3 maggio 2011

Malta non aiuta un barcone di immigrati
La Stampa 3 maggio 2011
L'ambasciatore italiano ha presentato una nota di protesta al governo di Malta per il manca-to soccorso a un barcone di immigrati al largo di Lampedusa. II barcone era nella zona di competenza di ricerca e soccorso maltese, ma la marina, secondo Malta, non aveva la capacità di intervenire.




Tremila profughi da Lampedusa verso il Nord
La Repubblica 3 maggio 2011
Alessandra Ziniti
LAMPEDUSA — L'isola si è svuotata e la fúria del mare e del vento che scarica sabbia africana promette un'altra trégua negli arrivi. I quasi tremila immigrati arrivati nel fine settimana hanno già lasciato Lampedusa a bordo di due navi e adesso tocca alle regioni, soprattutto quelle del Centro e Nord Italia, aprire le porte ai profughi subsahariani fuggiti dalla Libia. I nuovi arrivati vanno nei centri richiedenti asilo di Mineo, Caltanissetta, Pozzallo, Bari e Crotone nei posti lasciati liberi da chi, arrivato nelle scorse settimane, avrà ora una destinazione definitiva nei luoghi e nelle strutture messi a disposizione dalle Regioni secondo il piano di ripartizione concordato nelle scorse settimane con il ministro dell'Interno Maroni.
II capo della Protezione civile Franco Gabrielli oggi darà il via all'operazione trasferimenti che coinvolgerà complessivamente 3.000 persone. «Dai vari Cara — spiega Gabrielli— partiranno circa l.500 persone per le varie regioni italíane e nel frattempo a prendere il loro posto arriveranno altri. Da Lampedusa sono già partiti domenica altrettanti migranti con la nave Flaminia e ancora altri 1.500 ieri sera con la Moby Vincent. Per questi 3.000 ci sarà dunque un passaggio per verificare le loro condizioni prima di trasferirli nelle varie Regioni».
Questa volta si comincia dal Nord: le destinazioni previste per i profughi che lasceranno i centri di accoglienza per i richiedenti asilo sono in Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Toscana. Qualche centinaio di profughi saranno smistatí anche in strutture di Marche, Puglia, Calabria, Campania e in provinda di Roma. Distribuzione che — assicura il commissario per l'emergenza — avverrà tenendo conto della dignità delle persone. «Non trattiamo pacchi, ma persone, quindi collaboriamo con le organizzazioni umanitarie per organizzare i trasferimenti nel migliore dei modi». Rassicurazioni che Gabrielli intende dare a quanti, nelle scorse settimane, hanno criticato aspramente il piano del governo nella parte che avrebbe implicato lo sradicamento dei richiedenti asilo già inseriti in contesti di accoglienza.
«Abbiamo già contattato l'agenzia dell'Onu per i rifugiati e l'Organizzazione internazionale migranti, perché i rifugiati sono persone con criticità psicologiche, proprio perche provenienti da territori in guerra, come l'Africa subsahariana. Per questo collaboriamo con chi di questi problemi si occupa ordinariamente,nell'ottica dell'emergenza, certo, ma anche di creare meccanismi di accoglienza degni appunto di persone e non di pacchi».
A Lampedusa, dopo l'ultimo assalto, rimangono solo una settantina di tunisini che da oggi dovrebbero cominciati ad essere rimpatriati e circa 180 richiedenti asilo. Ma il ministro dell'Interno Maroni non si fa illusioni. La consapevolezza che barconi stracarichi di migranti riprenderanno ad apparire all'orizzonte non appena il mare si sarà calmato è diffusa. Per questo Maroni ha annunciato che porterà al Consiglio dei Ministri un provvedimento urgente per ripristinare la possibilità di espulsione diretta dei clandestini, dopo la sentenza della Corte di Giustizia europea sul reato di immigrazione clandestina.




La mossa dei Viminale: un decreto per i rimpatri
Corriere della Sera 3 maggio 2011
Virginia Piccolillo
ROMA — «C'è stato un intervento della Corte di Giustizia europea che ha creato un po' di confusione rendendo di fatto impossibile l'espulsione diretta dei clandestini», ma «è una norma che voglio introdurre assolutamente, perché è 1'unico modo per contrastare in modo efficace l'immigrazione irregolare». Cosi, in una conferenza stampa a Milano, il ministro dell'interno, Roberto Maroni, ha annunciato 1'intenzione di presentare un decreto legge per reintrodurre i rimpatri immediati. E ha anticipato che potrebbe essere associato a una norma sulla polizia locale che ripristini il potere di ordinanza dei sindaci, cassato dalla Corte costituzionale. La speranza di Maroni è di arrivare con il decreto espulsioni già prossimo Consiglio dei Ministri. Del resto la bozza è da tempo allo studio del Viminale, visto che la direttiva Ue 115 ci chiedeva di adeguarci entro Natale 2010 ad alcuni criteri. Primo fra tutti quello della «gradualità»: tentare i rimpatri assisiti finanziariamente prima delle espulsioni, intimare gli allontanamenti entro un mese e non 5 giorni. Si riparte da li per quella che il sottosegretario Alfredo Mantovano valuta «un'opera di ortopedia sulla Bossi-Fini tecnicamente possibile: lavorando sul concreto rischio di fuga dei clandestini». Per salvare le ordinanze dei sindaci sulla sicurezza batestrá trasformare in legge il decreto che le prevedeva, ma Maroni annuncia di voler cambiare lo stato giuridico della polizia locale che ora ha compiti diversi.
Un «pacchettino-sicurezza» di sicuro impatto in tempi di campagna elettorale. Soprattutto in piena ondata di profughi. Sono già circa 8mila quelli arrivati dalla Libia che la Protezione Civile sta distribuendo in tutta Italia, secondo il Piano concordata con gli enti locali quando l'opzione profughi non era impopolare come accettare l'opzione clandestini. E ora cominciano a pesare sulle casse degli enti locali. «Bisognerà chiedere all'Europa di rivedere gli accordi che obbligano il Paese ricevente a sostenere i profughi» avverte Mantovano. Intanto il clima si fa teso. A Milano 7 tunisini sono stati arrestati per aver generato una rivolta nel Cie. E alla stazione di Ventimiglia è iniziato uno sciopero délla fame dei clandestini con permesso umanitario che rivendicano il diritto di circolazione in Europa. Assieme a loro profughi respinti dalla Francia perché senza denaro. Respingimenti in onore alla linea Sarkozy, accettata dal premier Silvio Berlusconi, di limitare Schengen. Sulla richiesta, inviata al presidente della Commissione Ue, Barroso, ieri è giunto un primo si. Il ripristino delle frontiere è «un'opzione», anche se dovrà essere l'«ultima istanza», ha detto il portavoce. Ma «è fuori discussione uno spazio Schengen a due velocità». Domani il commissario Cecilia Malstroem présentera misure anti-clandestini che dovrebbero contenere la chiusura di «una porzione» del territorio nàzionale, in caso di evento «improvviso e inatteso".





IMMIGRATI: il 4 MAGGIO COMMISSIONE EUROPEA PRESENTA NUOVA COMUNICAZIONE
Agenzia parlamentare 3 Maggio 2011
Il 4 maggio 2011 la Commissione europea adotterà una nuova Comunicazione sulla politica di migrazione per un approccio strategico, globale e strutturato da parte dell'Unione europea. Il documento coprirà vari aspetti della politica di migrazione, tra cui i rapporti con i paesi terzi, il controllo rafforzato delle frontiere esterne e la governance dello spazio Schengen, nonché delle azioni mirate per l'immigrazione legale e il completamento del Sistema comune di asilo. La Rappresentanza in Italia della Commissione europea offre la possibilità ai giornalisti interessati di seguire in diretta la conferenza stampa da Bruxelles della Commissaria europea per gli Affari interni Cecilia Malmström a partire dalle ore 11.30 di mercoledì 4 maggio 2011. A seguire, in esclusiva per i giornalisti italiani presenti, è prevista anche una sessione di domande e risposte con Michele Cercone, portavoce della Commissione europea cui sarà possibile partecipare anche da Milano in collegamento video con gli uffici della Rappresentanza a Milano. E' quanto rende noto un comunicato della Rappresentanza italiana della Commissione europea.



Immigrazione clandestina: intensificati i controlli via mare con una nuova Unità della Finanza
Riviera24.it 3 maggio 2011
Fabrizio Tenerelli
Imperia - Il Reparto di Imperia, infatti, coordinato dalla Stazione Navale e dal Reparto Operativo Aeronavale di Genova, costituisce il più completo e specializzato strumento di polizia economico-finanziaria deputato al contrasto delle attività illecite via mare. Nell'ambito del contrasto delle attivita' illecite via mare, e in particolare dell'immigrazione clandestina, il Reparto Operativo Aeronavale di Genova della Guardia di Finanza, l’organo specializzato nella sorveglianza aeromarittima nella Regione Liguria, ha messo a disposizione della provincia di Imperia una nuova unità navale.
La Sezione Operativa Navale di Imperia, alla cui sede sono già presenti due unità minori, vede rafforzata la propria capacita' operativa, con il nuovo 'Guardacoste G.122, La Spina'. Il Reparto di Imperia, infatti, coordinato dalla Stazione Navale e dal Reparto Operativo Aeronavale di Genova, costituisce il più completo e specializzato strumento di polizia economico-finanziaria deputato al contrasto delle attività illecite via mare.
In particolare, la nuova unità d’altura, appositamente stanziata nel Ponente Ligure, zona di confine e come tale di particolare importanza strategica soprattutto in questo momento storico, incrementa il dispositivo aeronavale posto al contrasto dell’immigrazione clandestina. La nave - lunga circa 27 metri e larga 7 - nonostante abbia un dislocamento di 90 tonnellate risulta particolarmente performante, raggiungendo una velocità massima di 40 nodi.
L’equipaggio è composto da 12 finanzieri, ognuno dei quali ha a bordo specifici compiti e mansioni che richiedono sia una lunga esperienza nel campo che grandi qualità professionali. Il Guardacoste è all’avanguardia da un punto di vista tecnologico per gli strumenti ausiliari alla navigazione di cui dispone e per le caratteristiche tecnico-strutturali che garantiscono la navigazione in piena sicurezza, anche in presenza di condizioni meteo-marine avverse.




Occupazione stabile e soddisfacente per i lavoratori stranieri: è quanto emerge da una ricerca di Ismu, Censis e Iprs.
immigrazioneoggi.it 3 maggio 2011
Tre immigrati su quattro sono soddisfatti del lavoro attuale, uno su tre non ha mai cambiato lavoro da quando si trova in Italia. È quanto emerge da un’indagine promossa dal Ministero del lavoro e condotta da Ismu, Censis e Iprs; realizzata su un campione di 13mila lavoratori immigrati e pubblicata sulla rivista Libertàcivili, edita dall’omonimo dipartimento del Viminale.
Uno studio che tende a sfatare alcuni luoghi comuni ed a confermare che, all’integrazione delle comunità, segue di pari passo la soddisfazione professionale dei lavoratori.
Secondo il sondaggio, l’ingresso sul mercato del lavoro segue le stesse regole valide per i cittadini italiani, con l’assoluta prevalenza dei canali informali, tra i quali si trova il passaparola, comunicazione attraverso la quale il 73,3% dei lavoratori stranieri dichiara di aver trovato l’attuale lavoro.
Le professioni più frequenti tra gli intervistati sono quelle di addetto alla ristorazione e alle attività alberghiere (16%), assistente domiciliare (10% e 19% tra le donne) e operaio generico nei servizi, nell’industria o in edilizia. Tra le figure meno diffuse, vi sono quelle a maggiore qualificazione, le professioni intellettuali, gli operai specializzati, i medici e paramedici, i titolari di impresa e i tecnici specializzati.
Il 33% dei lavoratori stranieri da quando è in Italia ha svolto un solo lavoro e il 40,4% è stato impiegato in due attività. Soltanto un quinto (19,2%) dichiara di aver cambiato tre impieghi e meno di uno su dieci (7,4%) quattro o più.
Se la complessità della carriera tende ad aumentare con il crescere dell’età posseduta e degli anni di permanenza in Italia, dal punto di vista delle nazionalità si nota che i soggetti maggiormente interessati dalla mobilità lavorativa sono gli albanesi, i peruviani e i senegalesi mentre, sul versante opposto, cinesi, indiani e bengalesi rivelano una minore mobilità.
Il 77,6% degli immigrati si dichiara soddisfatto del lavoro attuale e individua, come principale aspetto di miglioramento rispetto alla situazione precedente, la retribuzione, seguita dalla condizione contrattuale, dal tipo di lavoro svolto e dalla stabilità. Meno numerosi risultano coloro che rilevano un aumento dei livelli delle competenze pregresse.




Immigrazione, Corte Ue: giudice Rimini assolve clandestino
blitzquotidiano.it 2 maggio 2011
RIMINI – Applicata oggi, dal giudice monocratico del Tribunale di Rimini, la recente sentenza della Corte di Giustizia Ue che ha 'cancellato' la Bossi-Fini sul reato di clandestinita'. Il giudice ha infatti assolto un nordafricano gia' colpito, almeno 4 volte da decreto di espulsione solo nel 2008, con formula piena perche' il fatto non e' reato. L'uomo, difeso dall'avvocato Giovanni Benzi, risulta irreperibile e, probabilmente, non sa che la sua clandestinita' non e' piu' un reato. Il nordafricano, dopo esser stato fermato dai carabinieri durante un controllo di routine in cui era risultato senza documenti e, alle generalita' fornite, con precedenti di polizia generici e specifici, doveva essere processato per direttissima, ma il giudice ha accordato la richiesta della difesa di rito abbreviato, e oggi il nordafricano che risulta senza fissa dimora e' stato assolto in applicazione della sentenza del 27 aprile scorso della Corte di giustizia Ue che ha cancellato il reato di clandestinita' introdotto dall'Italia.

 

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