Nota di Pietro Soldini e Rodolfo Cilloco

su Cittadinanza di Residenza e Convenzione Onu del 18/12/90

 

 

Per approfondire questi temi convocato un incontro aperto a tutte le associazioni per il giorno 11 aprile 2011 alle ore 17.00 presso la sede nazionale della CGIL in Corso d'Italia 25 - Sala Simon Weil.

In materia di immigrazione, il richiamo all'Europa diventato un vero e proprio luogo comune. Si critica l'Europa per la sua presenza e per la sua assenza, se impone o se lascia fare.

In queste settimane, di fronte all'emergenza sbarchi dal Mediterraneo, evocare l'intervento dell'Europa diventato il lait motive del dibattito pubblico senza chiarire i termini reali della situazione.

  1. Se l'Europa non interviene sul tema Immigrazione perch gli Stati Nazionali hanno impedito che, nei Trattati europei, la materia immigrazione fosse devoluta alla legislazione Europea per restare fondamentalmente prerogativa delle legislazioni nazionali.
  2. Le Direttive Europee che intervengono sulla materia affrontano questioni parziali e non definiscono un quadro normativo e strategico organico e coerente.
  3. L'Italia per altro non ha neanche dato attuazione ad alcune di queste Direttive, molto importanti (n. 115/2008 sui rimpatri) perch contrastano con le norme nazionali (Bossi-Fini e Pacchetto Sicurezza).
  4. Gli stessi aiuti finanziari che l'Europa mette a disposizione rischiano di essere inutilizzati, mal spesi e inefficaci perch gli stati nazionali vorrebbero finalizzarli in modo arbitrario per azioni che contrastano con le norme Europee e internazionali,

E' il caso del Governo Italiano che pretenderebbe aiuti finanziari dall'Europa per effettuare respingimenti dei migranti in mare e rimpatri massivi forzosi, che contrastano con le Direttive Europee.

E' del tutto evidente che un tema cos importante e complesso come l'immigrazione, debba essere affrontato con una politica comune Europea.

Per fare ci necessario che i singoli Stati rinuncino alla tendenza a fare da se, con azioni e comportamenti unilaterali (salvo evocare l'Europa quando gli fa comodo) e tutti insieme definiscano obbiettivi e norme comuni omogenee.

Per incamminarsi su questa strada c' bisogno di avere un quadro di regole condivise che assumano come presupposto il rispetto dei diritti fondamentali dei migranti e delle loro famiglie, dai quali far discendere coerentemente tutti gli atti di compatibilit economico-giuridica.

Da qui nasce la nostra proposta di Ratifica della Convenzione dell'ONU sui diritti dei lavoratori migranti e delle loro famiglie, approvata dall'Assemblea delle Nazioni unite il 18/12/1990, entrata in vigore nel 2003 dopo che il numero minimo (20) di Paesi membri ha proceduto alla sua ratifica.

Ad oggi stata ratificata da 44 Paesi e purtroppo da nessun Paese Europeo.

La Convenzione ONU, tutt'altro che demagogica, si basa sul riconoscimento di un corredo di diritti fondamentali delle persone migranti graduandoli in rapporto al loro status giuridico di regolari, e quindi incentivando e promuovendo la regolarizzazione, ma senza considerare la irregolarit una colpa o un reato soggettivo.

Per un'Europa che voglia intraprendere un cammino verso una politica comune in materia di immigrazione la ratifica della Convenzione senz'altro il passo pi qualificato e realistico.

Ci permettiamo di avanzare una proposta che sottoponiamo a verifiche ed approfondimenti tecnico-giuridici, e cio che sia l'Europa stessa, visto che il Trattato di Lisbona ha attribuito all'Unione europea una soggettivit giuridica internazionale, con la connessa competenza di stipulare accordi con gli Stati terzi e le organizzazioni internazionali, a compiere come Unione l'atto di ratifica della Convenzione ONU. Ad oggi la popolazione immigrata, residente stabilmente in Europa stimata in circa 32 milioni di persone (circa il 6% dell'intera popolazione) e gli studi della stessa Unione Europea dicono che questa popolazione destinata a raddoppiare nei prossimi 20 anni, non solo per la pressione che si continuer ad esercitare sui confini Europei dal terzo mondo, ma anche per la necessit della stessa Europa, alle prese con un forte decremento demografico che mette a rischio il suo standard economico-sociale.

In questo contesto, oltre alla Convenzione ONU, l'altra fondamentale sfera d'intervento dell'Europa riguarda la Cittadinanza.

Il trattato di Lisbona prevede lattribuzione della cittadinanza dell'Unione a chiunque abbia la cittadinanza di uno Stato membro. La cittadinanza dellUnione non sostituisce la cittadinanza nazionale, ma si aggiunge a questultima. Di conseguenza gli stati membri, fissando autonomamente i criteri della concessione della cittadinanza nazionale, regolano indirettamente anche quanto vale per lottenimento della seconda cittadinanza. In questo modo gli immigrati provenienti da paesi terzi e i loro figli si trovano ad avere accesso alla cittadinanza europea secondo modalit e criteri diversi da paese a paese, con il prodursi di situazioni fortemente differenziate sul piano giuridico e diversamente penalizzanti su quello di fatto.

Si viene cos a determinare una discriminazione nel loro trattamento ai fini dell'accesso alla cittadinanza europea che risulta essere in violazione sia all'art. 18 TFUE sia all'art. 21 della Carta dei Diritti.

La constatazione di questa situazione porta a considerare come necessaria una armonizzazione delle legislazioni nazionali sull'acquisto e la perdita della cittadinanza o alternativamente, o meglio ad adiuvandum, l'opportunit che la UE disciplini con regole proprie l'acquisto o la perdita della cittadinanza Europea e dei diritti ad essa correlati.

L'intento di questa coalizione di scopo quello di non limitarsi ad affidare il raggiungimento di questi due obiettivi strategici per il profilo dell'Europa del futuro, all'azione autonoma della Commissione e del Parlamento Europeo, ma di promuovere un'iniziativa legislativa dal basso raccogliendo 1 milione di firme fra la popolazione in almeno 7 stati membri dell'UE.

Questa proposta pu costituire un terreno di iniziativa forte ed impegnativa per tante organizzazioni e personalit che si muovono nel mondo della tutela e della rappresentanza degli immigrati e pi in generale per un'Europa dei popoli, pi uguale e inclusiva, interculturale, ed interetnica.

 

Pietro Soldini                                                                                               Rodolfo Cilloco