TRADUZIONE NON UFFICIALE

a cura di

BARBARA TERENZI, Fondazione Basso Sezione Internazionale e coordinatrice del Comitato per la Promozione e Protezione dei diritti umani

 

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Consiglio Diritti Umani

Gruppo di lavoro della Revisione Periodica Universale

Settima Sessione

Ginevra, 8-19 febbraio

Versione inedita avanzata

Bozza del rapporto

del Gruppo di Lavoro della Revisione Periodica Universale sullĠItalia

             II.      Conclusioni e/o raccomandazioni

85. Le seguenti raccomandazioni saranno prese in esame dallĠItalia, che fornirˆ le risposte in tempo debito e non pi tardi della XIV sessione del Consiglio Diritti Umani:

1.      Diventare membro dei rimanenti trattati per i diritti umani e valutare il ritiro delle proprie riserve, in particolare per quanto riguarda il Patto sui diritti civili e politici (Pakistan);

2.      Valutare la possibilitˆ, nellĠottica di un auspicabile ri-orientamento della politica europea, di ratificare la Convenzione internazionale di tutela dei diritti di tutti i migranti lavoratori e delle loro famiglie, pur se inizialmente con riserve (Algeria); prendere in considerazione la ratifica di tale Convenzione internazionale (Azerbaijan, Cile, Egitto, Repubblica Islamica dellĠIran, Messico, Filippine);

3.      Ratificare il Patto internazionale sui diritti civili e politici (Bosnia e Erzegovina, Kyrgyzstan, Nicaragua);

4.      Ratificare il Protocollo Opzionale alla Convenzione contro la tortura, in modo da permettere al Sotto Comitato per la Prevenzione di condurre le visite ai luoghi di detenzione, inclusi i centri di reclusione per migranti e richiedenti asilo, e anche quelli in cui vivono minoranze nazionali in modo da permettere al Governo di migliorare le condizioni di tali centri (Messico); ratificare il Protocollo Opzionale alla Convenzione contro la tortura (Azerbeijan, Repubblica Ceca); ratificare il Protocollo Opzionale alla Convenzione contro la tortura e adottare le misure necessaria per adempiere alle sue obbligazioni (Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord);

5.      Ratificare la Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalla Sparizione Forzata (Francia);

6.      Valutare di ratificare il Protocollo Opzionale alla Convenzione contro la tortura e la Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalla Sparizione Forzata (Cile);

7.      Ratificare la Convenzione del Consiglio dĠEuropa di azione contro la tratta di esseri umani (Kyrgyzstan);

8.      Incorporare il crimine di tortura nellĠordinamento interno, come raccomandato dal Comitato contro la Tortura (Olanda); incorporare nellĠordinamento interno il crimine di tortura e la correlata definizione di tortura come richiesto nellĠarticolo 1 della Convenzione contro la tortura (Repubblica Ceca); intraprendere i passi necessari per incorporare il crimine di tortura nellĠordinamento interno cos“ come definito dallĠarticolo 1 della Convenzione contro la tortura (Nuova Zelanda);

9.      Assicurare che gli emendamenti alla legge sulla immigrazione siano in accordo con gli obblighi esistenti in base al Patto internazionale sui diritti civili e politici (Spagna);

10.    Garantire che i provvedimenti nel pacchetto sicurezza siano in pieno accordo con i suoi obblighi derivanti dal diritto internazionale (Austria);

11.    Considerare di creare al pi presto una istituzione nazionale per i diritti umani che sia in accordo con i Principi di Parigi (India); continuare i propri sforzi per creare una istituzione nazionale per i diritti umani, con un mandato per la promozione e protezione dei diritti umani conforme ai Principi di Parigi (Burkina Faso); continuare nei propri sforzi per la stesura di un disegno di legge per la creazione di una istituzione indipendente per i diritti umani che funzioni in maniera indipendente ed in linea con i Principi di Parigi (Kuwait);

12.    Intraprendere i passi necessari per accelerare gli sforzi attuali per la creazione di una istituzione indipendente per i diritti umani (Algeria); accelerare il processo verso la creazione di una istituzione indipendente nazionale per i diritti umani conforme con i Principi di Parigi (Filippine); accelerare gli sforzi verso la creazione di una istituzione indipendente nazionale per i diritti umani conforme con i Principi di Parigi (Malesia);

13.    Creare una istituzione nazionale per i diritti umani, come prioritˆ, in accordo con i Principi di Parigi (Pakistan); creare una istituzione nazionale indipendente per i diritti umani (Repubblica Islamica dellĠIran); creare una istituzione nazionale indipendente per i diritti umani in accordo con i Principi di Parigi (Azerbaijan); adottare al pi presto il progetto di legge per la istituzione nazionale indipendente per i diritti umani in accordo con i Principi di Parigi (Francia); completare il procedimento per la creazione di una istituzione nazionale per i diritti umani in accordo con i Principi di Parigi (Bosnia e Erzegovina); creare una istituzione nazionale indipendente ed autonoma conforme con i Principi di Parigi e con lĠassistenza tecnica dellĠ OHCHR (Cile);

14.    Creare la propria istituzione nazionale per i diritti umani in accordo con i Principi di Parigi entro la fine del 2010 (Danimarca);

15.    Continuare gli sforzi per creare una istituzione indipendente per la promozione e protezione dei diritti umani e delle libertˆ fondamentali, e anche un ente nazionale indipendente per la promozione dei diritti dei minori (Federazione Russa); creare un ombudsperson per i minori in accordo con i Principi di Parigi (Norvegia);

16.    Rafforzare lĠUfficio Nazionale contro la Discriminazione Razziale per quanto concerne la sua capacitˆ di fornire assistenza alle vittime e aumentare la consapevolezza (Filippine); rafforzare il mandato dellĠUfficio Nazionale contro la Discriminazione Razziale (Bosnia e Erzegovina); rafforzare il mandato e lĠindipendenza dellĠUfficio Nazionale contro la Discriminazione Razziale in linea con i Principi di Parigi (Pakistan); ); rafforzare lĠazione dellĠUfficio Nazionale contro la Discriminazione Razziale per garantire la migliore protezione concreta alle vittime di atti di discriminazione ed intolleranza (Algeria);

17.    Sviluppare un piano nazionale integrato per i diritti umani in accordo con la Dichiarazione e il Programma dĠAzione di Vienna (Repubblica Islamica dellĠIran);

18.    Aggiornare e rendere pi ampio il suo Piano di Azione Nazionale contro il Razzismo in consultazione con la societˆ civile e le comunitˆ coinvolte (Canada);

19.    Ampiamente pubblicizzare il proprio Piano di Azione Nazionale contro il Razzismo e promuoverne la pi completa realizzazione (Canada);

20.    Aggiornare il piano di azione nazionale e mettere in atto ulteriori misure concrete per stimolare tolleranza e prevenire discriminazione e xenofobia, con particolare riguardo alla situazione dei Rom e Sinti (Olanda);

21.    Adottare misure per eliminare la discriminazione nei confronti dei segmenti vulnerabili della popolazione tenendo conto di quanto indicato nella Dichiarazione di Durban e del suo Piano di Azione del 2001 e del documento emerso dalla Conferenza di Revisione di Durban nel 2009 (Belgio); continuare i propri sforzi per rafforzare una cultura di tolleranza per eliminare tutte le forme di discriminazione nei confronti dei gruppi vulnerabili (India);

22.    Continuare i propri sforzi nella lotta contro i comportamenti e le tendenze discriminatorie e razziste (Yemen); proseguire nella sua politica per combattere la discriminazione in modo speciale alla luce dellĠaumentato numero di atti di razzismo (Libano);

23.    Porre in essere una ampia serie di misure per contrastare razzismo e discriminazione razziale e combattere in maniera pi risoluta tutte le sue forme e manifestazioni, con particolare attenzione a piattaforme politiche razziste e xenofobiche (Repubblica Islamica dellĠIran);

24.    Porre in essere misure pi efficaci per combattere la discriminazione razziale, in particolare contro gruppi vulnerabili di donne, in modo particolare Rom e migranti, e anche misure per rafforzare il rispetto dei loro diritti umani con tutti i mezzi possibili (Cile);

25.    Eliminare tutte le forme di discriminazione contro la comunitˆ Rom, le minoranze religiose ed i migranti e garantire loro pari opportunitˆ per il godimento dei diritti economici, sociali e culturali, compresa la educazione, la salute e la casa (Bangladesh);

26.    Adottare le misure necessarie per prevenire la discriminazione nei confronti delle minoranze e contribuire ad una immagine positiva dei migranti nel paese (Uzbekistan);

27.    Adottare misure pi efficaci per eliminare la discriminazione nei confronti dei non-cittadini rispetto alle condizioni di lavoro ed ai requisiti per lavorare, adottare una legislazione che vieti la discriminazione nellĠimpiego e adottare ulteriori misure per ridurre la disoccupazione fra i migranti (Egitto);

28.    Adottare misure amministrative e legali contro coloro i quali perpetrino atti di natura razzista nei confronti di Rom, Sinti, migranti e musulmani (Bangladesh); condannare fortemente gli attacchi a migranti, Rom e altre minoranze etniche, garantendo che tali attacchi siano indagati a fondo dalla polizia e che i responsabili siano consegnati alla giustizia (Norvegia); assicurare che attacchi a migranti, Rom e altre minoranze etniche siano investigate a fondo e i responsabili consegnati alla giustizia (Pakistan); garantire che gli attacchi a sfondo xenofobico o razzista siano immediatamente investigati dalla polizia e che i responsabili siano consegnati alla giustizia (Austria);

29.    Rafforzare ulteriormente gli sforzi delle autoritˆ nel combattere il razzismo nel campo dello sport anche attraverso misure legislative (Austria);

30.    Adottare le misure necessarie comprese campagne pubbliche e formazione degli insegnanti e del corpo insegnante per sensibilizzare sul valore della integrazione culturale e combattere tutte le forme di razzismo e xenofobia (Uruguay); continuare nelle buone pratiche in materia di educazione ai diritti umani e promuovere programmi di educazione ai diritti umani per il pubblico in generale e per i dipendenti pubblici con lĠobbiettivo di combattere il razzismo, la discriminazione e la xenofobia (Filippine); ulteriormente rafforzare le sue misure, incluse la educazione ai diritti umani e la formazione a scuola e dei dipendenti pubblici, per promuovere tolleranza, rispetto della diversitˆ, uguaglianza e combattere la discriminazione (Vietnam); porre in essere sforzi per rafforzare lĠeducazione pubblica, programmi di sensibilizzazione e formazione a tutti i livelli, in particolare modo con lĠobbiettivo di prevenire comportamenti e atteggiamenti negativi e promuovere tolleranza e rispetto per la diversitˆ (Malesia);

31.    Fornire educazione e formazione obbligatoria ai diritti umani alla polizia, al personale delle carceri e dei luoghi di detenzione e al personale giudiziario e assicurare la loro responsabilitˆ in caso di violazione dei diritti umani (Repubblica Ceca);

32.    Rafforzare iniziative che mirano al dialogo interculturale e inter-religioso che promuovano la comprensione reciproca fra le diverse comunitˆ e adottare progetti che contribuiscano alla integrazione (Libano); garantire un clima di interazione costruttiva e trasparente fra le diverse culture e religioni (Yemen);

33.    Adottare misure per aumentare la conoscenza dei provvedimenti legali esistenti contro discorsi che incitino allĠodio e intraprendere azioni tempestive per condurre davanti alla legge i responsabili (Canada); condannare tutte le dichiarazioni razziste e xenofobe, in modo particolare quelle fatte da dipendenti pubblici o politici e evidenziare in modo chiaro che discorsi razzisti non hanno posto nella societˆ italiana (Norvegia); denunciare discorsi che incitino allĠodio e perseguire attivamente attraverso il sistema della giustizia i responsabili di atti razzisti e violenti (Belgio); portare avanti una azione continuativa di prevenzione dei discorsi che incitino allĠodio e adottare misure legali appropriate e tempestive contro coloro i quali incitino alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici o religiosi (Brasile); continuare gli sforzi per assicurare che discorsi e commenti fatti dai media che incitino alla discriminazione non rimangano impuniti (Spagna); applicare rigide sanzioni penali per discorsi o atti che incitino allĠodio e effettuare campagne di sensibilizzazione pubbliche per promuovere la tolleranza (Repubblica Ceca); condannare con la forza ed in maniera consistente al livello pi alto tutte le dichiarazioni razziste e xenofobiche con particolare attenzione a quelle fatte da dipendenti pubblici o dai politici (Pakistan); intensificare gli sforzi per combattere la discriminazione razziale e lĠintolleranza nei confronti di stranieri o minoranze anche attraverso la tempestiva investigazione e azione contro coloro i quali siano responsabili di discorsi e di dichiarazioni pubbliche razzisti e xenofobi (Malesia);

34.    Garantire reale pari opportunitˆ per le donne nel mercato del lavoro e consolidare il principio di pari retribuzione per pari lavoro (Cuba);

35.    Promuovere iniziative per proteggere le donne dalla violenza, come la rete nazionale contro la violenza alle donne e lĠosservatorio nazionale contro la violenza sessuale o di genere ed elaborare un piano nazionale per combattere tutte le forme di violenza inclusa quella domestica (Israele);

36.    Rafforzare le misure per vietare la discriminazione in base allĠorientamento sessuale ed alla identitˆ di genere e combattere i crimini causati da odio istigato su tali basi (Olanda); intraprendere ulteriori campagne contro lĠomofobia (Norvegia); garantire sufficiente protezione alle persone LGBT, non solo attraverso le forze dellĠordine sulle strade ma anche legalmente per mezzo di provvedimenti legislativi anti-discriminatori (Norvegia); prestare particolare attenzione ai casi di possibile discriminazione per motivi di identitˆ o orientamento sessuale e garantire che casi di violenza contro tali persone siano appropriatamente investigati e perseguiti (Spagna);

37.    Fare tutti gli sforzi possibili per prevenire ed eliminare tutte le forme di discriminazione e abuso nei confronti dei minori (Uzbekistan);

38.    Incorporare nella propria legislazione la sentenza della Corte Suprema del 1996 secondo la quale la punizione corporale non  un metodo disciplinare legittimo da adottare in casa e comunque condannare in tutti i casi la punizione corporale anche come sistema educativo (Spagna);

39.    Intraprendere misure effettive per sviluppare misure alternative rispetto alla istituzionalizzazione e disporre la sistemazione di minori in istituti esclusivamente come ultima risorsa (Azerbaijan);

40.    Applicare la esistente Legge 91/1992 sulla cittadinanza italiana in modo tale da preservare i diritti di tutti i bambini nati in Italia (Cile);

41.    Intraprendere le misure necessarie, comprese quelle amministrative, per facilitare lĠaccesso dei minori che non sono di origine italiana al sistema educativo (Uruguay);

42.    Adottare e applicare un piano di azione nazionale per i minori (Repubblica Islamica dellĠIran); rafforzare gli sforzi per finalizzare, adottare ed applicare, in consultazione e cooperazione con tutte le rilevanti parti in causa, inclusa la societˆ civile, un piano nazionale di azione per i minori, come raccomandato dal Comitato per i diritti dei minori (Israele); adottare al pi presto un piano nazionale per i minori (Uruguay);

43.    Aumentare gli sforzi e adottare un nuovo piano nazionale di azione per i minori che garantisca una formazione specifica per gli insegnanti e gli altri educatori di minori con disabilitˆ (Spagna);

44.    Adottare procedure speciali per garantire la protezione effettiva dei diritti dei minori non accompagnati nellĠaccesso alle procedure per la richiesta di asilo (Repubblica Ceca);

45.    Continuare gli sforzi per risolvere i problemi connessi con il sistema penitenziario, in particolare il problema del sovraffollamento delle carceri (Federazione Russa);

46.    Incoraggiare lĠadozione di misure alternative alla privazione della libertˆ personale, di accordi che permettano di scontare le pene nei paesi di origine e la possibilitˆ di reintegrazione dei prigionieri stranieri (Nicaragua);

47.    Intraprendere passi per affrontare le questioni sollevate sia dal Relatore Speciale sulla indipendenza dei giudici e degli avvocati che dal Comitato Diritti Umani circa la indipendenza del sistema giudiziario e lĠamministrazione della giustizia (Gran Bretagna);

48.    Garantire che le riforme legislative non violino la indipendenza del sistema giudiziario (Austria);

49.    Rafforzare lĠindipendenza del sistema giudiziario (Repubblica Islamica dellĠIran);

50.    Continuare ad assicurare che la libertˆ dei media sia garantita e, a tale riguardo, tenere conto delle raccomandazioni del Relatore Speciale sul diritto alla libertˆ dĠespressione e del Comitato diritti umani (Olanda); adottare ulteriori misure e garanzie per assicurare il funzionamento indipendente dei media senza lĠinterferenza dello Stato (Repubblica Ceca);

51.    Adottare e pubblicizzare misure per rafforzare lĠindipendenza dei media e per affrontare i rischi della concentrazione dei media (Canada); garantire che la libertˆ di espressione sia pienamente esercitata in maniera particolare da parte dei media di proprietˆ pubblica (Finlandia);

52.    Assicurare lĠuso di criteri di selezione oggettivi, trasparenti e non discriminatori nella concessione di licenze televisive, evitare azioni legali per diffamazione (Canada);

53.    Intraprendere ulteriori misure per proteggere la libertˆ di stampa compresa la protezione dei giornalisti contro le minacce di gruppi criminali (Norvegia);

54.    Rivedere la sua legislazione per garantire il pluralismo nella industria televisiva (Nicaragua);

55.    Continuare ad applicare i principi costituzionali rispetto alla libertˆ di religione e al bisogno di rispettare le religioni ed i loro simboli (Kuwait);

56.    Aumentare gli sforzi per raggiungere ed assicurare i diritti dei membri delle minoranze, in particolare delle comunitˆ Rom (Stati Uniti); proteggere i Rom e Sinti come minoranze nazionali e assicurare che non siano oggetto di discriminazione compreso da parte dei media (Cuba);

57.    Rafforzare gli sforzi per integrare le comunitˆ Rom e Sinti attraverso azioni positive in materia di educazione, lavoro, casa e servizi sociali (Australia); continuare a contribuire alla integrazione di Rom e Sinti nelle comunitˆ locali e dare ad essi accesso alla casa, al lavoro, alla educazione e alla formazione professionale (Federazione Russa); continuare gli sforzi per controbattere la discriminazione contro i Rom in tutti i settori della societˆ (Finlandia); cercare di assicurare la effettiva partecipazione dei Rom nel processo che mira ad assicurare loro un trattamento paritario e non discriminatorio (Finlandia); garantire pari diritti ai membri delle minoranze Rom e Sinti, garantire che tutti i minori Rom e Sinti siano iscritti a scuola e fare tutti gli sforzi possibili per incoraggiare la loro regolare frequenza scolastica (Svezia); adottare una legislazione anti discriminatoria e ampia per garantire ai Rom pari accesso al lavoro, allĠeducazione e allĠassistenza sanitaria (Stati Uniti);

58.    Porre in essere tutte le misure necessarie per garantire i diritti dei Rom come indicato dallĠarticolo 27 del Patto internazionale dei diritti civili e politici, specificamente emendando la legge del 1999 che richiede la connessione con un territorio specifico (Danimarca);

59.    Prestare una attenzione particolare alla preparazione, realizzazione e valutazione di un progetto pilota per il rimpatrio di un numero di Rom, di origine serba, che attualmente stanno vivendo nei campi dislocati nellĠItalia centrale e meridionale, in modo da facilitare rimedi appropriati e al contempo dignitosi ed efficaci per la popolazione Rom (Serbia);

60.    Continuare ad operare affinchŽ terminino intolleranza e discriminazione sociale contro i Rom e, a tale riguardo, assicurare che la polizia e le autoritˆ locali siano formate per rispondere in maniera appropriata alle denunce per crimini in cui siano coinvolti Rom e evitino un profiling etnico inappropriato (Stati Uniti);

61.    Con riguardo alle evizioni forzate, assicurare la piena corrispondenza con il diritto internazionale (Svezia);

62.    Analizzare tutte le alternative alle evizioni forzate di Rom e Sinti inclusa la consultazione di coloro che sono direttamente colpiti da questi provvedimenti (Australia);

63.    Porre in essere nuove misure per garantire lĠaccesso effettivo a documenti di identificazione per tutti i cittadini (Repubblica Ceca);

64.    Dare piena applicazione alla legge No. 38/01 sulla protezione della minoranza slovena in Italia e alla legge No. 482/99 (Slovenia); rispettare le istituzioni della minoranza slovena attraverso un trattamento speciale e la partecipazione nei processi decisionali (asili, scuole e teatri) (Slovenia);

65.    Dare piena applicazione alla topografia bilingue visibile nella Regione Autonoma del Friuli-Venezia Giulia popolata dalla minoranza slovena (Slovenia); e reinserire i nomi sloveni nei cartelli stradali dei villaggi della comunitˆ di Resia/Rezija (Slovenia);

66.    Aumentare la visibilitˆ dei programmi televisivi sloveni in tutta la Regione Autonoma del Friuli-Venezia Giulia, come stabilito allĠarticolo 19 della legge No. 103/75 (Slovenia);

67.    Rafforzare gli sforzi per proteggere i richiedenti asilo ed i rifugiati (Yemen); continuare ad applicare gli emendamenti delle leggi sulla immigrazione per garantire che tali leggi siano pienamente in linea con gli standard internazionali (Kyrgyzstan); fare ulteriori sforzi per lavorare insieme ai rifugiati e ai migranti (Kyrgyzstan); e fare ulteriori passi per garantire il pieno rispetto dei diritti fondamentali dei migranti, dei richiedenti asilo e dei rifugiati (Svezia);

68.    Rafforzare la cooperazione con UNHCR per garantire lĠaccesso ad una equa procedura per identificare i bisogni di protezione di coloro che viaggiano o che sono sul territorio italiano (Messico);

69.    Con riguardo alle preoccupazioni espresse nellĠaccordo Italo-Libico per evitare che navi con migranti viaggino verso lĠItalia, garantire che le persone intercettate abbiano accesso ad una valutazione appropriata delle loro richieste di asilo in accordo con gli standard internazionali in materia di diritti umani (Olanda);

70.    Garantire procedure soddisfacenti per le richieste di asilo da parte di tutti i migranti o richiedenti asilo recuperati in mare (Danimarca);

71.    Rivedere la propria legislazione e pratica per assicurarsi che siano pienamente allineate con il principio di non-refoulement, e garantire la responsabilitˆ per qualsiasi violazione effettuata in merito dalle persone preposte (Repubblica Ceca);

72.    Porre in essere misure legislative appropriate per decriminalizzare lĠentrata e permanenza irregolare in Italia (Brasile); eliminare i provvedimenti che criminalizzano lĠentrata e la permanenza irregolare sul territorio italiano contenuti nella legge No. 94 del 2009, e anche i provvedimenti che concernono lo status di non documentato quale aggravante nella commissione di un reato e la creazione di gruppi di vigilanti (le ronde) come indicato nella legge No. 125 del 2008 (Messico);

73.    Adottare misure legislative appropriate per escludere la permanenza non documentata in Italia come aggravante nella sentenza di condanna (Brasile);

74.    Adottare misure appropriate per esentare i funzionari addetti alla salute pubblica e alla istruzione a denunciare migranti non documentati che li contattano perchŽ in bisogno di assistenza medica o per i servizi di istruzione (Brasile);

75.    Garantire lĠaccesso ai servizi sociali di base inclusa la casa, lĠigiene, la salute e lĠistruzione a tutti i migranti ed ai membri delle loro famiglie e, in tale direzione, aderire immediatamente ai principi della Convenzione internazionale per i diritti di tutti i lavoratori migranti e delle loro famiglie e considerare la sua ratifica in termini positivi (Messico);

76.    Adottare ulteriori misure per proteggere ed integrare i migranti, i richiedenti asilo e gli appartenenti a minoranze, anche attraverso indagini su attacchi violenti effettuati contro di loro (Gran Bretagna);

77.   Aumentare la trasparenza nelle procedure di arrivo e di ritorno che riguardano migranti e rifugiati (Giappone);

78.    Intensificare gli sforzi per la risistemazione di rifugiati, specialmente per quanto riguarda situazioni protratte di rifugiati identificate dal UNHCR (Marocco);

79.    Assicurare il pieno godimento dei diritti umani di coloro i quali sperano di trovare una vita migliore in Italia, specialmente attraverso il rafforzamento di strutture a garanzia dei diritti dei migranti (Burkina Faso);

80.    Rafforzare il rispetto per i diritti umani dei migranti inclusi quelli nei centri di detenzione (Cuba);

81.    Revocare tutte le leggi discriminatorie nei riguardi dei migranti irregolari e intraprendere azioni per investigare e condannare atti discriminatori nei confronti di pubblici ufficiali e della sicurezza, in particolare laddove motivi razziali e religiosi sono fattori aggravanti (Pakistan);

82.    Continuare la cooperazione stretta con i paesi di origine e transito per trovare una soluzione efficace al problema della migrazione illegale (Vietnam);

83.    Continuare le misure intraprese per porre fine alla tratta di esseri umani (Yemen); e rafforzare ulteriormente gli sforzi per porre fine alla tratta di donne e bambini e porre in essere misure efficaci per perseguire e punire chi traffica con gli esseri umani (Canada);

84.    Aumentare efficacemente misure di identificazione di donne e bambini vittime di tratta in modo da fornire loro la assistenza adeguata e considerare di non penalizzarli per crimini commessi come diretta conseguenza del fatto di essere vittime di tratta (Filippine);

85.    Rafforzare gli sforzi per combattere la tratta di donne e bambini e di porre in essere misure efficaci per perseguire e punire i trafficanti di esseri umani, come indicato dal Comitato per i diritti del bambino e il Comitato contro la tortura (Giappone); e porre in essere misure efficaci per perseguire e condannare la tratta e lo sfruttamento delle persone come indicato dal Comitato contro la tortura (Israele);

86.    Estendere gli sforzi per raggiungere e identificare le donne e i minori sfruttati nella prostituzione, garantire che le vittime di tratta siano identificate, assistite e non penalizzate per crimini commessi come diretta conseguenza del fatto di essere vittime di tratta; identificare anticipatamente le potenziali vittime di fra i migranti senza documenti; continuare ad investigare e perseguire con inchieste sulle complicitˆ connesse alla tratta; e allargare le campagne di sensibilizzazione del pubblico con lo scopo di ridurre la domanda interna di sesso a pagamento (Stati Uniti);

87.    Continuare gli sforzi per combattere la tratta di esseri umani e in particolare considerare la possibilitˆ di elaborare misure comprensive per ridurre la domanda dei servizi offerti attraverso le vittime di tratta (Bielorussia);

88.    Continuare a destinare le risorse necessaria alla realizzazione di progetti per fornire alloggi, cibo e assistenza sociale temporanea alle vittime di tratta (Colombia);

89.    Valutare la situazione e adottare le misure atte a ridurre lĠinquinamento da parte della azienda elettrica a carbone di Cerano in Puglia e lĠindustria metallurgica a Taranto per garantire uno standard di vita e di salute adeguato in quelle zone (Israele);

90.    Aumentare lĠaiuto pubblico allo sviluppo per portarla allo 0,7 per cento del PIL richiesto dalle Nazioni Unite (Bangladesh);

91.    Continuare a intensificare i programmi di cooperazione allo sviluppo con lĠobbiettivo di raggiungere lo 0.7 per cento del PIL come stabilito dalle Nazioni Unite (Algeria);

92.    Stabilire un procedimento efficace e inclusivo per dare seguito alle raccomandazioni della UPR tenendo in mente che la attiva partecipazione della societˆ civile  essenziale per un processo di revisione che abbia valore (Norvegia); consultare e coinvolgere la societˆ civile nel dare seguito alla UPR inclusa la realizzazione delle raccomandazioni (Gran Bretagna).

85. Tutte le conclusioni e/o raccomandazioni contenute nel presente rapporto riflettono la posizione presentata dagli Stati e/o dallo Stato sotto revisione. Non dovrebbero essere intese quindi come avallate dal Gruppo di Lavoro nel suo insieme.