Secondo le stime dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati sono 805mila i rifugiati che nei prossimi 3-5 anni avranno bisogno di essere reinsediati in paesi terzi. Rimangono ancora basse però le quote annuali messe a disposizioni dagli Stati: appena 80mila.
Il reinsediamento per molti rifugiati rappresenta l'unica via per assicurarsi una condizione di sicurezza e una casa dove poter restare, dato che spesso il rimpatrio volontario non è una soluzione percorribile a causa del perdurare dei conflitti o del timore di persecuzione nei paesi di origine.
Le quote attualmente messe a disposizione dagli Stati sono 80mila, un numero troppo basso se si considera che, secondo le proiezioni dell'Unhcr, sono 805mila i rifugiati che nel 2011 avranno bisogno di un programma di reinsediamento e che per il 2010 si attestano intorno ai 747mila.
"Abbiamo l'obbligo di agire", ha dichiarato Antonio Guterres, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati. "C'è un crescente divario tra le esigenze di reinsediamento e i posti a disposizione. Mi auguro che sempre più paesi decidano di attuare programmi di reinsediamento o mettere a disposizione più posti".
Attualmente, il 90% dei rifugiati reinsediati ogni anno è accolto dagli Stati Uniti, da Canada e Australia. Tutti i paesi europei insieme mettono a disposizione il 6% dei posti per il reinsediamento. Tra questi, in cima alla lista si trova la Svezia con 1.900 posti. Ci sono poi Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Islanda, Irlanda, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Romania, Spagna e Regno Unito.
Nel 2009 l'Unhcr ha segnalato oltre 128mila rifugiati bisognosi di reinsediamento. Finora ne sono stati reinsediati 112.400, di cui 84mila con ll sostegno dell'Agenzia Onu.