La sottosegretaria
Stefania Craxi ha riferito oggi, alla III Commissione Affari esteri, in merito
al caso dei 245 uomini eritrei forzatamente condotti dal campo di Misurata al
centro di detenzione di Sabha, nella Libia meridionale, e li trattenuti - secondo
le testimonianze - in condizioni disumane e sottoposti a violenze. Il Governo
ha succintamente riferito in merito agli eventi, assicurando che fin
dall'inizio era stata interessata l'Ambasciata italiana a Tripoli, e che era
appena giunta la notizia della liberazione degli Eritrei e della loro
assegnazione - per interessamento del Ministro del Lavoro, a "lavori
socialmente utili". Con ci il Governo ha ritenuto il caso chiuso, come se
si fosse trattato di uno spiacevole incidente di percorso.
Sulla questione hanno
preso la parola con articolati interventi, i Senatori Marcenaro, Livi Bacci,
Marinaro, Perduca, Micheloni e Tonini, assolutamente insoddisfatti dalla
relazione del Governo, considerata limitata e reticente. Da tutti stato
sollevato un aspetto generale: le intercettazioni operate dal pattugliamento
congiunto Italo-Libico e il respingimento sul territorio libico dei migranti
irregolari, non consente di garantire, a coloro che ne abbiano diritto, la
possibilit di richiedere asilo. E la situazione assai peggiorata con la
chiusura da parte dei libici dell'Ufficio dell'UNHCR, cui consentito di
operare in una situazione di assoluta precariet e solo per quanto riguarda
situazioni pregresse. Non viene perci rispettato il principio base della
Convenzione di Ginevra del 1951, cio il diritto al "non refoulement"
(non respingimento) da parte di coloro che sono perseguitati e correrebbero
seri pericoli se respinti nel paese di origine. Il caso degli Eritrei
lampante: provengono da un paese che reprime duramente il dissenso; alcuni di
loro sarebbero transitati dall'Italia; a tutti stato negato, fino ad oggi, il
diritto di asilo. Situazioni analoghe riguardano alte migliaia di irregolari
respinti in mare dei quali nulla si sa. Il Trattato Italo-Libico di
Amicizia e Partenariato, agli articoli 1 e 6, richiama i principi del diritto
internazionale che debbono essere rispettati nella gestione dei flussi
migratori, ma l'Italia non sembra sollecita nel pretendere il loro integrale
rispetto, e tutti gli intervenuti hanno sottolineato l'urgenza che ci venga
esplicitamente fatto. Il Governo tende a negare o a minimizzare questi
aspetti che il caso degli Eritrei (la punta di un iceberg) ha posto in evidenza
nella loro drammaticit.
Il gruppo del PD
richiede con forza al Governo di aprire un aperto confronto con le forze
politiche circa i modi per assicurare il rispetto integrale dei diritti dei
migranti nella gestione dei respingimenti. L'attuale gestione contestata
duramente da molte ONG ed causa di preoccupazione di organismi
internazionali, dal Consiglio d'Europa alle Agenzie delle Nazioni Unite.
E' urgente inoltre che il Governo si adopri con rinnovato impegno nel
richiedere la riapertura, alla luce del sole, dell'Ufficio della UNHCR,
rafforzato nelle strutture e garantito da un intesa esplicita col Governo
Libico e l'Unione Europea. Si chiede inoltre che agli Eritrei del campo di
Sabha sia consentito di presentare domanda di asilo, e che il Governo si adopri
per consentirne l'insediamento in Italia e in altri paesi Europei. Infine il
Gruppo del PD ritiene urgente un'accelerazione delle trattative per un Trattato
dell'Unione Europea con la Libia, convenendo che le responsabilit della
gestione dei flussi irregolari nel Mediterraneo debbano gravare sulla comunit
dei paesi Europei, anche se sull'Italia non possono non ricadere responsabilit
preminenti. Va inoltre ricordato che il nostro Paese sostiene un onere - per
quanto riguarda l'asilo - proporzionalmente inferiore alla media Europea.