Il progetto "Cicogna"


La scelta di avere un figlio rappresenta uno dei momenti più delicati della vita, non solo per la donna, alla quale è riconosciuta una responsabilità primaria nella procreazione, ma per la coppia nella sua interezza e per l’eventuale nucleo familiare già presente.

Si tratta di un percorso carico di aspettative e sentimenti, a volte contrastanti, che impegna i futuri genitori, e la donna in primo luogo, a profondi cambiamenti sia nello stile di vita che nell’attenzione dedicata alla salute del proprio corpo ed al benessere psicofisico, durante tutto il periodo di gestazione e nei mesi immediatamente successivi al parto.

La gravidanza non è una patologia, bensì una condizione fisiologica, degna di tutela, sia dal punto di vista giuridico che sanitario, e all’interno della quale devono trovare piena realizzazione non solo il diritto alla procreazione, in libertà e autonomia, ma anche tutti i diritti inviolabili riconosciuti a ogni persona dalla Costituzione italiana e dalla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, sanciti fin dal 1950.

Nel corso degli anni, attraverso un faticoso e complesso cammino legislativo, nel 2001 è stato emanato in Italia, il Decreto Legislativo nr. 151 "Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità", il quale, oltre a tutelare la maternità sotto il profilo strettamente biologico della salute della donna, introduce una nuova visione di protezione e tutela della maternità che concentra la propria attenzione sul bambino, riconoscendo finalmente il valore sociale della maternità e il diritto alla paternità, restituendo così anche al padre un ruolo attivo e partecipe.

Le opportunità e la tutela si applicano a tutte le donne, italiane e straniere, senza alcuna distinzione e si armonizzano perfettamente con le disposizioni di cui al D. Lgs. Nr. 286 del 25.07.1998 recante "Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero".

L’art. 19, comma 2 lettera d) stabilisce espressamente che non è consentita l’espulsione nei confronti delle donne in stato di gravidanza o nei sei mesi successivi alla nascita. Il potere di espulsione, inoltre, per effetto della sentenza della Corte Costituzionale nr. 376 del 2000, è temporaneamente sospeso, per il medesimo periodo, anche nei confronti del marito convivente.

Pertanto tutte le donne straniere in gravidanza che si trovano in Italia prive di regolare permesso di soggiorno, hanno diritto a richiedere e ottenere un permesso temporaneo di soggiorno per cure mediche (art. 28 D.P.R. 394/99 in combinato disposto con art. 19 c 2 lettera d) D. Lgs. 286/98) per se e per il proprio coniuge convivente.

Proprio in quest’ottica, la Questura di Milano e le Asl Milano, Asl Milano 1, Asl Milano 2 e Asl Monza Brianza, coordinate dalla Direzione Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale della Regione Lombardia, hanno unito le proprie risorse e sviluppato il progetto "Cicogna" che, a partire dal 18 LUGLIO 2011, si rivolge alle gestanti e neomamme straniere prive di titolo di soggiorno, per offrire loro una modalità semplificata per la richiesta del permesso di soggiorno.

Tramite i consultori familiari delle Asl di Milano e Monza e Brianza sarà possibile chiedere e ottenere un appuntamento che consentirà di essere ricevuti presso gli uffici della Questura di Milano - Ufficio Immigrazione (Milano, Via Montebello nr.26) per il tempo strettamente necessario al rilascio del titolo di soggiorno valido solo sul territorio nazionale e che scadrà sei mesi dopo la data del parto.

Con tale permesso temporaneo di soggiorno, l'interessata, potrà richiedere successivamente la tessera sanitaria del Servizio Sanitario Nazionale presso il Distretto Sanitario ASL della zona in cui abita, avendo così diritto gratuitamente alle cure e agli esami medici previsti dalla normativa secondo il periodo di gravidanza.