Appunti per

 

un libro bianco sullemergenza

 

immigrazione nel Mediterraneo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A cura di Valentina Fiorillo

Segreteria On. Prof. Roberto Zaccaria
INDICE

 

 

1.

La posizione del PD ..

p.2

 

 

 

 

 

1.1

I tre punti del PD

p.2

 

1.2

Intervento di Livia Turco

p.

 

1.3

Intervento di Dario Franceschini (16 febbraio 2011) .................

p.2

 

1.4

Intervento di Marco Minniti (24 febbraio 2011)

p.3

 

1.5

Intervento di Pierluigi Bersani (30 marzo 2011)

p.4

 

1.6

Intervento di Emanuele Fiano (7 aprile 2011)

p.5

 

 

 

 

2.

Il quadro normativo...........

p.6

 

 

 

 

 

2.1

Normativa interna (art. 20 TUI)..

p.6

 

2.2

La direttiva 2001/55/CE..

p.7

 

2.3

Schengen e il quadro comunitario ..

p.9

 

 

 

 

 

 

 

 

3.

I dati sullafflusso di immigrati e profughi ..................

p.10

 

 

 

 

 

 

 

 

4.

La risposta del Governo Berlusconi allemergenza..

p.14

 

 

 

 

 

4.1

Lintervento del Ministro Maroni alla Camera (7 aprile 2011)

 

p.14

 

4.2

Laccordo Italia-Tunisia (6 aprile 2011).........

p.14

 

4.3

Laccordo con le Regioni

p.15

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

1. La posizione del PD

 

1.1 I tre punti del Partito democratico

 

Il Partito Democratico il 1 aprile 2011 ha elaborato e reso noto un documento che in tre punti sintetizza la sua posizione in merito allemergenza immigrazione nel Mediterraneo. Nelle parole di Livia Turco, responsabile PD per limmigrazione, il PD ha chiesto al Governo di:

1. cercare un accordo con la Tunisia che preveda in particolare uno stop agli arrivi oltrech una gestione programmata dei rientri

2. dare applicazione al decreto legislativo 286 del 1998 "cosi' da ottenere dall'Unione europea l'applicazione della direttiva relativa alla concessione della protezione temporanea in caso di afflusso massiccio di sfollati e alla cooperazione in ambito comunitario che rende possibile la circolazione europea e il tempo necessario per organizzare le operazioni di  rimpatrio, evitando problemi rilevanti di allarme sociale".

3. abbandonare la strategia delle tendopoli che stanno gi creando tensioni ingestibili. In accordo con le Regioni, gli enti locali e in collaborazione con le associazioni di volontariato e la Protezione civile, si organizzi l'accoglienza in modo diffuso sul territorio". In base a questo piano, assicura una nota del partito, il Pd e' pronto a un "impegno convinto per uscire dall'emergenza. Cio' presuppone una radicale correzione da parte del governo dell'impostazione assunta fin qui".

Questa linea stata definita e comunicata in sede parlamentare e anche  allesterno attraverso alcuni interventi di autorevoli esponenti del Gruppo del Partito Democratico.

 

 

1.2 Lintervento di Dario Franceschini (16 febbraio 2011)

 

Quando si incrociano delle politiche cos delicate come quelle sull'immigrazione con la propaganda si preparano inevitabilmente guai, e potrei semplicemente leggere l'intervista dell'ex Ministro Pisanu, attuale senatore del Popolo della Libert.

Il vostro obiettivo non appena siete arrivati stato dire siamo arrivati noi, sono finiti gli sbarchi, non c' pi immigrazione clandestina, dimenticando che l'80 per cento degli immigrati arrivano in Italia via terra. Quindi, colpi di immagine, primi respingimenti in mare, violando proprio la legge del mare, dimenticando che i diritti dell'uomo impongono prima di salvare una persona e poi di andare a vedere chi . Oggi si evocano esodi biblici per coprire delle responsabilit specifiche. Si usata Lampedusa come una bandiera in pi direzioni; prima avete trattenuto gli immigrati tutti l - io sono stato a Lampedusa in quell'emergenza, dall'inizio del 2009 - poi li avete mandati tutti via e avete chiuso il centro d'accoglienza - indicato dall'Europa per molto tempo come un modello - e oggi si nasconde o non si vede la nuova emergenza.

Era tutto prevedibile, non soltanto la crisi tunisina, ma dal 16 gennaio al 10 febbraio ci sono stati 950 sbarchi, in Italia. Il direttore dei servizi il 3 febbraio - abbiamo letto - ha detto al Copasir dell'emergenza in arrivo, la guardia costiera stata spostata verso sud, eppure non si fatto nulla, fino a domenica. La crisi non per i 5 mila che sono arrivati - capitato altre volte - ma perch il centro stato chiuso, ed anche oggi dopo la riapertura non ancora possibile fare quello che si faceva bene a Lampedusa, cio identificare l e mandare i richiedenti asilo in alcuni centri e gli immigrati da respingere in centri differenti. giusto chiedere l'aiuto dell'Europa, quella richiesta il Commissario dell'Unione Europea ha detto che non mai arrivata. Ma non risolver i problemi. Solo strutture efficienti e rispetto delle regole risolveranno i problemi al posto di una propaganda troppo facile.[1]

 

 

1.3 Lintervento di Marco Minniti (24 marzo 2011)

 

Signor Presidente, la cosa che colpisce molto in questa discussione che ci troviamo di fronte ad una gigantesca contraddizione. Da un lato, abbiamo un Governo che da settimane sta pompando segnali di allarme, di preoccupazione e di paura, utilizzando il solito meccanismo che ha impiegato in questi anni per quanto riguarda il tema dell'immigrazione; all'altro lato, al momento del dunque, esso appare drammaticamente impreparato.

L'impreparazione del Governo, questa distanza tra le parole e i fatti emerge icasticamente dalla vicenda di Lampedusa, dove abbiamo una situazione drammatica di quella comunit e di quell'isola. Penso che sia dovere del Parlamento oggi non soltanto far sentire la vicinanza agli abitanti di Lampedusa, ma dire una cosa con grande chiarezza: Lampedusa la porta dell'Italia e dell'Europa, ma non pu essere costretta a farsi carico da sola di un grande evento, che avr dimensioni significative e che probabilmente durer nel tempo.

Lampedusa sempre stata e deve essere un luogo di mero transito: chi arriva l deve essere subito spostato verso altre localit. Deve essere chiaro che se vi sono delinquenti essi vanno rispediti nei Paesi di origine, se vi sono clandestini vanno avviati ai centri di identificazione e di espulsione di altre regioni italiane, se vi sono richiedenti asilo o rifugiati politici devono essere trattati come persone che hanno bisogno del sostegno e dell'aiuto del nostro Paese.

Tutto questo non stato fatto. Posso dire che ho il dubbio che si sia giocato volutamente a creare un'emergenza a Lampedusa per rendere evidente l'invasione che era stata paventata. Infatti non sfugge a nessuno e non posso pensare che un Governo del nostro Paese non sia in grado di smaltire nelle quattro settimane migliaia di immigrati, che sono tuttavia un numero molto minore rispetto a quelli che sono arrivati in questi anni.

Un punto va detto con grande chiarezza: questa deve essere una responsabilit dell'Italia, non pu essere una responsabilit n di Lampedusa n della sola Sicilia! Mi ha colpito per esempio il fatto che sia arrivata stamattina a Lampedusa la nave San Marco. Si verificata una situazione kafkiana: per cinque ore la nave San Marco rimasta in porto a Lampedusa perch non sapeva dove doveva portare gli immigrati. Non lo sapeva! Sono stati poi portati in un centro della difesa, ma anche in questo caso sar un centro permanente.

Posso dire con grande chiarezza che l'incontro che si tenuto avantieri con le regioni e con le province italiane andava fatto settimane fa. Si arrivati molto in ritardo. Soprattutto bisogna comprendere che la vicenda dell'immigrazione a Lampedusa una grande questione dell'Italia. Sarebbe un grave errore - lo dico con grande nettezza - che da questo punto di vista si pensasse di poter chiudere tutto quanto nella vicenda di Mineo, perch l si d la sensazione di un'Italia che si scarica la responsabilit e concentra tutto sulla responsabilit dei siciliani, che gi pagano un prezzo drammatico.

Mi sia consentito, per finire, di affrontare un altro tema. Qui stato detto che l'Europa deve fare la sua parte. Sono d'accordo, ma vorrei fare una considerazione agli amici della maggioranza: quell'Europa, che oggi non si fa carico delle richieste che voi avanzate, l'Europa della paura ed l'Europa che voi avete costruito in questi mesi e in questi anni. Nel momento in cui si manifesta qui in Aula un grande egoismo nel nostro Paese, come si pu chiedere all'Europa di farsi carico del problema, quando noi qui e il Governo innanzitutto protagonista di una politica improntata al pi gretto egoismo?

Vi un problema nel rapporto con la comunit internazionale di autorevolezza e di credibilit. Ma la credibilit e l'autorevolezza sono un bene prezioso e sono in qualche modo come il coraggio di Don Abbondio: se uno non ce l'ha, non c' nessuno che lo possa dare a tavolino.[2]

 

 

 

1.4 Lintervento di Pierluigi Bersani (30 marzo 2011)

 

Signor Ministro, mi spiace doverle dire che non affatto vero che questa vicenda non ha precedenti: nel 1997-1999 ci siamo trovati in situazioni anche pi critiche di questa, tipo il Kosovo, e non si mai vista una cosa come Lampedusa o come Manduria, non s' mai vista! Non si pu dare l'allarme un mese prima e quando ora non c' l'acqua, non ci sono i gabinetti e non c' cibo, appunto perch siamo in Europa.

Allora, eccoci qua, qui ci intendiamo su un punto, signor Ministro: noi siamo ventre a terra a dare una mano; noi, le nostre amministrazioni e tutti quanti, a ventre a terra! Non siamo lassisti, non siamo buonisti, vogliamo aiutare l'Italia a risolvere un problema. A una condizione: che non si sentano le cose che ho sentito qui. Perch se uno dice, come lei, date una mano e l'altro dice foera di ball e se a Bologna o a Lucca o a Prato chi prova a dare una mano viene attaccato dalle forze che sostengono il Governo, sia chiaro che farete da soli. Foera di ball? Fatelo! Ok? Se chiedete aiuto dovete dire una parola chiara al Paese, perch  una vergogna fare demagogia su queste cose. Infine, perch Berlusconi sia andato oggi a fare i fuochi d'artificio, a comprare case, a comprare barconi, a mettere gi piani regolatori a Lampedusa lo abbiamo capito stamattina qui: perch lui ha portato i riflettori l, ma il miracolo lo ha fatto qui, con il processo breve!
L si compra la casa e qui si comprato il salvacondotto. Cara Lega, verremo a mettervi i manifesti sulla Padania breve: la Padania breve![3]

 

 

 

 

1.5 Lintervento di Emanuele Fiano (7 aprile 2011)

 

Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, vorrei iniziare da dove lei ha terminato, signor Ministro, dall'Europa. Lei ha fatto molti richiami quest'oggi nel suo intervento all'Europa, alla necessit della cooperazione dell'Europa, alla necessit dell'intervento dell'Europa e alla necessit dell'aiuto dell'Europa.
         Penso, signor Ministro, che l'Europa siamo innanzitutto noi, che siamo noi che in queste settimane avremmo dovuto comportarci sempre da europei e cos non stato. Ci sono molte cose da dire in cinque minuti, ne elencher tante, ma ne illustrer solo alcune. Vorrei ricordarle, signor Ministro, che il suo primo avviso dell'emergenza montante, ossia del fatto che sarebbero potute arrivare nel nostro Paese sino a un milione di persone, del 13 febbraio scorso. Dal 13 febbraio l'isola di Lampedusa si riempita all'inverosimile e contro ogni possibilit di rispetto dei diritti umani. Abbiamo avuto tendopoli costituite d'imperio rispetto alla volont dei territori locali, abbiamo avuto fughe di massa dalle tendopoli: vorrei ricordarle la tendopoli di Manduria, che costata le dimissioni di un membro autorevole del Governo, ossia del sottosegretario Mantovano, tendopoli dove oggi sono presenti 1.300 persone, ma ne sono inizialmente arrivate fino a 3.500.

Vorrei ricordarle l'accordo con le regioni, di cui lei ha parlato oggi, siglato ieri sera - dal 13 febbraio si arrivati a ieri sera - e le proposte intelligenti che, per esempio, sono arrivate da alcuni governatori: penso al presidente della regione Toscana, a quell'idea di sistemare gli immigrati in piccole localizzazioni, che lei oggi ha citato come esempio virtuoso, ma che inizialmente non stata accettata come proposta. Vorrei ricordarle la brutta figura in campo internazionale che il nostro Paese ha fatto in queste settimane, la mancata convocazione del nostro Ministro degli esteri alle preconvocazioni dei tavoli europei, vorrei ricordarle che quella attivazione della direttiva europea sulla procedura di protezione temporanea una richiesta che il Partito Democratico ha fatto in Commissione da pi di due mesi e che lei cita oggi come un suo successo.Vorrei ricordarle, signor Ministro, che pochi giorni fa il vicepresidente del Popolo della Libert al Senato, il senatore Quagliarello, diceva: Fora di ball non una politica e ben presto gli elettori se ne accorgeranno.

Vede, noi ci siamo gi dissociati, con il nostro presidente Franceschini, da quel cartello esposto prima, che in nulla condividiamo. Tuttavia, parlando dei morti di ieri nelle acque del canale di Sicilia e della drammatica scena a cui tutti abbiamo assistito, vorrei dirle che spero perlomeno che quei morti innocenti risveglino una cultura delle parole. Infatti, quando in queste settimane abbiamo sentito parlare di vasche da svuotare e di rubinetti da chiudere, parlavamo anche di quei corpi senza vita che ora galleggiano nel canale di Sicilia.

Signor Ministro, nel nostro Paese abbiamo conosciuto molte emergenze umanitarie - questa non la prima - e siamo stati in grado di affrontarle con solidariet, con decoro e garantendo la legalit. Nel nostro Paese e in Europa ci sono leggi, strumenti, organizzazioni e precedenti che avrebbero permesso di affrontare un'emergenza del genere per tempo, cosa che non successa.

Non devo ricordarle i casi del Kosovo e dell'Albania, le decine di migliaia di albanesi arrivati in questo Paese vent'anni fa e che hanno trovato, signor Ministro, credo pi di quei tre gabinetti chimici rotti sul molo di Lampedusa. A proposito della possibilit di controllare le condizioni nelle quali si sono trovati i migranti nelle strutture di accoglienza di Lampedusa, vorrei ricordarle che deputati della Repubblica, contro i diritti delle loro prerogative, non hanno potuto accedere a quelle strutture e che noi ancora attendiamo risposta da lei, signor Ministro, per sapere come mai parlamentari dell'opposizione non hanno potuto controllare ci che accadeva in quelle strutture.

Signor Ministro, noi abbiamo riscontrato un'inefficienza e un ritardo che non sono solo questioni tecniche. Noi pensiamo che ci siano al fondo, e che sia nostro dovere parlarne, questioni politiche perch, signor Ministro, proprio il tempo che io ho citato, compreso tra il 13 febbraio e oggi, avrebbe permesso tutt'altro comportamento da parte del Governo.

Allora noi pensiamo che le migliaia di migranti che si sono assembrati nell'isola di Lampedusa oltre ogni limite sopportabile per i lampedusani e per i migranti stessi, al di l della vergognosa comparsata del Presidente del Consiglio che ha fatto finta di comprare una villa che non ha mai comprato e di promettere un casin che non verr mai costruito in quell'isola, signor Ministro, perch  vietato nel nostro Paese, ecco al di l di questo noi pensiamo che ci sia la politica, perch pensiamo che questo vostro fallimento fino ad oggi nella gestione di questa emergenza sia dovuto alla difficolt di mettere insieme le parole di Bossi e la legislazione italiana ed europea, le esigenze delle campagne elettorali amministrative e l'emergenza da affrontare. Noi pensiamo che non siano affatto un caso l'inefficienza, il ritardo e l'incapacit che avete dimostrato in questo caso...Non un caso, ma purtroppo stata una vostra scelta.[4]

 

 

2. Il quadro normativo

 

Si fornisce di seguito una sommaria ricostruzione del dato normativo molto articolato e complesso, anche in ragione del fato che esso risulta inserito in un quadro di legislazione multilivello.

 

 

2.1 Norme interne relative ai permessi soggiorno temporanei[5]

 

Gli articoli di seguito descritti del D.LGS. 286/1998 Testo unico sullimmigrazione sono stati introdotti dalla cosiddetta legge Turco-Napolitano. (L. 40/1998)

Articolo 5, comma 6. Permesso di soggiorno

Stabilisce la norma generale che riguarda il rifiuto o la revoca del permesso di soggiorno, salvo che ricorrano seri motivi, in particolare di carattere umanitario o risultanti da obblighi costituzionali o internazionali.

 

Art. 18. Soggiorno per motivi di protezione sociale

Quando, nel corso di operazioni di polizia, di indagini o di un procedimento per taluno dei delitti relativi alla prostituzione o di quelli previsti dall'articolo 380 del codice di procedura penale, ovvero nel corso di interventi assistenziali dei servizi sociali degli enti locali, siano accertate situazioni di violenza o di grave sfruttamento nei confronti di uno straniero, ed emergano concreti pericoli per la sua incolumit, per effetto dei tentativi di sottrarsi ai condizionamenti di un'associazione dedita ad uno dei predetti delitti o delle dichiarazioni rese nel corso delle indagini preliminari o del giudizio, il questore, anche su proposta del Procuratore della Repubblica, o con il parere favorevole della stessa autorit, rilascia uno speciale permesso di soggiorno per consentire allo straniero di sottrarsi alla violenza ed ai condizionamenti dell'organizzazione criminale e di partecipare ad un programma di assistenza ed integrazione sociale.

Il permesso di soggiorno ha la durata di sei mesi e pu essere rinnovato per un anno, o per il maggior periodo occorrente per motivi di giustizia.

Il permesso di soggiorno consente l'accesso ai servizi assistenziali e allo studio, nonch l'iscrizione nelle liste di collocamento e lo svolgimento di lavoro subordinato, fatti salvi i requisiti minimi di et. Qualora, alla scadenza del permesso di soggiorno, l'interessato risulti avere in corso un rapporto di lavoro, il permesso pu essere ulteriormente prorogato o rinnovato per la durata del rapporto medesimo o, se questo a tempo indeterminato, con le modalit stabilite per tale motivo di soggiorno. Il permesso di soggiorno pu essere altres convertito in permesso di soggiorno per motivi di studio qualora il titolare sia iscritto ad un corso regolare di studi.

Il permesso di soggiorno pu essere altres rilasciato, all'atto delle dimissioni dall'istituto di pena, anche su proposta del procuratore della Repubblica o del giudice di sorveglianza presso il tribunale per i minorenni, allo straniero che ha terminato l'espiazione di una pena detentiva, inflitta per reati commessi durante la minore et, e gi dato prova concreta di partecipazione a un programma di assistenza e integrazione sociale.

Le disposizioni si applicano, in quanto compatibili, anche ai cittadini di Stati membri dell'Unione europea che si trovano in una situazione di gravit ed attualit di pericolo.

 

Art. 20.  Misure straordinarie di accoglienza per eventi eccezionali.

Prevede la possibilit di adottare, anche in deroga al T.U. sullimmigrazione, misure di protezione temporanea per rilevanti esigenze umanitarie, in occasione di conflitti, disastri naturali o altri eventi di particolare gravit in Paesi non appartenenti all'Unione Europea.[6]

 

 

 

2.2 La direttiva 2001/55/CE[7]

 

La Direttiva 2001/55/CE stata recepita nel nostro ordinamento con il decreto legislativo 7 aprile 2003, n. 85. Lintento della direttiva quello di permettere di concedere asilo per almeno un anno nel territorio degli Stati membri.

Per protezione temporanea si intende: la procedura di carattere eccezionale che garantisce, nei casi di afflusso massiccio o di imminente afflusso massiccio di sfollati provenienti da Paesi non appartenenti all'Unione europea che non possono rientrare nel loro Paese d'origine, una tutela immediata e temporanea alle persone sfollate, in particolare qualora sussista il rischio che il sistema d'asilo non possa far fronte a tale afflusso;

Per sfollati: i cittadini di Paesi terzi o apolidi che hanno forzatamente abbandonato il loro Paese o regione d'origine o che sono stati evacuati, in particolare in risposta all'appello di organizzazioni internazionali, ed il cui rimpatrio in condizioni sicure e stabili risulta momentaneamente impossibile in dipendenza della situazione nel Paese stesso, anche nell'mbito d'applicazione dell'articolo 1A della Convenzione di Ginevra, ed in particolare le persone fuggite da zone di conflitto armato o di violenza endemica ovvero le persone che siano soggette a rischio grave di violazioni sistematiche o generalizzate dei diritti umani o siano state vittime di siffatte violazioni;

Per afflusso massiccio: l'arrivo nel territorio dell'Unione europea di un numero considerevole di sfollati, provenienti da un Paese determinato o da una zona geografica determinata, sia che il loro arrivo avvenga spontaneamente o sia agevolato, per esempio, mediante un programma di evacuazione;

Art. 3 Misure di protezione temporanea.

Con DPCM adottato ai sensi dell'articolo 20 del testo unico dell'immigrazione (Turco-Napolitano), sono stabilite le misure di protezione temporanea per fronteggiare l'afflusso massiccio di sfollati accertato con decisione del Consiglio per la durata massima di un anno, prorogabile, con decisione del Consiglio, una sola volta per un pari periodo e nei limiti previsti dalla dichiarazione di disponibilit a ricevere sfollati rilasciata al Consiglio dal Governo italiano.

2. La protezione temporanea cessa alla scadenza del termine deliberato dal Consiglio ovvero in qualsiasi momento per effetto di decisione del medesimo Consiglio.

Articolo 5 direttiva 2001/55/CE Accertamento dellesistenza di afflusso massiccio di sfollati.

1. L'esistenza di un afflusso massiccio di sfollati accertata con decisione del Consiglio adottata a maggioranza qualificata su proposta della Commissione, la quale esamina parimenti qualsiasi richiesta presentata dagli Stati membri affinch sottoponga al Consiglio una proposta in tal senso.

2. La proposta della Commissione contiene almeno i seguenti elementi:

a) la descrizione dei gruppi specifici di persone cui si applicher la protezione temporanea;

b) la data di decorrenza della protezione temporanea;

c) una stima della portata dei movimenti degli sfollati.

3. La decisione del Consiglio determina, per gli sfollati a cui si riferisce, l'applicazione in tutti gli Stati membri della protezione temporanea a norma della presente direttiva. La decisione contiene almeno i seguenti elementi:

a) la descrizione dei gruppi specifici di persone cui si applica la protezione temporanea;

b) la data di decorrenza della protezione temporanea;

c) informazioni fornite dagli Stati membri sulla loro capacit ricettiva;

d) informazioni fornite dalla Commissione, dall'UNHCR e da altre organizzazioni internazionali competenti.

4. La decisione del Consiglio si fonda:

a) sull'esame della situazione e della portata dei movimenti degli sfollati;

b) sulla valutazione dell'opportunit di istituire la protezione temporanea, tenuto conto della possibilit di attuare aiuti urgenti e interventi sul posto o dell'insufficienza di queste misure;

c) sulle informazioni comunicate dagli Stati membri, dalla Commissione, dall'UNHCR e da altre organizzazioni internazionali competenti.

5. La decisione del Consiglio viene comunicata al Parlamento europeo.

 

Direttiva rimpatri di extracomunitari in caso di soggiorno irregolare 2008/115/CE non ancora recepita nel nostro ordinamento (termine per il recepimento 24/12/2010).

La direttiva disciplina infatti le modalit e i tempi di rimpatrio degli stranieri clandestini imponendo una serie di azioni amministrative graduali, privilegiando la partenza volontaria dello straniero irregolare e concependo il trattenimento come extrema ratio.

 

 

  2.3 Il quadro Schengen

 

Come recentemente sottolineato anche dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano[8], necessario fare chiarezza in merito alla concreta applicazione della normativa vigente relativa allarea Schengen. La ricostruzione delle disposizioni che regolamentano lingresso dei cittadini non comunitari non semplice, poich vi sono una serie di norme apparentemente contrastanti tra loro.

 

L'articolo 21 della Convenzione di Schengen consente la circolazione fino a tre mesi del titolare di un permesso di soggiorno. Pur in presenza di questo titolo di permesso provvisorio, occorre comunque che vengano rispettati gli altri requisiti stabiliti dagli Accordi Schengen per i cittadini di paesi esterni allarea Schengen (articolo 5, comma 1 lettera da a) a e). Se anche uno solo di questi requisiti non dovesse essere rispettato, qualsiasi Stato UE che intendesse ristabilire i controlli alle frontiere (cfr. regolamento UE 562/2006) potrebbe respingere il cittadino proveniente da uno Stato extra-Schengen anche se dotato di permesso di soggiorno temporaneo ma privo degli ulteriori requisiti di cui allarticolo 5 dellAccordo di Schengen. Il respingimento, a seconda della normativa interna dello Stato interessato, potrebbe avvenire sia verso il paese di origine della persona che verso il paese area-Schengen che ha fornito il permesso temporaneo.

A questo punto allo straniero, titolare di un permesso di soggiorno temporaneo concesso dallo Stato di area Schengen che lo ha accolto per primo, non rester che, ai sensi dellarticolo 23 della Convenzione, recarsi senza indugio nel territorio di tale Parte contraente (ovvero dello Stato che ha concesso il permesso temporaneo).

 

Vi poi un secondo problema connesso allattuazione delle procedure di emergenza previste nella gi citata direttiva 2001/55/CE. In questo caso, la Commissione UE che deve proporre al Consiglio ladozione della procedura di accoglienza temporanea. Si tratta quindi di un procedimento che deve svolgersi a livello europeo e che necessita di un elevato consenso, poich, come si visto, la decisione deve essere adottata in seno al Consiglio a maggioranza qualificata e deve essere attivata dalla Commissione.[9] Un percorso abbastanza articolato, reso ancor pi difficile dal fatto che il Commissario UE per gli Affari interni, Cecilia Malmstroem, ha spiegato che al momento non ci sono le condizioni per attivare la direttiva 55 del 2001 sulla "protezione temporanea", dal momento che tale procedura si applica alle persone un fuga da situazioni di guerra e non ai migranti economici quali i tunisini che sono giunti e stanno giungendo sulle coste italiane.

 

 

 

3. I dati sullafflusso di immigrati e profughi

 

Secondo i dati forniti dal Ministro Maroni nel corso del suo pi recente intervento alla Camera dei Deputati lo scorso 7 aprile 2011, dal 1 gennaio 2011 al 6 aprile 2011 sono avvenuti complessivamente 390 sbarchi sulle coste italiane, per un totale di 25.867 persone, di cui 23.352 sono giunti sulle isole Pelagie e, di questi, 21.519sono tunisini.

Sempre nel corso del suo intervento in aula il Ministro ha altres riferito che dalla Libia sarebbero partiti complessivamente 10 natanti per un totale di 2.300 persone  prevalentemente di nazionalit somala ed eritrea e, quindi, certamente da considerare come rifugiati.

Il numero di minori giunti sulle coste italiane dovrebbe complessivamente ammontare a circa 300. Nel rispondere allinterrogazione Turco[10] il Governo non ha fornito dati pi precisi.

 

 

 

4. La risposta del Governo Berlusconi allemergenza

 

 

4.1 Lintervento del Ministro Maroni alla Camera (7 aprile 2011)

 

Signor Presidente, colleghi, inizio il mio intervento esprimendo il cordoglio mio personale e del Governo per la tragedia avvenuta nella notte tra il 5 e 6 aprile nel canale di Sicilia, nel corso della quale affondato un barcone proveniente presumibilmente dalla Libia e diretto verso l'isola di Lampedusa con circa 200 persone a bordo. Fornisco i primi elementi acquisiti alla conoscenza del Governo sulla base dei primi accertamenti.

[] Negli anni passati c' stata una disputa, anche forte, sulla necessit di intervento nelle acque da parte delle autorit maltesi ed italiane. Si tratta di un problema che rimane aperto, ma in questa occasione voglio davvero elogiare l'intervento pronto delle nostre forze che hanno consentito di salvare - come ha detto il Presidente - 51 persone originarie del centro Africa, tra cui una donna ed un neonato, certamente provenienti dalle coste della Libia. I superstiti hanno riferito che a bordo dell'imbarcazione erano presenti altre 150 persone delle quali sono tuttora in corso le ricerche in mare (sono riprese questa mattina) con l'ausilio anche di due navi mercantili. []

Per quanto riguarda la situazione degli sbarchi sulle coste italiane, dal 1o gennaio al 6 aprile sono avvenuti 390 sbarchi per un totale di 25.867 persone; 23.352 sono giunti sulle isole Pelagie e, di questi, 21.519 sedicenti tunisini, provenienti da un'area ben precisa della Tunisia, l'area sud, dai porti di Djerba e Zarzis, che sono stati presidiati fino alla fine dello scorso anno dalle forze di polizia tunisine che hanno impedito la partenza da quelle aree di cittadini imbarcati. Tuttavia, tali forze dall'inizio di quest'anno non sono pi presenti.

A fronte di 25.867 persone arrivate, nello stesso periodo dello scorso anno ne sono arrivate 25. Ci dimostra che il sistema di controllo e di prevenzione delle partenze scomparso. Per questo - e lo dir pi avanti - abbiamo definito con la Tunisia un accordo che consenta, oltre che i rimpatri, anche e soprattutto di intervenire sulla prevenzione per impedire le partenze. Dalla Libia sono partiti invece 10 natanti per un totale di 2.300 immigrati prevalentemente di nazionalit somala ed eritrea e, quindi, certamente da considerare come rifugiati.

[] Proprio la necessit di trovare delle aree in cui allestire centri di prima accoglienza per l'emergenza e la complessit e la concentrazione di sbarchi in pochissimi giorni hanno determinato il Governo alla scelta di allestire delle aree in cui portare coloro che erano arrivati a Lampedusa (oltre 25 mila) in pochissimi giorni. un fenomeno che non ha precedenti. Nel corso dell'ultimo anno in cui sono stati numerosi gli sbarchi, ossia il 2008 (ve ne sono stati oltre 38 mila), essi si sono diluiti nel corso dell'anno e questo ha consentito alle strutture del Ministero dell'interno preposte (i CIE, i CARA, i centri di prima accoglienza) di gestire questo flusso diluito nel tempo.

In questo caso si verificato un fenomeno di intensit cos forte in pochi giorni che ha determinato la decisione di creare questi centri. Non c'era altra possibilit, non c'era altra scelta. stata una scelta giusta, che ha determinato qualche tensione certamente, ma non c'era un'alternativa e credo che questi centri di prima accoglienza siano stati utili, perch hanno consentito l'individuazione e l'identificazione di questi cittadini extracomunitari.

[] Abbiamo subito aperto un tavolo con le regioni. La strategia del Governo, dopo la fase della prima emergenza che doveva servire a creare le condizioni di accoglienza per un flusso cos intenso (cio i siti di cui ho parlato, le strutture di Protezione civile provvisorie, i Centri di prima accoglienza), si poi articolata in tre direzioni: il confronto con le regioni per creare un sistema di gestione concordata con le regioni, le province e i comuni; l'attivit diplomatica nei confronti dei Paesi di origine o di provenienza, in primo luogo la Tunisia, rafforzando anche i rapporti con gli altri Paesi, l'Egitto, il Marocco e la Algeria in primo luogo; il terzo punto consiste nelle iniziative nei confronti dell'Unione europea, gli Stati in particolare, ma non solo, anche la Commissione, che hanno mostrato subito grande attenzione, grande disponibilit ad intervenire, ma il cui intervento si finora limitato alla promessa di costituire un fondo di 25 milioni di euro per le spese che l'Italia ha sostenuto.

 [] Per definire un sistema di accoglienza diffuso su tutte le regioni di questa categoria di immigrati abbiamo, il 30 marzo, definito un accordo con le regioni, che prevede l'interessamento di tutte le regioni, escluso l'Abruzzo, nell'accoglienza dei profughi. Questo flusso territoriale sar definito nei prossimi giorni da una cabina di regia nazionale coordinata dal Governo con le regioni e gli enti locali, coinvolgendo le prefetture.

Abbiamo accolto con favore la disponibilit di posti aggiuntivi messi a disposizione dallo SPRAR, il sistema gestito dal Ministero dell'interno con i comuni per i richiedenti asilo, e abbiamo individuato risorse stabili e pluriennali a sostegno della collocazione nelle case famiglia, attraverso i comuni, dei minori stranieri non accompagnati.Su questo punto voglio dire che minori non accompagnati, che non saranno rimpatriati neppure se vengono dalla Tunisia, e sono considerati quindi clandestini, sono stati tutti spostati da Lampedusa attraverso il sistema di sostegno nella collocazione delle case famiglia. Vi stata qualche polemica nei giorni scorsi perch siamo stati accusati di aver lasciato a Lampedusa dei minori. L'attenzione sui minori stata massima, tempestiva ed immediata. Il sistema prevede che l'assegnazione dei minori alle case famiglia attraverso i comuni venga fatta con l'intervento dell'autorit giudiziaria. Gli ultimi minori sono stati trasferiti ieri proprio perch abbiamo dovuto attendere gli ultimi provvedimenti dell'autorit giudiziaria e sono stati collocati in queste strutture su tutto il territorio nazionale.

Nell'accordo del 30 marzo, infine, si descrivevano anche le modalit operative per la gestione dell'immigrazione clandestina, cio di quei cittadini extracomunitari arrivati sul territorio nazionale che non possono essere considerati come dei possibili rifugiati. Nell'accordo del 30 marzo si diceva che il Governo, in relazione alla gestione di sua competenza dell'immigrazione clandestina, nella piena applicazione delle norme conseguenti, si impegna ad assicurare un criterio di equa e sostenibile distribuzione degli immigrati che risultassero clandestini su tutto il territorio nazionale, sentiti gli enti locali interessati.

Questo principio dell'equa distribuzione su tutto il territorio nazionale era quindi contenuto nell'accordo del 30 marzo. Ho visto questa mattina qualche commento che dice che la novit dell'intervento e dell'accordo di ieri sera proprio questa, che prima non erano distribuiti su tutto il territorio nazionale e da domani in avanti lo saranno. Non cos!

L'accordo gi stato preso nella Conferenza unificata del 30 marzo; quello di ieri (6 aprile, allegato) un accordo che attua questo principio e la novit non quella dell'equa ripartizione sul territorio nazionale, ma una novit importante, che segna il passaggio dalla fase dell'emergenza acuta, quella che abbiamo vissuto oggi e che abbiamo gestito dovendo tamponare una situazione particolarmente grave, ad una situazione di programmazione, che ci consente di gestire in modo pi efficace l'immigrazione clandestina attraverso il coinvolgimento del sistema di Protezione civile nazionale e regionale.

Rimane, quindi, fermo questo principio, ma vengono coinvolti i territori, non pi con l'insediamento di strutture come quelle che sono state individuate per la gestione di una fase acuta dell'emergenza, ma attraverso il coinvolgimento delle regioni e la condivisione dei sistemi di Protezione civile nazionale e regionale. Questa la novit dell'accordo di ieri sera.

[] Mi sono recato a Tunisi, l'altro ieri, e dopo nove ore circa di difficile negoziato con il Ministro dell'interno tunisino abbiamo sottoscritto un accordo. [] Non il primo, esso fa seguito allo scambio di note tra Italia e Tunisia sulla riammissione degli immigrati in posizione irregolare del 1998, quando Ministro dell'interno era il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, cui va il merito di aver aperto la strada di questo percorso di accordi bilaterali sulla sicurezza che oggi, lo ripeto e lo ribadir in sede di Consiglio giustizia affari interni (GAI) dell'Unione Europea, deve essere trasferito a livello europeo.

Noi pensiamo ad accordi bilaterali tra l'Unione europea e i Paesi, ad accordi globali, una parte dei quali sia sulla sicurezza e, quindi, sul contrasto ai flussi di immigrazione clandestina, ma la parte fondamentale sulla prevenzione, sviluppando politiche di aiuto economico, rilanciando quella cooperazione internazionale che, finora, stata lasciata sostanzialmente ai singoli Stati membri. Questo salto di qualit, dal livello nazionale al livello europeo, necessario in una materia, l'immigrazione, che, oggi, lasciata alla competenza esclusiva dei singoli Stati membri.

Pu sembrare una mossa utile perch gli Stati membri hanno su questo un residuo spicchio di sovranit, ma l'evolversi, cos improvviso e tumultuoso, degli eventi richiede una condivisione europea perch, altrimenti, tale sovranit nazionale rischia di portare al seguente concetto: il problema tuo e lo gestisci tu ed io non voglio sapere nulla. Ci si verificato, purtroppo, in questi anni, quando, su iniziativa del Governo italiano, il Consiglio europeo ha bocciato ogni iniziativa, ogni richiesta, del Governo italiano medesimo, del Governo francese, del Governo spagnolo, dei Governi di Cipro, Grecia e Malta per l'attuazione di un principio che noi riteniamo assolutamente coerente con il principio di solidariet a livello europeo, il cosiddetto burden sharing, ossia la suddivisione degli oneri che derivano dal peso che gli Stati di confine sopportano per l'immigrazione clandestina e per l'arrivo di rifugiati. Oggi la normativa europea costringe gli Stati membri a farsi carico, loro e unicamente loro, gli Stati di confine, delle persone che arrivano, soprattutto dei rifugiati. E le persone che arrivano nei Paesi di confine arrivano in essi proprio perch sono Paesi di confine.

L'accordo che, come ho detto, fa seguito a quello del 1998, un accordo di cooperazione in materia di lotta alla criminalit del 13 dicembre 2003; l'ho rinnovato nel gennaio del 2009, ma anche l'accordo firmato l'altro giorno prosegue in questa linea e prevede alcune iniziative importanti. Innanzitutto, l'oggetto della cooperazione: la cooperazione, si legge nell'accordo, mira a rafforzare la collaborazione tra le forze di sicurezza italiane e tunisine al fine di prevenire gli sbarchi di clandestini verso le coste italiane, intensificare la lotta all'immigrazione irregolare e alla tratta di esseri umani, assicurare la protezione e la salvaguardia delle vite in mare. Sono comprese tutte le attivit che due Paesi civili devono fare, salvare le vite in mare, in primo luogo, ma anche contrastare i flussi di immigrazione irregolare e la tratta di esseri umani. Sono due attivit spesso collegate che vedono anche l'intervento di organizzazioni criminali, non solo africane.

Secondo punto: i rimpatri. Abbiamo definito delle procedure semplificate per rimpatriare cittadini tunisini arrivati in Italia. []Nell'accordo si prevede che tutti i cittadini tunisini che arriveranno in Italia dalla firma dell'accordo, dall'altro ieri, in avanti, saranno rimpatriati. La Tunisia ha accettato e tutti i cittadini tunisini che dovessero arrivare saranno rimpatriati attraverso procedure semplificate, che prevedono l'intervento dell'autorit consolare, come giusto che sia, che riconosce e noi abbiamo la certezza dei riconoscimenti dei cittadini tunisini.

 [] Infine il versante europeo: abbiamo da subito attivato tutte le iniziative, come ho detto, per rendere pi operativo l'intervento dell'Unione europea. L'Europa ha collaborato: la Commissaria Cecilia Malmstrm, Commissaria con la competenza in materia di sicurezza, stata subito contattata da me nei primi giorni dell'emergenza umanitaria. Ella ha mostrato grande disponibilit e grande sensibilit, facendo presente che i mezzi a disposizione, sia quelli legali sia quelli economici, erano piuttosto limitati. Da qui la necessit di intervenire a livello di Consiglio europeo, cosa che ha fatto il Presidente Berlusconi. Tuttavia, qualche cosa di concreto stato fatto, anche se, dal mio punto di vista, non sufficiente per potere dire: l'Europa si , finalmente, presa carico del problema. stata intensificata l'attivit di Frontex. Frontex, come sapete, un'Agenzia europea che controlla le frontiere o, meglio, coordina il controllo delle frontiere, fatto su terra dagli eserciti e su mare dalle navi dei vari Paesi membri. un coordinamento di attivit che, per, vengono svolte dai singoli Stati membri, ed un coordinamento che non efficace in mare, perch non consente di contrastare efficacemente l'immigrazione clandestina, anzi, rischia di essere un richiamo, perch se si sa che l vi sono delle navi, in acque internazionali, pronte a prendersi in carico coloro che scappano dalle coste, questo determina un effetto di richiamo, invece che un effetto di deterrenza Luned, al Consiglio GAI, porter le richieste che ho gi formulato alla Commissione europea, d'intesa con i Ministri dell'interno degli altri Paesi, tra cui quella di trasformare Frontex da una Agenzia di coordinamento in una struttura operativa, che proceda ad attuare, finalmente, la Convenzione di Montego Bay, con lo scopo di salvare le vite umane, certamente, ma anche di riportare coloro che sono salvati nel porto pi vicino, spostando quindi le navi verso le acque territoriali di questi Paesi, per intervenire prima e pi rapidamente per salvare le vite umane. [] Finch i fenomeni migratori sono stati quelli a cui abbiamo assistito, piccoli gruppi in fuga diluiti nel corso dell'anno, era una condizione che poteva essere sopportata e gestita dai Paesi, dalla Spagna, dall'Italia e persino da Malta e da Cipro. Oggi siamo di fronte ad una situazione molto diversa; credo che sia assolutamente fondamentale che il sistema venga cambiato. Ne convinto anche il Parlamento europeo - e concludo -, che ha chiesto l'intervento della Commissione per attivare le procedure previste dalla direttiva 2001/55/CE, che prevede la protezione internazionale, che coinvolge tutti i Paesi europei, e non solo quelli dove avvengono gli sbarchi, che riguarda i rifugiati e i profughi, ma che riguarda anche i fenomeni sociali, i flussi di massa che, per il fatto stesso di essere flussi di massa, devono coinvolgere la gestione di tutti i Paesi europei. []

Domani mattina incontrer il Ministro dell'interno francese, che ha chiesto di incontrarmi, per trovare un accordo - se sar possibile - sul fatto che con l'approvazione del DPCM che firmer oggi il Presidente del Consiglio verr dato a coloro che sono in Italia - con esclusione di alcune categorie di soggetti - un permesso di soggiorno temporaneo per protezione umanitaria, che consentir loro di girare in tutti i Paesi dell'area Schengen. [][11]



 

4.2 Laccordo tra Italia e Tunisia (6 aprile 2011)

 

Sottoscritta a Tunisi dal ministro Maroni lintesa che impegna le autorit del Paese nordafricano a rafforzare i controlli sulle partenze e ad accettare il rimpatrio diretto per i nuovi arrivi in Italia

La Tunisia si impegna a rafforzare i controlli per evitare nuove partenze e ad accettare la riammissione rapida delle persone che arriveranno in Italia dopo l'entrata in vigore del decreto che concede il permesso di soggiorno temporaneo. Questi i termini dell'accordo tecnico raggiunto ieri a Tunisi dal ministro dell'Interno Roberto Maroni e dal suo collega Habib Essid, al termine di una lunga trattativa.

Un accordo tecnico che, secondo il Viminale, dovrebbe consentire una maggiore cooperazione tra i due paesi sul fronte dell'immigrazione.
Lo scopo, spiega Maroni, quello di chiudere il rubinetto dei nuovi sbarchi. E l'intesa, aggiunge, ci consentir di farlo in piena collaborazione con le forze di sicurezza tunisine, collaborando e fornendo loro tutti i mezzi necessari. 
Secondo quanto concordato ieri, infatti, l'Italia doner al Paese nordafricano sei motovedette, quattro pattugliatori ed un centinaio di fuoristrada per consentire alle Forze di polizia tunisine di riprendere i controlli sulle coste, per ora praticamente inesistenti.

La fragilit del quadro politico tunisino, osservano gli esperti del ministero dell'Interno, non avrebbe consentito un rientro di massa dei cittadini partiti dalle coste del paese nord-africano e arrivati in Italia nelle ultime settimane. Tuttavia un segnale da parte di Tunisi c' stato, si sottolinea. E si concretizza nel fatto che i migranti tunisini che arriveranno da ora in poi sulle coste del nostro paese potranno essere rimpatriati in maniera diretta e con procedure semplificate. Sar, infatti, necessario che la persona venga riconosciuta dalle autorit consolari senza altre formalit e senza l'invio delle schede dattiloscopiche. Soddisfatto dell'intesa si detto il titolare del Viminale, spiegando che cos si apre una fase di cooperazione pi intensa tra i due Paesi: ora bisogner attuarla.[12]

 

 

 

4.3 Laccordo con le Regioni

 

 Nella cabina di regia della Conferenza Unificata del 6 aprile 2011, il Governo, le Regioni e Province autonome e gli Enti locali, preso atto che il Governo per affrontare lemergenza umanitaria ha assunto la determinazione – sulla base anche del confronto con Regioni e Enti Locali – di avvalersi dellarticolo 20 del T.U. Immigrazione, ribadiscono che tutte le Istituzioni della Repubblica responsabilmente si impegnano ad affrontare questa emergenza umanitaria con spirito di leale collaborazione e solidariet. Ci impegna tutti i livelli della Repubblica ad essere coerenti e conseguenti a questa scelta politica.

Ci premesso, il Governo, le Regioni e Province autonome e gli Enti locali convengono di integrare il precedente accordo, siglato lo scorso 30 marzo, con i seguenti punti:

1) il Governo si impegna ad avviare uniniziativa verso lUnione Europea per dare corso allarticolo 5 della Direttiva n. 55 del 2001;

2) i destinatari del permesso di soggiorno di cui allarticolo 20 che opteranno per la permanenza in Italia saranno assistiti su tutto il territorio nazionale e di ci si fa garante il Governo;

3) il piano per laccoglienza dei profughi sar presentato entro 10 giorni attraverso il sistema di protezione civile nazionale, deve prevedere step di attuazione per singola Regione, tenendo conto delle assegnazioni gi realizzate in queste settimane, mantenendo cos in ogni fase lequa distribuzione sul territorio nazionale. Tale piano dovr prevedere anche lassistenza per gli immigrati a cui riconosciuto larticolo 20 per coloro che decidessero di rimanere in Italia. Anche al fine di determinare e avere il quadro progressivo ed esatto delle presenze nellambito di tutto il territorio nazionale. A tal fine ripristinato il tavolo presso il Dipartimento nazionale della Protezione civile con il sistema della Protezione civile regionale, integrato dai rappresentanti di Anci e Upi e Regioni;

4) deve essere assicurato un finanziamento adeguato e capiente per sostenere lemergenza al Fondo presso il Dipartimento nazionale di Protezione civile che sar utilizzato per finanziare le attivit su tutto il territorio nazionale del sistema di protezione civile. Ci va attivato attraverso apposita ordinanza di protezione civile;

5) per dare piena attuazione allaccordo precedente in relazione ai minori stranieri non accompagnati, deve essere assicurato il finanziamento pluriennale creando un Fondo apposito in favore dei Comuni che prendono in carico i minori, cui spetter di assegnare il minore alle strutture a tal fine autorizzate;

6) questo nuovo sistema di accoglienza diffusa sullintero territorio nazionale consente di superare lattuale gestione degli immigrati irregolari.[13]



[1] Dal resoconto parlamentare, lintervento stato svolto in replica alla risposta del Governo (Ministro Maroni) allinterrogazione n. 3-01466 (Risposta immediata) a prima firma dellOn. Franceschini in merito a Chiarimenti e iniziative in merito agli aiuti offerti dalla Commissione europea per fronteggiare lemergenza sbarchi a Lampedusa.

[2] Dal resoconto parlamentare, intervento in risposta alla Informativa urgente del Governo sulla situazione nellisola di Lampedusa in relazione allaccentuarsi del flusso di immigrazione.

[3] Dal resoconto parlamentare, intervento svolto in replica alla risposta del Governo allinterrogazione n. 3-01555 Turco (Risposta immediata) in tema di iniziative per la definizione di un piano demergenza per la gestione degli immigrati, con particolare riferimento alla situazione dellisola di Lampedusa e ai numerosi minori non accompagnati.

 

[4] Lintervento stato svolto nella seduta del 7 aprile 2011, in replica allInformativa urgente del Governo sulle misure adottate in relazione all'eccezionale flusso di immigrazione verso l'isola di Lampedusa.

[5] Questo paragrafo a cura di Clelia Tanda e Clara Santoro, Uffici del Gruppo PD  Camera.

[6] In attuazione di questo articolo e per far fronte allattuale situazione di emergenza  il Governo ha adottato il DPCM 5/4/2011.

[7] Questo paragrafo a cura di Clelia Tanda e Clara Santoro, Uffici del Gruppo PD  Camera.

[8] Dichiarazione stampa, Budapest, 9 aprile 2011 rinvenibile su ww.ansa.it. Di seguito se ne riporta un estratto: (ANSA) - BUDAPEST, 9 APR - ''L'Europa deve parlare con una voce unica'' e soprattutto ''e' necessario un chiarimento'' sulle ''regole di Schengen''. Da Budapest, dove partecipa ad un vertice informale con altri otto capi di Stato, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano fa sentire la sua voce e impiega tutta la sua autorevolezza a livello internazionale per coinvolgere le istituzioni europee ''competenti'' in una soluzione ''europea'' all'emergenza sbarchi in Italia. .

[9] Per una disamina delle due strade percorribili dallItalia, si veda larticolo di Livia Turco Migranti. Un primo passo per proteggere i 20mila tunisini su lUnit, 9 aprile 2011, pagg. 36-37.

[10] Resoconto parlamentare 30 marzo 2011, interrogazione n. 3-01555 in tema di iniziative per la definizione di un piano demergenza per la gestione degli immigrati, con particolare riferimento alla situazione dellisola di Lampedusa e ai numerosi minori non accompagnati.

[11] Resoconto parlamentare, seduta del 7 aprile 2011.

[12] Dal sito www.interno.it, comunicato stampa ufficiale del Ministero.

[13] Dal sito www.governo.it, sintesi ufficiale dellAccordo.