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Libri e Pubblicazioni : Msf: nei centri per migranti stesse condizioni del 2003
(03/02/10)

Medici Senza Frontiere è entrata nuovamente nei Cie e nei Cara per verificare le condizioni di trattenimento e di accoglienza dei migranti. Dalle visite effettuate ne è emerso un rapporto che evidenza che la situazione è rimasta pressochè invariata rispetto al 2003 e che il sistema sembra ancora ispirato ad un approccio emergenziale.


Un’equipe di dottori, infermieri, operatori sociali e mediatori hanno visitato, nell’estate del 2009, 14 centri tra Cara -Centri di accoglienza per richiedenti asilo, Cie -Centri di identificazione ed espulsione e Cda- Centri di accoglienza. MSF che da anni opera in Italia e ha pubblicato un rapporto sui Centri di permanenza temporanea e assistenza – Cpta - già nel 2003, ha intrapreso una nuova indagine anche in virtù del prolungamento del periodo di detenzione e dei respingimenti in Libia che hanno di fatto interrotto gli arrivi dei migranti sulle coste meridionali.

Cie. Cie è la nuova denominazione assunta dai Cpta nel 2008. MSF ha rilevato una persistente presenza di promiscuità all’interno delle strutture dove coesistono negli stessi ambienti persone portatrici di bisogni differenti: vittime di tratta, sfruttamento, tortura, affetti da tossicodipendenza e da patologie croniche ed ex detenuti. Gestire adeguatamente i diversi bisogni è inattuabile e ciò è alla base anche dell’elevato livello di tensione all’interno dei centri che sfocia in lesioni e ricorsi, da parte delle strutture sanitarie, di sedativi. I Cie sono nati con la finalità di disporre i mezzi per il rimpatrio dei cittadini stranieri irregolari ma dall’anno della loro istituzione, 1998, non sembra sia aumentato il numero di rimpatri, che si attesta intorno al 45% del totale, né tanto meno sembra diminuito il numero degli stranieri irregolari, stimati dall’ISMU intorno alle 651mila unità nel 2009. Il sistema della detenzione amministrativa sembra, dai dati dell’analisi, perseguire non tanto finalità di contrasto all’immigrazione irregolare quanto una funzione simbolica di confinamento del fenomeno per offrire all’opinione pubblica la possibilità del contenimento dell’immigrazione irregolare.

Cara e Cda. Nei Cara, istituti nel 2008, trovano accoglienza i richiedenti asilo che si trovano in specifiche condizioni – ad esempio non hanno documenti per mostrare l’identità o la nazionalità – mentre nei Cda vengono accolti i migranti appena sbarcati. Le maggiori criticità, sottolinea l’indagine di MSF, sono emerse nei centri con maggiore possibilità di ospitalità – come quelli di Bari, Caltanissetta, Crotone e Foggia. In questi spazi è difficile che gli ospiti siano raggiunti da un’informazione chiara e da un supporto adeguato anche a causa del sottodimensionamento del personale. MSF, facendo riferimento al rapporto De Mistura del 2006, auspica di superare il sistema di accoglienza in larga scala in luogo di piccole strutture con mini progetti personalizzati sull’esempio del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati – Sprar e di creare un sistema dove gli enti locali, con il supporto delle realtà del terzo settore, garantiscono interventi di “accoglienza integrata” secondo una logica di governance multilivello inserita nel contesto locale.

Sintesi "Al di là del Muro. Viaggio dei centri per migranti in Italia".

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