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Giustizia, Consiglio UE approva legge sul diritto alla traduzione e all'interpretazione nei procedimenti penali

8 ottobre 2010

Il Consiglio dei Ministri della Giustizia dell'Unione Europea hanno approvato una legge a tutela del diritto alla traduzione e all'interpretazione nei procedimenti penali. Il testo aveva già ricevuto nel corso dell'anno il via libera da Commissione e Parlamento europeo. È il primo provvedimento in assoluto dell'Unione che stabilisce norme minime comuni per i diritti della difesa nei procedimenti penali. Le nuove norme conferiranno ai cittadini il diritto di essere sentiti, di partecipare alle udienze e di ricevere assistenza legale nella propria lingua in ogni fase del procedimento penale dinanzi a tutti i giudici dell'UE.

La Commissione ha insistito sul diritto alla traduzione e all'interpretazione durante tutto il procedimento penale proprio per assicurare l'osservanza della convenzione europea dei diritti dell'uomo, della giurisprudenza della Corte di Strasburgo e della Carta dei diritti fondamentali dell'UE.

Grazie alla nuova normativa i cittadini riceveranno la traduzione scritta di tutti i documenti fondamentali, ad esempio l'atto contenente i capi d'imputazione, e avranno diritto all'interpretazione durante tutte le udienze, gli interrogatori e i colloqui con il proprio avvocato. A questi diritti l'indagato può rinunciare solo se ha ricevuto assistenza legale o informazioni esaustive sulle conseguenze della rinuncia.

I costi della traduzione e dell'interpretazione saranno a carico dello Stato membro e non dell'indagato.

Questo primo passo verso un processo equo per tutti nell'intera UE era atteso da molto tempo. Si tratta della prima di una serie di misure volte a stabilire norme europee comuni nei procedimenti penali. Gli Stati membri hanno ora tre anni per recepire la legge nei rispettivi ordinamenti nazionali.



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