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Espulsioni. Il governo prepara un decreto-legge

Oggi un primo esame in Consiglio dei Ministri. Riguarderà extracomunitari e cittadini Ue, con un occhio a quel che dicono le direttive europee


Roma – 19 maggio 2011 –  È in dirittura di arrivo un provvedimento urgente sulle espulsioni, con nuove regole, per extracomunitari e comunitari, che dovrebbero reggere al vaglio della normativa europea. Se ne è discusso oggi in Consiglio dei Ministri.

“Previa relazione del Ministro Maroni – si legge in un comunicato stampa di Palazzo Chigi - è stato avviato l’esame di un decreto-legge per il completamento dell’attuazione della direttiva 2008/38/CE sulla libera circolazione dei cittadini comunitari e dei loro familiari e per il recepimento della direttiva 2008/115/CE riguardante il rimpatrio dei cittadini stranieri in posizione irregolare”.

Per i cittadini comunitari, il governo vuole superare la normativa attuale, secondo la quale, tranne che in casi eccezionali, chi non ha requisiti per trattenersi in Italia oltre i tre mesi può essere solo invitato ad andarsene. Un disegno di legge varato dallo stesso governo a novembre (attualmente fermo in Senato) prevede, ad esempio, che chi non torna da solo in patria dopo il primo foglio di via possa essere rimpatriato con la forza se viene sorpreso di nuovo in Italia.

Sul fronte delle espulsioni degli extracomunitari, bisognerà invece fare i conti con la direttiva sui rimpatri e con la sentenza della corte di Giustizia che, conformemente a quella direttiva, ha vietato di incarcerare i clandestini che non obbediscono a un ordine di allontanamento. Tra le altre cose, la direttiva dice che bisogna puntare innanzitutto al rimpatrio volontario dei clandestini, concedendo loro  dai sette ai trenta giorni per andarsene da soli, e prevede il trattenimento nei Cie solo come extrema ratio.

La strada sembrerebbe stretta, ma non è proprio così. Sempre secondo la direttiva, ad esempio, si possono espellere i clandestini immediataemnte, senza concedere loro giorni per andarsene da soli, “se sussiste il rischio di fuga o se una domanda di soggiorno regolare è stata respinta in quanto manifestamente infondata o fraudolenta o se l'interessato costituisce un pericolo per l'ordine pubblico, la pubblica sicurezza o la sicurezza nazionale”.

Probabilmente, proprio giocando su eccezioni come queste, e magari facendole diventare una regola, Maroni e il governo cercheranno di salvare la linea dura sulle espulsioni.

Elvio Pasca

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