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Libri e Pubblicazioni : Consiglio d'Europa: "la politica italiana dei respingimenti viola il principio di non-respingimento"
(07/05/10)

La politica del Governo italiano di intercettare i migranti in mare e costringerli a tornare in Libia o in altri paesi non europei rappresenta una violazione del principio di non-respingimento. È la conclusione è cui è giunto il Comitato per la prevenzione della tortura e della pene o trattamenti inumani e degradanti (CPT) del Consiglio d'Europa a seguito della visita svolta nello scorso luglio in Italia.


In un rapporto pubblicato alla fine di aprile, il Comitato ha sottolineato che l'Italia è vincolata dal principio di non-respingimento indipendentemente dal luogo in cui esercita la sua giurisdizione. Inoltre, tutte le persone che rientrano sotto la sua giurisdizione dovrebbero poter avere la possibilità di richiedere la protezione internazionale e di fruire delle strutture di accoglienza. Secondo le informazioni a disposizione del CPT, tra maggio e luglio 2009, le autorità italiane non hanno offerto ai migranti intercettati in mare tali possibilità. Al contrario, alle persone rinviate in Libia è stato negato il diritto di ottenere una valutazione individuale del proprio caso, nonché un accesso effettivo al sistema di protezione dei rifugiati. Secondo quanto emerso dal rapporto, infine, la Libia non può essere considerato un paese sicuro in termini di diritti umani e di diritti dei rifugiati.

Il Governo italiano ha risposto alle accuse del Consiglio d'Europa con un rapporto nel quale definisce le operazioni effettuate lo scorso anno "rinvio di migranti intercettati in acque internazionali, su richiesta di Algeria e Libia", nonché operazioni di ricerca e salvataggio. Le autorità indicano che nel corso di queste operazioni, durante il periodo esaminato dal CPT, nessun migrante, una volta a bordo di una nave italiana, ha espresso l'intenzione di presentare richiesta di asilo. Inoltre hanno precisato che a bordo delle navi italiane era prevista la presenza di personale di lingua francese e inglese per fornire ai migranti informazioni in caso di richiesta d'asilo e, eventualmente, condurre il migrante sulla terra ferma. Riguardo alla Libia, Roma ha ricordato che il paese è vincolato dalle convenzioni internazionali che gli impongono di rispettare i diritti umani e ha ratificato la Convenzione dell'Organizzazione dell'Unità Africana del 1969 che disciplina gli aspetti specifici dei rifugiati in Africa, in base alla quale è tenuto a proteggere tutte le persone che sono perseguitate e che provengono da "aree a rischio". Infine nel documento si ricorda che per soddisfare le esigenze di tutela delle persone rinviate è stato istituito in Libia un ufficio dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.

Report to the Italian Government on the visit to Italy carried out by the European Committee for the Prevention of Torture and Inhuman or Degrading Treatment or Punishment (CPT) from 27 to 31 July 2009

Response of the Italian Government to the report of the European Committee for the Prevention of Torture and Inhuman or Degrading Treatment or Punishment (CPT) on its visit to Italy from 27 to 31 July 2009

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