Rom e Sinti, imperativo un programma vero di inclusione sociale

Lettera aperta ai Candidati Presidenti delle Regioni ed ai candidati sindaci delle citt italiane

 

Caro candidato,

 

chi le scrive ha promosso da circa due anni una rete di studio e di riflessione sui problemi dei cittadini Rom e Sinti, raccogliendo in maniera bipartisan contributi di accademici, esperti, politici e sindacalisti, esponenti di associazioni di solidariet e di volontariato.

 

Le certamente noto come la questione dei Rom e dei Sinti abbia assunto una particolare valenza politica nel nostro Paese.

Da un lato, il frequente fallimento di politiche educative, abitative e dintegrazione ha mantenuto molti di questi cittadini -erroneamente ritenuti immigrati, ma invece in buona parte almeno cittadini italiani, e italiani da generazioni- in una sorta di condizione di segregazione sociale, che alimenta obiettivamente anche comportamenti di rifiuto di comunicazione con la societ, percepita come ostile ed emarginante.

Questa condizione finisce per avere un effetto innegabile sulla legalit, poich in molti dei componenti di queste popolazioni, si afferma una cultura della sopravvivenza spicciola nellambito di comunit con livelli sconvolgenti di analfabetismo, precariet abitativa e disoccupazione.

 

Dallaltro, non si pu negare lesistenza di un muro di indifferenza e di vero e proprio razzismo, nei confronti di Rom e Sinti, che alimenta questa segregazione, e sospinge ancora di pi molti di loro a comportamenti di rifiuto e di alienazione.

 

Appare rimossa, vergognosamente rimossa, la memoria del Porajimos, la Shoah zingara, quando migliaia di Rom, italiani ed europei, subirono internamento, torture e sterminio, con una chiara responsabilit anche dellItalia in quanto Stato, al di l delle circostanze storiche e delle mai dimenticabili responsabilit ideologiche. Responsabilit che stranamente non ricordiamo quasi mai per  Rom e Sinti, nonostante sovente autorevoli voci, per esempio dalla stessa comunit ebraica, usino ricordarci come la tragedia dei campi di sterminio abbia toccato anche gli zingari in maniera profonda.

 

A tuttoggi, i casi di discriminazione di aggressione verbale o fisica verso i cosiddetti zingari sono frequentissimi, mentre comune anche la pratica della strumentalizzazione politica, che usa le vergognose condizioni di emarginazione di questo popolo per additarli come facili capri espiatori, in nome di preoccupazioni di legalit e sicurezza, perfettamente comprensibili, di molti elettori; preoccupazioni a cui per crediamo sia dovere – da parte delle Istituzioni – non offrire risposte semplicistiche e strumentali.

Il comodo pregiudizio sul nomadismo, in particolare, fa da alibi allassenza di seri interventi capaci di abolire quei ghetti – i cosiddetti campi nomadi -  offrendo nel contempo soluzioni in termini di inclusione sociale, scolastica, lavorativa, abitativa ed in generale di welfare che ristabiliscano condizioni minime di eguaglianza, ed anche di legalit.

 

 

Ci rivolgiamo a Lei, quindi, in quanto candidato,  perch assuma limpegno, in caso di suo successo elettorale, perch la Regione di cui sar presidente:

-         attui con rigore il dettato della legge vigente (art.44, comma 12, del d.lgs. 286/1998 e successive modificazioni) costituendo osservatori e centri di informazione e assistenza contro le discriminazioni.

-         Termini lantistorica definizione di nomadi, destinatari di interventi marginali e separati da quelli per gli italiani o gli immigrati di altra origine. Che Rom e Sinti siano trattati da italiani quando italiani, da immigrati quando immigrati, e non da terza categoria.

-         Rivolga le politiche sociali allobbiettivo di eliminare i cosiddetti campi nomadi, che sono la vera emergenza, causata dallincuria e dal disinteresse. Nessuna politica di sorveglianza e di controllo potr mai risolvere una condizione cronica di degrado e abbandono, che pu trovare soluzione soltanto con un approccio nuovo e lungimirante.

 

In particolare, vogliamo cogliere loccasione per ricordare che i fondi per attuare politiche di vera integrazione sociale ci sono: il Fondo Sociale Europeo, tra laltro, attraverso apposite voci nei Programmi Operativi Nazionali e nei Programmi Operativi Regionali, offre risorse importanti per linclusione sociale, la lotta alla discriminazione, lalfabetizzazione.

Si tra per, certamente, di porre mano a tali programmi, ed in generale alle politiche nazionali e regionali sullinclusione, che non devono avere zone dombra.

 

Siamo convinti della sua sensibilit a temi di tanto interesse politico e sociale, la cui soluzione pu fare una grande differenza in termini di qualit della convivenza civile in una Italia che gi patria di culture e tradizioni ricche e differenti.

 

 

Daniela Carl
Giuseppe Casucci
Luca Cefisi

Fabrizio Molina
Christopher Hein
Piero  Soldini