STATO DI POLIZIA A LAMPEDUSA, E NON SOLO.
Dopo il fermo e l'identificazione di una
militante solidale pochi giorni fa, nell'aeroporto di Lampedusa, durante
l'espulsione collettiva di un gruppo di migranti verso Tunisi, cresce ancora lo
stato di militarizzazione nell'isola. Nella serata di domenica 17 aprile sono
state fermati alcuni compagni del Forum Antirazzista di Palermo e delle Brigate
di Solidariet Attiva, perquisiti sia personalmente, che in casa, subito dopo
la fuga di nove migranti dal porto (sei gi ripresi) con i quali erano riusciti
a parlare. E' stato perquisito anche il furgone in loro possesso. Alla fine
delle attivit di indagine non stato trovato nulla a loro carico, ma tre di
loro sono stati condotti in caserma per la notifica dei relativi verbali.
Rimane da chiarire sulla base di quale disposizione di legge i migranti
tunisini fossero trattenuti nella stazione marittima, al porto di Lampedusa, in
stato di limitazione della libert personale, diversi giorni dopo lo sbarco, un
fatto che potrebbe integrare estremi di reato e che forse si voleva tenere
nascosto.
Insomma l'ennesima intimidazione, come quella
che si consumata nello stesso giorno a Ventimiglia, quando sono stati
identificati tutti coloro che partecipavano alla iniziativa del Treno della
solidariet, probabilmente frutto di direttive ben precise inviate dal
Ministero dell'Interno. Si vuole creare una zona rossa attorno ad ogni luogo
nel quale sono confinati, sia pure temporaneamente, i migranti. La loro
movimentazione segretata, e nessuno deve sapere verso quali destinazioni la
polizia li sta trasferendo.
Continuano senza sosta i respingimenti
illegali da Lampedusa verso la Tunisia (perch collettivi e perch non
rispettosi di tutte le procedure previste dal nostro ordinamento: notifica del
decreto di respingimento, o di espulsione, e di trattenimento debitamente
tradotto, colloquio con lavvocato di fiducia o dufficio, convalida di un
giudice). Ma nessuno degli immigrati da espellere come clandestini deve
comunicare con altri che non siano le forze di polizia e i soggetti
convenzionati che ne supportano l'azione, come la Cooperativa Lampedusa
accoglienza.
Questo clima di isolamento sta determinando
terrore tra le persone che arrivano, anche tra i richiedenti asilo che, privati
del supporto e delle informazioni rese da organizzazioni indipendenti, non
comunicano neppure la loro identit e tentano di fuggire appena possono, come
successo sabato 16 a Pozzallo, dopo che per quattro giorni decine di esseri
umani erano stati isolati in un hangar portuale nel quale venivano trattenuti
in condizioni indegne. Adesso molti dei fuggitivi sono stati arrestati e
denunciati per resistenza e violenza a pubblico ufficiale, un processo da
seguire con grande attenzione perch si tratta di soggetti particolarmente
vulnerabili. E due di loro si sarebbero fratturati gambe e braccia,
scivolando durante il tentativo di fuga.
Il
livello degli abusi commessi ai danni dei migranti, ovunque vengano internati,
tale che non si tollerano testimoni. I comportamenti della polizia nei loro
confronti sono privi di base giuridica, le ordinanze emesse dal governo sono
palesemente illegittime, non ci sono neppure provvedimenti da impugnare e a
Lampedusa non ci sono giudici. Si sta sperimentando ovunque, nelle tendopoli
definite come CAI, centri di accoglienza e di identificazione, come nelle zone
di sbarco, un vero e proprio stato di polizia che, come dimostrano i fatti di
Ventimiglia e Lampedusa, coinvolge sempre pi anche noi italiani.
Da tre giorni neppure la RAI pu riprendere il centro di identificazione ed
espulsione, perch di questo si tratta adesso, di Contrada Imbriacola a
Lampedusa, e sono scomparse le immagini degli sbarchi . Adesso che Maroni ha
proclamato "la fine dello stato d'"emergenza", nessuna notizia e
nessun testimone scomodo devono sconfessare le menzogne del governo e scoprire
gli abusi ai quali continuano ad essere esposti i migranti.
Ricordiamo ancora una volta i primi due commi
dellart. 13 della Costituzione: La libert personale inviolabile. Non
ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, n
qualsiasi altra restrizione della libert personale, se non per atto motivato
dellautorit giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge.
La dichiarazione dello stato di emergenza
immigrazione e la possibilit di
interventi in deroga all'ordinamento giuridico, previste negli ultimi decreti
del governo per fronteggiare l'eccezionale afflusso di cittadini appartenenti
ai paesi del Nord Africanon possono scalfire la portata assoluta di questo
principio e noi lo difenderemo in tutte le sedi e con tutti i mezzi per
impedire la sopraffazione e l'avvento di un vero e proprio stato di polizia.
Richiamiamo tutti, dalla magistratura ai mezzi di informazione alla vigilanza
democratica per impedire che altre iniziative di polizia possano comprimere
l'esercizio dei diritti fondamentali dei migranti e dei cittadini.