Nel nostro paese “l’immigrazione costituisce un rimedio, seppure parziale, al continuo processo di invecchiamento demografico e al basso tasso di fecondità”. E’ quanto si legge nel Dossier statistico immigrazione 2011 realizzato da Caritas/Migrantes, che fornisce tutti i dati aggiornati sulla presenza degli stranieri, la loro condizione familiare, lavorativa e abitativa.
Al 31 dicembre 2010 gli stranieri nel nostro paese sono 4.570.317 con un’incidenza sulla popolazione di 7,5%. Il 35% risiede nel Nord Ovest, il 26,3% nel Nord Est, il 25,2% al Centro e il 13,5% al Sud e nelle Isole.
La loro presenza compensa l’invecchiamento demografico e il basso tasso di fecondità delle donne italiane (1,29 a fronte del 2,13 di quello delle straniere). Crescono infatti i nuovi nati da coppie di immigrati che nel 2010 sono stati il 13,9%, quota che sale al 18,4% considerando i nati da madre straniera e padre italiano. Gli stranieri inoltre, a differenza della popolazione italiana, hanno un’età media molto bassa – 32 anni – e si caratterizzano per la forte incidenza dei minori (21,7%) e delle persone in età lavorativa ((78,8%) mentre gli ultra65enni superano di poco il 2%. Tra gli italiani, secondo il bilancio demografico del 2000-2010, si attesta un elevato aumento degli ultra65enni (+1.800.000) pari a quello congiunto della popolazione in età lavorativa (+1.464.000) e dei ragazzi fino a 14 anni (+348.000).
Sul piano lavorativo, la manodopera straniera (2.089.000) costituisce oggi in Italia un decimo della forza lavoro. Sono tuttavia la categoria di lavoratori che ha pagato il prezzo più alto della crisi arrivando a incidere di un quinto sui disoccupati. La precarietà del lavoro incide anche sul piano abitativo: l’Istat ha accertato che si trova in condizione di disagio il 34% degli immigrati (contro il 14% degli italiani). Notevole anche il divario tra proprietari di abitazioni: lo sono il 21,3% tra gli immigrati e il 71,6% tra gli italiani. E’ in diminuzione e pressoché dimezzata l’incidenza degli immigrati sulle compravendite, passata dal 16,7% nel 2007 all’8,7% nel 2010. Inoltre in Italia continua a essere ridotta la quota delle case in affitto (4,4 milioni) e diventano sempre più rari gli alloggi dell’Edilizia Residenziale Pubblica. Un elemento positivo è rappresentato tuttavia dallo stanziamento di 8,7 milioni di euro previsto per gli immigrati dal Piano interministeriale per l’integrazione nella sicurezza (giugno 2010) per l’autocostruzione e l’autorecupero di edifici pubblici.
Il Dossier fornisce inoltre dati sui più giovani. I minori figli di stranieri sono 1 milione e aumentano ogni anno di 100mila unità, tra nati in Italia e ricongiunti. Le seconde generazioni hanno superato le 600mila unità. Rispetto alla presenza di stranieri nelle scuole italiane, nell’anno scolastico 2010/2011 sono risultati 709.826, con un aumento del 5,9% rispetto all’anno precedente e un’incidenza del 7,9% sul totale della popolazione scolastica. Ci sono poi i minori stranieri non accompagnati che a giugno 2011 sono risultati 5.806, in prevalenza di età compresa tra i 16 e i 17 anni.
Infine alcuni dati sui flussi irregolari. Nel 2010 sono stati registrati 4.201 respingimenti alle frontiere e 16.086 rimpatri forzati, a fronte di 50.017 persone rintracciate in posizione irregolare. Secondo le stime riportate dal Dossier, gli irregolari in Italia sarebbero circa mezzo milione, 1 ogni 10 in posizione regolare. Il Dossier fornisce anche dati riguardo alla presenza e al costo dei Centri di identificazione ed espulsione. Nel 2010 vi sono transitati 7.039 immigrati con una permanenza media di 51 giorni. Il costo della retta giornaliera, secondo unì’interpellanza alla Camera dei Deputati, è di 45 euro mentre l’espulsione effettiva di un immigrato è valutabile fino a 10mila euro.
Dossier statistico immigrazione 2011: scheda di sintesi
