Date: Thu, 1 Dec 2011 16:44:51 +0100

To: Recipient List Suppressed:;

From: Sergio Briguglio <sergio.briguglio@enea.it>

Subject: mia mamma

 

Mia mamma e' morta stanotte.

 

Se vi comunico una cosa cosi' intima e' per diverse ragioni.

 

La prima e' che con ciascuno di voi c'e' da tempo un rapporto comunque personale, anche se con alcuni non c'e' mai stato un incontro diretto.

 

La seconda e' che da quanti hanno saputo della malattia di mamma ho ricevuto affetto e sostegno. Lo stesso affetto e lo stesso sostegno - lo so - l'avrei ricevuto anche dagli altri, se avessero saputo.

 

La terza e' che alla base del lavoro - quello sull'immigrazione - per il quale ci conosciamo c'e', per molti aspetti, mamma. Le devo, tra le tante, una cosa particolare: mi ha insegnato che cosa significhi studiare. Mamma aveva potuto fare solo le elementari: al tempo sembrava normale negare a una bambina la prosecuzione degli studi. Ne aveva sofferto moltissimo. Ha conservato per tutta la vita la sete del conoscere, del capire e dell'individuare soluzioni. Da autodidatta, con pochissimi mezzi.

 

Un'altra cosa che ha cercato di insegnarmi - con minor successo - e' stata l'operosita'. Pochi giorni fa, mentre ero seduto accanto al suo letto, aspettando sue richieste, mi ha domandato, a mo' di rimprovero: "Perche' non lavori?!".

 

L'ultima ragione e' che se mi sono occupato di immigrazione lo devo allo sgomento che ho provato, a diciotto anni, per la mia piccola migrazione interna, da Messina a Padova. Lasciavo una famiglia - mamma, papa', mia sorella, i miei fratelli - che era la mia sicurezza e il mio cuore. Quando, alcuni anni dopo, ho cominciato a incontrare per strada facce con lo stesso sgomento, mi sono diventate sorelle; poi, col tempo, figlie.

 

sergio