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Notizie

Dalle Prefetture - 2011

15.07.2011

Presentati a Verona progetti di formazione per l'inserimento lavorativo dei profughi del Nord Africa



Percorsi di formazione per il graduale inserimento nel mondo del lavoro e/o del volontariato sociale e di protezione civile. Queste le iniziative progettuali in favore dei profughi provenienti dal Nord Africa, richiedenti la qualifica di rifugiato, attualmente accolti nella provincia di Verona, presentate oggi, presso il palazzo del Governo, dal prefetto Perla Stancari, insieme al sindaco del capoluogo scaligero Flavio Tosi, al direttore della Caritas Diocesana ed al direttore dell’A.M.I.A. (Azienda municipalizzata igiene ambientale).

Resi possibili grazie alle indicazioni fornite dal capo dipartimento della Protezione civile presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, con nota del 6 luglio 2011, di recente trasmessa dal gabinetto del ministro dell’Interno, i progetti formativi, che dovranno essere conformi alla Convenzione di Ginevra del 1951 e alla normativa sull’attribuzione a cittadini di Paesi terzi o apolidi della qualifica di rifugiato o di persona altrimenti bisognosa di protezione internazionale, prevedranno apposite coperture assicurative per eventuali danni alla persona conseguenti all’espletamento delle attività programmate.
Gli oneri per la richiesta copertura assicurativa, inoltre, dovranno rimanere a carico dell’amministrazione e o dell’ente beneficiario delle attività previste dal progetto.

Nel rispetto di tali indicazioni e tenuto conto che ad oggi hanno trovato sistemazione presso strutture di accoglienza ubicate nella provincia di Verona 180 cittadini stranieri provenienti dalle aree del Nord Africa (di cui 98 nel capoluogo) nell’ambito del programma di gestione dell’emergenza profughi, i progetti potranno essere svolti dai richiedenti asilo e rifugiati durante la loro permanenza nelle strutture di accoglienza fino alla definizione dei rispettivi iter procedurali.

In particolare, saranno articolati preliminarmente attraverso programmi nel settore della manutenzione del verde e dei giardini pubblici. E’ stato, infatti, ritenuto che la permanenza sul territorio, per periodi che possono arrivare fino a 6 mesi, accompagnata solo da percorsi per l’integrazione o per la conoscenza della lingua non sia sufficiente a mantenere nei migranti la loro capacità lavorativa (quasi tutti lavoravano nel Paese che li ospitava – la Libia ) e soprattutto le potenzialità che possono ancora esprimere. 

Partecipare ai programmi di formazione lavorativa potrà, inoltre, avvantaggiarli nella ricerca del lavoro una volta ottenuto il riconoscimento dello status, o, nel caso di rigetto della domanda, potrebbe essere una opportunità per un rientro nei Paesi d’origine con una maggiore qualificazione professionale. La nuova professionalità conseguita potrebbe contribuire allo sviluppo di quei Paesi del Nord Africa da cui provengono i migranti, inquadrandosi infatti nel più vasto ambito di una ulteriore forma di cooperazione internazionale.





   
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