OCSE - Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (a cura di)
"International migration outlook: SOPEMI 2010"
Nella maggior parte dei paesi OCSE è in calo la quota di immigrati regolari mentre tra quelli che vi risiedono cresce il livello di disoccupazione, che tra i giovani stranieri è salito al 14%, il doppio rispetto ai nativi. Gli effetti negativi sull'occupazione degli immigrati potrebbero essere ridotti da interventi governativi attraverso una più attenta informazione e puntando sul diritto di cittadinanza. Sono alcune delle considerazioni diffuse dall'OCSE nel suo ultimo rapporto sulle migrazioni internazionali.
Nel 2008 l'immigrazione regolare è calata del 6%, un declino che è proseguito nel 2009. Questo dato potrebbe incidere anche sulla crescita demografica dei paesi OCSE, dal momento che, tra il 2003 e il 2007, il 59% dell'aumento della popolazione è stato dovuto all'immigrazione e solo in Francia, Stati Uniti e Nuova Zelanda il principale motore dell'aumento demografico è stato l'incremento naturale della popolazione.
In misura generale, per quanto riguarda la crescita occupazionale nei paesi OCSE, il 51% è derivata dagli incrementi del tasso occupazionale dei soggiornanti e il 39% dalla migrazione internazionale, con notevoli variazioni nei diversi territori. Molti degli Stati che hanno sperimentato una crescita dell'occupazionale dovuta principalmente a una maggiore mobilitazione della forza lavoro soggiornante sono stati quelli con tassi occupazionali relativamente alti (oltre il 75%), quali la Danimarca, la Svizzera e la Svezia. Mentre, a eccezione del Regno Unito, i paesi nei quali l'incremento dell'occupazione è stato principalmente il risultato di apporti esterni hanno visto i propri tassi occupazionali attestarsi al di sotto della media OCSE.
Dal rapporto emerge che gli immigrati stanno sperimentando un grave aumento del tasso di disoccupazione. Mentre infatti la riduzione totale dell'occupazione giovanile tra i 15 e i 24 anni è stata del 7%, il declino si è attestato al doppio di tale livello per i giovani immigrati. Negli Stati Uniti per esempio la disoccupazione è salita al 15%, in Canada al 20% e nell'Europa dei 15 al 24%.
Secondo l'OCSE per ridurre gli effetti negativi sull'occupazione degli immigrati è necessario l'intervento governativo. Innanzitutto l'organizzazione internazionale suggerisce riforme politiche che consolidino la conoscenza e la comprensione pubblica dell'impatto economico, sociale e culturale dell'immigrazione. In questo senso un ruolo fondamentale è da attribuire ai media che dovrebbero dare maggiore copertura su questi temi. L'OCSE punta poi l'attenzione sul diritto di cittadinanza sottolineando che i naturalizzati tendono a godere di una migliore situazione nel mercato del lavoro. L'acquisizione della cittadinanza appare riguardare specialmente l'accesso degli immigrati a lavori meglio pagati e a impieghi nel settore pubblico.
SOPEMI 2010. Prospettiva sulle migrazioni internazionali (sintesi)