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di interesse dei lavoratori stranieri

 

Newsletter periodica dinformazione

(aggiornata alla data del 12 aprile 2012)

 

IMU, stangata in arrivo anche per 600 mila stranieri

 

Dovranno pagare anche per questa?

 

Sommario

 

Saiba mais... Dipartimento Politiche Migratorie: appuntamenti                                                                       pag. 2

Saiba mais... Imu, stangata in arrivo anche per 600 mila stranieri                                                                   pag. 2

Saiba mais... Imu, Lart. 19, comma 13 del decreto salva Italia                                                                                  pag. 2

Saiba mais... Viaggio dentro i CIE                                                                                                                                 pag. 3

Saiba mais... Le nuove schiave asiatiche del M.O.                                                                                            pag. 5

Saiba mais... Lavoro – Rimesse in calo, ma 6,4 miliardi di nel 2010                                                             pag. 6

Saiba mais... Societ – In arrivo il nuovo permesso elettronico                                                                       pag. 7

Saiba mais... UE– Il Sud Europa emigra in Germania                                                                                        pag. 9

Saiba mais... Foreign Press – The Economist -                All the lonely people                                              pag.10           

 

 

A cura del Servizio Politiche Territoriali della Uil

Dipartimento Politiche Migratorie

Rassegna ad uso esclusivamente interno e gratuito, riservata agli iscritti UIL

Tel. 064753292- 4744753- Fax: 064744751

E-Mail polterritoriali2@uil.it                                                                                                 Anno X -  n.14



Dipartimento Politiche Migratorie: appuntamenti


Roma, 18 aprile 2012, ore 10, Provincia di Roma

Convegno Unar e Redattore Sociale: Giornalismo e immigrazione: come evitare stereotipi, pregiudizi e discriminazioni

(Angela Scalzo)

Roma, 26 aprile 2012, ore 16.00, via del Velabro

Assemblea dei soci del CIR

(Giuseppe Casucci)

Roma, 03 maggio 2012, ore 12.00, sede UIL Nazionale

Incontro di Luca Visentini, Segr. Conf. CES con gli uffici immigrazione di Cgil, Cisl e UIL

(Piero Soldini, Ilaria Fontanin, Giuseppe Casucci)


 

Decreto salva Italia

 


IMU: stangata in arrivo anche per oltre 600 mila stranieri.

Risolvere il problema dei 300 mila anziani e disabili ricoverati in strutture socio-sanitarie. No ad altri sconti agli immobiliaristi. Fare chiarezza e dare certezza ai contribuenti

Dichiarazione di Guglielmo Loy, Segr. Conf. UIL


Roma, 12 Aprile 2012 - Una norma passata sotto silenzio contenuta nelle pieghe del Decreto Salva Italia  nasconde una stangata, retroattiva, che secondo nostre stime riguarderebbe oltre 600 mila lavoratori stranieri che vivono e risiedono in Italia e che possiedono un immobile nel Paese di origine. La stima stata fatta attraverso interviste a campione realizzate nei nostri centri immigrati sullutilizzo dei soldi inviati presso il loro Paese. Con il Decreto (art.19), viene introdotta, dal 2011, limposta ordinaria sul valore degli immobili,  a qualsiasi uso destinati, detenuti allestero dalle persone fisiche residenti in Italia. Laliquota dimposta pari al 7,6 per mille della base imponibile, consistente nel valore degli immobili risultante dallatto di acquisto degli stessi o dai contratti. In mancanza, la base imponibile si desume dal valore di mercato rilevabile nel luogo in cui situato limmobile medesimo. Al di la degli aspetti tecnici relativi allapplicazione della norma, crediamo che, nella ratio del Legislatore si volessero colpire i grandi patrimoni detenuti allestero. Purtroppo, come al solito, non si tenuto  conto che questa norma colpisce migliaia di lavoratori stranieri che per necessit hanno abbandonato il loro Paese. Occorre fare chiarezza e dare certezze su questo punto e, quindi, richiamiamo il Parlamento al buon senso, affinch tra gli emendamenti, presentati in questi giorni, per correggere lapplicazione dellIMU si trovino soluzioni immediate volte ad eliminare questa ingiustizia e si faccia un passo indietro seguendo la strada maestra dellequit.

Cos come va trovata la soluzione per gli oltre 300 mila anziani e disabili ricoverati in strutture socio sanitarie, proprietari di unabitazione, che si trovano a pagare unIMU con unaliquota maggiorata. Sono queste alcune soluzioni, a livello centrale, che la UIL sollecita, per correggere le non poche storture dellIMU e per rendere meno iniquo il prelievo sulla casa, che colpisce innanzitutto chi fa fino in fondo il proprio dovere civico e fiscale: lavoratori e pensionati siano essi cittadini italiani o stranieri.

Infatti qualora ci fossero  risorse pubbliche disponibili, queste dovranno essere indirizzate a una maggiore equit  fiscale per lavoratori dipendenti (a partire da coloro che pi pagano gli effetti della crisi come i lavoratori in mobilit e in cassa integrazione) e pensionati.

Per la UIL non  prioritaria lipotesi di diminuire laliquota IMU per gli affitti a canone concordato, perch questa imposta non grava sugli inquilini, bens sui proprietari.

E utile ricordare, in tal senso, che questi ultimi hanno gi goduto di un rilevante sconto fiscale con lintroduzione della cedolare secca -  con aliquote pi basse dellIRPEF  - e che non sono oggetto degli aumenti delle Addizionali IRPEF.



Anche gli stranieri residenti in Italia, sono tenuti a pagare lIMU per le propriet nel Paese dorigine

Laliquota dello 0,76% sul costo dacquisto o valore di mercato. La cifra verr decurtata di quanto gi pagato nello Stato di origine. Spetta anche una detrazione di 200 . E dovuta anche per il 2011, dunque dovr essere dichiarata nel prossimo 730


 (redazionale) Il decreto cosiddetto Salva Italia prevede il pagamento dellIMU (imposta municipale unica che ha sostituito la vecchia ICI) sulla  propriet degli immobili, anche per coloro che risultano residenti nel nostro Paese che siano titolari di una propriet situata allestero. La tassa istituita fin dal 2011: dunque dovr essere dichiarata nel prossimo 730, nellappositamente creato quadro RW della dichiarazione dei redditi. Se la dicitura contenuta nella legge non verr smentita, la tassa potrebbe riguardare almeno una parte consistente delle 1,6 milioni di famiglie straniere residenti nel nostro Paese, se risultano proprietarie di un immobile (a qualsiasi titolo) nel Paese dorigine. In questo caso dovranno pagare lIMU sul valore dacquisto o di mercato della propriet di cui sono titolari. Dalla tassa deducibile un credito dimposta pari al valore dellimposta patrimoniale eventualmente versata nel Paese in cui limmobile ubicato.  Laliquota la pi alta (0,76 per mille) in quanto riguarda una propriet in cui non vive lintestatario ed dunque viene considerata seconda casa. Per fare un calcolo approssimativo, considerato che gli immobili di propriet dei migranti provenienti da Paesi terzi hanno un valore molto basso (ipotizzabile approssimativamente in una gamma tra i 5 ed i 40 mila euro) la tassa da pagare andrebbe in teoria da 38 ai 304 euro annui, da cui andranno detratte le imposte patrimoniali pagate nel Paese dorigine.


Testo dellart. 19, comma 13 del  Decreto Legge 6 dicembre 2011, n. 201 (c.d. salva Italia).

13. A decorrere dal 2011 e' istituita un'imposta sul valore degli immobili situati all'estero, a qualsiasi uso destinati dalle persone fisiche residenti nel territorio dello Stato. 14. Soggetto passivo dell'imposta di cui al comma 13 e' il proprietario dell'immobile ovvero il titolare di altro diritto reale sullo stesso. L'imposta e' dovuta proporzionalmente alla quota di possesso e ai mesi dell'anno nei quali si e' protratto il possesso; a tal fine il mese durante il quale il possesso si e' protratto per almeno quindici giorni e' computato per intero. 15. L'imposta di cui al comma 13 e' stabilita nella misura dello 0,76 per cento del valore degli immobili. Il valore e' costituito dal costo risultante dall'atto di acquisto o dai contratti e, in mancanza, secondo il valore di mercato rilevabile nel luogo in cui e' situato l'immobile. 16. Dall'imposta di cui al comma 13 si deduce, fino a concorrenza del suo ammontare, un credito d'imposta pari all'ammontare dell'eventuale imposta patrimoniale versata nello Stato in cui e' situato l'immobile. 17. Per il versamento, la liquidazione, l'accertamento, la riscossione, le sanzioni e i rimborsi nonch per il contenzioso, relativamente all'imposta di cui al comma 13 si applicano le disposizioni previste per l'imposta sul reddito delle persone fisiche. 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Violazione dei diritti  

 


Viaggio dentro i Cie: tra pestaggi, psicofarmaci e strani suicidi

Da Milano a Trapani decine di casi. La commissione diritti umani del Senato richiama la tortura. L'Onu condanna la detenzione di un anno e mezzo. Dentro ci finiscono anche minori.

di Raffaella Cosentino, www.corriere.it


ROMA - Pestaggi non denunciati per paura, armadietti delle infermerie pieni di psicofarmaci, terapie a base di sedativi. E' questa la realt che emerge dai Cie: teoricamente centri di identificazione e di espulsione, nei fatti funzionano come carceri per sans papiers, in cui si finisce senza avere commesso reati ma solo per un illecito amministrativo. 
Ne abbiamo visitati quattro, su dodici attivi:
 Roma, Lamezia Terme e due a Trapani. Dovrebbe essere solo una detenzione amministrativa per chi non ha il permesso di soggiorno. La fuga non un'evasione. Ma dalla scorsa estate si pu stare rinchiusi fino a un anno e mezzo soltanto per lidentificazione ai fini del rimpatrio. Questo rende gli ospiti del centro dei reclusi a tutti gli effetti, dietro sbarre alte sette metri e filo spinato, sorvegliati 24 ore al giorno da militari e agenti. Le condizioni nelle quali sono detenuti molti migranti irregolari nei Cie sono molto spesso peggiori di quelle delle carceri si legge nellultimo rapporto della commissione Diritti Umani del Senato. La commissione richiama la tortura, lamentando il fatto che non esista questo tipo di reato nel codice penale italiano. Anche lOnu, per bocca del comitato antidiscriminazioni razziali, esprime preoccupazione per i 18 mesi di detenzione. 
Durante un'ispezione nel Cie
 di Santa Maria Capua Vetere (Ce) i senatori hanno trovato i reclusi con gli arti fratturati dopo una rivolta e non tutti, come viene sostenuto, a causa del fallito tentativo di fuga, ma anche - e questo stato accertato almeno in un caso - a causa dell'investimento da parte di un mezzo delle forze dell'ordine. Per alcuni giorni dopo la ribellione gli immigrati hanno avuto difficolt addirittura ad espletare le loro necessit fisiologiche e sono stati costretti ad utilizzare delle bottigliette. Abdou Said, un egiziano di 25 anni, si suicidato a Roma l8 marzo dopo essere uscito dal Cie di Ponte Galeria, dove stato per pi di sei mesi. Lavorava in Libia ed era scappato dalla guerra la scorsa estate. Anche nella sua storia cՏ una fuga fallita. Secondo un ex trattenuto che lha conosciuto nel centro, Said sarebbe stato percosso dagli agenti e avrebbe assunto a lungo psicofarmaci fino a diventare come matto. 
Durante una nostra visita a Ponte Galeria,
 avvenuta prima del suicidio, il direttore del centro, Giuseppe Di Sangiuliano, bollava come leggende gli abusi di psicofarmaci. Serena Lauri, legale del giovane suicida, racconta: Non so cosa sia successo esattamente, aveva riportato dei danni a seguito di una caduta durante la fuga. Lavvocato ha notato un cambiamento impressionante nei lineamenti e nella mente. Lauri ricorda Said come un ragazzo completamente diverso, appena entrato a Ponte Galeria era quasi arrogante, dopo questo episodio aveva lo sguardo fisso e lespressione da persona indifesa. Ma non cerano state denunce. Secondo il legale i reclusi hanno paura perch si confrontano ogni giorno con i poliziotti. 
Ilaria Scovazzi, responsabile Immigrazione
 di Arci Lombardia, durante una visita nel centro di via Corelli un anno fa ha visto con i suoi occhi un cinese con il segno di una manganellata sulla schiena. Nel Cie milanese i letti sono cementati al pavimento, gli armadi sono nicchie ricavate nel muro, lunico arredo sono i materassi, per cui tutte le rivolte consistono nel bruciare dei materassi spiega Mauro Straini, legale che difende sei immigrati accusati di devastazione per una sommossa dello scorso gennaio. Il ministero dellInterno e la presidenza del Consiglio sono stati citati in giudizio al tribunale di Bari dagli avvocati Luigi Paccione e Alessio Carlucci, che considerano il Cie un carcere extra ordinem, non dichiarato, in cui numerosi cittadini provenienti da paesi extraeuropei sono detenuti senza aver mai commesso reati punibili con la reclusione. La causa si basa su due perizie tecniche, di cui una del Comune, che documentano violazioni della dignit umana. Noi abbiamo provato che nel Cie in atto una detenzione carceraria, questo viola la legge dice Paccione. I prigionieri non possono accendere da soli la luce perch linterruttore comandato dallesterno e neppure scegliere il programma tv da vedere. Hanno bagni alla turca raccapriccianti e alloggi inabitabili. Un ex recluso tunisino in una lettera denuncia lesistenza di celle di isolamento e abusi di sedativi. Ci caricano di calmanti e anestetici – scrive - in modo che rimani drogato e senza che te ne rendi conto non dai fastidio. 
Dentro i Cie finiscono anche minori stranieri soli. 
Sei erano nel centro Milo di Trapani. Altri sono in quello di Brindisi, dove li ha rintracciati Save The Children. LOng opera nel progetto Praesidium del Viminale, assieme allAlto commissariato Onu per i rifugiati, la Croce Rossa e lOim. Accertata la minore et, i ragazzi vengono rilasciati ma intanto hanno vissuto per molti giorni lesperienza della reclusione nel Cie, dove sono frequenti gli atti di autolesionismo e le rivolte finalizzate alla fuga, poi represse con la forza. Le organizzazioni del Praesidium svolgono anche attivit di monitoraggio e verifica delle condizioni allinterno dei centri. Da questanno abbiamo esteso il progetto a tutti i centri del territorio nazionale spiega al Corriere.it il prefetto Angela Pria, a capo del dipartimento Libert civili e Immigrazione del ministero dellInterno. Sugli abusi documentati con la nostra inchiesta, Pria replica che vengono effettuati monitoraggi sullo svolgimento della vita allinterno dei Cie, quindi se queste denunce ci sono state, verranno fatti gli accertamenti necessari. Il prefetto nega che i centri di identificazione e di espulsione siano strutture di detenzione carceraria. Non sono paragonabili alle carceri – afferma - I servizi che devono essere garantiti nei Cie riguardano lassistenza alla persona come la mediazione linguistico - culturale, linformazione sulla normativa sullimmigrazione, il sostegno socio-psicologico. Poi abbiamo servizi di assistenza sanitaria e mi pare che il servizio lo mostri in maniera evidente. Sul caso di Bari, Pria spiega che i Cie non sono uninvenzione di oggi, sono la trasformazione dei precedenti Cpt, sui quali la commissione De Mistura diede indicazioni per il loro miglioramento. Il nostro impegno diretto a una manutenzione e un adeguamento costante. Interveniamo tempestivamente su richiesta delle prefetture. Su Bari cՏ un giudizio pendente, ludienza ci sar il prossimo mese di luglio. Gi da tempo abbiamo accreditato tutte le risorse necessarie per poter ristrutturare i vari danneggiamenti che ci sono stati. Questo perch i Cie vengono costantemente danneggiati.


 

 

 

 

 

 

 

 


Le nuove schiave asiatiche in Medio Oriente 
di EMANUELA STELLA , da www.repubblica.it


Roma, 10 aprile 2012 - Si impiccata in ospedale con il lenzuolo fatto a strisce. Alem Dechasa, 33 anni, era etiope ed morta in Libano, dove era emigrata con la speranza di guadagnarsi da vivere lavorando come cameriera. Ma in quel paese non esiste tutela del lavoro domestico, cos donne e uomini di origine asiatica e africana sono impiegati in condizioni di semi-schiavit; da Human Rights Watch 1 si ha notizia di almeno un morto a settimana tra questi lavoratori, per suicidio o altre cause. E non una situazione limitata al Libano: casi di maltrattamenti, abusi e decessi si registrano anche nei  paesi mediorientali ricchi di petrolio. 
La storia di Alem. Abbandonata dal marito, che s'era portato con s i tre figli, la donna aveva chiesto soldi in prestito ad un vicino per andare in Libano, e non li poteva restituire, ma voleva tornare a casa: un video testimonia che stata aggredita in strada, a Beirut, davanti al consolato del suo paese, quindi picchiata e trascinata via su un'auto. Il consolato etiope, che da tempo condanna le condizioni disumane in cui sono tenuti migliaia di "nuovi schiavi", ha denunciato l'uomo del video (identificato come il titolare dell'agenzia di collocamento che aveva portato la donna in Libano), che stato interrogato dalla polizia e poi rilasciato; si difeso affermando che Alem era psicologicamente instabile. 
Un'inchesta bloccata. Per ora, l'inchiesta non ha avuto seguito, anche se il video mandato in onda dalla tv libanese ha suscitato indignazione. Tre anni fa l'Etiopia aveva vietato ai propri cittadini di andare a lavorare in libano come camerieri, per l'assenza di tutele di legge, ma migliaia di persone riescono tuttora ad aggirare il divieto ricorrendo ad agenzie che operano con paesi terzi (Alem era arrivata in Libano dal Sudan).
L'esercito di "moderni schiavi". In Libano sono impiegate come personale domestico 200mila persone, e le denunce di maltrattamenti e abusi sessuali sono all'ordine del giorno. Ali Fakhry, del Movimento antirazzista libanese, riferisce che gli intermediari si fanno pagare fino a tremila dollari per entrare nel paese, e chi cade nelle loro mani si ritrova di fatto in condizioni di schiavit. "Vengono allettati dalla prospettiva di andare a stare in un paese tollerante e liberale, diverso dagli altri paesi del Medio Oriente e pi simile all'Europa, dove possibile praticare liberamente la propria religione e avere la domenica libera per andare in chiesa, - riferisce Fakhry. - Ma all'arrivo viene sequestrato il passaporto e trattenuta la paga, cos diventano prigionieri, ai quali impedito di uscire di casa. Molti vengono picchiati e soggetti ad aggressioni sessuali: nessuno li protegge, sono di fatto schiavi".
"Invisibili" senza orario di lavoro n ferie. Kate Denman, una ricercatrice inglese nel campo dei diritti umani, che ha soggiornato a lungo in Libano e Siria ed cofondatrice della Ong  Refocus, ha scritto un saggio nel quale evidenzia l'esistenza di una moderna "tratta degli schiavi" globale, al servizio di economie post-industriali, cui serve manodopera a buon mercato e priva di qualifiche, proveniente dalla zone pi povere del mondo. Un esercito di migliaia di invisibili, che non hanno orario di lavoro n ferie, che vengono nutriti quanto basta perch non muoiano di fame, considerati alla stregua di propriet personali da padroni violenti e capricciosi. 
Una situazione poco nota in occidente. Ma anche un business da milioni di dollari, che crea allarme nei paesi in via di sviluppo in cui vengono reclutati i nuovi schiavi, scelti prevalentemente fra gli asiatici. Nel 1998, dopo che una donna emigrata in Kuwait si era tolta la vita, il governo nepalese aveva vietato l'emigrazione verso Arabia Saudita, Kuwait, Emirati Arabi e Qatar: anche qui il divieto viene eluso, con un breve soggiorno in India. A luglio 2011 era scoppiata una crisi diplomatica tra il governo di Manila e quello di Riad, a proposito della condizione delle centinaia di migliaia di lavoratori domestici - camerieri, autisti, giardinieri - di origine filippina impiegati nelle residenze dei sauditi. Anche l'Indonesia aveva disposto una moratoria sull'invio di lavoratori in Arabia Saudita, in seguito alla decapitazione di una donna di Giava, accusata di aver ucciso il proprio datore di lavoro che abusava di lei: e non un caso isolato.
Le asiatiche preferite perch "pi docili". Pi vulnerabili allo sfruttamento e alla discriminazione, le asiatiche costituiscono nel mondo del lavoro, secondo l'Organizzazione mondiale del lavoro 2 (OIL) la categoria di migranti che cresce con pi rapidit. Sono un milione e mezzo le donne asiatiche che lavorano (legalmente e illegalmente) all'estero, sottolinea Nena News, agenzia di stampa del Vicino Oriente: arrivano soprattutto da Sri Lanka, Filippine, Nepal, Indonesia, ma anche da India, Pakistan e Bangladesh. Nel tentativo di sfuggire alla povert emigrano soprattutto in Libano, Giordania, Arabia Saudita, Kuwait, Emirati Arabi, Barhein, Qatar. Ignorate dalle normative in materia di lavoro, queste persone non possono fare nulla, se non rimanere imprigionate nelle mura domestiche.


 

Lavoro


Le rimesse: un capitale da 6,4 miliardi di ,  ma in calo per colpa della crisi (-5,4%)

Da Roma e Milano defluisce il maggior importo di rimesse. I cinesi in Italia mantengono oltre mezzo milione di connazionali in Cina

 


 Gli stranieri che vivono in Italia hanno fatto defluire nel 2010 oltre 6,4 miliardi di euro di rimesse, registrando per la prima volta un calo del 5,4% rispetto allanno precedente. Mediamente ogni straniero in Italia invia nel proprio paese 1.508 euro allanno, destinati per lo pi in Asia e in Cina per la precisione. Si stima che i cinesi che risiedono in Italia riescono a mantenere oltre mezzo milione di connazionali in Patria. Roma, Milano, Napoli e Firenze sono le province da cui defluisce  il maggior importo di rimesse verso lestero. Questi i risultati principali di uno studio della  FONDAZIONE LEONE MORESSA (www.fondazioneleonemoressa.org) che ha analizzato i flussi monetari transitati per i canali di intermediazione regolare in uscita dallItalia da parte degli stranieri che vivono nel nostro paese. Il volume delle rimesse. Nel 2010 il flusso monetario in uscita dallItalia stato pari a 6,4 miliardi di euro, in calo per la prima volta rispetto allanno precedente del 5,4%. In diminuzione anche il valore delle rimesse calcolate a livello procapite: mediamente ciascuno  straniero invia nel proprio Paese di origine poco pi di 1.500 euro annui, in calo rispetto ai 1.734 euro registrati nel 2009. Per riuscire a quantificare il volume delle rimesse basti pensare che lammontare complessivo del denaro in uscita dallItalia equivale allo 0,41% del Pil nazionale: anche in questo caso tale incidenza si ridotta rispetto allo 0,44% rilevato lanno precedente. Destinazione delle rimesse. LAsia il continente maggiormente beneficiario  delle rimesse che escono dallItalia. Infatti con oltre 3 miliardi di euro,  la macroarea asiatica concentra il 47,4% di tutti i flussi monetari; della rimanente parte, il 27,4% rimane allinterno dei confini europei, il 12,5% prende la via africana e l11,6% quella americana. Ma rispetto al 2009 quasi tutte le destinazioni hanno subito una contrazione in termini di rimesse inviate: il continente asiatico ha ricevuto dagli stranieri in Italia il 9,5% in meno di denaro e lAfrica il 4,5% in meno. Unica eccezione i Paesi europei le cui rimesse sono aumentate del 4,2%. Tra tutti i Paesi, la Cina quello a cui viene inviato il maggior volume di rimesse con 1,7 miliardi di euro, seguito da Romania (800 milioni di euro), Filippine (712 milioni di euro) e Marocco (251 milioni di euro). e principali nazioni di destinazione mostrano anche in questo caso una riduzione nellultimo anno: per la Cina la variazione si attesta al -10,2%, per le Filippine al -11,1% e per la Romania al -3%. In quanto a rimesse procapite, ciascun cinese residente in Italia invia in Patria poco pi di 9mila euro a testa, valore pi elevato tra tutte le nazionalit. Questo significa che ogni cinese in Italia mantiene 2,9 cinesi in Patria e che a livello complessivo si tratta di oltre mezzo milione di cinesi. Con 5.761 euro di rimesse procapite i filippini sostengono una comunit in patria di 468 mila concittadini, i bengalesi di 400 mila soggetti, i senegalesi di 308 mila persone. Il dettaglio provinciale. Roma la provincia dalla quale defluisce il maggior volume di rimesse verso lestero: si tratta di 1,7 miliardi di euro, pari a oltre un quarto di tutte le rimesse che escono dallItalia. Seguono a ruota Milano, Napoli, Firenze e Prato. Per tali province la prima nazionalit di destinazione la Cina, ma tra tutte Prato larea in cui la quasi totalit delle rimesse defluisce verso il paese asiatico: il 90,5% di tutte le rimesse della provincia. La Romania invece il primo paese di destinazione delle rimesse di Torino, Brescia e Verona, mentre per le Filippine si tratta di Bologna (solo per citare le prime citt). Le rimesse dagli stranieri sono un cruciale fattore di garanzia e di crescita per le economie in via di sviluppo - affermano i ricercatori della FONDAZIONE LEONE MORESSA - Laumento del numero di disoccupati stranieri determinato dalla crisi ha messo a dura prova i bilanci degli immigrati e i loro redditi da lavoro. Sono stati costretti a ridurre di fatto quella parte di risparmio che prima veniva inviato nei Paesi di origine, ma che ora viene trattenuto per potersi garantire un sufficiente livello di sopravvivenza. Oltre alla crisi, il calo delle rimesse va ascritto anche al fatto che molti stranieri nel tempo hanno scelto lItalia come il proprio paese di residenza, avvicinando e ricongiungendo a  s la propria famiglia; in questo modo il denaro che prima veniva inviato in Patria, rimane ora nel territorio nazionale. 

Lo studio completo su http://www.fondazioneleonemoressa.org/newsite/wp-content/uploads/2011/04/Lerimesse-in-Italia-anno-20101.pdf


 


Fondazione Leone Moressa: report sulle imprese in Italia condotte da stranieri

Di Vito Campo, http://www.corriereinformazione.it/


 Le 454mila imprese gestite da stranieri producono quasi 76 miliardi di , pari al 5,5% dellintera ricchezza prodotta a livello nazionale. Questo uno dei dati che emerge dalle stime effettuate dalla Fondazione Leone Moressa, sullapporto economico delle attivit imprenditoriali condotte dagli stranieri in Italia. Le stime sono state effettuate su dati Istat e Infocamere. Tra i diversi settori di attivit presi in considerazione quello delle costruzioni il settore che denota un maggior peso della componente straniera nella creazione del valore aggiunto (il 13,8%) e la Toscana la prima regione in cui il valore aggiunto prodotto da aziende gestite da stranieri pi elevato che da altre parti (7,7%). Sul podio, della classifica delle regioni che mostrano un apporto delle imprese condotte da stranieri alla ricchezza prodotta in Italia, oltre alla Toscana, seguono l'Emilia Romagna, con il 6,7%, e il Friuli Venezia Giulia, con il 6,6%. Dal punto di vista geografico la stima, dei ricercatori della Fondazione Moressa, rileva come Ad eccezione dellAbruzzo che si colloca in questa classifica al quarto posto a livello nazionale, lItalia si divide in due: al Centro e al Nord dove il contributo degli immigrati si fa pi forte, e al Sud dove lincidenza del lavoro straniero si arriva appena al 2,5% in regioni quali la Campania e la Basilicata. Mentre, in Sicilia si attesta sul 2,8%. Dunque, grande l'apporto, fornito dalle imprese condotte da stranieri, alla creazione del valore aggiunto che si attesta attorno al 76 miliardi di euro. In particolare, ponendo l'accento sulle singole regioni emerge come  la Lombardia quella in cui la componente straniera produce in assoluto la maggiore ricchezza in termini di valore aggiunto superando i 18 miliardi di (quasi un quarto del totale del valore aggiunto prodotto in Italia dalle imprese condotte da stranieri). Segue a ruota il Lazio (con 9 miliardi di ), il Veneto (10,8%) e lEmilia Romagna (10,7%). 

Tra i diversi settori di attivit, oggetto di studio, oltre a quello delle costruzioni, che si colloca al top della classifica, segue il comparto del commercio, con il 10,1%, quello della manifattura, con il 6,6%, nonch i servizi alle persone, con il 6,3%. Tuttavia, sono le aziende che operano nei servizi alle imprese che nel complesso concorrono alla creazione della maggiore ricchezza in termini assoluti: infatti si tratta di quasi 21 miliardi di euro, con il 27,6% del totale, a cui segue il settore dei servizi alle persone con 19,7 miliardi di euro, pari al 26,1%.  Liniziativa imprenditoriale degli stranieri ricopre un ruolo fondamentale nella creazione della ricchezza nazionale. Le imprese gestite da stranieri assumono personale, pagano le imposte, contribuiscono alla crescita complessiva del sistema nazionale, anche in periodo di crisi. La loro sempre maggiore vivacit fa riflettere sul grado di integrazione degli stranieri nel tessuto economico e sociale, ma deve nel contempo porre lattenzione sulla necessit di governare adeguatamente il fenomeno: non solo consentendo agli immigrati i medesimi strumenti offerti agli italiani, ma garantendo una concorrenza realmente reale tra tutti i soggetto che operano nel mercato nazionale. Questo quanto stato affermato dai ricercatori della Fondazione Leone Moressa.




Societ

 


Arriva il nuovo permesso elettronico

di Marco Ludovico - Il Sole 24 Ore


Arriva il nuovo permesso elettronico (Ansa)Dirittura d'arrivo per il nuovo permesso di soggiorno elettronico (Pse). Lo schema di decreto inter ministeriale giunger nelle prossime settimane sul tavolo del ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri. Sar firmato di concerto con il titolare della Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi, e dell'Economia (interim del presidente del Consiglio Mario Monti). Si definiscono, come recita il titolo del provvedimento, le Regole tecniche e di sicurezza relative al permesso di soggiorno in conformit all'Unione europea. Il gruppo tecnico interministeriale ha ultimato la redazione dell'articolato. Oltre a quello principale ci sono tre decreti direttoriali per indicare Procedure e processi di rilascio del permesso, Infrastrutture di sicurezza e Biometrie. La fase di elaborazione tecnica era cominciata gi nella prima met del 2009. In questi giorni arrivato anche il parere (tecnico) favorevole del dicastero dell'Economia e manca soltanto un passaggio all'Authority per la privacy. Secondo i programmi del Viminale tutto dovrebbe chiudersi a maggio, con la firma del ministro dell'Interno e l'avvio di una fase sperimentale che interesser la provincia di Viterbo. Si ipotizza, inoltre, che il rilascio del Pse sar esteso a tutti gli immigrati, minori compresi per qualunque fascia d'et, e per i bambini con meno di 12 anni sar gratuito. Il Pse a tutti gli effetti una card di plastica dove viene inserito un microprocessore in tecnologia "Rf" (radiofrequenze) in cui sono inseriti e memorizzati una serie di dati dello straniero, comprese foto e impronte digitali dell'indice sinistro e destro. La foto anche visibile nella card. il Poligrafico dello Stato a produrre il permesso elettronico e il decreto prevede anche la nomina di una commissione interministeriale di coordinamento per il monitoraggio e l'aggiornamento tecnologico del Pse. Va notato che le strutture dello Stato coinvolte nell'operazione sono una serie numerosa. Le questure sono ufficialmente responsabili del procedimento di rilascio. Gli uffici immigrazione delle stesse questure devono identificare e rilevare, attraverso i controlli nelle banche dati, se ci sono motivi di ostacolo al rilascio del Pse. La Polizia scientifica responsabile dei rilievi delle impronte digitali. Tutti i dati confluiranno al Cen (centro elettronico nazionale) del ministero dell'Interno. Oltre al Poligrafico in campo ci sono le Poste, il dipartimento Libert civili del Viminale e il ministero dell'Economia, che vigila sulla produzione delle carte valori. Una delle novit pi radicali rispetto alla prima versione del Pse la scelta finora assunta dal dipartimento di Pubblica sicurezza di rinunciare alla banda ottica, adottata fin dal 1999 dall'Italia. Si tratta di una fascia d'argento incisa al laser con i dati dello straniero e la foto riprodotta con un ologramma nella stessa fascia. ancora utilizzata nella carta d'identit elettronica (Cie), finora sono stati stampati cinque milioni di Cie e tre milioni di Pse. Per il gruppo tecnico interministeriale la banda ottica - inserita nell'elenco ufficiale dell'Unione europea tra gli elementi di sicurezza opzionali - ha un rapporto costi/benefici troppo elevato.



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LItalia apre sportelli allestero per reclutare immigrati

Attivi presso le ambasciate, serviranno per selezionare, formare e far arrivare qui lavoratori stranieri. Protocollo di intesa tra ministeri del lavoro e degli esteri 


Roma – 11 aprile 2012 - LItalia apre sportelli allestero per selezionare, formare e reclutare lavoratori stranieri. A questi verr riservato un canale preferenziale per arrivare qui, superando la lotteria del decreto flussi. Va in questa direzione un protocollo dintesa firmato a fine marzo dalla Farnesina e dal ministero del Lavoro, che permetter  questultimo di istituire uffici distaccati (Uffici di Coordinamento Locali, UCL) presso alcune ambasciate. Avranno il compito di concretizzare alcuni passaggi fondamentali degli accordi sullimmigrazione stretti da lItalia e altri Paesi, quelli in cui, in cambio di una collaborazione nel contrasto dei flussi clandestini, il nostro Paese offre programmi specifici e quote di ingresso regolare. Ci sono accordi gi sottoscritti con Egitto, Albania, Moldova e Sri Lanka,  si lavora a chiudere quelli con Bangladesh, Ghana, Marocco, Tunisia e Per, altri sono in programma con India, Cina, Ecuador, Filippine ed Ucraina. Come si legge in una nota del ministero del Lavoro, gli UCL dovranno interagire con le autorit competenti ed i servizi per l'impiego locali per favorire l'incontro tra domanda ed offerta di lavoro in Italia. Questi uffici –spiegano ancora in via Fornovo - dovranno anche facilitare la realizzazione di programmi di formazione pre-partenza in accordo con le autorit e le strutture formative locali. Dovranno poi fornire assistenza tecnica alle controparti finalizzata alla creazione di liste di candidati a lavorare in Italia sulla base dei fabbisogni del mercato italiano e dei criteri indicati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.  EP


 

 

 

 

 

 

Europa

 


Il Sud Europa emigra in Germania

Di Roberto Miraglia, Il Sole 24 Ore del 28 marzo 2012


 Imparare il tedesco non complicato come sembra. Studiatelo e venite in Germania a lavorare: vi offriamo buoni salari, formazione professionale in azienda, un posto sicuro. La terra di Angela Merkel non conosce laureati "milleuristi", come si dice in Spagna. Questo, pi o meno, l'invito rivolto ai giovani della Catalogna da un dirigente della Camera di commercio tedesca intervistato dalla locale agenzia di stampa pubblica. Un invito analogo da un bucolico paesino del Baden-Wrttemberg ha scatenato un'ondata di richieste via mail.  La campagna per reclutare giovani "cervelli" (e non solo: insieme a medici, ingegneri, insegnanti, la Germania ha bisogno anche di tornitori e saldatori) si intensificata negli ultimi tempi, battendo soprattutto i Paesi del Sud Europa pi colpiti dalla crisi: Spagna, Portogallo, Grecia.  Un flusso migratorio forte si messo in moto dai Piigs verso il cuore dell'Europa. Nel 2011 la differenza dello stock di immigrati registrati nell'anno in Germania stato il pi alto da un quinquennio, secondo Destatis (l'ufficio federale di statistica), attestandosi a 169.905 unit. A tanto ammonta lo stock di immigrati che si ottiene togliendo dagli arrivi le uscite e depurandoli da nascite, morti e naturalizzazioni.  anno precedente il saldo netto si fermava a 58.845. Un incremento di oltre centomila. Oltre che da Polonia e Ungheria, Paesi della nuova Europa per i quali a maggio scorso sono cadute le ultime barriere, aumenti consistenti si registrano proprio dagli Stati dell'euro-crisi. Nell'ordine: Grecia, Spagna, Portogallo e Italia. L'Irlanda, di lingua inglese, segue altre rotte.  Se poi si guarda ai soli arrivi, i dati sono ancor pi espliciti. Il record nell'Eurozona va alla Grecia, con l'84,4% in pi nei primi sei mesi 2011 rispetto al primo semestre 2010. Seguono Spagna (49,1%), Irlanda (35,9% ma i numeri sono molto piccoli), Italia (22,4%), Portogallo (21,1). Certo, non tutti sono lavoratori in cerca di impiego ma anche famiglie al seguito e studenti. E in termini numerici i flussi dalla Polonia, osserva Thomas Liebig, della divisione Migrazione internazionale dell'Ocse, sono di gran lunga superiori a quelli del resto dell'Eurozona messi insieme. Tuttavia, la tendenza netta.  E continuer. Data la magnitudine della crisi mi sarei aspettato cifre maggiori - dice Liebig - ma nel prossimo futuro assisteremo a un ulteriore aumento. Alla periferia del Continente si moltiplicheranno forse le attivit di reclutamento. Il motore tedesco ha bisogno di lavoratori stranieri specializzati per tenere il passo con l'invecchiamento della popolazione: le previsioni stimano in mezzo milione le posizioni che verranno coperte ogni anno da oltreconfine dopo il 2015.  L'ufficio federale dell'impiego di Bonn ha da tempo un programma dedicato all'estero, in cooperazione con Eures, il servizio della commissione Ue per la "mobilit professionale". Ma, osservano all'Ufficio, l'interesse aumentato per via della pubblicit sui mass media. Le interviste, appunto, a organi di informazione dei Piigs (e non solo) nelle quali esponenti del mondo del lavoro e rappresentanti delle istituzioni invitano i giovani stranieri a provare il sistema tedesco dal vivo. A soffiare sul fuoco della speranza ci vuol poco, del resto. Bastano le nude cifre. In Germania il tasso di senza lavoro tra gli under 24 sotto l'8 per cento (nell'Eurozona va meglio solo l'Olanda) mentre in Spagna si sfiora il 48%, in Grecia pure, in Italia e Portogallo il 30 per cento. E il ministro del Lavoro, Ursula von der Leyen, di fronte agli scricchiolii della crescita con un quarto trimestre 2011 in lieve contrazione, a inizio anno si mostrava ottimista: Non ci sono segnali di rallentamento del mercato del lavoro nel 2012.  La nuova migrazione dell'Eurozona, dunque, continuer. Le avanguardie si stanno gi posizionando: il Goethe Institute l'anno scorso ha visto un boom di iscrizioni. Chi non ha scuole a portata di mano si organizza come pu. A Espera, paese di 4mila anime vicino a Cadice, un lungo reportage di Der Spiegel racconta che il sindaco ha offerto ai giovani un corso di tedesco. L'aula si riempita di aspiranti emigrati, anche padri di famiglia. Come Antonio Rodriguez, 35 anni, una figlia di tre, disoccupato di lungo termine. Vive con un sussidio di 400 euro, ha girato l'intera costa in cerca di un posto qualsiasi. Inutilmente 


 

 

 

 

 

 

 

Razzismo

 


Il bar razzista. niente caff ai nordafricani

Ad Abano Terme il gestore del centro ricreativo comunale non serve pi immigrati dopo che due maghrebini hanno scatenato una rissa nel locale. Multato e denunciato per razzismo, ma il sindaco lo difende: "Nessuna discriminazione"


Roma – 10 aprile 2012  - Non si servono gli immigrati. Il caff razzista un classico del bestiario xenofobo italiano. Lultima volta stato avvistato ad Abano Terme, in provincia di Padova, il giorno di Pasqua. Hamid Billouche, quarantasettenne italiano di origine marocchina, entra nel Centro ricreativo comunale di via Donati e chiede da un caff. Niente da fare: la barista gli spiega che per ordine del gestore Lorenzo Pistore non si servono pi clienti nordafricani. Una decisone presa dopo che due nordafricani, la sera prima, hanno scatenato una rissa allinterno del locale. Billouche, che anche presidente della locale Consulta degli stranieri, conosce Pistore e lo chiama al cellulare. Lho sollecitato a ripensarci e a cambiare idea perch cos facendo commetteva un grave gesto di razzismo e si esponeva al rischio di una denuncia. Ho fatto cos passare alcune ore, certo che la situazione sarebbe cambiata ha spiegato a un giornale locale. Il gestore per rimasto fermo nella sua posizione, e anche quando Billouche tornato al bar, nel pomeriggio, non stato servito. A quel punto ha chiamato i carabinieri, che hanno multato Pistore, e raccolto da una denuncia per razzismo presentata contro di lui dal presidente della Consulta degli stranieri di Abano Terme. Ritengo di essere stato vittima di discriminazione razziale e mi ritengo ingiuriato e offeso dal comportamento razzista che signor Lorenzo ha tenuto nei miei confronti e nei confronti di altre persone di origine nordafricana che si sono sentite rifiutare, senza legittimo motivo, la prestazione nonostante non vi fosse dubbio che sarebbe stato corrisposto il prezzo ha messo nero su bianco Billouche. L'uomo ha anche inviato una segnalazione all'Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziali e non esclude di rivolgersi al console del Marocco. Intanto, Pistore incassa la solidariet del sindaca di Abano Terme, Luca Claudio. Secondo il primo cittadino, gi esponente de La Destra, "Lorenzo conosce benissimo tutti i suoi clienti e non farebbe mai discriminazioni. Quello che importante far capire che il Crc destinato a tutti gli aponensi, non si tratta di una specie di centro sociale inteso nel senso stretto della parola e neppure di un punto di ritrovo dove far convergere persone al limite della legalit". EP, http://www.stranieriinitalia.it/


 

 

Foreign Press

 

The Economist


The Q&A: Krys Lee, writer

 

All the lonely people

Apr 11th 2012, 11:08 by J.P.O'M


Books on migration stories

IDENTITY, loneliness and survival haunt Drifting House, Krys Lees debut collection of short stories. The tales are set in America, South Korea and North Korea, unified by the theme of immigration and its demoralising struggles. As someone who has led a peripatetic life herself, Ms Lee draws on first-hand knowledge. Born in Seoul, she moved to America at the age of four, then attended Oxford University, and has spent the years since back in South Korea. Ms Lee has a natural gift for storytelling and her writing displays a rare clarity. The dark images embedded in these stories reveal a world ravaged by pain and conflict, and explore what drives human beings at their most primordial. The collection also poses questions about the hierarchy that exists in the traditional institutions that bind society together, such as government, family and the church. We spoke to Ms Lee about confronting taboos in literature, documenting the lives of lonely immigrants, and why she can never enter North Korea.

What is the significance of the title of your new book?

Drifting House is a very lonely image. Theres a loneliness that we all carry, and for me thats symbolised through that image. Its also a very private symbol for me, because I spent most of my childhood moving house. I had a very restless father who didnt seem to be able to settle down.

What attracts you to writing about characters that are marginalised and failures in life?

Im much more personally interested in the failures of people, just because it feels closer to me. I think its really important to understand why that failure happens, because we all fail in different ways. In the apartment I grew up in, you could hear people every night beating each other, and part of that is to do with the economic pressures and the lack of dignity that comes with immigrant life. Immigrants have nostalgia for a country they have lost, and often expect to have a better life in the new country they have come to.

The poverty that you write about in these storiesdid you experience something similar growing up?

Well, my family grew up without health insurance. My parents had a very minimal salary. Then my mother died of cancer. There were very traumatic experiences surrounding that, and a lot of scrambling for money, begging, and charity from hospitals. We went into great debt and lost our house. Also because my father was a pastor he was expected to give back to the church.

Is this where all the religious imagery in the book comes from?

Religion comes back into my work when I dont want it to. When you write fiction you find out what your own obsessions are, and one of mine is definitely religion. I see myself as someone that is no longer religious, but who is yearning for religion. When I step into a church, I feel a longing for something much greater than myself. I do feel that religion has given me a very strong moral core, but I dont know how I feel about God at this point, its a constant negotiation.

The centraland eponymousstory, Drifting House, is set in North Korea. Whats your relationship with the country?

I became friends with some North Korean activists and defectors, and out of those friendships I started to gain an interest in the country. The testimonies and the documents that I started to read, and some secretive video footage that I became exposed to, just made me furious. I think if you become engrossed with something long enough you end up writing about it. Ive never been to North Korea and will probably never be allowed to go, because of an article I wrote for the LA Times regarding my work with a defector on the border area.

What was your reaction to Kim Jong Ils funeral?

I think Orwellian is a perfect description of it. When I think of North Korea, I always think of Nineteen Eighty-Four. There were people in that crowd that were sympathetic, but not so many. Kim Jong Il lost the respect of many people when millions starved in the famine that happened there in the 1990s. There are people who believe in their government and people who dont. North Korea is no different to anywhere else. The problem is you cant demonstrate, speak, or write about it. Its so dangerous that youre lucky if you can share your political views with your own family.

The collection has a darkness to it; does this reflect your state of mind when you were writing?

At the time I was so haunted by the history of my country and my family. I was also ambivalent about how much you can reach beyond your own past, how great a hold the past has, on both the individual and a country. Im in a slightly different place today, and my new novel will reflect that perhaps more than this short story collection does. Although my novel is still pretty dark and violent in places as well, but I think there is definitely more hope at the end.

In the story The Believer you describe quite a disturbing incest scene. What made you want to confront such a taboo in your book?

That story is not autobiographical, but for me it was an act of mercy from daughter to father. However, the form that it took definitely disturbed me, the sense of how love can take the strangest of shapes. I was almost in a trance when I wrote the incest scene between father and daughter, and when it was there, I was shocked by what I had uncovered in my own mind. I was incredibly moved and almost tearful in the process of the writing. For me this was a very true moment.

What influences you to write?

Greek plays, The Odyssey, Shakespeare, John Donne, John Ashbery, and the Bible. Just a mouthful of language, no matter what its saying. Sometimes Ill just write and let the language lead me to whatever I am trying to hide from in my own brain.