62

274

152

122

- di cui: Pakistan

27

15

9

126

177

165

12

 

 

 

 

 

 

 

 

Nord e Centro America

72

14

20

76

182

83

99

 

 

 

 

 

 

 

 

Sud America

200

81

83

309

673

371

302

- di cui: Argentina

62

19

23

47

151

95

56

- di cui: Brasile

41

15

15

58

129

69

60

- di cui: Ecuador

27

16

8

66

117

60

57

- di cui: Per

39

18

23

84

164

93

71

 

 

 

 

 

 

 

 

Australia e Oceania

9

1

2

2

14

10

4

 

 

 

 

 

 

 

 

Totale

38.046

7.718

13.064

23.974

82.802

48.255

34.547

Tabella 2 – Dipendenti attivi in provincia di Novara secondo la nazionalitˆ, il settore di attivitˆ e il genere

[Fonte: SMAIL, anno 2008]


Considerando il Paese di provenienza, i pi numerosi sono gli albanesi (1.400), i marocchini (1.250) e i rumeni (un migliaio), seguiti poi da senegalesi (circa 600), svizzeri (oltre 350), ucraini, cinesi e tunisini (questi ultimi con un peso nellĠordine delle 300 unitˆ ciascuno).

Il comparto con la maggiore presenza di lavoratori stranieri  quello delle costruzioni, nel quale essi superano il 22% del totale dei dipendenti; segue, nellĠordine, il terziario, con una quota del 13,4%, mentre lĠincidenza della manodopera di nazionalitˆ estera appare pi contenuta nellĠindustria (8,1%) e, soprattutto, nel commercio (6%).

La quota di stranieri decresce allĠaumentare della classe di etˆ dei lavoratori. Tra i giovani fino a 24 anni, gli stranieri rappresentano nel 2008 il 15% dei dipendenti, con una ancora pi marcata prevalenza, in questa classe di etˆ, dei rumeni, degli albanesi e dei marocchini.

Considerando, inoltre, le due aree di riferimento dei Centri per lĠImpiego, quella con la pi elevata quota di lavoratori stranieri risulta essere Borgomanero, dove i dipendenti non italiani rappresentano lĠ11% circa dei dipendenti complessivi, contro il 10,4% dellĠarea di Novara.

Pi nel dettaglio, lĠarea di Borgomanero si caratterizza per maggiori quote di lavoratori marocchini e senegalesi, mentre  pi contenuta, rispetto a Novara, la quota di lavoratori provenienti dal continente asiatico.

 

7. Conclusioni

 

LĠimprenditoria extracomunitaria ha continuato ad espandersi in provincia di Novara con ritmi sostenuti: nel periodo 2000-2009 si  infatti passati da 992 a 2.829 cariche imprenditoriali, registrando un incremento a tre cifre, pari a circa il +185%, con un tasso medio di sviluppo annuo del +12% e punte superiori negli anni 2004 (+18%) e 2006 (+16%).

Figura 4 – Andamento dellĠimprenditoria extracomunitaria

[Fonte: elaborazione Camera di Commercio di Novara su dati Unioncamere – Movimprese, anni 2000-2009]

 

Particolarmente favorevole si  inoltre dimostrato lĠandamento delle cariche ricoperte da imprenditori rumeni (i quali, lo ricordiamo, vengono classificati tra i Paesi comunitari a partire dallĠanno 2007), con una crescita di 231 unitˆ nello stesso periodo di riferimento.

Figura 5 – Dinamiche di sviluppo dei settori di attivitˆ economica (base anno 2000=1)

[Fonte: elaborazione Camera di Commercio di Novara su dati Unioncamere – Movimprese, anni 2000-2009]

 

Settori di attivitˆ economica

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Agricoltura e Pesca

12

12

12

12

16

19

18

18

18

25

Attivita' manifatturiere

193

195

221

222

234

252

271

261

291

309

Costruzioni

144

169

208

277

352

461

593

599

711

769

Comm.ingr.e dett. rip.beni pers. e per la casa

232

298

370

427

517

594

689

754

835

859

Alberghi e ristoranti

95

107

103

112

122

133

145

157

181

191

Trasporti,magazzinaggio e comunicaz.

35

58

81

94

127

145

143

142

141

140

Intermediaz.monetaria e finanziaria

32

32

30

20

16

20

23

24

28

19

Attiv.immob.,noleggio,informat. e ricerca

117

133

148

165

166

181

218

268

296

286

Altri servizi

48

51

54

55

60

60

61

63

67

81

Imprese non classificate

84

92

126

127

139

139

165

152

145

150

TOTALE

992

1.147

1.353

1.511

1.749

2.004

2.326

2.438

2.713

2.829

Tabella 3 – Riepilogo delle cariche assunte da cittadini extracomunitari per settore di attivitˆ economica

[Fonte: Unioncamere – Movimprese, anni 2000-2009]

 

Sotto il profilo settoriale si riscontrano dinamiche di crescita differenziate: incrementi vertiginosi hanno interessato le costruzioni e le attivitˆ di trasporto e magazzinaggio: lĠindice di sviluppo di tali comparti, con base anno 2000=1 corrisponde, infatti, rispettivamente a 5,3 e 4. Degna di nota risulta anche lĠespansione del comparto commerciale (il cui indice  pari a 3,7) e quella dei servizi alle imprese (2,4), mentre il tasso di incremento delle rimanenti attivitˆ economiche si mantiene compreso tra 2,1 ed 1,6, con lĠunica eccezione dellĠintermediazione monetaria e finanziaria, che evidenzia una variazione negativa, perdendo 13 unitˆ.

I dati disponibili consentono di tracciare un profilo dellĠimprenditore extracomunitario insediato nel nostro territorio:  un uomo (77,8%), ha unĠetˆ compresa tra i 30 ed i 49 anni (65,3%), proviene con maggior frequenza dal Marocco (23,6%), dallĠAlbania (14,4%) e dalla Cina (7,8%) ed tende a concentrarsi nel commercio (30,4%) e nelle costruzioni (27,2%).

 

I numeri dellĠimprenditoria straniera in provincia di Novara al 31 dicembre 2009

Totale imprenditori stranieri

3.593

di cui comunitari

764

di cui extracomunitari

2.829

Peso % degli imprenditori stranieri sul totale

6,8%

di cui comunitari

1,4%

di cui extracomunitari

5,4%

Primo settore extracomunitari

Commercio (859 imprenditori)

Prima nazionalitˆ extracomunitari

Marocco (669 imprenditori)

 


DIVERSITË CULTURALE, IDENTITË DI TUTELA NEGLI AMBITI DI LAVORO

I lavoratori di origine non comunitaria negli archivi INPS: categorie e settori

 

A cura di Emanuela Coppa

INPS

 

La cura posta dallĠINPS nellĠapprofondire la presenza dei lavoratori immigrati nei suoi archivi, rientra nella sua tradizione di coniugare la responsabilitˆ istituzionale nel settore previdenziale con una forte sensibilitˆ sociale, dimostrata non solo nel mettere i dati a disposizione di una cerchia allargata di utenti, ma anche nel collegarli in un contesto improntato a una visione ampia, nella quale la legalitˆ si congiunge alla promozione della dignitˆ del lavoro.

Parlare di lavoro dipendente o autonomo, di durata dei rapporti, di qualifiche e retribuzioni, di ripartizione in settori e di prestazioni erogate, contribuisce a rendere gli immigrati una realtˆ meno astratta e meno lontana e pi vicina alle vicende che noi stessi viviamo.

In particolare i lavoratori dipendenti extracomunitari, pur rappresentando lĠ8% dei dipendenti totali, risultano concentrati in alcuni settori privilegiati di inserimento: edilizia, settore nel quale raggiungono il 15,3%, tessile e abbigliamento ( 10,8%), legno e mobili (10,7%).

Il quadro dellĠimmigrazione risulta complesso, molteplice e, a volte, contraddittorio; infatti, accanto agli indicatori positivi di integrazione, emergono indicatori di irregolaritˆ e di disagio, come la diminuzione delle iscrizioni nel settore domestico, indicativa di una estensione dei rapporti informali e sommersi, a fronte di un incremento di richieste nel cosiddetto Ômercato di curaĠ, evidenziato da tutte le analisi sociologiche

Un altro indicatore di irregolaritˆ e di difficoltˆ di inclusione  rappresentato dallĠincremento dei lavoratori immigrati individuati Ôin neroĠ,

Un focus specifico  stato dedicato al settore edile, che rappresenta uno degli ambiti occupazionali nel quale convivono maggiormente tendenze positive e altre problematiche; infatti accanto ad un incremento rilevante di lavoratori immigrati iscritti negli archivi INPS, registrato negli ultimi anni, si evidenziano fenomeni, come lo sfruttamento, lĠassenza di tutela, o lĠ aumento di modalitˆ mascherate di rapporto di lavoro, sotto forma di richieste di Ôpartite IVAĠ, che indicano il persistere di condizioni di debolezza che caratterizzano molti immigrati.

LĠIstituto  impegnato nel garantire a tutti i lavoratori immigrati e ai loro familiari il rispetto del principio di pari opportunitˆ di trattamento, rispetto ai lavoratori italiani, e di promozione dellĠaccesso alle tutele assistenziali e previdenziali, che rappresentano uno degli aspetti fondamentali dellĠintegrazione nella societˆ di accoglienza.

Il settore edile rappresenta uno degli ambiti lavorativi a pi alta presenza di lavoratori stranieri e, soprattutto, uno dei settori in cui  pi probabile che un immigrato inizi a lavorare nella prima fase di arrivo e di insediamento in Italia. A determinare questa situazione  un insieme di elementi, dalla pericolositˆ e dalla fatica fisica insita in questo tipo di attivitˆ, alla diffusione di lavoro svolto in nero, alla stagionalitˆ dello stesso, al livello retributivo spesso poco attraente per i lavoratori italiani. Il mercato del lavoro, soprattutto in questo settore, assorbe e necessita continuamente di nuova manodopera immigrata; infatti, lĠinserimento lavorativo degli stranieri assolve a due funzioni fondamentali, una di carattere sostitutivo, in quanto risponde alle esigenze di ricambio della popolazione in etˆ attiva, lĠaltra  invece complementare, a fronte del progressivo ÒabbandonoÓ da parte della popolazione autoctona di alcune attivitˆ lavorative ritenute ormai poco attraenti.

Sono soprattutto gli immigrati di pi recente arrivo ad accettare simili condizioni, in molti casi spinti dal bisogno economico, in altri dalla condizione di irregolaritˆ sul territorio.

Il ruolo dei lavoratori stranieri allĠinterno del mercato del lavoro ha ormai assunto dimensioni ragguardevoli. Tradizionalmente proprio tale canale rappresenta una delle principali modalitˆ di integrazione dei flussi migratori nelle societˆ locali di accoglienza.

La richiesta di immigrati nellĠindustria e nellĠartigianato  infatti andata crescendo, dovendo fare fronte a carenze di organici non colmabili con la forza lavoro locale, assente o non interessata .

Accanto a questo fenomeno che ha riguardato lĠindustria nel suo complesso, la presenza immigrata  diventata sempre pi rilevante anche in altri settori , dal lavoro di cura e nei servizi alla persona presso le famiglie italiane alle altre molteplici attivitˆ nel terziario e nellĠagricoltura.

La concentrazione del lavoro immigrato in determinati settori e mestieri emerge chiaramente anche dallĠanalisi della domanda di lavoro. Le previsioni di assunzione, che dedicano attenzione specifica alla rilevazione della domanda di lavoro immigrato delle imprese, si concentrano, per il terziario, nellĠambito dei servizi alla persona e dei servizi operativi alle imprese, di alberghi, ristoranti e servizi turistici, nonchŽ, per il secondario, nellĠambito delle imprese metalmeccaniche. Le figure pi richieste sono quelle di addetti alle pulizie (specializzati e non), camerieri, operatori di mensa e assimilati, addetti allĠedilizia (muratori e manovali) e manovali industriali .

In tale quadro la presenza di tale manodopera straniera consentirebbe la stessa sopravvivenza di imprese o perfino di settori che, senza di essa, cesserebbero di esistere o, almeno, di essere competitivi. Gli immigrati di prima generazione, quali la gran parte di quelli attualmente presenti sul mercato del lavoro, in quanto in genere mossi da ragioni di tipo economico, pi che di realizzazione personale e professionale, si dimostrano adattabili a ricoprire tali mansioni specie se il progetto di permanenza nel nostro paese  a scopo e tempo definito: guadagnare denaro sufficiente per migliorare le condizioni di vita proprie e dei propri familiari e rientrare nel paese di origine una volta raggiunto tale obiettivo.

La presenza della forza lavoro immigrata straniera sta giocando un ruolo crescente in termini sia quantitativi, di presenze numeriche, che qualitativi, visti i settori centrali in cui lĠofferta di lavoro immigrata si va a posizionare , il settore edile , grazie anche allĠassenza di fenomeni di scarsitˆ di manodopera, assicurata dagli stranieri, quello manifatturiero, quello dei servizi alle famiglie, permettendo a molte donne italiane di affrontare pi facilmente la conciliazione fra compiti casalinghi e di cura con quelli lavorativi.

La categoria per la quale nel corso del decennio (1999/2009) si rileva lĠincremento percentuale pi consistente  invece quella dei lavoratori autonomi.

I dati negli archivi dei lavoratori autonomi Artigiani e Commercianti confermano, dunque, quella crescente tendenza dei lavoratori immigrati a scegliere la via del lavoro autonomo (e, spesso, della vera e propria impresa), che ha rappresentato il principale elemento di novitˆ nelle dinamiche di inserimento dei migranti nel sistema economico-produttivo .

Scendendo nel dettaglio dei singoli settori, emerge come tra gli artigiani sia particolarmente rilevante la presenza di cittadini albanesi, e, in seconda battuta, dei romeni. Tra i commercianti, invece,  netta la prevalenza dei cinesi.  questo lĠambito occupazionale in cui si rileva la massima concentrazione di un unico gruppo nazionale.

Anche in agricoltura disporre di manodopera qualificata , soprattutto in alcuni periodi dellĠanno, costituisce un aspetto fondamentale per la sopravvivenza e lo sviluppo delle aziende agricole. Proprio il costante processo di diminuzione della forza lavoro in questo settore, ha contribuito in maniera determinante allĠinserimento di lavoratori immigrati e alla diffusione di un mercato del lavoro nero che riguarda lavoratori agricoli extracomunitari ma anche locali.

LĠagricoltura ha ancora un ruolo significativo nel sistema economico del nostro territorio, cĠ quindi ampio spazio per il lavoro immigrato, specie per quello di carattere stagionale. La qualifica di ÒextracomunitarioÓ  desunta dal tipo di contratto stipulato con il lavoratore al momento dellĠassunzione, e viene inserita al momento dellĠinstaurazione del rapporto di lavoro, ad integrazione di quanto indicato sul documento di identitˆ circa il paese di nascita, cos“ come previsto dalla modulistica INPS.

Come molte ricerche hanno pi volte messo in luce, inoltre, nei mercati deregolati dellĠagricoltura mediterranea, ad alto tasso di irregolaritˆ, il passaggio attraverso il lavoro saltuario e stagionale rappresenta spesso una prima tappa del processo di inserimento nel nostro paese. n seguito i lavoratori si spostano (spesso dal Sud al Nord) alla ricerca di opportunitˆ occupazionali pi stabili e strutturate.

Per concludere alla luce del grafico sottostante si pu˜ stabilire che la maggioranza dei lavoratori immigrati  impiegata come lavoratore subordinato, una larga fetta costituisce il lavoro domestico, mentre  in ulteriore espansione il lavoro autonomo, riservando per la nostra realtˆ uno spazio inferiore al lavoro agricolo.

 

Lavoratori di origine extracomunitaria per categoria occupazionale

Figura 1 - fonte: dossier statistico immigrazione caritas/migrantes. elaborazioni su dati INPS

 

 



[1] Documentari e film raccontano la storia di tanti bambini italiani vissuti per molti anni in Germania, nascosti nelle povere case a disposizione dei lavoratori migranti, sempre con lĠincubo di venire scoperti dallĠautoritˆ e ricacciati in Italia.

[2] Responsabile Centri Informazione Salute Immigrati (ISI)

[3] Servizio Sovrazonale di Epidemiologia

[4] Servizio Sovrazonale di Epidemiologia

[5] Fonti ISS: http://www.epicentro.iss.it/

[6] Non sono state utilizzate le schede modello ISTAT D12 in quanto non routinariamente disponibili sul livello di ASL

[7] Motore per lĠAnalisi Demografica ed Epidemiologica (MADE - SMART), servizio applicativo di RuparPiemonte disponibile nellĠarea riservata e protetta, accessibile dalle postazioni degli Enti pubblici connessi in RUPAR (http://intranet.ruparpiemonte.it/made/)

[8] Banca Dati Demografica Evolutiva della Regione Piemonte (BDDE Piemonte), database pubblico e di libera consultazione al sito www.regione.piemonte.it/stat/bdde/index.htm

[9] http://demo.istat.it/

[10] Il sistema informativo pu˜ essere consultato on-line allĠindirizzo http://novara.skemadata.it

[11] Si precisa che le lettere utilizzate nella tabella corrispondono ai seguenti settori di attivitˆ economica: A (Agricoltura, caccia e silvicoltura), D (Attivitˆ manifatturiere), F (Costruzioni), G (Commercio e riparazione beni personali e per la casa), H (Alberghi e ristoranti), I (Trasporti, magazzinaggio e comunicazione), K (Attivitˆ immobiliari, noleggio, informatica, ricerca), Altre imprese (Intermediazione monetaria e finanziaria, Istruzione, sanitˆ e altri servizi sociali, Altri servizi pubblici, sociali e personali, Imprese non classificate).