Arrestato parroco vicino a immigrati, le associazioni: prete ammirevole

È considerato un "prete di frontiera" quello posto agli arresti domiciliari dalla polizia di Siracusa, su disposizione del Gip di Catania, nell'ambito di un'inchiesta su una presunta organizzazione che avrebbe gestito il rilascio di falsi permessi di soggiorno a clandestini

Padre Carlo D'Antoni, parroco della chiesa di Bosco Minniti, è, infatti, da molti anni impegnato nell'aiuto agli immigrati che arrivano in Sicilia: centinaia di extracomunitari che provenivano dal mare, dall'Africa, hanno trovato rifugio nella parrocchia di Bosco Minniti. Gli ultimi accolti arrivavano da Rosarno, dopo gli atti di violenza scoppiati in Calabria. La Chiesa di Bosco Minniti negli anni è stata trasformata dando più valore all«accoglienza»: l'altare è stato posto al centro, con tutti i banchi attorno. Sulle pareti sono comparsi anche simboli delle popolazioni dell'Africa.

Lo spazio una volta riservato all'altare è utilizzato la sera: vengono posizionati i tavoli e per un'ora diventa una mensa capace di accogliere un centinaio di persone. Poi via i tavoli, vengono distese le coperte ed i sacchi a pelo, e la chiesa diventa un dormitorio. Chi non dorme a terra, unisce i banchi per creare un giaciglio. Una scena che si è ripetuta di recente quando decine di immigrati sono arrivati non dal mare ma da Rosarno.

Padre Carlo aveva già lanciato l'allarme perchè, come ogni anno, nel periodo di marzo sono attesi centinaia di immigrati per la raccolta nei campi. I migranti invadono le campagne di Cassibile e di Pachino: momenti di tensione si erano sfiorati alcuni anni fa proprio con i residenti della frazione a quindici chilometri da Siracusa. Gli immigrati si erano accampati nelle campagne con inevitabili problemi di natura igienico sanitaria. Padre Carlo, insieme ai suoi collaboratori, erano voluto andare a Cassibile, e stare con loro. Aveva dormito e mangiato con i migranti per fare sentire loro che non erano soli. Padre Carlo, che ha lanciato l'allarme anche alle Istituzioni locali, ha sempre dichiarato che il suo obiettivo era una maggiore integrazione dei migranti nel territorio.

«Crediamo nella giustizia - ha spiegato un volontario - e siamo certi che le verità verrà alla luce, ma pensiamo che non siano vere le accuse che vengono mosse. Noi lavoriamo con la parrocchia per aiutare le persone, non per sfruttarle».
Solidarietà al sacerdote siracusano, è stata espressa da 12 associazioni. «Pur nel rispetto dell'operato della magistratura» hanno manifestato «forte sconcerto e incredulità per la gravità delle accuse formulate» esprimendo «sincera e massima
solidarietà a padre Carlo fiduciosi che l'esito dell'inchiesta in corso possa chiarire la sua posizione ed il suo operato». Lo
sostengono: Agire Solidale, Amnesty International, Arci, Centro Sociale Culturale Pio La Torre, Comitato 100 donne, Emergency,
Arcisolidarietà, Libera Siracusa, Arciragazzi, Jamii onlus, Stonewall Glbt, Legambiente. «Da anni Padre Carlo D'Antoni e la sua comunità svolgono un ruolo fondamentale nell'accoglienza degli immigrati e degli emarginati con ammirevole impegno e disinteressata dedizione - conclude la nota -, rappresentando per tutto il mondo dell'associazionismo e del volontariato un sicuro e determinante punto di riferimento».

09 febbraio 2010
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