Gruppo Vaso di Pandora
Rom e Sinti,
tempo per un riconoscimento legislativo linguistico culturale
Assemblea Pubblica di confronto
e proposte. Roma 21 settembre 2010 – ore 14.00
Cari emici ed amiche,
con questa lettera vogliamo
fare il punto della situazione, tra gli aderenti e sostenitori delliniziativa
Vaso di Pandora per la difesa dei diritti delle popolazioni Rom, Sinti e
Camminanti che vivono in Italia, con il fine del rilancio di una riflessione ed
iniziativa sulla loro condizione sociale ed il riconoscimento formale dei loro
diritti in quanto minoranza, secondo il dettato dellart. 6 della Costituzione
italiana.
Abbiamo lanciato questa
iniziativa politica e culturale nellestate del 2008, dopo che la Presidenza
del Consiglio dei Ministri aveva emanato Ordinanze dirette a gestire –
con misure di forza - la cosiddetta emergenza zingari, sullonda di una
campagna di stampa di vera criminalizzazione di questa minoranza.
A due anni di distanza, non
molto si fatto sul piano della loro concreta integrazione e rispetto della
loro identit. Certamente non possiamo dire che si sia registrata linversione
di tendenza da noi auspicata, nel senso di una riflessione pubblica pi matura sulla
condizione zingara in Italia ed una ricerca di soluzioni condivise ed efficaci
volte a mettere fine allemarginazione e allesclusione di una minoranza
linguistica e culturale che conta su oltre 170 mila persone, due terzi delle
quali italiane o comunitarie.
E cresciuta comunque la
consapevolezza che la qualit della nostra democrazia si misura proprio sulla
capacit di gestire situazioni cos marginali, garantendo reali diritti di
cittadinanza anche a chi appare come una diversit. Sono in crescita le
iniziative di studio e proposte, a partire dallimportante convegno realizzato
a Milano da ASGI e Universit Bicocca, gli scorsi 16 – 18 giugno. A
livello accademico e di ricerca, certamente la questione della popolazione
zingara in Italia ormai considerata per quello che le spetta, un problema di
prima grandezza per antropologi, giuristi sociologi.
Ci pare anche che si sia molto
ridotto lallarmismo mediatico, ma su questo punto occorre mantenere un
elementare prudenza, perch certamente un qualsiasi nuovo episodio imprevisto,
ma non imprevedibile, pu fare da detonatore per ulteriori campagne
demagogiche.
Certamente, non risulta
esistere, nonostante la possibilit di accedere anche a fondi europei
finalizzati, un nuovo approccio delle politiche pubbliche, e in particolare
delle politiche sociali a livello municipale e regionale. Al contrario,
lannuncio di ampi e drastici tagli ai bilanci degli enti locali non potr che
ripercuotersi sui programmi sociali, specialmente a danno di coloro che hanno
debole o nessuna capacit di contrattazione politica. Sappiamo che non tutto va male: iniziative sono portate
avanti, per esempio, dallUfficio Nazionale Anti Discriminazione, e da molti
Comuni Italiani, ognuno con un approccio diverso e talvolta contraddittorio,
magari. Certo non si pu dire che non si stia facendo niente, ma neppure che le
cose stiano davvero migliorando in maniera sensibile.
Abbiamo sempre cercato di
evitare atteggiamenti protestatari, concentrandoci sul dialogo e le proposte:
abbiamo per esempio rivolto linvito alle autorit a parlare con noi e sopratutto
con esperti autorevoli in due assemblee: a luglio del 2008 ed a marzo del 2009:
ai sindaci ed ai Prefetti di Roma, Milano e Napoli, al Ministro dellInterno,
al Presidente della Camera, ad esponenti parlamentari, ad esperti.
Lidea era di mettere a
confronto punti di vista differenti
in un clima costruttivo di dialogo persino politicamente trasversale.
Eppure, a distanza di oltre
due anni dalle Ordinanze: urgenti per fronteggiare lo stato di emergenza in
relazione agli insediamenti di comunit nomadi nel territorio delle regioni
Lazio, Lombardia, Lazio e Campania, con nomina di tre Commissari straordinari
nelle persone dei Prefetti delle tre citt, si tornati al silenzio sul
dibattito pubblico. Oltre a un censimento della popolazione zingara, di per s
inutile perch ha raccolto dati gi noti, non esaustivi e rapidamente obsoleti,
le Ordinanze predisponevano precise misure dintegrazione dirette a tali
comunit, in modo particolare ai minori. A distanza di oltre due anni, ci
chiediamo e chiediamo: Cosa si fatto per attuare le previste misure
dintegrazione, che non siano lo smantellamento di alcuni campi e la
deportazione delle stesse persone in altri campi –ghetto? Cosa si fatto
per attuare misure concrete di accoglienza in materia di scuola per i bambini,
abitazioni per le famiglie e percorsi di formazione e avviamento al lavoro per
gli adulti?
Soprattutto, la
razionalizzazione dei campi nomadi effettivamente attuata almeno in alcune
citt, per esempio a Roma, quanto costa ? Lappalto della gestione
quotidiana dei campi nomadi risulta essere alquanto costoso per le casse dei
municipi interessati: che senso ha allora mantenere una situazione cronica
di disagio sociale ad alto costo, ma senza azioni positive che prefigurino il
superamento dei campi nomadi e la loro abolizione in prospettiva ?
Abbiamo sempre indicato nella
fine di quei centri di emarginazione ed alienazione che sono i campi nomadi
la chiave di una vera soluzione: la loro pretesa messa in sicurezza con un
aumento dei controlli non risolve, di per s, alcun problema, e tanto meno lo
hanno risolto azioni a mere finalit di comunicazione quali la presenza di
pattuglie dellEsercito in prossimit dei campi, quasi vi fosse un rischio
terroristico o chiss cosaltro.
A tutto questo si affianca la
questione pi generale del loro riconoscimento legislativo quale vera minoranza
linguistica e culturale, tema che rimanda alla necessit di adeguate forme autonome
di rappresentanza dei Rom e Sinti in Italia ed alla loro attiva partecipazione
ad una campagna a sostegno della proposta di legge. Va ricordato che la Legge
482 del 1999 (che riconosce lesistenza di 12 minoranze linguistiche) non
comprende quella dei Rom e dei Sinti.
Su questo piano ci potrebbe
essere a breve qualche novit: il comitato di esperti che ha organizzato il
convegno a Milano, ha anche preparato una bozza di proposta di legge per la
tutela e le pari opportunit della minoranza dei Rom e dei Sinti. Altre
proposte di legge sono gi state depositate negli ultimi anni in Parlamento, ed
oggi un gruppo di deputati e senatori sta valutando, assieme ad esperti,
sindacati, associazioni e rappresentanti di Rom e Sinti quali siano gli aspetti
inerenti il riconoscimento di una minoranza linguistico culturale per Rom e Sinti,
che abbiano priorit ed urgenza e se sia possibile sostenere in Parlamento
ununica proposta a carattere bi - partisan in questo senso.
Di tutto questo vorremmo
parlare in una nuova assemblea pubblica, che abbiamo convocato per il prossimo
21 settembre alle ore 14 a Roma. Il luogo esatto verr comunicato a breve.
Vogliamo che questo nuovo
appuntamento sia di lavoro, con lancio di iniziative concrete in direzione del
riconoscimento dei diritti di questo popolo, a partire da una proposta di legge
volta alla piena applicazione dellart. 6 della Costituzione (La Repubblica
tutela con apposite norme le minoranze linguistiche)
Si prega chi intenda
partecipare a questo evento dio mandare la propria adesione ad uno dei seguenti
indirizzi email:
Daniela
Carl
Luca
Cefisi
Christopher
Hein
Fabrizio
Molina
Piero
Soldini