La bozza di Tremonti ridimensiona drasticamente l’assegno di reversibilità per le giovani convolate a nozze con un anziano. Meno è durato il matrimonio, meno soldi prenderanno
Roma – 28 giugno 2011 - Difficile prevedere cosa ci sarà davvero, alla fine, nella manovra economica da 40 miliardi su cui sta lavorando (e litigando) il governo. Nella bozza preparata dal ministro dell’economia Giulio Tremonti spunta intanto una norma per tagliare le pensioni di reversibilità percepite dalle giovani vedove di un anziano.
Dal primo gennaio del 2012, si legge in un testo diffuso dalle agenzie di stampa, la pensione di reversibilità “è ridotta, nei casi in cui il matrimonio con il dante causa sia stato contratto ad età del medesimo superiori a settanta anni e la differenza di età tra i coniugi sia superiore a venti anni, del 10% in ragione di ogni anno di matrimonio con il dante causa mancante rispetto al numero di 10”.
Cerchiamo di tradurlo in un esempio. Giorgio, settantadue anni, ha sposato Micaela, quarantatre anni, e dopo due anni di matrimonio è passato a miglior vita. Se con la legge attuale (è solo un esempio), Micaela avrebbe diritto a una pensione di reversibilità di 1000 euro al mese, con la modifica voluta da Tremonti ne intascherebbe solo 200. Cioè l’80% in meno, dal momento che le mancavano 8 anni per festeggiare i dieci anni di matrimonio.
La norma è studiata alla luce dei sempre più frequenti matrimoni tra anziani italiani e giovani straniere, che spesso sono le loro badanti: ormai circa tremila l’anno secondo una recente stima dell’Associazione Matrimonialisti Italiani. Una realtà che, al di là delle motivazioni che portano la coppia all’altare (vero amore? interesse? riconoscenza del nonnetto verso chi l’assiste?) pesa sulle casse della previdenza, costretta a pagare la pensione per decenni alla vedova superstite.
In Parlamento, del resto, si lavora da tempo a un giro di vite sulle pensioni di reversibilità. Ed è difficile che la proposta contenuta nella bozza preparata da Tremonti trovi qualche opposizione tra i suoi colleghi di governo.
Elvio Pasca
Commenti
Renzo la verità è che loro di spontanea volontà non taglieranno mai lo stipendio, pensa la realtà ti pare che qualcuno faccia il generoso e diminuisca il proprio stipendio per il bene del collettivo? sarebbe un gesto nobile ma pressochè impossibile.
Allora il modo migliore per convincere questi politici nullafacenti sarebbe dare la parola ai cittadini magari raccogliere delle firme per organizzare un referendum popolare.
Sappiamo anche che il popolo ha i propri benimini nel parlamento e ossessiaonato dai partiti destra o sinistra quel che sia...oppure quando si organizza un referendum nella maggior parte dei casi se ne frega (condizionato dai politici) però alla fine piangiamo tutti "non si puo piu andare avanti è crisi...." oppure "questi politici del cavolo..."
"il sistema corrotto in italia..." ma nessuno che alsa un dito per fare qualcosa.... eppure lo strumento del referendum il popolo lo ha basta usarlo.
zito e paga pensioni, italiano!!!
RSS feed dei commenti di questo post.