PALERMO - INCONTRO DEL FORUM ANTIRAZZISTA AL CONSOLATO TUNISINO

 

Si svolto sabato 23 aprile a Palermo un incontro tra una delegazione del Forum Antirazzista e il Console della Tunisia, richiesto pochi giorni prima, per un confronto sulla grave situazione dei cittadini tunisini giunti negli ultimi mesi in Sicilia. L'incontro ha avuto ad oggetto, in particolare, le procedure di respingimento sommario verso la Tunisia e le condizioni di abbandono nelle quali si trovano molti tunisini, anche di minore et, nei centri di accoglienza, in alcuni dei quali sono state create zone separate chiuse nelle quali, come nella palestra del CARA di Salina Grande a Trapani,  sono stati rinchiusi decine di immigrati sottoposti a procedure di allontanamento forzato dopo identificazioni sommarie.

 

Il Console ha riferito la situazione di grave difficolt nella quale si trova il suo paese, sottoposto per effetto della guerra in Libia ad una pressione migratoria senza precedenti ed al rimpatrio di molti lavoratori tunisini che erano precedentemente emigrati in Libia. Oltre duecento mila persone, solo una parte delle quali di nazionalit tunisina, hanno varcato le frontiere con la Libia, e sono state accolte dalla Tunisia con i propri mezzi, senza un significativo impegno della comunit internazionale.

 

Durante l'incontro emerso che le ultime intese tecniche  a livello di ministri dell'interno, del 5 aprile scorso, hanno previsto la deroga di tutte le precedenti procedure per il rimpatrio forzato di un numero massimo di 800 tunisini che il governo provvisorio di quel paese si sarebbe impegnato a riammettere, anche senza un documento di viaggio individuale rilasciato dalla competente autorit consolare ( prescritto dall'Accordo Italia-Tunisia del 1998). La Tunisia ha perci rifiutato, come riferito anche dall'ANSA la proposta italiana di rimpatri di massa.

Dopo queste intese tecnichefino ad oggi sarebbero stati rimpatriati circa 430 tunisini e per la stessa giornata di sabato 23 sono stati previsti gli ultimi due voli diretti da Lampedusa verso la Tunisia.

Rispondendo ad una specifica domanda, il Console ha comunque comunicato che ulteriori controlli d'identit vengono effettuati anche all'arrivo a Tunisi e che, se tra coloro che vengono rimpatriati si scoprono cittadini non tunisini, questi vengono ricondotti in Italia. Questi dati confermano il carattere sommario delle espulsioni praticate dal nostro paese, in contrasto con tutte le disposizioni interne ed internazionali, come il divieto di espulsioni collettive, contenuto nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea.

 

I rappresentanti del Forum Antirazzista hanno lamentato al riguardo, in particolare per quanto concerne Lampedusa e la la Sicilia, la totale negazione dei diritti di difesa delle persone soggette a rimpatrio forzato, la utilizzazione di strutture improprie per la detenzione amministrativa, persino le navi da crociera, la durata incontrollabile delle diverse forme di limitazione della libert personale subite dalle persone durante le procedure di identificazione o in vista del rimpatrio, senza alcun controllo giurisdizionale o di altro tipo, al punto che stato negato persino ai giornalisti ed ai parlamentari il diritto di accesso nei CAI, centri di accoglienza ed identificazione, in realt veri e propri campi di detenzione amministrativa.

 

Infine, con riferimento al mancato rimpatrio di circa otto cittadini tunisini che la sera del 20 aprile si erano ribellati, ferendosi prima di essere fatti salire a Palermo su un aereo che li avrebbe ricondotti a Tunisi, il Console non ha detto dove alcuni di loro sarebbero attualmente stati portati, ma che comunque in questo caso il rimpatrio non aveva avuto luogo. Da fonti diverse risulta anche che alcuni di loro, forse sei, sarebbero stati ricondotti a Trapani, mentre di due non si avrebbero proprio notizie.

 

I rappresentanti del Forum antirazzista hanno ribadito che anche il consolato si deve attivare per garantire a tutti i tunisini il diritto di difesa e di ricorso contro le misure di allontanamento forzato, anche perch l'ultima circolare ministeriale dell' 8 aprile fa espresso riferimento, per le procedure di rimpatrio forzato, alla precedente circolare del 17 dicembre 2010 che a sua volta richiama la Direttiva rimpatri n.2008/115/CE, dalla quale si ricavano precise garanzie procedurali che la polizia italiana obbligata a riconoscere a tutti i migranti irregolari. E invece le autorit di polizia italiane, dopo l'incontro del ministro Maroni a Tunisi con il suo omologo tunisino, hanno sistematicamente violato tutte le norme derivanti dal diritto italiano dell'immigrazione, della Costituzione italiana, e della normativa comunitaria ed internazionale. Violazioni gravi e reiterate che non possono essere giustificate da un accordo segreto tra ministri dell'interno.

 

Dall'incontro dunque emerso che i provvedimenti di rimpatrio, siano essi respingimenti differiti o espulsioni,  non vengono comunque notificati tempestivamente agli interessati prima dell'avvio delle operazioni di allontanamento forzato, al punto e che talora viene nascosta la destinazione finale ( Tunisia) dei trasferimenti ai quali vengono sottoposti, con evidente limitazione della libert personale e con totale privazione di tutti i diritti da riconoscere alle persone soggette al rimpatrio forzato, in base agli artt.13 e 24 della Costituzione, al Regolamento delle frontiere Schengen n.562 del 2006, che impone la notifica di provvedimenti individuali, della direttiva sui rimpatri n. 2008/115/CE, che limita i casi di rimpatrio forzato, e persino del diritto interno vigente, che presuppone quanto meno la tempestiva adozione e notificazione di provvedimenti formali di allontanamento forzato.

 

Per quanto concerne la situazione di grave abbandono nella quale sono stati lasciati i giovani tunisini giunti in Italia e detenuti come ospiti o alloggiati e quindi con libert di circolazione, nei Cara siciliani, a Salina Grande (TP), a Caltanissetta ( Pian Del Lago) e a Mineo, nel Villaggio della Solidariet ( che sembra sia stato adesso riconosciuto per decreto come un CARA, anche se ancora manca la Commissione che esamina le richieste di asilo), il Console ha affermato che non ha il diritto di visitare autonomamente queste strutture, ma che il personale del consolato disponibile a visitare anche in questi luoghi tutti i cittadini tunisini che ne facciano richiesta.

I rappresentanti del Forum Antirazzista hanno detto a questo punto che, soprattutto nei casi nei quali non sia possibile la nomina di un avvocato, segnaleranno al consolato tunisino quei casi che appaiono particolarmente meritevoli di un intervento urgente, come nel caso dei minori non accompagnati, che potrebbero essere vittime della situazione di promiscuit nella quale sono tenuti, e quindi restare vittime di sfruttamento o di abusi, spesso senza che sia stato tempestivamente avvertito il Tribunale dei minori di Palermo.

 

Alla fine dell'incontro il Console si detto particolarmente lieto della possibilit di avere incontrato esponenti della societ civile siciliana, ed ha riconfermato i tradizionali legami di amicizia tra tunisini e siciliani, mentre i rappresentanti del Forum antirazzista hanno annunciato l'invio di delegazioni in Tunisia per cercare di fornire un contributo, pur con i modesti mezzi a disposizione, al confronto democratico ed alla  migliore comunicazione tra i cittadini delle due sponde del Canale di Sicilia, anche come strumento  per contribuire ad affrontare la situazione di emergenza determinata in quel paese dall'eccezionale afflusso di profughi dalla Libia, una situazione gi molto difficile, che potrebbe ancora aggravarsi in futuro.

 

Dopo questo incontro emerge chiaramente come la situazione interna in Tunisia rispetto all'emigrazione ed alla riammissione degli irregolari appaia certamente diversa rispetto al passato, anche se rimangono ombre e contraddizioni evidenti, in quanto esiste la possibilit, dopo il primo rimpatrio, se si al secondo tentativo, come ha confermato il console, di essere condotti in Tribunale a Tunisi ed essere condannati ad una pena pecuniaria.  Sembra comunque che il governo provvisorio tunisino cerchi di gestire la politica di riammissione con la preoccupazione di non creare troppo malcontento all'interno del paese, dove anche per effetto della guerra in Libia, c' una grave crisi occupazionale, soprattutto nel settore turistico, e le rimesse degli emigrati potrebbero sostenere interi bilanci familiari. In questo senso appare assai importante la conferma di un tetto massimo al numero dei tunisini che potranno essere rimpatriati sommariamente in base agli accordi imposti da Maroni e Berlusconi alle autorit tunisine, che avrebbero invece escluso espulsioni di massa e quei respingimenti collettivi in mare che l'Italia ha invece concordato con Gheddafi negli anni precedenti.

 

Rimane compito dei movimenti italiani creare un collegamento con le associazioni tunisine per monitorare e denunciare -anche da sud- le innumerevoli violazioni dei diritti fondamentali della persona poste in essere dalle autorit italiane.  Occorre anche, sul nostro territorio, proseguire il lavoro di monitoraggio e di denuncia in tutti i luoghi di detenzione e di deportazione, al fine di informare l'opinione pubblica, dopo che i mezzi di informazione sono stati silenziati, ed anche allo scopo di fornire a tutti gli immigrati tunisini e di altre nazionalit ogni possibile assistenza legale e supporto in termini di accoglienza e di inclusione.

 

Forum Antirazzista di Palermo