Il Diario settimanale  (27 ottobre 1999)

 

 

 

IL GIORNO IN CUI GLI IMMIGRATI LASCIARONO LITALIA

 

di Massimo Ghirelli *

 

                                                                                                      Solo il 9,3 per cento

                                                                                                      degli italiani affermano

                                                                                                      che gli immigrati

                                                                                                      portano prevalentemente

                                                                                                      vantaggi.

                                                                                                      (Sondaggio Doxa,

                                                                                                       ottobre 1999)

 

 

Gregorio S., svegliandosi una mattina da sogni agitati, si domand la causa dello strano silenzio che regnava in casa. Di solito, lo stridulo chiacchiericcio tra la figlia Deborah e Bogena, la domestica polacca che le preparava la colazione, e soprattutto i lamenti del piccolo Alberto, che non voleva assolutamente alzarsi dal letto e andare allasilo, gli rendevano difficile assaporare i pochi, piacevolissimi minuti che precedevano la faticosa decisione di sollevarsi, guardare lorologio e cominciare finalmente la giornata.

Allung la mano verso il cuscino della moglie, ma fin per ficcarle un dito nellorecchio, facendola sobbalzare: anche lei dormiva ancora.  Eppure lorologio parlava chiaro: erano quasi le otto!

Cosa successo? Non ho sentito i bambini La moglie era gi in piedi, aveva spalancato la finestra, ed era corsa a vedere nella stanza dei ragazzi. Bambini, tardissimo, cosa fate ancora a letto? DovՏ finita Bogena?.  Non ne ho idea, mamma, si sar rotta la sveglia! E io oggi devo fare pure il compito in classe!: Deborah era gi volata nel bagno, anticipando il padre.

Scosso il piccolo Alberto che sera voltato dallaltra parte e aveva nascosto la testa sotto il cuscino, la signora Franca corse alla camera della polacca: vuota, il letto intatto; in cucina, tutto spento,  le tapparelle abbassate, il caff ancora da accendere. La ragazza si era volatilizzata, sembrava non avesse nemmeno dormito a casa.

Dove diavolo finita? E adesso chi li accompagna i ragazzi? Gregorio!!. Il marito era finalmente

riuscito a guadagnare il bagno: Non ce la faccio proprio, cara, ho un appuntamento al cantiere. Ho capito, ho capito, vado io  E il nonno?  Tanto Felipe ha le chiavi.

 

Dieci minuti dopo, la signora Franca era gi in macchina con i bambini. Ci voleva meno di un quarto dora fino alla scuola, e quella mattina il traffico era stranamente ridotto. Non per davanti allistituto, dove le automobili sostavano a decine, in seconda e addirittura in terza fila: i bambini tutti fuori, i genitori raccolti in capannelli a discutere, le insegnanti piazzate davanti ai cancelli a sbarrare lentrata. Ma cosa succede? La scuola chiusa. Pare che il Provveditorato abbia soppresso alcune sezioni, per mancanza di bambini Come, a met anno?. Sembrava che tutti gli alunni di provenienza straniera, che nelle elementari erano quasi il 40 per cento dei bambini dellistituto, fossero spariti, e con loro le loro famiglie. Senza studenti, met delle classi rimanevano sotto il numero minimo: e gli insegnanti rischiavano di perdere il posto, e andare a spasso

 

 

Affidati i bambini alla mamma di un compagno di scuola, che si era offerti di tenerli a casa per la mattinata, la signora Franca telefon a casa, per accertarsi che Felipe, il filippino che accudiva il nonno, fosse arrivato. Il nonno – che era un po svanito,  ma al mattino di solito sembrava quasi normale -  era agitatissimo: No che non arrivato! E adesso chi mi accompagna a prendere la pensione? Oggi lultimo giorno!. Non ti preoccupare, pap, ci penso io; avverto lufficio e vengo a prenderti a casa. Al telefono del lavoro rispose direttamente il capoufficio, che era gi furioso perch mancavano la met delle segretarie (Con la scusa dei bambini, dice che non trovano pi le baby sitter). Insomma, la polacca, il filippino, i ragazzini della scuola: praticamente gli extracomunitari erano spariti dappertutto. La signora Franca era sbalordita, e cominciava a innervosirsi. Forse dopo la posta, pens bene, era il caso di fare un po di spesa: se Bogena non fosse tornata prima di pranzo

 

Il nonno sembrava aver gi perso la lucidit del mattino: lo trov seduto in ingresso, senza il calzino sinistro, la camicia abbottonata tutta storta, la barba non fatta. Come faccio senza Felipe?  Ma tu sai dovՏ andato?  E sparito, sono spariti tutti!. Unora dopo erano alla posta, ma anche l li aspettava una brutta sorpresa: un gruppo di anziani aveva improvvisato una specie di sit-in davanti agli sportelli, e qualcuno pi arzillo saltellava ansimando: Chi non salta pensionato , !. Era successo che lInps aveva trattenuto cautelativamente tutte le pensioni del mese; avevano calcolato le mancate contribuzioni dei lavoratori immigrati scomparsi nel nulla e avevano deciso di sospendere i versamenti fino a data da destinarsi

Non cera niente da fare, ogni protesta fu inutile. Il nonno aveva perso completamente la bussola: la signora Franca lo mise in macchina quasi di peso, mentre invocava flebilmente il suo fedele filippino: Felipe. Attraversarono rapidamente il centro, e parcheggiarono lauto a pochi metri dal mercatino di quartiere. Resta qui, pap, faccio in un attimo. Ma anche il mercato era chiuso. Spariti gli stagionali africani e albanesi, dalle bancarelle erano scomparsi anche i pomodori, le carote, i piselli, le barbabietole. Dileguatisi i raccoglitori latino-americani e maghrebini, erano rimaste sugli alberi tutte le mele del Trentino e le annurche napoletane; e nessuno aveva tagliato e raccolto linsalatina della Val Trebbia, quella che piaceva tanto al piccolo Alberto. E anche il supermercato, su in piazza, era sbarrato, per limprovvisa mancanza dei commessi senegalesi, delle donne delle pulizie capoverdiane, dei facchini macedoni. Non restava che tornare a casa; anche perch il nonno dava ormai i numeri, e pi tardi bisognava anche recuperare i bambini parcheggiati dai loro amichetti.  E lufficio della signora Franca?

 

Di fronte al portone, pi che seduto, accasciato sul gradino del marciapiede, in un bagno di sudore, il signor Gregorio li accolse con una smorfia che voleva imitare un malinconico sorriso: Bella giornata, eh?. Era tornato prima dal lavoro, perch al cantiere, dove era arrivato tardi per lappuntamento, non cerano pi gli operai: tutti gli edili marocchini, le maestranze jugoslave e anche i due contabili pakistani, erano assenti ingiustificati. Perfino il vigilante, un ragazzone rumeno che entrava a malapena nella divisa, si era involato. Il cantiere era fermo, e i costruttori, i fratelli Caltabidone, stavano perdendo un milione per ogni ora di lavoro mancato

E non era bastato: sulla via del ritorno, il signor Gregorio aveva cercato inutilmente una stazione di servizio aperta, perch i benzinai della zona, quasi tutti extracomunitari, erano svaniti come tutti gli altri; quindi la macchina era rimasta senza benzina, e il nostro amico si era dovuto fare qualcosa come dieci chilometri a piedi, con la borsa sotto il braccio, arrivando a casa praticamente distrutto.

Dalla guardiola, intanto, era uscita in lacrime la moglie del portiere: il marito, un diligentissimo signore peruviano, con cui era sposata da oltre 12 anni, sera dissolto nel nulla dalla sera alla mattina. Non sar scappato con la vostra polacca, quella madonnina infilzata?. Non toccatemi la mia Bogena, che un tesoro, una ragazza preziosa!. Il marito blocc la signora Franca prima che investisse la povera portiera come un Tir impazzito: Macch scappato, si sono eclissati tutti, tutti gli immigrati, come unepidemia.

 

 

Lasciato il nonno dalla portiera piangente, Gregorio S. cerc di consolare la moglie, stringendola a s: Sai che facciamo? Andiamo a mangiare un boccone qui vicino, da Righetto, alla pizzeria.  La signora Franca non aveva affatto voglia di coccole: Non mi porti mai fuori a cena, e proprio oggi, che sono ridotta come una zingara. Per la fame cominciava a farsi sentire anche per lei: cos andarono alla pizzeria. Ma da Righetto era rimasto solo Enrico, il proprietario: pizzettaro e aiutante, entrambi egiziani, non si erano presentati al lavoro, e il forno era rimasto spento. Provarono alla trattoria allangolo: ma aveva chiuso per mancanza di camerieri ai tavoli. E naturalmente, manco a dirlo, il ristorantino cinese, due isolati pi avanti, quello famoso per la zuppa di pinne di pescecane, non aveva nemmeno aperto

 

 

I cinesi, quella mattina, erano evaporati, proprio come ravioli al vapore, anche dal circondario di Prato. Allalba, tutta la provincia, e in particolare San Donnino, un sobborgo di Campi Bisenzio, si era svegliata in un insolito silenzio: oltre duemila telai avevano inopinatamente smesso di sferragliare – come facevano, giorno e notte, ventiquattrore su ventiquattro, trecentosessantacinque giorni allanno – in altrettante piccole aziende gestite dagli oltre 15mila immigrati cinesi della zona; infaticabili produttori di maglie, borse, cinture e pellami di tutti i generi, e fornitori di migliaia di grossisti e negozi in tutta la regione. Nei capannoni, insieme officine e abitazioni, soffocati dallodore aspro del cuoio, le macchine da cucire, le vecchie Singer cromate o i nuovi modelli, luccicavano sinistramente. Anche l le scuole si erano svuotate, gli alimentari avevano buttato quintali di riso, i bar avevano perso i loro clienti, e avevano chiuso tutti i locali del karaoke, dove i pronipoti di Mao, con con la elle moscia e uno spiccato accento pratese, imitavano Albano e Orietta Berti: Finch la balca va, lascela andale.

 

 

A Batisolo della Morra, nelle Langhe, sulle colline che furono di Pavese e di Beppe Fenoglio, lenologo Sergio G. si aggirava smarrito lungo i filari del Barolo e del Barbaresco. Toccava  disperato gli acini che stavano gi perdendo la loro consistenza e il loro colore dorato, tirava via le sottili, ma tenaci ragnatele che gi avvolgevano alcune foglie, raccoglieva, a terra, i grappoli rovinati dagli uccelli. Gli addetti stagionali alla vendemmia, due su tre di origine extracomunitaria, avevano lasciato le vigne e abbandonato ai piedi delle piante i loro taglierini; diverse centinaia di immigrati, somali e senegalesi, per lo pi, che da anni si erano specializzati nel settore, e tornavano stagione dopo stagione a sfidare il freddo delle valli, serano persi nella nebbia del mattino: Erano musulmani – e lenologo si strappava i capelli come tralci ritorti –  il vino non lo bevevano, ma sapevano lavorarlo come pochi!.

 

 

A Mazara del Vallo, nel Trapanese, gli abitanti erano scesi tutti gi al porto, le donne col velo nero, le ragazze coi capelli al vento, in piedi sul molo come le comparse de La terra trema: nove pescherecci su dieci non erano potuti uscire per mancanza di uomini. Serano eclissati non soltanto i pescatori, ma tutti i residenti tunisini di quella che fino al mattino era la citt pi araba dEuropa. Nella casbah, il quartiere della citt vecchia abitato prevalentemente dagli immigrati, non si sentivano pi i passi veloci dei bambini, gi dalle scale della scuola araba, n il canto lamentoso del muezzin, con il suo lieve accento siciliano. Nella sede della Lik, lassociazione mista italo-tunisina, che organizzava feste e scambi interculturali, alcuni vecchi sindacalisti mazaresi staccavano malinconicamente i manifesti preparati per il ramadhan. Sulla banchina, le cassette del pesce erano vuote; le reti pendevano tristi dagli argani, mentre gli armatori salivano e scendevano dalle barche. come per controllare che i loro pescatori non si fossero nascosti nelle stive: N la bonazza n lo malutempo ci fece mai restari a terra accuss, tutti quanti simo!.

 

 

 

Ma anche in altre citt dItalia linopinata sparizione degli immigrati aveva creato il caos pi completo: nel Modenese, le fabbriche di piastrelle di ceramica erano state chiuse per limprovvisa mancanza degli operai africani; in provincia di Parma, la scomparsa degli indiani Sik, abilissimi

nellallevamento e nella cura delle vacche – considerato il rispetto manifestato verso questi nobili animali nella loro cultura – aveva messo in crisi non soltanto la distribuzione del latte, ma anche la lavorazione di diversi tipi di formaggio, essenziali per leconomia locale; analoga situazione a Mondragone, in Campania, dove i ghanesi impiegati nellallevamento delle bufale avevano disertato le fattorie, e la produzione delle mozzarelle si era bloccata da un giorno allaltro.

Poco lontano, a Villa Literno e in tutto il Casertano, i rossi pomodori sammarzano marcivano sotto un sole inclemente, abbandonati dai diecimila stagionali extracomunitari liquefattisi nella notte; anche a Borgo Mezzarone, non lontano da Cerignola, nel Foggiano, i tremila lavoratori stagionali avevano lasciato nelle peste i 250 abitanti del paesino, con quintali di ottima uva da vino ad appassire sui tralci.

Pi a nord, nella periferia di Verona, si dovette sospendere la produzione in tre fabbriche del marmo, che erano state riaperte di recente e andavano avanti soltanto grazie alla presenza degli operai specializzati, in gran parte centro-africani: in tutto il Veneto, rimasero vacanti circa 31mila posti di lavoro – posti per i quali gli imprenditori non erano mai riusciti a trovare candidati tra gli italiani.

A Reggio Emilia, per analoghe ragioni, furono spenti gli altiforni di una decina di fonderie, per la repentina fuga di tutti gli operai egiziani, che da dodici anni costituivano il nocciolo duro del comparto. Nelle province di Trento e di Bolzano, i minatori stagionali macedoni – che avevano sostituito la tradizionale migrazione portoghese – avevano lasciato le miniere di granito. A Brescia, la capitale del tondino, erano state nove le fabbriche metalmeccaniche costrette a fermare gli impianti e sospendere le forniture per linaspettata dfaillance degli oltre 15mila lavoratori immigrati impiegati nella zona.

A Ravenna, nella cooperativa di servizi El Karama (la dignit), una decina di dipendenti – tutti italiani – erano rimasti fuori dalla porta della ditta, mentre al telefono squillavano invano le offerte di lavoro. Il padrone dellazienda, Taoufik M., un giovane tunisino molto intraprendente, che aveva fondato la cooperativa diversi anni prima e aveva assunto subito il primo paio di italiani, era scomparso come gli altri stranieri; e con lui le chiavi dellufficio, e ogni possibilit di lavoro per il gruppetto di giovani che stazionava sotto i portici.

A Venezia, dopo il drammatico, se pur romantico, naufragio di due sposini in viaggio di nozze, colati a picco sotto il ponte di Rialto in una gondola mal costruita, il Canal Grande era stato occupato per protesta dai Maestri artigiani gondolieri. Da anni, nelle loro botteghe si formavano quasi soltanto apprendisti extracomunitari, paradossalmente gli unici rimasti a difendere la gloriosa tradizione delle originalissime imbarcazioni della repubblica dei Dogi.

A Catania, circa 1200 ragazze mauriziane serano involate dalle case della citt nuova: un corteo spontaneo di signore e signorine della buona borghesia locale, minacciosamente armate di padelle antiaderenti e manici di mocio vileda, attravers la citt fino al consolato delle Isole Mauritius, reclamando il ritorno delle loro fidate collaboratrici domestiche.

In una scuola elementare dellAbruzzo, dove erano venuti a mancare decine di scolari, i bidelli serano incatenati ai cancelli, per protestare contro la chiusura dellistituto e la mancata vendita delle pizzette durante lintervallo. A Roma, lOsservatore Romano usc il pomeriggio in edizione straordinaria, con un titolo a nove colonne sulle oltre duecento parrocchie rimaste senza sacerdote per limmotivata assenza dei preti stranieri; A Genova, la citt pi anziana della penisola, la Protezione civile dovette intervenire per assistere i vecchietti arterosclerotici, che privati dei loro accompagnatori asiatici, giravano per vicoli e carrugi senza pi riuscire a trovare la strada di casa. A Firenze, oltre 150 ristoranti cinesi, abbandonati, erano stati occupati dai tifosi viola, esasperati per la scomparsa di Batistuta e degli altri stranieri della squadra.

La situazione pi drammatica, forse, si dovette registrare nella provincia di Piacenza: dove il sindaco leghista di un paesino della bassa padania aveva rischiato il linciaggio da parte dei piccoli imprenditori locali, convinti che fosse stato lui – come aveva minacciato tante volte – a far andar via tutti i lavoratori extracomunitari, rendendo impossibile ogni attivit produttiva

 

 

Quella sera il ragioniere dello Stato, Monorchio, intervistato a reti unificate, forn un quadro dettagliato della catastrofe provocata dalla sparizione degli immigrati: 540mila lavoratori dipendenti in meno; 20mila lavoratori autonomi scomparsi; oltre 150mila famiglie italiane abbandonate dalle 60mila collaboratrici domestiche extracomunitarie; un buco di 166mila avviati al lavoro in meno ogni anno; una voragine previdenziale di 2.400 miliardi di contributi mancati, con fosche previsioni per lavvenire di oltre 9 milioni di pensionati. La ministra Turco, accanto a lui, snocciolava le cifre degli Affari sociali: 80mila banchi vuoti nelle scuole, 120mila mariti o mogli senza i rispettivi coniugi stranieri, un ulteriore calo demografico di quasi 2 punti in un paese che conta gi una percentuale di anziani del 23 per cento, tra le pi alte del mondo, destinata a raddoppiare in meno di cinquantanni. In un angolo, con le occhiaie pi profonde del solito, il ministro Visco, nellatto di annunciare un aumento delle tasse del 17 per cento, scoppi in un pianto dirotto

 

 

Ma Gregorio S. e sua moglie, la signora Franca, non stavano ascoltando il telegiornale: litigavano ormai da due ore, rinfacciandosi il vergognoso disordine della casa, rimproverandosi per non aver fatto la spesa,  biasimandosi lun laltra per aver abbandonato i bambini a casa degli amici. Protestando, lui, per la cena fredda e la camicia non stirata; e lamentandosi, lei, perch il capoufficio lavrebbe licenziata e lei non intendeva certo tornare a fare la casalinga e lui si illudeva se pensava di aver trovato una serva e quel rimbambito del nonno non era certo suo padre e se lo doveva sorbire lui e

Il signor S. quella notte fu spedito a dormire sul divano, mentre la signora Franca, ormai in preda a una crisi isterica, raddrizzava ululando tutte le stampelle di ferro della tintoria per farne spilloni da infilzare nel cuscino del marito; e il nonno si rigirava nel letto, invocando sommessamente il suo filippino.

Alle una e mezza Gregorio S. si infil il cappotto e prese le chiavi della macchina della moglie, deciso ad affogare la frustrazione in una bottiglia di whisky e qualche ora di trasgressione. Torn a casa allalba, con gli occhiali rotti e un occhio nero. Aveva scambiato una farmacista, la dottoressa Fabbretti, una vistosa mora di origini romagnole, per un viado brasiliano.

 

 

 

 

 

 

 

* Luoghi, cifre e circostanze riportate dallautore non sono di fantasia. I dati sono stati raccolti dallArchivio dellImmigrazione di Roma e dal Dossier statistico della Caritas 1999.