22 novembre 2011

 

NOMADI Non più obbligatoria l'identificazione
Il Consiglio di Stato dà ragione ai rom: addio piano Maroni
Una sentenza contro l'ex governo Berlusconi e il titolare leghista del Viminale: illegittimi i commissari ìn 5 città
il Giornale, 22-11-2011
Anna Maria Greco
Roma Non esiste l'«emergenza rom» in Italia, sono illegittimi i commissari nominati per affrontarla a Roma, Napoli, Milano, Torino e Venezia, e così tutti i loro atti.
Il Consiglio di Stato smantella il piano Nomadi voluto nel 2008 dall'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni e le ordinanze attuative nelle regioni Lazio, Campania, Lombardia, Piemonte e Veneto, confermando la sentenza già emessa dal Tar del Lazio a luglio 2009.
Un colpo al governo Berlusconi, al suo titolare leghista del Viminale e, in particolare, alla politica del sindaco capitolino Gianni Alemanno e dell'ex prima cittadina milanese Letizia Moratti. Eppure, nelle due grandi città la prima reazione è: «La linea sui nomadi non cambierà».
Per i giudici amministrativi lo stato d'emergenza decretato il 21 maggio dall'allora premier Silvio Berlusconi non si poggiava su basi solide. Non c'era, in sostanza, il «nesso tra la presenza sul territorio di insediamenti rom e una straordinaria ed eccezionale turbativa dell'ordine e della sicurezza pubblica nelle aree interessate» e il riferimento a «gravi episodi che mettono in pericolo l'ordine e la sicurezza pubblica»  non sarebbe ben documentato.
La sentenza del 16 novembre scorso fa fare un balzo indietro di 3 anni e annulla gli atti commissariali adottati «in carenza di potere». Alle amministrazioni interessate non resta che la possibilità di «sanare», se possibile, il vizio di incompetenza utilizzando poteri ordinari e non straordinari.
Questo vorrebbe dire, per Roma: niente procedure di identificazione, né censimento che le autorità stanno facendo nei campi, niente presidio di vigilanza dentro i 7 «villaggi attrezzati», nessun obbligo per i rom di sottoscrivere una dichiarazione di impegno al rispetto delle norme interne di disciplina e niente Dast, la tessera che consente di risiedervi. Alt, poi, alla costruzione delcampo La Barbuta, disposta dal prefetto-commissario per l'emergenza nomadi della Regione Lazio, Giuseppe Pecoraro.
Per Milano, invece: niente più chiusura dei campi di Via Idro, nonostante i 320mila euro dati dal Comune a 40 famiglie nomadi di quel campo, di quelli di via Bonfadini, di via Novara e di via Negrotto. E niente più espulsione dei cittadini comunitari che non avranno dimostrato di avere un reddito, una casa e un'assistenza sanitaria.
Esultano Pd e Sel, insieme alla Consulta Rom e Sinti di Milano, parlando di «fallimento» delle «politiche discriminatorie della destra». Ma dal centrodestra si chiedono al governo nuove leggi per affrontare il problema .«Servono norme immediatamente operative per risolvere il vuoto legislativo causato dalla sentenza del Consiglio di Stato», afferma l'europarlamentare Pdl Carlo Fidanza.
Il sindaco di Roma Alemanno, però, non sembra preoccupato. Ricorda che il prefetto-commissario aveva completato tutti i suoi atti e, «se non ci sono annullamenti retroattivi, cosa che non credo, a breve aprirà il campo de La Barbuta». L'assessore alla Sicurezza del Comune di Milano, Marco Granelli, esclude che la pronuncia del Consiglio di Stato possa avere ripercussioni sulla linea politica di Palazzo Marino. Più allarmato il vicepresidente del Consiglio comunale meneghino, Riccardo De Corato: «Assisteremo a una nuova invasione di nomadi provenienti da Romania e Bulgaria nelle nostre periferie».
 
 
 
«L'emergenza rom non esiste» Consiglio di Stato «boccia» Maroni
Avvenire, 22-11-2011 
MILANO -L' emergenza rom è infondata perché «più che  già esistente ed acclarata», sembra «sia paventata pro futuro quale conseguenza dell'espandersi e dello stabilizzarsi delle comunità nomadi». Di conseguenza il Piano varato tre anni fa dal governo Berlusconi è illegittimo, ha stabilito il Consiglio di Stato confermando la bocciatura del decreto decisa dal Tar di Roma nel luglio 2009. E respingendo il ricorso presentato, tra gli altri, dalla presidenza del consiglio e dal Viminale. Infatti, i «gravi episodi che mettono in pericolo l'ordine e la sicurezza pubblica», non risultano supportati «da una seria e puntuale analisi dell'incidenza sui territori del fenomeno considerato (quale sarebbe uno studio che documentasse l'oggettivo incremento di determinate tipologie di reati nelle zone interessate dagli insediamenti nomadi), ma soltanto dal richiamo di specifici e isolati episodi i quali, per quanto eclatanti e all'epoca non privi di risonanza sociale e mediatica, non possono dirsi se idonei a dimostrare l'asserita eccezionalità della situazione». A impugnare il decreto erano stati l'European Roma rights centre foundation e una famiglia rom che vive nella capitale. A dar loro voce è stata ieri la Consulta rom e sinti di Milano che ha parlato di «risultato straordinario». E ha chiesto «l'immediata sospensione di ogni azione riferita al Piano Maroni». La decisione del Consiglio di Stato cancella inoltre le ordinanze emanate nel Lazio e in Lombardia, seguite dalla nomina dei Commissari delegati per l'emergenza. In proposito il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha chiarito che «se la sentenza non prevede annullamenti retroattivi, cosa che non credo, non ci preoccupa tanto perché il prefetto Pecoraro ha completato tutti gli atti». Inoltre, ha aggiunto «a breve aprirà la Barbuta», il nuovo «villaggio attrezzato» vicino a Ciampino che potrà accogliere 650 persone. Ma c'è chi ne ha già previsto il fallimento.
 
 
 
Il Consiglio di Stato boccia il Piano Nomadi Ciampino: ora Roma fermi i lavori a La Barbuta
Sentenza dichiara l'illegittimità dello «stato di emergenza» voluto da Alemanno. Nulle le nomine dei commissari straordinari. Simone Lupi: quanti soldi spesi inutilmente
Corriere della sera, 22-11-2011
Luca Zanini
ROMA - Il Consiglio di Stato boccia il Piano Nomadi di Roma Capitale. Con la sentenza n. 6050 del Consiglio di Stato che, dichiarando l'illegittimità dello stato di emergenza, comporta l'annullamento delle ordinanze di nomina dei commissari straordinari e di tutti gli atti commissariali finora adottati. Accolti infatti i ricorsi dell'associazione per la difesa dei diritti dei rom, «European Roma Rights Centre Foundation», e di due abitanti del campo Casilino 900 di Roma, di fatto, la decisione del Consiglio boccia tutte le motivazioni che avevano decretato lo stato di emergenza. E la sentenza potrebbe fermare anche il raddoppio del campo di La Barbuta, a sudest della Capitale.
PRIMO DI SETTE MEGA-CAMPI - La vicenda riaccende la polemica sul primo dei 5 mega campi nomadi (inizialmente erano solo tre) che il Comune di Roma aveva progettato di realizzare per porre fine al problema dei micro campi abusivi, cui erano legati numerosi casi di cronaca e drammatici incidenti come la morte di quattro bambini romeni in un accampamento sull'Appianel febbraio 2011. In forse, dunque, l’imminente raddoppio del campo nomadi La Barbuta, che si estende tra X Municipio (il cui presidente Sandro Medici aveva acconsentito ai lavori) e territorio del Comune di Ciampino, che da sempre si oppone al progetto.
LUPI CONTRO ALEMANNO - «Con questa sentenza, il Consiglio di Stato – afferma ora il sindaco di Ciampino, Simone Lupi – mette un punto definitivo al Piano Nomadi di Roma Capitale. La nostra amministrazione si è sempre opposta alla creazione dello pseudo villaggio attrezzato al Campo Nomadi ‘La Barbuta’ ed ora siamo arrabbiati anche per tutti i soldi che già sono stati spesi».
Duro l'attacco al primo cittadino della Capitale: «Il sindaco Alemanno dichiara che non ci saranno annullamenti retroattivi - prosegue Lupio - . Al contrario, io credo che la giunta capitolina debba fare un passo indietro. Accertare la non esistenza dello stato di emergenza, per il quale sono stati affidati super poteri ai Commissari, per non parlare dei fondi stanziati a danno dei contribuenti, dimostra chiaramente il fallimento della politica del Sindaco di Roma».
32 MILIONI DI EURO - Sono già 32 i milioni stanziati da Governo, Campidoglio e Regione Lazio per il Piano Nomadi del Comune di Roma. Dopo il tragico rogo sull'Appia che provocò la morte di Sebastian, Elena Patrizia, Raoul ed Eldeban - tutti fra gli 11 e i 3 anni - sull'Appia, Alemanno aveva scirtto al ministro dell'Interno Roberto Maroni: chiedendo uno stanziamento straordinario di altri 30 milioni di euro per l'emergenza nomadi, oltre all'intervento di Protezione civile ed Esercito (per gestire l'emergenza stessa) e all'abolizione del vincolo archeologico su alcune aree periferiche della capitale per installare nuove tendopoli.
LA LITE CON MARONI - Ma al ministero dell'Interno aveva replicato con una secca chiusura ricordando che il Viminale aveva già stanziato complessivamente 60 milioni di euro per l'emergenza in cinque regioni (Lazio, Campania, Lombardia, Veneto e Piemonte). Al Lazio ne erano andati un terzo (20 milioni circa), ai quali vanno aggiunti altri 12 milioni concessi all'epoca da Comune e Regione, per un totale di 32 milioni di euro.
CONTAINER DA 24 MQ - Con o senza nuovi fondi, il Campidoglio ha comunque dato il via ai lavori per il campo di La Barbuta che - insieme al Collatino, zona «la Martora» - è uno dei campi dove, conclusa a luglio 2011 la bonifica (300 tonnellate di rifiuti rimosse) è cominciata la posa dei prefabbricati. Per ora sono 116, divisi in tre tipologie da 24, 32 e 40 metri quadrati destinati rispettivamente a famiglie da 4, 6 e 8 o più persone. Ma la tabella di marcia potrebbe fermarsi.
«SOSPENDETE I LAVORI» - Sulla basa della sentenza n. 6050 del Consiglio di Stato, infatti, il sindaco di Ciampino annuncia: «Ci aspettiamo che la costruzione del nuovo campo nomadi in località ‘La Barbuta’ venga immediatamente sospesa, sia per l’illegittimità espressa dal Consiglio di Stato, sia perché, come più volte dichiarato, il Piano Nomadi non è stato altro che un vano tentativo del sindaco Alemanno di trasferire le sue decisioni nelle mani di un Commissario Straordinario, ben lontano dal principio di integrazione sociale. Il campo ‘La Barbuta’, come sottolineato anche dall’Associazione 21 Luglio, non è un villaggio della solidarietà, ma un vero e proprio ghetto che, per l’area sulla quale esso insiste, non avrebbe certamente reso più dignitosa la vita dei Rom».
«Chiederemo nei prossimi giorni un incontro con il ministro dell'Integrazione e Cooperazione Internazionale, Andrea Riccardi, - conclude il Sindaco Lupi - per affrontare insieme la questione delle popolazioni nomadi, con l’auspicio che si faccia da garante per il rispetto della sentenza di Stato e che riesca a trovare soluzioni necessarie alla risoluzione del problema».
 
 
 
Una politica dell'immigrazione vantaggiosa per tutti
Tribuna Economica, 22-11-2011
Il nuovo approccio dell'UE all'immigrazione prevede accordi sia con i paesi limitrofi che con quelli più lontani per aiutare le loro popolazioni e i rispettivi governi.  La collaborazione tra i paesi europei e i paesi extra UE sul fronte 
dell'immigrazione è già intensa, ma potrebbe essere migliorata. L'esigenza di un maggiore coordinamento è emersa quest'anno quando l'ondata di immigrati sbarcati sulle sponde meridionali dell'UE nel corso della primavera araba ha messo a dura prova la capacità di gestione dei flussi nei paesi di accoglienza.
Questo improvviso afflusso aveva indotto l'UE a formulare proposte per un approccio globale all'immigrazione. Basandosi su tali proposte, la Commissione intende ora elaborare una politica più strategica in materia di immigrazione e mobilità che porti maggiori vantaggi all'UE, ai paesi d'origine e agli stessi immigrati.
Tale politica prevede una più stretta cooperazione con i paesi extra UE per massimizzare questi vantaggi. I paesi più poveri ottengono dai flussi migratori un duplice beneficio: le rimesse degli emigrati e il trasferimento di know-how e innovazione.
L'UE dovrà inoltre rafforzare la cooperazione con i paesi extra UE per garantire che i rifugiati e gli sfollati godano della piena tutela prevista dal diritto internazionale.
Il nuovo approccio risponde anche all'esigenza dell'UE di disporre di controlli efficaci alle frontiere per combattere l'immigrazione clandestina, incoraggiare le forme legali di immigrazione e dare maggiore protezione alle vittime della tratta di essere umani.
Le misure riguardanti l'immigrazione e la mobilità verranno allineate alle politiche dell'UE in materia di relazioni esterne, cooperazione allo sviluppo, istruzione e occupazione.
Facilitare l'immigrazione legale
L'UE intende porre un maggiore accento sulle forme legali di immigrazione e le politiche di rilascio dei visti per soggiorni di breve durata, turisti, studenti, ricercatori, imprenditori e famiglie. L'UE sarebbe disposta a revocare o alleggerire le restrizioni sui visti se il paese partner applica alcuni parametri prestabiliti in settori quali l'immigrazione, la politica di asilo e la gestione delle frontiere.
L'Europa ha bisogno di lavoratori stranieri per garantire la sua prosperità. Solo nel settore sanitario, da qui al 2020 mancheranno all'appello circa un milione di operatori. Gli immigrati possono aiutare a colmare questa e altre lacune.
In base al nuovo approccio, l'UE continuerà a sviluppare collaborazioni con i paesi limitrofi, africani e orientali.
Per quanto riguarda l'immigrazione, tali collaborazioni verrebbero offerte in primo luogo ai paesi più vicini, tra cui Tunisia, Marocco ed Egitto.
L'obiettivo di questi accordi è assicurare che l'immigrazione legale sia ben organizzata, che si adottino misure efficaci e rispettose dei diritti dell'uomo per combattere l'immigrazione clandestina e che vengano rafforzati i vantaggi per tutti.
Per gli altri paesi la Commissione propone di accrescere il livello di cooperazione in base a una serie di obiettivi comuni. 
 
 
 
Scoperta rete per lo sfruttamento di clandestini
Indagate 38 persone
Nei guai anche un ragioniere ed un avvocato di Bologna. L'operazione è scattata dopo una verifica in un laboratorio tessile di Occhiobello
Il Resto del carlino, 22-11-2011
Bologna, 22 novembre 2011 - Operazione della Guardia di Finanza di Rovigo che con i Comandi Provinciali di Bologna, Forli’ e Ravenna, ha scoperto una organizzazione dedita allo sfruttamento di immigrati clandestini per lavoro, composta da 38 persone fra le quali imprenditori e professionisti emiliani tra cui anche un ragioniere ed un avvocato di Bologna.
Il gruppo, grazie alle proprie conoscenze, era riuscito a reperire numerosi “clienti”, circa 200, tra cittadini cinesi, albanesi, bengalesi, marocchini e tunisini. Dell’organizzazione fanno parte tre soggetti, tra i quali due professionisti emiliani iscritti ai rispettivi albi professionali (un ragioniere ed un avvocato) che sono risultati destinatari di misure cautelari restrittive della liberta’ personale, in quanto ritenuti gli ideatori, organizzatori e promotori del sistema contestato.
Gli interessati versavano all’organizzazione una somma variabile tra i 5.000 ed i 7.000 euro. Ai datori di lavori compiacenti veniva invece elargita dai promotori ed organizzatori del sistema, la somma di 1.000 euro. Le indagini sono partite dopo un normale controllo fiscale operato nei confronti di un laboratorio tessile a Occhiobello (Rovigo), dove erano stati identificati tre operai di etnia cinese che risultavano beneficiari della sanatoria per colf e badanti ma nei loro confronti venivano utilizzati falsi contratti di lavoro.
Dopo la sanatoria del 2009, una nuova occasione di guadagno si e’ presentata con il decreto flussi 2010 per lavoratori extracomunitari. Frenetica e’ risultata l’attivita’ posta in essere dagli indagati nei giorni immediatamente precedenti i famosi “click day”, ossia i giorni stabiliti per l’invio telematico delle domande di rilascio del permesso di soggiorno, dopo che il limite numerico stabilito dal decreto flussi (circa 98.000 unita’), seguiva l’ordine temporale di invio e ricezione delle richieste (“first arrived, first served”, ovverosia “primo arrivato, primo servito”). I reati contestati ai 38 indagati vanno dal favoreggiamento all’immigrazione clandestina, dalla falsita’ materiale ed ideologica in atto pubblico alla falsita’ in dichiarazioni rese al pubblico ufficiale, al favoreggiamento personale, con l’aggravante di avere agito al fine di trarne profitto e in concorso tra piu’ di cinque persone.
 
 
 
Immigrazione clandestina, polizia municipale denuncia 76enne a Castellammare
il Gazzetino.com, 20-11-2011 
Ha fittato un tugurio di pochi metri quadrati a quattro cittadini extracomunitari, privi del permesso di soggiorno, e per questo è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata.
Si chiude così, con una segnalazione all’autorità giudiziaria e con il sequestro dell’immobile, l’operazione contro l’abusivismo abitativo condotta nelle ultime quarantott’ore dalla polizia municipale di Castellammare di Stabia, in collaborazione con polizia di Stato e Guardia di finanza, su disposizione del sindaco Luigi Bobbio.
L’uomo – Luigi F., di 76 anni – è stato denunciato perché aveva dato in locazione un monolocale, in via de Turris, nel Centro antico della città, a due coppie di clandestini. Già segnalato, nei mesi scorsi, nell’ambito di una precedente attività di controllo del territorio, per aver adibito il proprio terraneo ad abitazione per cittadini comunitari in mancanza dei più elementari requisiti igienico-sanitari e di impiantistica, Luigi F. risulta oggi destinatario, in osservanza della legge Maroni, di un provvedimento di sequestro dell’immobile che sarà poi tramutato in confisca.
“Nel complimentarmi ancora una volta con la polizia municipale e con le altre forze di polizia”, ha commentato il sindaco Bobbio, “ribadisco la mia ferma volontà di proseguire sulla strada della ferrea applicazione della legge per sanare, in maniera definitiva, le piaghe purtroppo assai annose che affliggono il Centro antico e penalizzano la qualità di vita degli stabiesi residenti. In particolare, è bene che si sappia, in maniera chiara e definitiva, che ogni proprietario di immobili che darà gli stessi in locazione, anche di fatto, a cittadini extracomunitari, subirà la rigorosa applicazione della legge Maroni con conseguente denuncia penale e sequestro dell’immobile destinato, in sede di condanna definitiva, a tramutarsi in confisca dello stesso. Che si sappia, d’ora in poi, che affittare un immobile ai cittadini extracomunitari, privi del permesso di soggiorno, significherà perderne definitivamente la proprietà”, ha concluso Bobbio.
 
 
 
Immigrati: delegazione Parlamento Ue in Sicilia per monitoraggio
la Repubblica, 21-11-2011
Palermo, 21 nov. - (Adnkronos) - Per tre giorni, a partire dal 24 novembre, Rosario Crocetta, eurodeputato del Partito Democratico, sara' in Sicilia con una delegazione di parlamentari per monitorare la condizione degli immigrati nei diversi centri di accoglienza presenti sull'Isola. Il programma e' ricco di appuntamenti: il 24 novembre la delegazione visitera' il centro d'accoglienza di Trapani, a Salina Grande; il 25 ci sara' un confronto con l'arcivescovo e il questore di Agrigento, nonche' con il comandante locale della Guardia di finanza e dell'Arma dei carabinieri. Il 26 novembre, ultima giornata, la delegazione si rechera' a Lampedusa per visitare il centro d'accoglienza e, a seguire, ci sara' un incontro al quale prenderanno parte diverse Ong e Miguel Nicolau di Frontex. ''E' indispensabile garantire il rispetto dei diritti fondamentali a tutti gli immigrati presenti sul nostro territorio - dice Crocetta -, per questo e' importante verificare le condizioni in cui essi vivono. C'e' la necessita' di attuare nuove politiche sull'emigrazione, sia nel nostro Paese che in tutta l'Ue. Dobbiamo far in modo che non si ripetano piu' fatti vergognosi come quelli accaduti sulle navi attraccate nel porto di Palermo, quando immigrati tunisini, ma prima di tutto donne e uomini conclude l'eurodeputato del Pd - sono stati tenuti 'prigionieri' in condizioni assolutamente atroci e lesive della dignita' umana''.
 
 
 
Immigrati: Catania, con 'Itinera'aiuto per inserimento nel lavoro
Libero, 21-11-2011
Catania, 21 nov. (Adnkronos/Labitalia) - "Un progetto che ha una valenza di assistenza e di aiuto, rivolto agli stranieri che intendano inserirsi nella realta' lavorativa locale". Cosi' l'assessore provinciale alle Politiche attive del lavoro e formazione della Provincia Regionale di Catania, Francesco Ciancitto, ha presentato questa mattina il progetto 'Itinera', finanziato dalla Provincia regionale di Catania al Consorzio Sol.Co. Catania - Rete di Imprese Sociali Siciliane
Il progetto prevede "la creazione di un data base che permettera' di controllare costantemente la domanda e l'offerta datoriale", ha chiarito Ciancitto precisando che l'attivita' di sportello, con personale qualificato, "sara' avviata dal prossimo lunedi' 28 novembre". Inoltre, saranno realizzati incontri di formazione e informazione tra operatori del Terzo settore che prestano le loro attivita' in favore degli immigrati e associazioni e aggregazioni di immigrati per mettere in rete i servizi, pubblici e privati, che il territorio offre.
'Itinera' rientra tra le numerose attivita' finanziate dalla Provincia Regionale di Catania con l'obiettivo di rendere concreto e fattivo il percorso di inclusione degli immigrati nel territorio etneo; fortemente voluto dall'assessorato alle Politiche attive del lavoro e formazione, mira a consolidare la Rete territoriale dei servizi in favore degli immigrati e ad accrescere gli interventi specifici di inserimento lavorativo degli stranieri.
 
 
 
Amir: "Troppa confusione tra immigrati e figli di immigrati"
Il rapper romano ha il padre egiziano: "Non parlo arabo, non seguo il Ramadan …vorrei solo essere considerato un artista a 360 gradi"
Stranieri in Italia, 22-11-2011
Roma – 22 novembre 2011 – C’è una bella differenza tra gli immigrati e i loro figli, ma pochi, in questo Paese, se ne sono accorti.
Parola di Amir, rapper di successo (sua la colonna sonora del film ‘Scialla’), romanissimo di Torpignattara. “È un quartiere che cresce e migliora, anche grazie all’immigrazione. Nei bazar c’è gente che lavora sodo e sono aperti fino a notte: finchè c’è vita in giro, c’è meno criminalità” ha spiegato ieri in un’intervista al Messaggero.
Amir è figlio di un immigrato egiziano e all’inizio della sua carriera  volevano cucirgli addosso un’immagine molto “etnica” (turbante, deserto…).  Un’esperienza condivisa da molte “seconde generazioni”.
“In Italia – racconta -  c’è ancora confusione tra immigrato e figlio di immigrato, che è italiano a tutti gli effetti. Non parlo arabo, non seguo il Ramadan, non sono il paladino dei ragazzi immigrati. Sono figlio di un egiziano e scrivono che sono figlio di un marocchino, come se fosse uguale. Vorrei essere solo considerato un artista, che parla a 360 gradi”. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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