Immigrazione, quel documento unopportunit

gli Altri, 22-10-2010

Anna Paola Concia, Deputata Pd

Care amiche, cari amici de Gli Altri,

conoscete bene la stima politica e umana che ho per voi: se una critica viene dal vostro giornale per me una occasione di riflessione, non di scontro. Lo scontro lo fa chi ideologico, settario, chi non ascolta, chi si sente sempre nel giusto. Queste categorie umane non appartengono n a voi n a me. Per queste e per molte altre ragioni rispondo alleditoriale della settimana scorsa Amici del Pd, ritirate quel documento schiavista in cui si critica il documento presentato alla scorsa assemblea nazionale del Pd dell8/9 ottobre scorso. E un documento firmato tra gli altri da Veltroni, Gentiloni, Maran, Touad e anche dalla sottoscritta. Molti tra voi sono rimasti stupiti della mia firma, perch conoscono la mia storia e il fatto che nella battaglia contro ogni forma di discriminazione mi spendo quotidianamente. Come sapete bene che per me razzismo e omofobia sono la stessa cosa, figli di una stessa matrice: la paura, il pregiudizio, lavversione per chi diverso da noi. In quel documento si pone il problema di come governare limmigrazione. Ecco una parola nuova per noi di sinistra governare limmigrazione. Un merito mi sento di darlo a quel documento: ha fatto s che dalle parti della sinistra ci si potesse interrogare e confrontare sul fenomeno dellimmigrazione sapendo che un terreno delicatissimo che merita risposte nuove. E sono felice di esporvi le mie umilissime idee su come vedo il fenomeno e come a mio modestissimo parere bisognerebbe affrontarlo.

La critica forte che muovete al documento nella parte che propone lammissione degli immigrati con un sistema a punti che garantisca lingresso a coloro di cui la nostra societ ha bisogno. Mi pare esagerato affermare che si voglia introdurre nuovi schiavi perch vogliamo solo quelli che ci servono o di cui la nostra societ ha bisogno. Possiamo discutere se il sistema a punti pu essere un modo tutto ripiegato sulle esigenze di una societ che ha cura solo del suo benessere e nientaltro. Ma da troppo tempo mi pongo una domanda: siamo  sicuri che davvero generoso e solidale lasciar entrare chi vuole, per poi lasciarlo in balia del suo destino, chissenefrega se trover lavoro, casa, relazioni sociali soddisfacenti, se capisce litaliano, le sue leggi, le sue regole? Scontiamo davvero la nostra colpa, leniamo i sensi di colpa di una societ capitalistica che affama i paesi poveri  lasciandoli entrare tutti, tanto poi dio vede e provvede.  Ecco, se posso essere sincera, mi sento in colpa ancora di pi nel vederli buttati nelle strade, vederli incattiviti dalla povert, sfruttati perch non conosco i loro diritti, vederli vivere in situazioni ai limiti, questo s, dei pi elementari diritti umani.

CՏ una stretta correlazione tra la qualit dellaccoglienza e il governo dei flussi. E offende la mia etica democratica e solidale e di sinistra vedere grazie a questo e alle scellerate e razziste politiche della destra aumentare il razzismo e la xenofobia. E allora vorrei che la sinistra avesse il coraggio di rimboccarsi davvero le maniche (scusate la battuta ma ci sta) e guardare le paure, non aver paura di guardare la paura di chi diverso, ma saperla governare, saperla sciogliere, saperla eliminare. La paura non si elimina alimentandola come fa la Lega, ma non si elimina neanche facendo finta che non esista. Per queste ragioni credo che proprio noi di sinistra dobbiamo costruire un altro modello di societ affrontando senza censure quello che limmigrazione comporta: in senso positivo e negativo. Limmigrazione un processo strutturale delle nostre societ, che si possa eliminare sono balle della Lega. Voglio una societ in cui gli immigrati siano cittadini come tutti gli altri, abbiano stessi diritti e doveri. Perch la convivenza comporta diritti e doveri reciproci dei conviventi. E non da razzisti pensare innanzitutto a creare le condizioni per la loro integrazione. Il primo passo linsegnamento della lingua, come avviene in Germania. Dobbiamo rendere obbligatorio e gratuito lo studio dellItaliano. Qualcuno di voi mi ha detto che una costrizione, che non li possiamo obbligare. Ma il primo passo per capirsi deve essere una assunzione di responsabilit reciproca. Io mi faccio carico di fornirti gratuitamente linsegnamento, tu ti fai carico di imparare. Che cՏ di razzista nel fornire strumenti culturali? Non danno pi opportunit di lavoro? Sono profondamente convinta che i problemi dellimmigrazione si debbano affrontare con lucidit e rispetto, ma chiedendo ai cittadini immigrati lo stesso rispetto.

Scontato quello che penso sulla cittadinanza e sul voto: sono due strumenti fondamentali per la piena integrazione. Come scontato vedo  il diritto di asilo a chi rischia di morire nei paesi di origine. Mi interessa di pi con voi affrontare la relazione tra diversi, il bello e il brutto di una relazione tra culture diverse. Questo stesso dibattito in corso in Germania in questi giorni, e udite, stanno pensando di introdurre il sistema a punti: lSpd non contrario. Si stanno confrontando certo, cercando soluzioni migliori per tutti, tedeschi e immigrati. La Merkelha dichiarato che il modello multi Kulti ha fallito: perch ha paura delle spinte xenofobe e vuole rilanciare sullintegrazione. Come darle torto? Da noi il dibattito tra destra e sinistra ideologico anche sullimmigrazione, come sugli omosessuali. Tra razzisti e buonisti. Credo che ci sia una terza via, che quella di una sinistra moderna che vuole davvero convivere e costruire una Italia migliore anche con gli immigrati. Ma bisogna scrollarsi di dosso sia paure che sensi di colpa, perch con quelli non si fa il bene di nessuno. Gennaro Migliore ha rimproverato il documento dove dice che venire in Italia una opportunit, non un diritto.  Mi vengono in mente i nostri figli che emigrano allestero per avere delle opportunit: ne conosco tanti, uno ce lho in famiglia. L dove vanno, America, Spagna, Inghilterra, Francia, hanno dei doveri da rispettare e nessuno di noi si scandalizza. E normale. So bene che gli uomini e le donne che arrivano qui non sono come i nostri figli: ma per questo che abbiamo il dovere di dare loro pi strumenti per potersi integrare, non meno. Per non sfruttarli dobbiamo renderli partecipi della costruzione della nostra societ e chiedere loro di parteciparvi.

Chiedere loro di fare dei passi verso lintegrazione non lo trovo razzista: un passo importante verso una convivenza duratura tra pari, quella che sconfigge razzismo e xenofobia. E infine, come dice Sandro Gozi limmigrazione ingigantisce le debolezze strutturali della societ italiana. Scarsa coesione sociale, assenza di senso civico, violazione quotidiana della legalit. Difetti che gli immigrati, qualificati o meno, imitano subito. E allora forse siamo noi i cattivi maestri. Diventiamo noi buoni esempi. Pu essere loccasione per rendere migliore questo paese.