I NUOVI ITALIANI  di Corrado Giustiniani

La ricetta del Pd: selezioniamo gli immigrati

Il Messaggero, 18-10-2010

Stavolta ai consueti ragionamenti sull'immigrazione sento di dover fare una premessa. Spero che, nel momento in cui questo post va in rete, venga finalmente spedito in carcere Alessio Burtone, il bullo ventenne con precedenti per violenza che alla stazione metropolitana di Roma Anagnina ha colpito con un pugno terribile Maricica Hahaianu, l'infermiera romena di 32 anni, madre di un bimbo, morta poi dopo una settimana di agonia. Cos come fin a Rebibbia, alla fine di aprile del 2007, la romena Doina Matei, colpevole di aver ucciso Marta Russo, con la punta dell'ombrello infilata in un occhio. Non ci pu essere una giustizia con due pesi e due misure, a seconda della nazionalit dell'omicida.

Ci detto, affrontiamo oggi il documento sull'immigrazione appena elaborato dal Partito democratico. Si propone di combinare insieme umanit ed accoglienza, da una parte, e utilit specifica per l'Italia, dall'altra, ed stato approvato il 10 ottobre scorso, dall'assemblea nazionale di Varese. Ha per titolo  Impariamo a vivere insieme, funger da base per la costruzione del programma elettorale, e contiene alcune novit. La pi rilevante sta in questa affermazione: Il nodo politico da affrontare, pi che quanti immigrati, quali immigrati. Porre la questione della qualit, significa porre esplicitamente quella della selezione. Ma questo soltanto l'inizio di una riflessione di lungo periodo, anche perch la bacchetta magica per selezionare, come vedremo, non ancora stata inventata.

Per comodit riassumiamo in tre parti il documento, piuttosto lungo e articolato, come vi renderete conto se vorrete leggerlo. Dati sul fenomeno, politica degli ingressi e misure per l'integrazione degli immigrati.

I numeri. Gli immigrati sono una popolazione di 5 milioni di persone appartenenti ad oltre100 popoli diversi, composti da famiglie giovani con figli, da lavoratori e lavoratrici, per met donne, mentre i minori sono 864 mila, ed erano 50 mila nel 1990. In realt, secondo gli ultimi dati appena diffusi dall'Istat, le seconde generazioni hanno gi raggiunto quota 933 mila. E ancora. Se in Italia le porte fossero chiuse all'immigrazione, la popolazione giovane in et lavorativa tra i 20 e i 40 anni scenderebbe, tra il 2010 e il 2030, da 15,4 a 11,3 milioni, con una diminuzione di oltre 4 milioni, 200 mila unit in meno per ogni anno di calendario. Conclusione del documento, la cui stesura stata affidata al demografo Massimo Livi Bacci, : N un alto tasso di attivit e di occupazione degli italiani, n una perfetta parit uomo-donna, basterebbero ad evitare il nostro declino economico.

Quali ingressi. Il nodo politico da affrontare , pi che quanti ingressi, quali ingressi. Porre la questione della qualit significa porre esplicitamente quella della selezione. Che un paese abbia una politica migratoria utilitaria non uno scandalo, ma cos facendo si devono abbandonare i principi umanitari di accoglienza, cos radicati nello spirito riformista? La risposta no. Ma la parte non selettiva e umanitaria, va affidata a due strumenti: aiuti allo sviluppo ai paesi poveri, e  un'aperta e generosa politica dell'asilo, oggi inesistente, in quanto in numero assoluto i rifugiati in Italia sono un quindicesimo di quelli accolti in Germania, un quinto degli accolti in Gran Bretagna, e un quarto degli accolti in Francia. Possiamo e dobbiamo fare di pi. Da una parte, insomma, vanno ammessi i perseguitati, dall'altra quelli che sono utili al paese

L'ingresso a punti.  Ma come si fa a selezionare gli immigrati utili? Ed qui che, gi nel documento di base, viene posta la riflessione di lungo periodo sull'ammissione degli stranieri in Italia secondo una graduatoria a punti, gi adottata in Canada, Australia e Nuova Zelanda e, pi recentemente, in Gran Bretagna e in Danimarca. Ogni candidato totalizza un punteggio sulla base dell'et, dello stato civile, grado di istruzione, conoscenza della lingua, cultura e ordinamento, capacit di guadagno e di produrre reddito, specializzazione lavorativa, talenti particolari. Come noto, la componente politica di Veltroni ha isolato questa proposta in un documento a parte, per farne l'unica forma di ingresso in Italia, cosa che la maggioranza ha respinto. Taglia corto Livia Turco: Il sistema a punti da noi indicato come una semplice opzione, che non stata adottata e che mi vede contraria. Ma ci non toglie che i veltroniani possano tornare all'attacco, quanto verr predisposto il programma elettorale.

In Italia non funzionerebbe.  I miei lettori pi fedeli sanno bene come la penso. L'italia si serve degli stranieri per i lavori a pi bassa qualificazione, ed assurdo chiedere che un muratore extracomunitario abbia la laurea, o che un cuoco debba aver superato nel suo paese i corsi di italiano della Dante Alighieri, ammesso che se ne facciano nel suo paese. Il sistema a punti pu essere adottato soltanto per le qualifiche pi elevate, se e quando venissero richieste. Inoltre qui dovrebbero essere i consolati a selezionare qualifiche e titoli di studio, e non ce li vedo proprio, a corto come sono di manodopera. Va segnalata, comunque, una clamorosa gaffe fatta nei giorni scorsi dal sottosegretario Alfredo Mantovano, che ha detto che in Italia il sistema a punti c' gi, confondendo quel pasticcio escogitato dal governo per rinnovare il permesso di soggiorno a chi gi qui (peraltro non ancora in vigore) con i nuovi requisiti a punti che verrebbero invece richiesti per entrare in Italia, i quali comporterebbero la modifica della Bossi-Fini che sacra e inviolabile.

Come entrare. Da noi sono possibili solo assunzioni a distanza: bisogna arrivare in Italia con il contratto in mano. Cosa impossibile. Per cui si viene per turismo, si cerca lavoro e quando lo si trova si tenta di rientrare nelle quote di un decreto flussi. Ma il governo non autorizza nuovi ingressi da pi di due anni e dunque l'illegalit prolifica. Il Pd suggerisce una serie di meccanismi che dovrebbero insomma scattare insieme. Permessi per ricerca di lavoro sponsorizzata dalle istituzioni, permessi per ricerca di lavoro su richiesta dei singoli, flussi particolari per profili elevati, possibilit di convertire altri tipi di permessi in permessi di lavoro, regolarizzazioni ad personam, il tutto nell'ambito di quote triennali affidate a un'agenzia specializzata.

Voto e cittadinanza. Nel documento si propongono diverse misure di integrazione. La prima e la pi banale il rinnovo in tempi rapidi del permesso di soggiorno, operazione che per legge richiederebbe 20 giorni, e invece spesso comporta un anno e pi. Ma qui il vero disastro la nostra burocrazia, e non se ne esce se non allungando i tempi del permesso di soggiorno (proposta che in verit nel documento del Pd manca). Occorre poi concedere il diritto di voto alle comunali agli immigrati regolari di lungo periodo e dichiarare italiani di diritto i bambini che nascono da genitori stranieri integrati nel nostro paese, in quanto gi regolari da alcuni anni, o i minori venuti da piccoli che hanno concluso un ciclo di studi. In questo modo, oltretutto, si cancellerebbero 900 mila stranieri in una botta sola. Ci sono anche misure severe contro il sommerso, come l'introduzione del reato di grave sfruttamento del lavoro (ovvero contro il caporalato) e la condanna dell'uso del burka o altri indumenti nei luoghi pubblici aperti al pubblico, in quanto non lasciano il volto scoperto.