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Normativa : Legge sicurezza: arriva l’accordo per l’integrazione
(08/02/10)

Come previsto dalla legge 94/2009 è prossima l'emanazione del regolamento per il permesso di soggiorno a punti che prevede la stipula di un accordo per l’integrazione da parte del cittadino straniero. Lo hanno annunciato i Ministri Maroni e Sacconi lo scorso 4 febbraio durante la presentazione del nuovo bimestrale del Ministero dell'Interno.


Il permesso a punti prevede il rispetto di diritti e doveri. Fra i doveri, la conoscenza della lingua italiana, l'iscrizione al Servizio Sanitario, la frequentazione della scuola dell'obbligo per i minori, la trasparenza nei contratti abitativi. Fra i diritti, gli eventuali corsi di lingua e altre misure di integrazione che, hanno assicurato i due ministri, “non saranno a carico degli immigrati, ma farà tutto lo Stato, anche per garantire standard uniformi in tutte le Province ed avere tutto sotto controllo”.

Per l’ottenimento della carta, e dunque l’acquisizione dei punti necessari, ai cittadini stranieri verrà chiesto di stipulare un “accordo di integrazione” che prevede due anni di tempo per imparare la lingua italiana, conoscere la Costituzione e le regole civili del nostro Paese, far studiare i figli, mettersi in regola col fisco. Se l'immigrato che chiede il permesso di soggiorno conquisterà questi obiettivi in 24 mesi – pari a un punteggio di 30 punti - otterrà la “carta”. Se non ci riuscirà, avrà ancora un anno di tempo alla conclusione del quale scatterà, in caso di non raggiungimento del voto finale, l'espulsione. Si perdono i punti in caso di violazioni del codice penale. A valutare la situazione, ha spiegato il capo del Viminale saranno gli Sportelli Unici per l’Immigrazione presso le Prefetture e le nuove regole verranno applicate solo ai nuovi permessi con validità biennale. “Questo sistema che stiamo mettendo a punto” ha concluso Maroni “garantirà l'integrazione: io suggerisco allo straniero le cose da fare per integrarsi nella comunità. Se le farà, gli darò il permesso di soggiorno, se non le farà, significa che non vuole integrarsi”.

Si attende ora l’emanazione del regolamento che darà piena attuazione all’articolo 4 bis della legge sulla sicurezza.

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