Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Chiarimenti in merito alle linee guida e al regolamento relativo all'accordo di integrazione degli immigrati - n. 3-01060)
PRESIDENTE. L'onorevole Antonino Foti ha facoltà di illustrare l'interrogazione Baldelli n. 3-01060, concernente chiarimenti in merito alle linee guida e al regolamento relativo all'accordo di integrazione degli immigrati (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.
ANTONINO FOTI. Signor Presidente, signor Ministro, sappiamo che i flussi migratori verso l'Italia sono in aumento negli ultimi tempi e, naturalmente, incidono molto anche sull'assetto socio-economico del nostro Paese. Sappiamo che il Governo ha già adottato, nel corso dell'ultimo biennio, interventi legislativi integrativi, non solo della legge Bossi-Fini, ma anche integrazioni che riteniamo fossero urgenti. Le chiediamo, quindi, se è ancora urgente promuovere ulteriori politiche di integrazione a salvaguardia proprio della sicurezza sociale e della legalità.
Nei mesi scorsi, signor Ministro, ha annunciato a mezzo stampa - mi sembra ci fosse insieme a lei il Ministro Maroni - l'emanazione anche delle linee guida e del regolamento proprio dell'accordo di integrazione di cui parliamo oggi. Un accordo che prevede, per gli immigrati, una serie di adempimenti...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
ANTONINO FOTI. ...fra cui la conoscenza della lingua italiana, l'iscrizione alla scuola dei figli e così via. Chiediamo, pertanto, quali siano, all'interno di questo regolamento, i contenuti, le modalità e, soprattutto, le tempistiche che avete previsto.
PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha facoltà di rispondere.
MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, confermo, innanzitutto, all'interrogante che il Governo, nella sua collegialità, e in modo particolare su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, da un lato, e del Ministro dell'interno, dall'altro, sta varando dei provvedimenti. Mi riferisco al Piano nazionale per l'integrazione nella sicurezza e all'accordo di integrazione quale disposto dalla legge n. 94 del 2009. Questi due Pag. 20strumenti sono, ovviamente, correlati tra di loro. Il piano nazionale si chiamerà «identità e incontro» e come ho detto è un Piano nazionale per l'integrazione nella sicurezza, perché l'integrazione e la sicurezza sono due facce della stessa medaglia che si sostengono reciprocamente. Questo piano rifiuta, in una certa misura, l'idea del cosiddetto «assimilazionismo», perché sarebbe un atteggiamento arrogante da parte del Paese di accoglienza, ma rifiuta anche l'idea del cosiddetto multiculturalismo indifferente, per cui tutto è uguale. Queste due teorie portano ad un conflitto. Quello che abbiamo visto nella Tube di Londra è stata un'espressione del multiculturalismo indifferente o quello che abbiamo visto nelle banlieue è stata un'espressione dell'«assimilazionismo» arrogante. «Identità e incontro» significa sottolineare la nostra identità, tanto più che la nostra identità è un'identità aperta di per sé (la nostra cultura ci porta all'apertura, alla curiosità verso l'altro). Dobbiamo sottolineare la nostra identità e non togliere il crocifisso dalle pareti, perché la parete bianca, alla fine, genera il conflitto. Per questo, prevediamo nel piano «identità e incontro» non solo l'inserimento nel mercato del lavoro, e la promozione di un lavoro di qualità, ma la conoscenza della lingua, dei valori del Paese ospitante. Vogliamo lavorare per un alloggio dignitoso, per una pianificazione urbanistica che eviti il formarsi dei ghetti da cui nascono le violenze. Vogliamo lavorare per l'accesso ai servizi socio-sanitari-assistenziali, per dare ai minori non accompagnati una protezione, magari in sussidiarietà, attraverso le pratiche di affido realizzate da famiglie generose. Infine, vogliamo occuparci delle seconde generazioni.
Che cos'è l'accordo? L'accordo è, invece, lo strumento più immediato. Verrà anche questo varato presto, dovrà essere firmato all'atto della richiesta del permesso di soggiorno e dovrà comportare un impegno a conseguire, nei due anni che precedono il rinnovo dello stesso permesso, la conoscenza elementare della lingua italiana, la frequenza di un corso di educazione civica, per conoscere i principi della Carta costituzionale e della legislazione italiana. Ma l'accordo servirà anche per conoscere gli usi e costumi della nostra vita civile, il rispetto del diritto-dovere dell'educazione dei figli nell'età della scuola dell'obbligo, evitando ovviamente di perdere questi crediti magari per condanne a pene detentive, ma consentendo anche la possibilità di accumulare punteggi positivi, come ad esempio partecipando ad attività di volontariato, realizzando una forma di autoimpiego dai quali potrebbe arrivare un premio, un voucher formativo, un credito formativo.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Questa è la politica del Governo: tenere insieme integrazione e sicurezza. Solo nella sicurezza si costruisce un percorso di integrazione autentica; fuori dalla sicurezza vi è solo il disordine e la disintegrazione (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
PRESIDENTE. L'onorevole Foti ha facoltà di replicare.
ANTONINO FOTI. Signor Ministro, ci sembra che già le parole che lei ha usato riguardo a questo accordo «identità e integrazione» diano il senso dell'accoglienza. Siamo certi, quindi, che il percorso intrapreso dal Governo si inserisce nelle iniziative che affrontano in modo efficace e adeguato una problematica così importante che investe non solo la nostra nazione, ma l'intera Europa. Peraltro, questi aspetti che lei indicava, che riguardano le peculiarità, gli elementi essenziali dell'accordo, come la conoscenza della lingua italiana per almeno un biennio, l'iscrizione dei figli alla scuola obbligatoria, la conoscenza di norme fondamentali, della cosiddetta educazione civica, della nostra Costituzione, insieme agli aspetti comportamentali (ad esempio quello che lei ha definito il voucher di premialità), si inseriscono molto bene nella cultura di accoglienza nel nostro Paese.
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