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Libri e Pubblicazioni : Minori stranieri in Italia: per Save the children "2010 anno nero per l’integrazione e l’accoglienza"
(02/02/11)

Save the children Italia Onlus (a cura di)
"I minori stranieri in Italia"
2010
pp. 62

In Italia i minori stranieri continuano ad aumentare e oggi rappresentano l’8% della popolazione minorile del paese. Molte le criticità che li riguardano, causate in buona parte della legge sulla sicurezza. Sono i dati e le riflessioni contenute nel 2° rapporto di Save the children sui minori stranieri pubblicato nei giorni scorsi.

Negli ultimi 7 anni il numero di minori stranieri residenti è passato da 412.432 al 1° gennaio 2004 a 932.000 2 al 1° gennaio 2010, pari all’8% della popolazione minorile italiana. La maggior parte dei minori stranieri residenti - circa 572.000, il 10.4% in più rispetto al 2009 - è nata in Italia. E’ la cosiddetta generazione 2 (G2).

Cremona (27.6%), Lodi (27.3), Brescia (27.2), Mantova (27), Bergamo (26.9), Prato (26.7), Vicenza (26.3), Treviso (26.3), Reggio Emilia (26), Lecco (25.4) sono le prime 10 province italiane con la percentuale più alta di minori stranieri (in rapporto alla popolazione straniera). Nella gran parte di esse l’incidenza della popolazione minorile straniera su quella italiana è superiore al 15%, cioè un minore su 6 è straniero.

Tra la popolazione minorile straniera, 4.438 sono i non accompagnati presenti sul suolo italiano. Il 90% sono maschi, per la gran parte (l’85%) fra i 15 e i 17 anni ma non mancano 12enni, 13enni e 14enni. Il gruppo più numeroso è costituito dai minori afgani (20%), seguito dai minori provenienti dal Marocco (14.7), Egitto (11), Albania (9), Bangladesh (5), Somalia (3.9), Repubblica del Kosovo (3.8), Palestina (3.1), Eritrea (3).

Il rapporto informa della diminuzione dei flussi dall’Africa – in particolare dal Corno d’Africa – dell’ultimo anno, un effetto questo dell’accordo tra Italia e Libia, a seguito del quale sono state realizzate operazioni di rinvio di migranti, inclusi minori, rintracciati in acque internazionali e diretti verso l’Italia. Save the children, si legge nel documento, presume che siano centinaia i minori rimasti in Libia senza che si abbia alcuna garanzia circa il rispetto dei loro diritti fondamentali. Quanto agli altri minori che continuano ad arrivare nel nostro paese, i loro viaggi sono sempre più rischiosi, nascosti dentro Tir o furgoni, nel caso di minori afgani o bengalesi, o su navi da diporto irriconoscibili e non facilmente intercettabili, nel caso di minori provenienti per esempio dal medio-oriente. A gestire i viaggi sono trafficanti che chiedono per ciascun ragazzo 4-5.000 euro. Per ripagare il debito contratto dalle famiglie, i ragazzi sono molto esposti al rischio di sfruttamento o di caduta in circuiti di devianza ed illegalità.

Oltre a questi rischi, i minori stranieri quando arrivano in Italia si devono scontrare con numerose altre difficoltà. Per Save the children molte di queste sono da collegare alla legge 94-2009, più nota come legge sulla sicurezza, che richiede requisiti molto stringenti per la conversione del permesso di soggiorno al compimento dei 18 anni, in particolare tre anni di permanenza in Italia o due anni di partecipazione a un programma di integrazione. Requisiti che non possono possedere tutti i minori arrivati a 17 anni che in questo modo rischiano di vedere invalidato il loro percorso formativo e di integrazione e di ritrovarsi clandestini da un giorno all’altro.

Per Raffaela Milano, responsabile programmi Italia-Europa di Save the children, per supportare l’integrazione dei minori stranieri "è urgente fare subito almeno tre cose: dare seguito alle misure sull’integrazione dei minori previste nel Piano nazionale "identità e incontro"- varato dal Governo nel maggio 2010 che ora deve essere attuato, potendo contare sugli investimenti necessari; rivedere le norme sulla cittadinanza per chi è figlio di genitori non italiani prevedendo il riconoscimento della cittadinanza prima del compimento del diciottesimo anno in modo che possa sentirsi pienamente "cittadino" del paese in cui è nato e cresce; approntare un programma organico per la protezione dei minori stranieri che vivono le condizioni di maggior rischio".

I minori stranieri in Italia

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