Donne e sommerso
Il 47,4% dell'occupazione irregolare totale riguarda le donne.
Nel corso del suo intervento alla Camera dei Deputati, il ministro Sacconi ha sottolineato "Il lavoro sommerso è caratterizzato in numerosi settori in maniera preponderante - se non addirittura esclusiva - dall'invisibile ma consistente presenza femminile".
"La stima realizzata dall'Isfol nel 2007 ha fatto emergere alcuni dati che permettono di quantificarlo per aree geografiche e settori economici. Il dato si attesta a circa 1 milione 352 mila unità, pari al 47,4% dell'occupazione sommersa e irregolare totale, con sensibili differenze tra settori economici e aree geografiche".
La quota più elevata di donne "in nero" si rileva nel settore dei servizi (56,9%) e in particolare nei comparti dell'istruzione, sanità e servizi sociali (79,6%) e dei servizi domestici presso le famiglie (77,7%). L'area geografica a più alta "densità" di sommerso è il Nord, con una percentuale pari a 64,2%, contro il 31,5% per il Sud (e questo, in evidente contrapposizione con il sommerso "maschile", preponderante nel meridione). I datori di lavoro che occupano lavoro femminile irregolare sono, per lo più, imprese o strutture economiche di piccola o piccolissima dimensione, a volte cooperative di servizi che lavorano spesso in outsourcing, e famiglie.
Le motivazioni che inducono le lavoratrici a entrare nel mercato del lavoro in condizioni di irregolarità e a permanervi - rileva la Relazione dell'Isfol - sono collegate nella maggioranza dei casi (43%), alla assenza di altre opportunità di lavoro o alla necessità di integrare il reddito (6%). Per le straniere, tale modalità occupazionale è imposta, invece, dalla esigenza di un alloggio e/o dalla mancanza del permesso di soggiorno (4%)".
Fonte: Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali