Il sacerdote: “Non ho falsato nulla, la mia chiesa solo un domicilio”

L’inchiesta su Padre Carlo passa a Napoli
Stranieri in piazza per lo sciopero “giallo”

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di Sergio Molino   
Giovedì 11 Febbraio 2010 - 22:41

Siracusa - Ha respinto ogni accusa, rispondendo alle domande dei giudici, padre Carlo D’Antoni, interrogato stamattina dai magistrati nell’ambito dell’inchiesta che lo vede coinvolto in un presunto giro di certificati falsi emessi per favorire l’immigrazione. Fornendo la sua versione dei fatti avrebbe chiarito di non aver mai voluto procurare documenti falsi e che il suo intento aveva esclusivamente fini solidali. Un’attività svolta completamente alla luce del sole e con l’approvazione di tanti parrocchiani che lo hanno supportato condividendone le finalità. Il suo unico ruolo era quello di concedere un domicilio, un punto di riferimento per i migranti che gli venivano presentati. Domicilio dunque e non residenza. Una differenza sostanziale che esclude l’obbligo di dimora, la quale veniva occasionalmente concessa a chi ne faceva richiesta secondo le disponibilità della sua parrocchia. Ospitalità che il sacerdote avrebbe fornito aprendo le porte della sua chiesa e utilizzando i banchi di legno come letti su cui trascorrere una notte sotto un tetto.

Assistito dai propri legali, Sofia Amoddio e Marzia Capodieci, padre Carlo avrebbe poi precisato che la sua iniziativa non è nuova nel mondo del volontariato. Altre associazioni solidali, infatti, adottano simili comportamenti nell’offrire assistenza. La sua parrocchia, avrebbe puntualizzato il sacerdote, fungeva da casa madre a cui fare riferimento per qualsiasi esigenza di ordine giuridico, morale, sanitario. Un indirizzo presso cui far pervenire le comunicazioni, una sede per i contatti ufficiali col il mondo esterno, ma i migranti erano comunque liberi di seguire la propria strada e di andare dove venivano loro offerte delle opportunità di lavoro. La struttura di volontari della parrocchia era comunque in possesso di tutti i riferimenti delle persone registrate, che spesso venivano contattate su richiesta degli uffici competenti trovandone riscontro. I giudici catanesi, durante l’interrogatorio, hanno comunicato la propria incompetenza territoriale notificando il trasferimento degli atti dell’inchiesta alla procura di Napoli. Saranno così i magistrati partenopei a proseguire nell’accertamento della verità e a valutare la gravità delle singole posizioni degli indagati. Al centro delle indagini rimane il presunto pagamento richiesto agli immigrati per avere in cambio le necessarie certificazioni con le quali regolarizzare la propria condizione. Potrebbe essere questo il principale nodo che gli inquirenti vorrebbero sciogliere. Il procuratore D’Agata, in occasione della conferenza stampa successiva agli arresti, aveva in qualche modo attenuato le responsabilità di padre Carlo affermando però che “il prete non poteva non sapere”. Per i magistrati sarebbe stata impiantata un’associazione a delinquere che “fabbricava” documenti ad hoc con un livello di coinvolgimento del parroco tutto da accertare.
Nella chiesa di via Alessandro Specchi continuano ad affluire numerosi segnali di solidarietà per il prete definito di frontiera, un religioso dai modi decisi, ma concreti. I parrocchiani hanno istituito un registro per la raccolta delle firme di quanti intendono dichiarare il proprio sostegno. Il prete, dal canto suo, ha affisso dietro la sua porta un invito agli amici perché non tentino di avvicinarlo, una violazione che se commessa comprometterebbe ulteriormente la sua situazione.
Dopo i primi giorni di sbandamento, i volontari e le associazioni, che orbitano attorno alla parrocchia, si sono riorganizzati e stanno proseguendo le attività in corso confermando gli impegni in programma. Il presidente della circoscrizione Akradina, Chiara Catera, rinnovando la propria solidarietà al parroco ha ricordato i contatti avuti il sacerdote per l’organizzazione della festa del Carnevale; mentre non si arresterà, hanno assicurato in sacrestia, la raccolta di cibi e vestiti da donare alla Caritas, la cui distribuzione è prevista proprio per domani mattina.
Assume, inoltre, un significato ancora più ampio la manifestazione nazionale degli stranieri che padre Carlo stava curando, per la città di Siracusa, in qualità di responsabile locale del movimento “primo marzo 2010”. L’iniziativa avrà comunque luogo , ha assicurato Stefania Ragusa, presidente nazionale del movimento, che oggi ha tenuto un incontro, nella parrocchia di Bosco Minniti, per definire ogni dettaglio. “Non sarà facile – ci ha detto – organizzare l’evento senza il supporto di padre Carlo. Il nostro non sarà uno sciopero etnico, come qualcuno lo ha definito, ma una riconferma dell’interculturalità sempre più presente nel nostro paese. Il nostro è un movimento meticcio – ha proseguito – che riunisce al suo interno italiani e stranieri e chiunque condivida il rifiuto del razzismo e delle discriminazioni verso i deboli”. Gli organizzatori lo hanno definito uno sciopero giallo durante il quale si proverà ad evidenziare l’importanza del lavoro svolto dagli immigrati per il sostegno dell’economia del paese. Cosa succederebbe se i quattro milioni e mezzo di immigrati che vivono in Italia, recita un volantino di propaganda della manifestazione, decidessero di incrociare le braccia per un giorno? Un fiocco giallo per aderire simbolicamente all'evento, gemellato con il francese "Journée sans immigrés: 24h sans nou”, che per una giornata richiamerà l’attenzione di tutti gli italiani sul tema stranieri e sulle barriere e i limiti che ancora resistono. Nella nostra città è previsto un corteo che si muoverà dal campo scuola “Pippo Di Natale” fino a raggiungere l’isola di Ortigia. Cassibile sarà probabilmente sede di un evento distaccato.
Tra le iniziative in corso di programmazione una via crucis che potrebbe coprire il percorso tra la chiesa e l’abitazione di Antonio Di Carlo, collaboratore del parroco, coinvolto nella medesima indagine.
 

Nella foto, in basso, Stefania Ragusa, presidente nazionale del movimento "Primo Marzo 2010"

 

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Ultimo aggiornamento: Venerdì 12 Febbraio 2010 - 09:20
 



 
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