Legislatura 16º - 3ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 125 del 25/01/2011


 

AFFARI ESTERI, EMIGRAZIONE    (3ª) 

 

MARTEDÌ 25 GENNAIO 2011

125ª Seduta 

 

Presidenza del Presidente

DINI 

 

            Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri Stefania Craxi.    

 

La seduta inizia alle ore 15,05.

 

 

IN SEDE REFERENTE 

 

(2273-B) Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Canada per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo d'intesa, fatta ad Ottawa il 3 giugno 2002, approvato dal Senato e modificato dalla Camera dei deputati

(Esame e rinvio)

 

      Il relatore GIORDANO (PdL) illustra il provvedimento in titolo, che è già stato approvato in prima lettura dal Senato, e modificato dalla Camera dei deputati in seconda lettura per un limitato profilo. Esso riguarda la Convenzione tra Italia e Canada contro le doppie imposizioni e l'annesso Protocollo, firmati a Ottawa il 3 giugno 2002, che pongono le basi per una più proficua collaborazione economica tra l'Italia ed il Canada, rendendo possibile un'equa distribuzione del prelievo fiscale tra lo Stato in cui viene prodotto un reddito e lo Stato di residenza dei beneficiari dello stesso.        

            L'articolo 3 del disegno di legge reca la clausola di copertura degli oneri finanziari derivanti dall'attuazione della Convenzione, valutati in 1,51 milioni di euro annui a decorrere dal 2010.

La modifica apportata nel corso della seconda lettura, esclusivo oggetto dell'odierno esame, riguarda la specificazione per cui la copertura finanziaria avviene mediante riduzione delle proiezioni per gli anni 2011 e 2012 dello stanziamento già individuato. In effetti, gli effetti sul gettito degli accordi sull'eliminazione delle doppie imposizioni possono solo essere oggetto di stime previsionali.

Ciò premesso, propone che la Commissione conferisca mandato a riferire favorevolmente all’Assemblea sul provvedimento.

 

Il presidente DINI osserva che solo una minima disposizione è stata modificata nel corso della seconda lettura con riferimento alle previsioni sull'evoluzione del gettito a seguito dell'entrata in vigore dell'Accordo per eliminare le doppie imposizioni, il quale produrrà altresì un aumento dell'interscambio commerciale.

 

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

           

 

(2524) Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Slovenia sulla cooperazione transfrontaliera di polizia, fatto a Lubiana il 27 agosto 2007, approvato dalla Camera dei deputati

(Esame e rinvio)

 

 

      La relatrice CONTINI (FLI) illustra il disegno di legge in titolo, già approvato in prima lettura dalla Camera dei deputati, che riguarda l'accordo con cui Italia e Slovenia consolidano la collaborazione e la mutua assistenza in ambito transfrontaliero, a tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, nonché al fine di potenziare l'attività di contrasto alla criminalità organizzata internazionale ed all'immigrazione clandestina.

            L'Accordo integra precedenti atti pattizi intervenuti negli anni scorsi con la Slovenia, con particolare riferimento all'Accordo tra i ministeri dell'interno dei due Paesi nella lotta contro il traffico illecito di sostanze stupefacenti e psicotrope e contro la criminalità organizzata, firmato a Roma il 28 maggio 1993, estendendo la cooperazione ad altri settori. Esso si inserisce nel più vasto contesto della collaborazione già in atto, a livello internazionale ed europeo, in materia di polizia, con particolare riferimento alla Convenzione di applicazione dell'Accordo di Schengen, del 19 giugno 1990.

            L'Accordo individua le zone di frontiera e indica gli organi competenti alla realizzazione dei citati obiettivi (articolo 1). I due Stati si impegnano ad informarsi reciprocamente sulle situazioni che possono comportare pregiudizi o comunque di interesse, sotto il profilo della sicurezza, effettuando periodicamente un'analisi congiunta degli aspetti che riguardano l'ambito transfrontaliero (articolo 2).

            I soggetti preposti all'applicazione dell'Accordo sono, per l'Italia, il Ministero dell'interno, il Dipartimento della pubblica sicurezza, in qualità di organo centrale nazionale, e gli uffici periferici, nel quadro delle rispettive competenze; per la Slovenia, il Ministero dell'interno, Polizia, la Direzione generale di Polizia in qualità di organo centrale nazionale con le proprie unità organizzative interne, nonché le unità organizzative di polizia di zona.

            Secondo i rispettivi ordinamenti nazionali, le richieste possono riguardare, tra l'altro, accertamenti in ordine ai proprietari e ai conducenti di veicoli stradali, di mezzi aerei e marittimi, alle patenti di guida, alle autorizzazioni relative al soggiorno, ai titolari di allacci telefonici o di altre apparecchiature di telecomunicazioni, all'identità delle persone e alla provenienza delle cose.
Vengono altresì disciplinate peculiari forme di cooperazione di polizia tra cui l'osservazione e il pedinamento transfrontaliero nei confronti della persona indiziata di reato. È inoltre disciplinato l'istituto dell'inseguimento transfrontaliero, che può essere effettuato, nei casi d'urgenza, anche senza preventiva autorizzazione dell'altra Parte contraente; quest'ultima può comunque chiederne l'interruzione immediata. La cooperazione tra gli organi di polizia riguarda, altresì, le operazioni di «consegne controllate» e le attività sotto copertura, che le Parti si impegnano ad agevolare.

            L'Accordo prevede un'adeguata tutela per la trattazione delle informazioni e dei dati sensibili ed è infine sancita la possibilità di respingere, anche parzialmente, le richieste di collaborazione, qualora esse possano compromettere la sovranità, la sicurezza, la legislazione nazionale o altri interessi primari. Gli oneri dell'attuazione dell'accordo sono stimati in euro 93.610 a decorrere dall'anno 2011.

Ciò premesso, ricorda di essere componente dell'Associazione parlamentare di Amicizia Italia-Repubblica di Slovenia e propone che la Commissione conferisca mandato a riferire favorevolmente all’Assemblea sul provvedimento.

 

            Il presidente DINI ritiene che l'Accordo in esame riveste un'importanza strategica a tutela della sicurezza in entrambi i Paesi e auspica che possa pervenire in tempi rapidi il prescritto parere sui profili di copertura finanziaria.

 

            Il sottosegretario Stefania CRAXI sollecita una rapida definizione del provvedimento, ricordando che la Slovenia ha già provveduto alla ratifica nel 2007.

 

            La relatrice CONTINI (FLI) richiama la propria esperienza nei Balcani al vertice dell'Osce, dalla quale è emersa con chiarezza l'importanza della tutela della frontiera italo-slovena in un'ottica di contrasto all'immigrazione clandestina. Sottolinea altresì la necessità di mantenere e incrementare le relazioni bilaterali tra i due Paesi.

 

            Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

 

 

IN SEDE CONSULTIVA 

 

 

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un meccanismo di valutazione per verificare l'applicazione dell'acquis di Schengen (n. com (2010) 624 definitivo)

(Osservazioni alla 14a Commissione. Esame. Osservazioni favorevoli con rilievi) 

 

Il relatore MICHELONI (PD) illustra l'atto comunitario in titolo, rilevando come lo spazio senza frontiere interne creato con l’acquis di Schengen – il cosiddetto spazio Schengen — è stato sviluppato in un quadro intergovernativo fra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90 dagli Stati membri che intendevano abolire i controlli alle frontiere interne e attuare a tal fine misure d’accompagnamento, quali norme comuni in materia di controlli alle frontiere esterne, una politica comune dei visti, la cooperazione di polizia e giudiziaria e la creazione del sistema d’informazione Schengen (SIS).

L’acquis di Schengen è stato integrato nel quadro dell’Unione europea con l’entrata in vigore del trattato di Amsterdam nel 1999.

L'attuale sistema di valutazione non rispecchia pienamente l'odierna situazione giuridica e presenta punti deboli quanto a metodologia e uso delle analisi dei rischi.

Il 1° dicembre 2009 il quadro istituzionale è cambiato a seguito dell'entrata in vigore del trattato di Lisbona.

La proposta rivista della Commissione riflette, pertanto, il ruolo rafforzato del Parlamento europeo e tiene conto delle osservazioni degli Stati membri. Essa riguarda esclusivamente la verifica della corretta applicazione dell'acquis di Schengen ad opera degli Stati membri che fanno parte dello spazio Schengen. La procedura legislativa proposta è la codecisione, dato che il Parlamento europeo partecipa a pieno titolo nel settore della giustizia e degli affari interni.

La Commissione propone di rafforzare il ruolo degli Stati membri all'interno del meccanismo di valutazione per mantenere la fiducia reciproca e permettere una maggiore flessibilità nell'attuazione del meccanismo. Gli Stati membri sono tenuti a cooperare con la Commissione, anche durante la fase preparatoria e della visita sul posto, e durante la fase della stesura della relazione e del follow-up delle valutazioni.

Per quanto riguarda Frontex, questa dovrà presentare alla Commissione, entro il 30 settembre di ogni anno, un'analisi dei rischi che tenga conto della pressione migratoria, raccomandando le priorità per le valutazioni dell'anno successivo riguardo a specifiche sezioni delle frontiere esterne e a specifici valichi di frontiera. L'analisi dei rischi sarà messa a disposizione degli Stati membri dalla Commissione. Frontex dovrà, inoltre, presentare alla Commissione un'analisi dei rischi.

Al fine di instaurare norme trasparenti ed efficaci, la proposta della Commissione prevede infine  l'obbligo di presentare al Consiglio e al Parlamento europeo relazioni periodiche sulle valutazioni svolte, sulle conclusioni tratte dalle valutazioni e sulle misure di follow-up prese dagli Stati membri interessati.

 

Il presidente DINI sottolinea l'importanza della proposta in esame facendo presente come l'ampliamento dell'area di libera circolazione sia suscettibile di determinare l'aumento dei fenomeni di microcriminalità nei centri urbani.

 

La senatrice MARINARO (PD) condivide l'importanza dell'atto in esame a tutela dello spazio comune di sicurezza, materia che ora rientra nelle competenze dell'Unione europea.

Fa peraltro presente come sussista una problematica di valorizzazione del controllo democratico da parte dei Parlamenti nazionali sul nuovo assetto dell'Unione e, pertanto, anche sotto il profilo dell'attuazione dell'Accordo di Schengen.  In tal senso dovrebbe essere assegnato un compito specifico alle Commissioni di merito.

 

Il senatore LIVI BACCI (PD) esprime perplessità sul tenore dell'articolo 6 della proposta in esame, relativo alle verifiche sulle aree a rischio. Reputa le modalità ivi previste di analisi dei rischi sulle frontiere esterne e sui valichi inidonee alla finalità di un intervento rapido ed efficace.

 

Il relatore MICHELONI (PD) osserva che la problematica dell'analisi dei rischi di cui all'articolo 6 debba essere valutata congiuntamente a quanto previsto dagli articoli 54 e 5 sui programmi pluriennali di analisi sui flussi migratori.

Condivide i rilievi testé svolti dalla senatrice Marinaro sull'esigenza di valorizzare il ruolo dei Parlamenti nazionali.

 

Il senatore BETTAMIO (PdL) fa presente che l'esigenza segnalata dalla senatrice Marinaro circa le modalità di controllo dei singoli Parlamenti non sia perfettamente armonizzabile con la prevista procedura normativa a livello di Unione europea di codecisione.

 

La senatrice MARINARO (PD) precisa che proprio per il ruolo preminente che viene assegnato ai Governi nazionali sussiste una correlativa esigenza di un recupero della verifica parlamentare ex ante e anche nella fase del recepimento.

 

La Commissione, dopo che è stata verificata da parte del PRESIDENTE  la presenza del numero legale, conferisce quindi al relatore il mandato a redigere osservazioni favorevoli con i rilievi emersi nel corso del dibattito sull'atto comunitario in titolo.

 

 

(2494) Nuove disposizioni in materia di sicurezza pubblica

(Parere alle Commissioni 1a e 2a riunite. Esame e rinvio) 

 

Il relatore Alberto FILIPPI (LNP) illustra il disegno di legge in esame che reca misure a garanzia della sicurezza dei cittadini, implementando il sistema normativo con strumenti per il contrasto alla illegalità e alla criminalità organizzata.

Gli interventi normativi proposti hanno effetti, in particolare: nel settore del contrasto alla criminalità organizzata e della sicurezza pubblica, con specifiche disposizioni per snellire l’immediato utilizzo dei beni mobili sequestrati alla criminalità organizzata, per l’accesso al Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso, per la liberalizzazione del Wi.Fi e per il contrasto della prostituzione su strada, nonché nella materia dell’immigrazione e della normativa per la circolazione dei cittadini comunitari. Su quest’ultimo aspetto, il disegno di legge contiene disposizioni per l’adeguamento dell’ordinamento nazionale a quello comunitario in materia di libera circolazione dei cittadini comunitari e dei loro familiari, volte ad evitare l’imminente apertura di procedure di infrazione già annunciate.

In particolare l’articolo 7, al fine di corrispondere ai rilevi mossi dalla Commissione europea in merito alla trasposizione nell’ordinamento interno della direttiva 2004/38/CE, reca le necessarie modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 6 febbraio 2007, n, 30.

Le novelle riguardano i requisiti di ingresso e soggiorno e le fattispecie di allontanamento del cittadino comunitario e dei suoi familiari.

 

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

 

 

La seduta termina alle ore 15,50.