Svolgimento di interrogazioni a risposta
immediata.
(Orientamenti del Governo in merito al
regolamento attuativo dell'articolo 4-bis della legge n. 286 del 1988 in
materia di accordo di integrazione finalizzato al rilascio del permesso di
soggiorno - n. 3-01306)
PRESIDENTE.
L'onorevole Livia Turco ha facolt di
illustrare la sua interrogazione n. 3-01306 (vedi l'allegato A - Interrogazioni
a risposta immediata).
LIVIA TURCO.
Signor Presidente, la lingua e la cultura
italiano sono un'assoluta priorit per una politica di diritti e doveri da
parte delle persone immigrate, tanto pi che in Italia queste persone sono
quasi cinque milioni. Siamo molto indietro nella promozione della lingua e
della cultura italiana nei confronti degli immigrati, nonostante la previsione
gi contenuta nella legge n. 40 del 1996, che prevedeva un ruolo preciso dei
centri territoriali dell'educazione permanente e nonostante il volontariato che
risponde alla domanda di promozione della lingua e della cultura italiana per
gli adulti.
Faccio questa premessa per dire che si tratta
di un tema che ci sta molto a cuore perch pensiamo che la lingua e la cultura
italiana per gli adulti siano una priorit.
PRESIDENTE.
La prego di concludere.
LIVIA TURCO.
Per questo ci preoccupano molto e vorremmo dei
chiarimenti da parte del Governo sul regolamento attuativo dell'articolo 4-bis
della legge n. 286 del 1988. Infatti, non vediamo in questo regolamento
stanziamenti pubblici per la lingua e la cultura italiane.
PRESIDENTE.
Onorevole Livia Turco, deve concludere.
LIVIA TURCO.
Questa mancanza tanto pi grave a fronte del
fatto che nel regolamento medesimo prevista addirittura l'espulsione
dell'immigrato quando non acquisisca i crediti per imparare la lingua e la
cultura italiana.
PRESIDENTE.
Il Ministro dell'interno, Roberto Maroni, ha
facolt di rispondere.
ROBERTO MARONI, Ministro dell'interno.
Signor Presidente, l'accordo di integrazione
concepito come un'azione per favorire l'effettivo inserimento dei cittadini
extracomunitari nel nostro Paese, valorizzandone la partecipazione alla vita
economica, sociale e culturale, nel rispetto dei principi e dei valori sanciti
dalla Costituzione.
La decurtazione dei crediti dei quali si
parlato avverr infatti solo a seguito di condanne penali, della sottoposizione
a misure di sicurezza personali e della commissione di gravi illeciti
amministrativi o tributari, comportamenti che indicano chiaramente la mancanza
di volont di integrarsi e di rispettare le nostre regole.
L'accordo di integrazione pertanto, insieme al
piano per l'integrazione nella sicurezza, consentir di coniugare il giusto
rigore con una politica dell'integrazione che oggi tra le pi avanzate in
Europa, ove pure viene avvertita l'esigenza di intervenire con strumenti
efficaci e mirati all'effettiva integrazione dei cittadini immigrati. In
Francia, in Austria, in Gran Bretagna e in Germania esistono condizioni di
ingresso che richiedono comunque un livello minimo di conoscenza della lingua e
delle istituzioni. L'accordo varato dal Governo stato strutturato in modo
tale che nel percorso di integrazione lo straniero non sia lasciato solo: verr
infatti affiancato dallo Stato che, attraverso le proprie strutture ed in
maniera gratuita, lo sosterr nel progressivo raggiungimento degli obiettivi
previsti dall'accordo stesso.
L'attuazione dell'accordo di integrazione, in
particolare per l'insegnamento della lingua italiana, garantita da risorse
pubbliche provenienti dal Fondo europeo per l'integrazione esistente presso il
Ministero dell'interno: sono stati stanziati 8 milioni per il 2010, 12 per il
2011 e circa 7 milioni per gli anni a seguire. Per quanto concerne gli oneri
relativi all'istituzione dell'anagrafe nazionale degli intestatari degli
accordi di integrazione, le risorse dedicate ammontano a circa due milioni e
mezzo di euro provenienti in parte da un progetto finanziato con il PON
sicurezza per il sud, in parte dalle normali previsioni di spesa del
Dipartimento per le libert civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno.
A questo proposito sono gi state avviate le
intese tra il Ministero dell'interno, quello dell'istruzione, dell'universit e
della ricerca e quello del lavoro e delle politiche sociali per realizzare
specifici progetti volti alla formazione civica e linguistica dello straniero
da attuare in collaborazione con regioni, enti locali ed associazioni
territoriali del terzo settore.
Lo schema di regolamento attuativo
dell'accordo di integrazione che - come ricordato - stato approvato dal
Consiglio dei ministri il 20 maggio iscritto all'ordine del giorno della Conferenza
unificata di domani, per poi essere inviato al Consiglio di Stato per il prescritto parere.
Se la Conferenza unificata domani lo approver penso che in tempi rapidi possa
finalmente trovare attuazione.
PRESIDENTE.
L'onorevole Livia Turco ha facolt di
replicare.
LIVIA TURCO.
Signor Presidente, proprio il documento delle
regioni che verr esaminato domani in sede di Conferenza unificata indica in 20
milioni il fabbisogno per il programma di lingua e di cultura italiana. Mi pare
quindi che le risorse e le indicazioni fornite dal Ministro non troveranno il
consenso da parte delle regioni e dei comuni che, anzi, hanno lamentato proprio
la solitudine con cui si misurano nel promuovere programmi di lingua e cultura
italiana agli immigrati e, pi in generale, le politiche di integrazione degli
immigrati.
Sarebbe infatti sbagliato escludere e considerare
le politiche di lingua e cultura italiana al di fuori delle pi generali
politiche di integrazione: a tale riguardo mi duole sottolineare come il Fondo
ad hoc sia stato praticamente cancellato ed attualmente il Fondo per le
politiche sociali si sia ridotto a ben miseri 75 milioni.
Le indicazioni fornite dal Ministro sono
quindi assolutamente insoddisfacenti rispetto all'obiettivo - che auspichiamo -
di un programma ambizioso di lingua e cultura italiana per gli immigrati
adulti. La considerazione per che volevo infine svolgere che mi dispiace che
il Ministro non abbia sottolineato un aspetto del regolamento, quello relativo
alle ragioni dell'espulsione della persona immigrata. Le norme in materia
configurano infatti una particolare situazione di espulsione perch, se la
persona che non ottiene i crediti (ricordo che su sedici crediti quindici sono
forniti dalla conoscenza della lingua e della cultura italiana di base), ci
costituisce un motivo in s di espulsione.
PRESIDENTE.
La prego di concludere.
LIVIA TURCO.
Ritengo che sarebbe importante chiarire tale
aspetto perch, se cos fosse, ci troveremmo di fronte alla violazione - come
ben sa il Ministro - del Titolo III, articolo 21, commi 1 e 2, della Carta dei
diritti fondamentali dell'Unione europea.
Credo che la lingua e la cultura italiana
debbano servire per integrare, e non per discriminare.
PRESIDENTE.
Deve concludere, onorevole.
LIVIA TURCO.
Per questo vorrei chiedere al Ministro se
fosse possibile su questo tema poter costruire una politica di dialogo e di
incontro: siccome tale decreto rappresenta un'interpretazione restrittiva dello
stesso articolo di legge, possibile, Ministro, ritornarci sopra, discuterlo
anche in una sede parlamentare? Sarebbe un passo significativo
(Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).