Sono donne, principalmente ucraine, rumene e moldave, giovani e con un’istruzione medio-bassa. E’ l’identikit elaborato da un’indagine Ismu-Censis-Irps su un campione di 1.362 badanti.
L’indagine, informa una nota diffusa dalla Fondazione Ismu, ha riguardato assistenti domiciliari stranieri regolarmente presenti in Italia al 1° agosto 2009. E’ emerso che nel 91% dei casi sono donne e provengono dai paesi dell’Europa orientale, in particolare Ucraina, Romania e Moldova. Tre su otto professano la religione cattolica e tre su otto quella ortodossa. L’età media è di 40 anni. Le “badanti” sono arrivate in Italia per lo più durante gli ultimi 5-6 anni e solo nel 57% dei casi con una precedente attività lavorativa già svolta nel paese di origine (operaie nell’industria, impiegate, insegnanti, commesse, infermiere, cameriere, segretarie). Meno del 2% erano già badanti nel loro paese d’origine. Si tratta di persone senza titolo di studio solamente nel 3% dei casi, soprattutto con diploma di scuola media (74%), talvolta laurea (9%). Coniugate nel 59% dei casi, provengono da famiglie con figli, anche se solamente in poco più di un caso su cinque hanno tutto il nucleo familiare in Italia.
In due casi su cinque le badanti vivono sul luogo di lavoro. A fronte di elevate capacità di comprensione ed espressione orale, quasi una badante su due ha difficoltà a scrivere in lingua italiana e più di una su tre anche a leggere. Il reddito medio mensile netto è compreso generalmente tra gli 800 e i 1.200 euro, anche se non sono rare le retribuzioni inferiori, che diventano preponderanti tra chi lavora a tempo parziale o in modo occasionale.