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Espulsioni dei comunitari. Reding (Ue): "Procedura d'infrazione contro la Francia" Stampa E-mail
La commissaria europea alla Giustizia: "Distorte le mie parole, ma non mi scuso"


Bruxelles, 22 settembre 2010 - Si rammarica che le sue parole siano state distorte, ma non si scusa. Ad una settimana esatta dall'annuncio di una procedura d'infrazione contro la Francia per l'espulsione dei Rom, che ha paragonato alle deportazioni dei nazisti durante la Seconda guerra mondiale, la commissaria europea alla Giustizia, Viviane Reding, travolta dalle critiche per quelle frasi, mantiene il punto.

"Mi rammarico molto che le mie parole siano state distorte in modo tale che alcune persone si siano sentite offese - ha detto la Reding in una conferenza stampa al Parlamento europeo a Strasburgo, riferendosi alla reazione del presidente francese Nicolas Sarkozy, che si e' detto "insultato" - e probabilmente per non concentrarsi sul problema fondamentale ma per discutere di questioni secondarie che nulla hanno a che fare con il problema stesso". Quindi, alla domanda diretta se il suo rammarico equivalga a scuse nei confronti della Francia, la commissaria lussemburghese ha risposto secca: "No, perche'?".

Nel dirsi poi "rafforzata" dalle polemiche dei giorni scorsi - polemiche emerse in tutta la loro virulenza al vertice europeo di giovedi' scorsi, con un durissimo scontro verbale tra Sarkozy ed il presidente della Commissione, Jose Manuel Durao Barroso - la Reding ha poi tenuto a ribadire che "l'Unione Europea si basa su dei valori e la Commissione e' tenuta a farli rispettare". Prima della conferenza stampa, in un incontro a porte chiuse con gli europarlamentari riuniti per la plenaria a Strasburgo, la commissaria ha annunciato che l'esecutivo considerera' l'avvio della procedura d'infrazione contro la Francia nella riunione del 29 settembre. Ma ai giornalisti la Reding non ha voluto confermare la data, limitandosi a dire che un rapporto degli esperti sulla legalita' della misure prese da Parigi per espellere i Rom "sara' pronto tra pochi giorni" e sara' "discusso molto presto" dalla Commissione.

Infine, la Reding ha sottolineato che non c'e' solo la Francia nel mirino dell'esecutivo di Bruxelles per l'inesatta trasposizione nelle legislazioni nazionale della direttiva del 2004 sulla libera circolazione delle persone. "Noi stiamo discutendo con 15 o 16 Paesi sui dettagli di questa direttiva", ha detto la commissaria, secondo cui "se dei problemi importanti non possono essere risolti, e' dovere della Commissione aprire una procedura d'infrazione".


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