Lettera a JosŽ Luis Rodr’guez Zapatero, presidente di turno dellĠUnione Europea

Cittadinanza europea e diritto di voto per tutti i residenti.

 

NellĠUnione Europea il progresso dei diritti politici delle persone residenti extra-comunitarie continua ad essere una questione irrisolta. In larga misura si tratta di una conseguenza del Trattato di Maastricht che vincola la cittadinanza europea alla nazionalitˆ di uno degli Stati membri dellĠUE, sancendo, cos“, una discriminazione, confermata purtroppo dal recente Trattato di Lisbona.

 

Le organizzazioni firmatarie ritengono che la cittadinanza europea debba essere vincolata alla residenza in condizioni da stabilire e non alla nazionalitˆ di uno stato membro. Dei 27 Paesi dellĠUnione, solo 8 hanno una popolazione pi numerosa rispetto ai 15 milioni di stranieri non comunitari che risiedono nel territorio UE. Non si pu˜ allo stesso tempo proclamare che lĠUnione si fonda su principi di uguaglianza e democrazia e escludere milioni di abitanti dalla partecipazione politica.

 

Vari paesi hanno allargato il diritto di voto alle elezioni locali e agli stranieri non comunitari, in alcuni casi, compreso il diritto di voto passivo. Nel Regno Unito, i cittadini del Commonwealth hanno diritto di voto attivo e passivo in tutte le elezioni, comprese le comunali e le europee.

 

Le conclusioni del summit europeo di Tampere del 16/10/1999 ÒVerso uno spazio di libertˆ, sicurezza e giustiziaÓ vanno nella stessa direzione. Senza che si parli di cittadinanza o di diritto di voto, si afferma: ÒLo status giuridico dei cittadini di paesi terzi dovrebbe avvicinarsi a quello dei cittadini degli Stati membri. Si dovrebbe concedere ai cittadini non comunitari che abbiano risieduto per un periodo di tempo da determinare e che siano in possesso di un permesso di soggiorno di lunga durata un insieme di diritti di carattere uniforme, il pi vicino possibile a quello dei cittadini dellĠUnioneÓ.

 

Nonostante si tratti di una organizzazione esterna allĠUnione,  pertinente segnalare che il Consiglio dĠEuropa ha patrocinato la Convenzione europeo sulla partecipazione degli stranieri alla vita pubblica e locale, in cui si promuoveva il riconoscimento del diritto di voto alle elezioni amministrative agli stranieri residenti. Tutti gli Stati membri dellĠUnione fanno parte del Consiglio e molti di essi hanno ratificato la convenzione.

 

Per questo, le chiediamo di inserire allĠordine del giorno dellĠultimo Consiglio europeo che si celebrerˆ durante la presidenza di turno spagnola (17 e 18 giugno a Bruxelles) la riforma del Trattato di Lisbona al fine di attribuire la cittadinanza dellĠUnione, quindi il diritto di voto attivo e passivo alle elezioni amministrative ed europee a tutti i residenti nellĠUnione Europea, indipendentemente dalla nazionalitˆ. Sarebbe una buona occasione per riparare allĠoccasione persa che ha costituito, in questĠambito, il Trattato di Lisbona e, agli occhi del resto del mondo, un importante progresso dellĠUnione verso lĠuguaglianza, il rispetto dei diritti umani e la democrazia.

 

 

Collettivi e organizzazioni firmatarie

 

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