"Prevedere al più presto un Piano d'azione nazionale per garantire il processo di integrazione e di civile convivenza alle popolazioni Rom e Sinti presenti nel nostro territorio". Così il Presidente dell'Anci, Sergio Chiamparino nel corso dell'audizione presso la Commissione per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato sulla condizione delle popolazioni Rom e Sinti in Italia.
Secondo l'Anci il Piano servirebbe a "rafforzare il lavoro dei sindaci" nei processi di integrazione socio-lavorativa e abitativa di queste comunità, a patto però che "gli oneri economici e politici" che derivano dalle "azioni di assistenza e integrazione siano condivisi con tutti gli organi di governo".
Ma quali sono le azioni da affrontare per favorire l'integrazione di queste popolazioni? Per i Comuni è necessario partire dal decongestionamento delle aree a maggiore concentrazione di presenze, prime fra tutte le aree metropolitane, per poi passare allo smantellamento dei campi e alla stabilizzazione di soluzioni abitative integrate nel territorio. Ma le azioni da mettere in campo sono anche altre: come si legge in un
documento presentato dall'Anci in audizione, si dovrebbero anche attivare interventi di scolarizzazione dei minori e di formazione professionale e inserimento lavorativo degli adulti, con particolare attenzione ai processi di emancipazione femminile.
Il Presidente Chiamparino è quindi passato a considerare il tema dei fondi europei. Diversamente dagli altri paesi europei, Francia, Germania e Spagna in testa, finora l'Italia non ha saputo accedere ai fondi comunitari proprio per la mancanza di un Piano nazionale che "a questo punto - ha ribadito Chiamparino - è diventato una priorità".
Nel suo intervento in audizione al Senato il Presidente dell'Anci ha quindi evidenziato il tema della legalità. "La tutela della sicurezza urbana - ha detto - rappresenta una prima e fondamentale condizione per una buona integrazione". Da qui l'impegno dei Comuni a collaborare con gli organi di governo per assicurare la legalità e scongiurare il formarsi di aree di degrado urbano. Aspetto centrale della legalità è quello della status giuridico dei cittadini Rom e Sinti presenti sui nostri territori. "La regolarità amministrativa - ha aggiunto Chiamparino - rappresenta un presupposto essenziale che permette ai sindaci di avere piena legittimità nell'attuazione di politiche di integrazione efficaci".
Tra i Comuni non mancano realtà che negli anni hanno sviluppato best practices per il sostegno alle popolazioni Rom e Sinti. Soltanto per citarne alcuni, Modena rappresenta un esempio per il superamento dei "macro-campi" e la creazione delle microaree, il Comune di Padova attraverso il metodo dell'autocostruzione ha promosso la realizzazione di 11 appartamenti, in cui risiedono 32 persone che vivevano nel campo nomadi, a Roma è stato istituto un Centro di pronta accoglienza per minori indirizzato soprattutto al contrasto alla mendicità infantile, Milano, infine, ha avviato progetti finanziati a favorire la scolarizzazione dei minori Rom e Sinti.
Per il Comune di Torino è intervenuto l'assessore alle Politiche sociali, Marco Borgione che ha presentato il progetto Equal Rom che ha avuto come obiettivi il supporto alla regolarizzazione, l'orientamento lavorativo e la ricerca attiva del lavoro. "Le comunità che raggiungono il nostro territorio - ha detto - sono alla ricerca di migliori condizioni di vita, e chiedono assistenza, un alloggio, occupazione per gli adulti, l'inserimento scolastico. Gli interventi sul territorio non possono restare svincolati da queste esigenze - ha detto Borgione - ma serve piuttosto un piano nazionale che oltre a garantire le azioni, sia anche in grado di fornire soluzioni ampie e chiare per l'integrazione delle nuove comunità nel nostro territorio".
Fonte:
www.anci.it