CIR a Maroni: Rivedere lâutilizzo del Villaggio degli Aranci -
Mineo
Il
Consiglio Italiano per i Rifugiati in una lettera inviata oggi allâattenzione
del Ministro dellâInterno Roberto Maroni ha espresso la sua preoccupazione
rispetto al piano annunciato dal governo di trasferire al Villaggio degli
Aranci di Mineo migliaia di richiedenti asilo ospitati attualmente in diversi
centri di accoglienza in Sicilia, Calabria, Puglia e Friuli Venezia Giulia.
ăIl
concentramento di rifugiati o richiedenti asilo in una cos grande struttura
inficerebbe il sistema di accoglienza che lâItalia ha costruito negli ultimi
dieci anni. Rappresenterebbe il contrario dellâattuale sistema SPRAR che
garantisce il pieno rispetto dei diritti delle persone e fornisce loro i
servizi previsti dalla normativa comunitaria e italianaä ö sottolineano nella lettera
Savino Pezzotta e Christopher Hein, rispettivamente presidente e direttore del
CIR. ăLâottima esperienza del
Sistema di Protezione per i Rifugiati e i Richiedenti Asilo ö SPRAR, coordinato
dallâANCI in accordo con il Ministero dellâInterno prevede, infatti,
decentramento, ospitalit in piccoli centri, coinvolgimento degli enti locali e
delle associazioni, approccio che considerato un modello per altri paesi
europei. Non ravvisiamo alcuna necessit di smantellare ö anzi, ci
risulterebbe unâazione controproducente ö lâattuale sistema di accoglienza e le
procedure per il riconoscimento della Protezione Internazionaleä.
Il
Consiglio Italiano per i Rifugiati ha voluto ricordare che gi una volta, nella
primavera del 1999, 5.000 sfollati kosovari furono ospitati nella ex base NATO
di Comiso in Sicilia e inevitabilmente in poco tempo la situazione degener e
divenne totalmente ingovernabile.
Il
CIR ha perci chiesto al Ministro
Maroni un ripensamento sullâutilizzo del Villaggio degli Aranci di Mineo. Il
Villaggio di Mineo potrebbe effettivamente servire come centro di smistamento e prima identificazione delle
persone solo per un limitatissimo periodo di accoglienza in caso di arrivi
massicci dal nord-Africa, caso che non affatto da escludersi considerando
anche lâattuale situazione in Libia.
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