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2010 - Ministro Roberto Maroni
05.07.2010
Potenziare l'Agenzia di controllo dei confini e non lasciare soli i Paesi che per primi accolgono gli immigrati
Queste le linee d'azione che - secondo il ministro dell'Interno Maroni intervenuto alla Malpensa al convegno su 'Immigrazione irregolare: pratiche e buone prassi nei controlli alle frontiere' - devono essere perseguite nell'affrontare le questioni dell'immigrazione e dell'asilo«Non lasciare la responsabilità della gestione di questi immigrati solo in mano ai Paesi che li accolgono». A rilanciare la questione dell'accoglienza e dei richiedenti asilo è il ministro dell'Interno Maroni che oggi all'aeroporto di Malpensa ha preso parte alla presentazione di uno studio promosso dalla Sea su 'Immigrazione irregolare: pratiche e buone prassi nei controlli alle frontiere aeree'.
La soluzione va cercata attraverso un potenziamento dell'Agenzia di controllo dei confini, Frontex, «che vogliamo - ha detto il ministro - che non si occupi solo del pattugliamento ma anche di ciò che viene dopo l'ingresso dei clandestini. Frontex - ha proseguito - non deve gestire solo le frontiere ma anche tutte le pratiche per il rimpatrio dei clandestini con voli propri, finanziati da diversi Stati».
Maroni si è soffermato anche sulla attuale complessità in Europa della procedura per coloro che chiedono asilo: «Stiamo lavorando - ha detto - per renderla omogenea in tutti i paesi europei e per non lasciare gli oneri solo ai paesi di primo ingresso, cioè quelli di frontiera, che altrimenti risultano penalizzati».
Sull'ipotesi dell'apertura di un Centro di identificazione e espulsione proprio nei pressi dello scalo lombardo il ministro ha ribadito che «non è previsto un Cie a Malpensa, perchè prima di raddoppiare i centri dove ci sono già - come in Lombardia - bisogna aprirne nelle regioni che non ne hanno nemmeno uno».
Per quanto riguarda, invece, la sperimentazione dei body scanner negli aeroporti, Maroni ha annunciato che «proseguirà fino a settembre per garantire la massima sicurezza sul fronte della privacy», ribadendo «l'impatto zero sulla salute» per questo tipo di tecnologia.