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Sfida a Maroni, asili aperti ai figli di clandestini

Il Comune sfida le direttive del ministro Maroni e apre le scuole materne anche ai figli di famiglie immigrate senza documenti. La scelta è spiegata in due lettere dell'assessore all'Istruzione, Beppe Borgogno, a Roma: "Noi ammettiamo tutti. Dobbiamo garantire un percorso educativo". Ma nonostante la mancanza di ostacoli, sotto la Mole, diminuiscono le iscrizioni alle scuole d'infanzia dei bambini di nuclei "non regolari"
di Diego Longhin
Nessuna discriminazione. Anche i figli delle famiglie di immigrati senza documenti potranno frequentare le materne del Comune. Palazzo Civico, nonostante il decreto Maroni, tira dritto e permette ai sans papier di iscrivere i bimbi alla scuola dell´infanzia. E nonostante la mancanza di ostacoli sotto la Mole le richieste di iscrizioni dei bambini di nuclei extracomunitari che non hanno il permesso di soggiorno sono diminuite in maniera sensibile.

Un calo di un terzo abbondante rispetto agli anni precedenti, anche se l´assessorato alle Risorse Educative non ha ancora elaborato i dati delle preiscrizioni chiuse il 26 febbraio. Il trend sembra però già chiaro. E si può ipotizzare una chiave di lettura: le famiglie hanno paura di essere denunciate, dopo l´entrata in vigore del decreto Maroni sul reato di clandestinità, non appena si avvicinano a qualsiasi sportello pubblico, compreso quello per iscrivere il figlio alle materne. Insomma il fuggi fuggi provocato dalle nuove norme introdotte dal ministro agli Interni c´è stato. Ed è probabile che non valga solo per la scuola, ma per tutti gli altri servizi, compresi quelli sanitari.
La scelta del Comune di Torino è stata motivata, con tanto di lettere (la prima a luglio, la seconda a febbraio) inviate ai rappresentanti del governo e poi girate al ministero, dove l´assessore alle Risorse Educative, Beppe Borgogno, comunicava la decisione dell´amministrazione di «procedere secondo le forme e i modi fino ad ora adottati». Tradotto? Ammettere tutti, indipendentemente dal fatto che la famiglia abbia o meno il permesso di soggiorno.

La materna non rientra nelle deroghe della Maroni: non è considerata scuola dell´obbligo, anche se lo Stato e il Comune sono obbligati a fornirla. La possibilità di iscrizione senza documenti partirebbe dalle elementari. Ma Palazzo Civico, nelle lettere a cui non sono seguite però risposte, interpreta la questione in maniera più ampia. In sintesi: «La scuola dell´infanzia è propedeutica alla scuola primaria, quindi le materne rientrano nelle prestazioni scolastiche obbligatorie». Non solo. La denuncia del nucleo familiare è in contrasto «con la Costituzione, con la Carta dei diritti fondamentali dell´Unione Europea e con il diritto dei bambini ad avere dei genitori».
Il Comune ha deciso di «mettere in primo piano il diritto dei più piccoli ad avere una famiglia e ad avere un percorso educativo», sottolinea l´assessore Borgogno, nonostante il fatto che esistano leggi, come il decreto Maroni, che potrebbero mettere a rischio questo diritto fondamentale. Tema che sarà al centro del XVII convegno nazionale sui servizi educativi. Una tre giorni che aprirà i battenti domani al Lingotto.
(10 marzo 2010)
 
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