Relazione sullincontro del gruppo di esperti il 19 gennaio, sul tema ROM e Sinti

 

Lo scorso 19 gennaio, presso la sede nazionale della UIL a Roma,  si tenuto il previsto seminario di lavoro sul tema di Rom e Sinti. Lobiettivo era quello di mettere insieme un gruppo di esperti su questo tema, al fine di realizzare un  Focus delle conoscenze sulla condizione in Italia di queste popolazioni e tracciare un percorso di lavoro che dovr portare ad un rapporto nazionale sulla situazione di Rom, Sinti e Camminanti, e proposte da sottoporre alle autorit nellambito di uno specifico seminario nazionale.

Lincontro stato organizzato dal gruppo di personalit che nel 2008 e 2009 hanno dato vita alla campagna contro il razzismo denominata vaso di Pandora. Tra i partecipanti, Simonetta Bisi Maria Immacolata Macioti e Marco Brazzoduro, docenti dellUniversit La Sapienza di Roma; Nicola Porro, dicente dellUniversit di Cassino e  Alessandro Simoni dellUniversit di Firenze.

Era anche presente Maurizio Gressi della Commissione Diritti Umano del Senato, Fulvia Motta della Caritas Diocesana, Pietro Vulpiani dellUfficio Nazionale Anti Discriminazioni Razziali, Angela Scalzo di SOS Razzismo  e Maria Carla Intrivici dellAssociazione Nessun Luogo Lontano.

Del gruppo promotore, erano presenti Giuseppe Casucci, Luca Cefisi, Christopher Hein  e Piero Soldini.

Giuseppe Casucci, nella sua introduzione ai lavori, ha ricordato i motivi che hanno portato a dar vita al gruppo vaso di Pandora, e ad aprire una campagna politica e culturale contro londata xenofoba che ha colpito principalmente le popolazioni Rom, Sinti e Camminanti nel nostro Paese. In particolare, ha fatto riferimento alle ordinanze con cui il Governo ha creato i commissari straordinari a Roma, Milano e Napoli, al tentativo di schedature di minori Rom ed ai ripetuti sgomberi che hanno caratterizzato lazione verso i campi nomadi ed in generale la politica nazionale e locale contro le minoranze Rom e Sinti, in particolare.

Dopo il lancio della campagna vaso di Pandora, la raccolta di firme contro la campagna xenofoba contro zingari ed immigrati, nonch i seminari realizzati a luglio 2008 e marzo 2009, il gruppo ha sentito la necessit di un maggior approfondimento della tematica e la formulazione di proposte operative in materia di scuola, lavoro ed abitazioni da presentare in modo trasversale alla politica e da offrire con spirito costruttivo alle autorit preposte ad affrontare e risolvere i problemi delle popolazioni interessate.

Da qui lidea di mettere insieme personalit ed esperti che da anni lavorano su questa tematica, la messa a disposizione di un sito web su cui raccogliere testimonianze, buone pratiche, approfondimenti e proposte, apporti scientifici in molte regioni dItalia. Si anche ipotizzato di costituire – nellambito della rete di molte iniziative e progetti  gi esistenti -  un osservatorio nazionale sulla storia e la realt delle popolazioni zingare in Italia ed in Europa, da realizzarsi con il coinvolgimento delle istanze di  rappresentanza di Rom e Sinti.

Maurizo Gressi, della Commissione Diritti Umani del Senato, ha informato che la Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani ha deciso di intraprendere un'indagine conoscitiva, sui problemi concernenti la condizione delle popolazioni nomadi in Italia.
Non esiste, ha detto Gressi,  attualmente una normativa a livello nazionale sulle popolazioni Rom e Sinti e sui problemi che riguardano queste popolazioni.

Si stima che le persone Rom e Sinti presenti nel nostro paese siano circa 170.000. Di esse 70.000 sarebbero Sinti e il restante Rom e Caminanti: circa il 60% sono italiani o comunque titolari di un regolare permesso di soggiorno. Tale dato comunque empirico in quanto manca una fonte certa di censimento e, in ogni caso, anche gli accertamenti della Croce Rossa hanno mostrano forti limiti, in quanto numerosi soggetti pur presenti nei campi e negli insediamenti si sono sottratti all'identificazione.

Si riscontrano poi molti casi di apolidia, mancata regolarizzazione al raggiungimento della maggiore et (anche se italiani da generazioni), irregolari provenienti da paesi non aderenti all'Unione europea (Serbia, Croazia, Bosnia, Kosofvo, Macedonia, Bulgaria, Albania), nonch cittadini europei provenienti per lo pi dalla Romania.

 

 


Negli ultimi decenni il processo di modernizzazione del nostro Paese, caratterizzato da industrializzazione, urbanizzazione, diffusione dei mezzi di comunicazione di massa, informatizzazione ha reso progressivamente superate le tradizionali attivit svolte dai componenti delle societ nomadi in Italia, essenzialmente le attivit di calderai e di fabbri, il commercio e l'addestramento di cavalli, la produzione di vasellame di rame, l'artigianato del cuoio e dei vimini, le attivit itineranti dei circhi ed alle giostre.  La rapidit con cui il cambiamento si verificato ha sospinto tali popolazioni fuori dal processo produttivo, espellendole dagli spazi in cui sostare, dai processi di urbanizzazione e di trasformazione del territorio. Estraniati dal processo di cambiamento le popolazioni Rom e Sinti sono diventate oggetto di pregiudizi sociali e atteggiamenti di esclusione, che spesso si traducono purtroppo in manifestazioni aggressive nei loro confronti.
Uno dei nodi pi delicati riguarda la questione degli spazi da mettere a disposizione delle famiglie e delle comunit che via via si sono formate nel tempo. A partire dagli anni Ottanta queste popolazioni hanno messo in evidenza una marcata propensione alla sedentarizzazione, e questo ha messo le amministrazioni locali di fronte allurgenza dei loro bisogni primari: la casa, il permesso di soggiorno, la scolarizzazione, il lavoro.
Le amministrazioni comunali sono stati sollecitate ad adottare iniziative tese a favorire l'accesso alla casa alle famiglie. Ma la politica attuata quasi sempre quella dell'area di sosta attrezzata, una soluzione che risulta sempre precaria ed insufficiente, sia dal punto di vista dell'organizzazione interna, sia rispetto al fabbisogno di insediamenti. Cos moltissimi Rom e Sinti vivono sul greto dei fiumi, vicino alle discariche, lontano dal tessuto urbano e in condizioni inaccettabili sotto ogni punto di vista.


Se si eccettuano alcuni interventi episodici del legislatore statale, la legislazione delle singole Regioni che talora, apprestando azioni per la tutela di queste popolazioni, disciplina la realizzazione di appositi campi di sosta o di transito. Esistono poi dodici leggi regionali, oltre la legge della provincia autonoma di Trento, che sanciscono la tutela della diversit culturale dei Rom, dei Sinti e dei Camminanti. Il quadro normativo integrato da una disciplina locale molto ampia, scarsamente rispettosa delle reali necessit di queste popolazioni e fuori sintonia rispetto agli impegni internazionali dell'Italia, in primo luogo ai General Comment 4 e 7 (CESCR), che, tra l'altro, prevedono di non procedere agli sgomberi se non senza un preciso piano di trasferimento in altre e pi adeguate sistemazioni; di garantire il rispetto dei diritti umani, la tutela legale e la sicurezza delle persone nel momento del trasferimento da un'abitazione all'altra; di garantire il rispetto e l'unit dei nuclei familiari, evitando che donne e bambini vengano destinati a strutture ricettive differenti; di garantire un'abitazione adeguata alla persona sfollate dai campi abusivi e insieme l'accesso a servizi primari e fondamentali per la dignit della persona quali ad esempio strutture sanitarie o, per i bambini, scolastiche; di prestare la massima attenzione, al fine di evitare tensioni etniche e sociali, che i trasferimenti avvengano rispettando l'omogeneit culturale, linguistica e di origine delle famiglie, nonch, al dettato Costituzionale, con particolare riferimento agli arrt. 3 pari dignit sociale di tutti i cittadini, 6 minoranze linguistiche, 10 asilo, 29 unit familiare, 32 tutela della salute e 34 sul diritto all'istruzione. Pi volte il Parlamento europeo ha esortato gli Stati membri ad attivarsi per la conservazione e la tutela del popolo e della cultura delle popolazioni nomadi.
La questione Rom per non mai stata analizzata a fondo, non mai stato oggetto di un'indagine approfondita a livello italiano.

Lo scopo della commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato, in primo luogo quello  di colmare un vuoto che innanzi tutto conoscitivo.
Nel corso dell'indagine, ha concluso Gressi,  si cercher di approfondire i diversi aspetti legati alla questione delle popolazioni Rom e Sinti interpellando esperti, docenti universitari, amministratori locali, esponenti delle organizzazioni dei Rom e dei Sinti, esponenti della societ civile e del volontariato, con l'intento di fornire un quadro quanto pi vasto, articolato e politicamente neutro.

 

Simonetta Bisi dellUniversit La Sapienza, intervenendo successivamente, , ha rilevato come lincontro metteva in luce le difficolt nel portare avanti un piano organico su un tema di cos alta complessit.  Credo, ha detto la docente, che al primo punto sia necessaria una riflessione su: <che cosa al momento prioritario> per comprendere meglio sia la situazione oggettiva in cui oggi vivono rom e sinti, sia per definire uno schema di proposte concrete di intervento sul territorio per migliorarne le condizioni di vita, nel rispetto della loro cultura.

La Prof.ssa ha cos continuato: ritengo quindi necessario mettere ordine nel materiale gi raccolto, verificando comparabilit di dati, eventuali buchi cognitivi, interventi gi messi in atto (e relative valutazioni) e proposte avanzate. Questo lavoro dovrebbe gi consentire di preparare un primo rapporto di base da prendere come quadro di riferimento da cui poi partire per gli approfondimenti.

Ritengo inoltre che costruire un osservatorio nazionale sia un buon punto di arrivo, ma che richieda un grande impegno di persone e di mezzi economici. Si potrebbe prendere in esame una sola area territoriale  su cui lavorare iniziando da una rilevazione empirica con approcci misti (quantitativo e qualitativo) anche per confrontare la distanza tra il dato oggettivo e quello soggettivo, con riferimento ai recenti studi sulla qualit della vita. Unanalisi della presenza di pregiudizi e di stereotipi tra i residenti in aree dove sono presenti insediamenti del popolo rom dovrebbe anche tenere conto del dato temporale, cio della anzianit dellinsediamento.

Su questa base si potrebbe considerare il territorio scelto per lo studio come un laboratorio su cui sperimentare anche innovative strategie di inclusione.

Ovviamente, ha concluso Simonetta Bisi, comunque indispensabile una verifica sulle risorse umane, organizzative e finanziarie disponibili, in modo da rendere concreta la realizzazione di questo progetto.

Nicola Porro, dellUniversit di Cassino, ha rilevato come per una possibile rilevazione empirica, sia utile pensare a un intervento che adotti contestualmente uno strumento standardizzato (questionario) e un approccio qualitativo (storie di vita, interviste personalizzate ecc.). Ci allo scopo di indagare tanto la diversa rappresentazione di modelli valoriali e comportamentali quanto la presenza di  strutture del pregiudizio e stereotipi in  campioni di popolazione che interessino le aree sociali e demografiche coinvolte (popolazione rom, cittadini italiani, immigrati).

La ricerca potrebbe cos mettere a confronto sensibilit e culture di riferimento che agiscono entro diversificati sistemi cognitivi.

Si dovrebbe poi elaborare, ha concluso il docente,  una cornice di riferimento relativa a tematiche come: cittadinanza (sistema dei diritti e dei doveri, politiche mirate ecc.); integrazione (rete di opportunit); inclusione (strategie di accoglienza e comunicazione).

E anche essenziale censire la produzione scientifica (statistico-descrittiva ma anche sociologica, storico-sociale e antropologica) gi disponibile per una ricerca di sfondo (approccio desk).

Preliminare dovr ovviamente essere una verifica relativa alle risorse umane, organizzative e finanziarie disponibili, in modo da elaborare un eventuale progetto di ricerca-intervento non velleitario e da sviluppare in tempi certi.

La dott.ssa Fulvia Motta della Caritas Diocesana di Roma, a premessa del suo intervento, ha evidenziato come quella delle popolazioni Rom e Sinti sia una realt complessa e non di facile lettura: quando si parla di Rom vero tutto ed anche il suo contrario, ogni evento pu essere visto con differenti chiavi di lettura e perci ricevere differenti valutazioni.

Indubbiamente la situazione attuale critica, soprattutto perch la campagna xenofoba sta portando ad un attuare, quasi sempre deprecabile, delle amministrazioni locali, rispetto al quale sono necessari altrettanti fatti che ne contrastino  gli effetti.

Di fronte a tale urgenza cՏ da chiedersi quali siano le priorit: se cՏ bisogno ancora di ricerca per conoscere la realt dei Rom e Sinti e delle politiche nei loro confronti (cosa di cui la dott.ssa Motta si permessa di dubitare) bisogna definire con precisione quali elementi di conoscenza vadano completati e non si pu staccare la ricerca dallazione, dallintervento a tutela della popolazione Rom. Se questo gruppo non nasce per lintervento, allora deve creare collegamenti stretti con le realt operative, che possano far tesoro delle nuove conoscenze ed applicarle nel lavoro in prima linea.   

Comunque, qualunque sia la scelta operativa, opportuno inserire nel gruppo di lavoro la voce diretta dei Rom: il meccanismo di rappresentanza indiretta delegata allassociazionismo ha fatto il suo tempo e non viene pi accettata dai Rom stessi. Certo necessario aiutare a crescere le istanze di rappresentanza degli zingari che ancora fanno fatica a delegare, ma senza le chiavi di lettura che loro stessi possono dare il nostro lavoro potrebbe andare fuori strada.Come esempio la dott.ssa Motta ha riferito brevemente la sua esperienza nel trasferimento di Casilino 900: ci che a noi in gran parte sembrato un sopruso dellamministrazione comunale stato vissuto in modo molto differente dai Rom, che erano in gran parte molto contenti di lasciare condizioni di vita indecenti.

Lattuale amministrazione sta agendo, dopo decenni di inattivit delle precedenti amministrazioni, e sta incontrando la collaborazione dei diretti interessati. Se non si vogliono lasciare da soli ancora una volta i Rom bisogna accompagnare in modo intelligente e critico il processo, anche se non lo si approva. E bisogna accettare che i Rom siano padroni delle loro scelte, pur continuando a lavorare per toglierli dalla situazione di fragilit in cui vivono.

Maria Immacolata Macioti, dellUniversit La Sapienza di Roma, intervenuta con alcune brevi notazioni: tanto pi – ha osservato la docente - che non mi considero affatto unesperta dei rom, anche se conosco in genere il mondo dellimmigrazione.

Credo, ha detto la prof.ssa Macioti,  che il clima culturale e sociale sia divenuto molto sfavorevole alle diversit: se si potesse fare qualcosa di utile sarebbe, a mio avviso, cercare di correggere, di cambiare limmagine, la percezione dei rom, che i giornali e i media hanno presentato negli ultimi anni in termini molto negativi.

Questo, secondo la docente, non si raggiunge tanto con le cifre (se la Croce Rossa ha dato cifre sottodimensionate, non mi sembra urgente far emergere cifre maggiori) quanto invece con singole storie di uomini e donne, con una narrativa che evidenzi le difficolt di certi vissuti. Storie di alcuni che sono faticosamente riusciti a integrasi. Storie di altri che non ce lhanno fatta.

Una buona narrazione che facesse comprendere il desiderio di <normalit>, di case, che li facesse uscire da questa tremenda dinamica di abbattimento di campi e deportazione (a Roma, fuori del raccordo anulare) sarebbe quanto mai utile. Dovrebbero essere raccolte storie di famiglie in cui i bambini hanno dovuto lasciare una scuola dove si trovavano bene: le scuole, a Roma, grazie a certi dirigenti, a certi insegnanti, hanno messo in pratica molte buone pratiche che vengono brutalmente interrotte dagli spostamenti forzati.

Tra le tante esperienze la prof. Macioti ha citato la Iqbal Masih, forse una delle pi note scuole, con il suo coro multietnico (Sesta voce), con bambini rom.

Si potrebbe sollecitare lAssociazione italiana di storia orale, i sociologi qualitativi a fare uno sforzo in tal senso, ha detto Maria I. Macioti.

Esiste gi unampia documentazione di base in una delle biblioteche del Comune, quella di Spinaceto, dedicata a Pier Paolo Pisolini.

Suggerirei inoltre, ha concluso la docente, di allargare il gruppo includendovi alcuni giornalisti che scrivono su quotidiani nazionali o della radio (immagino sia pi difficile con la TV). Sarebbe essenziale per una migliore resa sui media. Mi piacerebbe anche ci fossero rappresentanti di associazioni rom, e non soltanto lOpera Nomadi.

Intervenendo per SOS Razzismo Italia, Angela Scalzo ha rilevato come Rom e  Romeni sono rispettivamente le due  popolazioni e le due  nazionalit pi frequentemente citati nei titoli, della carta stampata  nella speciale classifica delle etnie cui guardare con sospetto.

Diventa interessante osservare come il crimine, la minaccia e la paura si siano imposti come riferimenti quasi obbligatori nella rappresentazione giornalistica dello straniero e del ROM in particolare.

La criminalizzazione dei ROM, Sinti e Camminanti, intesi come diversi sembrerebbero, infatti, rappresentare i cardini di unambigua declinazione della retorica  legata alla sicurezza. Troppo spesso le  notizie di Cronaca, purtroppo ricorrenti nell'immaginario collettivo Italiano hanno parlato di  rapimento di bambini da parte di persone Rom.

La diffusione di questo tipo di avvenimenti ha rappresentato un esempio di falsa  rappresentazione dell'atto criminale , smentito dalle indagini, ma che  sicuramente  continuano a  rafforzare stereotipi e pregiudizi.

In un passato recente ricordiamo, infatti,  come  il fenomeno legato ai rapimenti di bambinisi dimostrato privo di fondamento (basti pensare al caso Ponticelli a Napoli  dove la cittadinanza si rivoltata).

Oltre a definirla , quindi, una  leggenda metropolitana non si pu che confermare un  pregiudizio ed uno stereotipo diffuso nella popolazione italiana.

Auspica, pertanto, un maggiore coinvolgimento del  ruolo, sempre pi centrale dei mezzi di informazione,   indispensabili  nella promozione di una immagine positiva della popolazione ROM , nellabbattimento dei soliti pregiudizi legati alla mobilit ed allabitabilit e nella descrizione dei cambiamenti in atto nella societ italiana, ormai avviata verso una multiculturalit di fatto.

SOS Razzismo propone, pertanto, di promuovere la costituzione di un osservatorio tematico della carta stampata  presso la Federazione della Stampa ed in particolare  in collegamento alla Carta di Roma al fine di arricchire il nostro lavoro comune.

Maria Carla Intrivici – Nessun luogo lontano

Intervenendo a nome della Onlus Nessun  luogo lontano, Maria Carla Intrivici ha detto che come associazione siamo impegnati da tempo sul tema dellintegrazione delle comunit Rom e Sinti, impegno che si manifestato sia in termini di ricerca e studio, con pubblicazioni sullargomento, che come progetti realizzati sul territorio.

Abbiamo gi preso parte, ha continuato loratrice, alle altre riunioni del gruppo, iniziativa che riteniamo molto interessante in quanto crediamo sia importante realizzare e coordinare delle attivit di conoscenza e di sensibilizzazione dellopinione pubblica sul tema, ci al fine di dar vita a un tessuto culturale e sociale consapevole in materia.

Per la dott.ssa Intrivici bisogna creare consapevolezza condivisa, riconoscimento dei diritti, non solo dei doveri, di tutti cittadini indistintamente. Occorre parlare della necessit di garantire il diritto allistruzione per tutti i minori, integrazione scolastica, pari opportunit, politiche attive per il lavoro, punti di partenza che non sembrano aver messo sufficienti radici nella cultura civica diffusa. Ed da qui che bisogna partire. Quello dei Rom, ha concluso la rappresentante dellassociazione,   indubbiamente un argomento politicamente molto accidentato e con basso consenso sociale che incappa continuamente sul tema dei diritti civili e politici, di cui non agevole valutarne la portata, gli effetti e la profondit. , quindi, necessario sensibilizzare e coinvolgere lopinione pubblica, a partire dai giovani, sul patrimonio comune ed esteso a tutti in materia di diritti civili e affermare limportanza del dialogo con le Istituzioni; e questo predisponendo diverse attivit tra cui sicuramente campagne di sensibilizzazione e conoscenza, eventi e un sito web di raccolta di materiali e buone prassi esistenti in campo.

Intervenendo nel corso dei lavori il prof. Marco Brazzoduro, docente dellUniversit La Sapienza di Roma, ha fatto alcune considerazioni sulla proposta di lavoro comune su Rom, Sinti e Camminanti, considerando molto apprezzabile lidea di costituire un osservatorio nazionale sulla situazione riguardante queste etnie, soprattutto se capace di mettere in rete quanto gi si fa da pi parti con esperienze anche significative. Brazzoduro si anche augurato che liniziativa da realizzare non si riduca allorganizzazione di qualche convegno: anche se – ha osservato il docente – qualsiasi iniziativa capace di contrastare i pregiudizi e denunciare i diritti negati, utile ed opportuna.  Affinch losservatorio possa costituire uno strumento valido ed efficace di informazione ritengo – ha detto Brazzoduro – sia necessario costituire una rete di corrispondenti locali (terminali) ed importante coinvolgere nelle iniziative del gruppo le due federazioni di Rom e Sinti
Tra le prime iniziative pratiche da realizzare come strumenti di lavoro il docente suggerisce una rassegna stampa da pubblicare e diffondere con regolarit (gi ne esistono, ma abbastanza parziali).

Volendo essere pi ambiziosi, ha concluso Brazzoduro, penso da anni che sarebbe necessario costituire un pool di avvocati che gratuitamente possano contrastare le angherie che i rom subiscono quotidianamente. Faccio due esempi: a. le perquisizioni delle baracche senza mandato; b. i regolamenti dei campi autorizzati che istituiscono controlli e telecamere, trasformando i campi in prigioni a cielo aperto da dove si pu essere espulsi ad nutum.