Consultate
www.uil.it/immigrazione
. Aggiornamento quotidiano sui temi
di
interesse dei lavoratori stranieri
Newsletter periodica dinformazione
(aggiornata alla data del 12 aprile
2012)
IMU, stangata in arrivo anche per 600 mila stranieri
Dovranno
pagare anche per questa?
Dipartimento Politiche Migratorie: appuntamenti pag.
2
Imu, stangata in arrivo anche per 600 mila
stranieri pag.
2
Imu, Lart. 19, comma 13 del decreto salva
Italia pag.
2
Viaggio dentro i CIE pag.
3
Le nuove schiave asiatiche del M.O. pag.
5
Lavoro – Rimesse in calo, ma 6,4 miliardi
di nel 2010 pag.
6
Societ – In arrivo il nuovo permesso
elettronico pag.
7
UE– Il Sud Europa emigra in Germania pag.
9
Foreign
Press – The Economist - All
the lonely people pag.10
A cura del
Servizio Politiche Territoriali della Uil
Dipartimento
Politiche Migratorie
Rassegna ad
uso esclusivamente interno e gratuito, riservata agli iscritti UIL
Tel.
064753292- 4744753- Fax: 064744751
Dipartimento Politiche Migratorie:
appuntamenti
Roma, 18 aprile 2012, ore 10,
Provincia di Roma
Convegno Unar e Redattore
Sociale: Giornalismo e immigrazione: come evitare stereotipi, pregiudizi e
discriminazioni
(Angela Scalzo)
Roma, 26 aprile 2012, ore 16.00,
via del Velabro
Assemblea dei soci del CIR
(Giuseppe Casucci)
Roma, 03 maggio 2012, ore 12.00,
sede UIL Nazionale
Incontro di Luca Visentini,
Segr. Conf. CES con gli uffici immigrazione di Cgil, Cisl e UIL
(Piero Soldini, Ilaria Fontanin,
Giuseppe Casucci)
Decreto
salva Italia
Risolvere
il problema dei 300 mila anziani e disabili ricoverati in strutture
socio-sanitarie. No ad altri sconti agli immobiliaristi. Fare chiarezza e dare
certezza ai contribuenti
Roma,
12 Aprile 2012 - Una norma passata sotto silenzio contenuta nelle pieghe del
Decreto Salva Italia nasconde una stangata, retroattiva, che secondo
nostre stime riguarderebbe oltre 600
mila lavoratori
stranieri che vivono e risiedono in Italia e che possiedono un immobile nel
Paese di origine. La stima stata fatta attraverso interviste a campione
realizzate nei nostri centri immigrati sullutilizzo dei soldi inviati presso
il loro Paese. Con il Decreto (art.19), viene introdotta, dal 2011, limposta
ordinaria sul valore degli immobili, a qualsiasi uso destinati, detenuti
allestero dalle persone fisiche residenti in Italia. Laliquota
dimposta pari al 7,6
per mille della base
imponibile, consistente nel valore degli immobili risultante dallatto di
acquisto degli stessi o dai contratti. In mancanza, la base imponibile si
desume dal valore di mercato rilevabile nel luogo in cui situato limmobile
medesimo. Al di la degli aspetti tecnici relativi allapplicazione della norma,
crediamo che, nella ratio del Legislatore si volessero colpire i grandi
patrimoni detenuti allestero. Purtroppo, come al solito, non si tenuto
conto che questa norma colpisce migliaia di lavoratori stranieri che per
necessit hanno abbandonato il loro Paese. Occorre fare chiarezza e dare
certezze su questo punto e, quindi, richiamiamo il Parlamento al buon senso,
affinch tra gli emendamenti, presentati in questi giorni, per correggere
lapplicazione dellIMU si trovino soluzioni immediate volte ad eliminare
questa ingiustizia e si faccia un passo indietro seguendo la strada maestra
dellequit.
Cos come va
trovata la soluzione per gli oltre 300
mila anziani e disabili ricoverati
in strutture socio sanitarie, proprietari di unabitazione, che si trovano a
pagare unIMU con unaliquota maggiorata. Sono queste alcune soluzioni, a
livello centrale, che la UIL sollecita, per correggere le non poche storture
dellIMU e per rendere meno iniquo il prelievo sulla casa, che colpisce
innanzitutto chi fa fino in fondo il proprio dovere civico e fiscale:
lavoratori e pensionati siano essi cittadini italiani o stranieri.
Infatti
qualora ci fossero risorse pubbliche disponibili, queste dovranno essere
indirizzate a una maggiore equit fiscale per lavoratori dipendenti (a
partire da coloro che pi pagano gli effetti della crisi come i lavoratori in
mobilit e in cassa integrazione) e pensionati.
Per la UIL
non prioritaria lipotesi di diminuire laliquota IMU per gli affitti a
canone concordato, perch questa imposta non grava sugli inquilini, bens sui
proprietari.
E utile
ricordare, in tal senso, che questi ultimi hanno gi goduto di un rilevante
sconto fiscale con lintroduzione della cedolare secca - con aliquote pi
basse dellIRPEF - e che non sono oggetto degli aumenti delle Addizionali
IRPEF.
Violazione
dei diritti
ROMA - Pestaggi non denunciati per paura,
armadietti delle infermerie pieni di psicofarmaci, terapie a base di
sedativi. E' questa la realt che emerge dai Cie: teoricamente centri di
identificazione e di espulsione, nei fatti funzionano come carceri per sans
papiers, in cui si finisce senza avere commesso reati ma solo per un illecito
amministrativo.
Ne abbiamo visitati quattro, su dodici attivi: Roma, Lamezia
Terme e due a Trapani. Dovrebbe essere solo una detenzione amministrativa per
chi non ha il permesso di soggiorno. La fuga non un'evasione. Ma dalla scorsa
estate si pu stare rinchiusi fino a un anno e mezzo soltanto per
lidentificazione ai fini del rimpatrio. Questo rende gli ospiti del centro
dei reclusi a tutti gli effetti, dietro sbarre alte sette metri e filo spinato,
sorvegliati 24 ore al giorno da militari e agenti. Le condizioni nelle quali
sono detenuti molti migranti irregolari nei Cie sono molto spesso peggiori di
quelle delle carceri si legge nellultimo rapporto della commissione Diritti
Umani del Senato. La commissione richiama la tortura, lamentando il fatto che
non esista questo tipo di reato nel codice penale italiano. Anche lOnu, per
bocca del comitato antidiscriminazioni razziali, esprime preoccupazione per i
18 mesi di detenzione.
Durante un'ispezione nel Cie di
Santa Maria Capua Vetere (Ce) i senatori hanno trovato i reclusi con gli arti
fratturati dopo una rivolta e non tutti, come viene sostenuto, a causa del
fallito tentativo di fuga, ma anche - e questo stato accertato almeno in un
caso - a causa dell'investimento da parte di un mezzo delle forze dell'ordine.
Per alcuni giorni dopo la ribellione gli immigrati hanno avuto difficolt
addirittura ad espletare le loro necessit fisiologiche e sono stati costretti
ad utilizzare delle bottigliette. Abdou Said, un egiziano di 25 anni, si
suicidato a Roma l8 marzo dopo essere uscito dal Cie di Ponte Galeria, dove
stato per pi di sei mesi. Lavorava in Libia ed era scappato dalla guerra la
scorsa estate. Anche nella sua storia cՏ una fuga fallita. Secondo un ex
trattenuto che lha conosciuto nel centro, Said sarebbe stato percosso dagli
agenti e avrebbe assunto a lungo psicofarmaci fino a diventare come matto.
Durante una nostra visita a Ponte Galeria, avvenuta
prima del suicidio, il direttore del centro, Giuseppe Di Sangiuliano, bollava
come leggende gli abusi di psicofarmaci. Serena Lauri, legale del giovane
suicida, racconta: Non so cosa sia successo esattamente, aveva riportato dei
danni a seguito di una caduta durante la fuga. Lavvocato ha notato un
cambiamento impressionante nei lineamenti e nella mente. Lauri ricorda Said
come un ragazzo completamente diverso, appena entrato a Ponte Galeria era
quasi arrogante, dopo questo episodio aveva lo sguardo fisso e lespressione da
persona indifesa. Ma non cerano state denunce. Secondo il legale i reclusi
hanno paura perch si confrontano ogni giorno con i poliziotti.
Ilaria Scovazzi, responsabile Immigrazione di Arci
Lombardia, durante una visita nel centro di via Corelli un anno fa ha visto con
i suoi occhi un cinese con il segno di una manganellata sulla schiena. Nel Cie
milanese i letti sono cementati al pavimento, gli armadi sono nicchie ricavate
nel muro, lunico arredo sono i materassi, per cui tutte le rivolte consistono
nel bruciare dei materassi spiega Mauro Straini, legale che difende sei
immigrati accusati di devastazione per una sommossa dello scorso gennaio. Il
ministero dellInterno e la presidenza del Consiglio sono stati citati in
giudizio al tribunale di Bari dagli avvocati Luigi Paccione e Alessio Carlucci,
che considerano il Cie un carcere extra ordinem, non dichiarato, in cui
numerosi cittadini provenienti da paesi extraeuropei sono detenuti senza aver
mai commesso reati punibili con la reclusione. La causa si basa su due perizie
tecniche, di cui una del Comune, che documentano violazioni della dignit
umana. Noi abbiamo provato che nel Cie in atto una detenzione carceraria,
questo viola la legge dice Paccione. I prigionieri non possono accendere da
soli la luce perch linterruttore comandato dallesterno e neppure scegliere
il programma tv da vedere. Hanno bagni alla turca raccapriccianti e alloggi
inabitabili. Un ex recluso tunisino in una lettera denuncia lesistenza di
celle di isolamento e abusi di sedativi. Ci caricano di calmanti e anestetici
– scrive - in modo che rimani drogato e senza che te ne rendi conto non
dai fastidio.
Dentro i Cie finiscono anche minori stranieri soli. Sei erano nel
centro Milo di Trapani. Altri sono in quello di Brindisi, dove li ha
rintracciati Save The Children.
LOng opera nel progetto Praesidium del Viminale, assieme allAlto
commissariato Onu per i rifugiati, la Croce Rossa e lOim. Accertata la minore
et, i ragazzi vengono rilasciati ma intanto hanno vissuto per molti giorni
lesperienza della reclusione nel Cie, dove sono frequenti gli atti di
autolesionismo e le rivolte finalizzate alla fuga, poi represse con la forza.
Le organizzazioni del Praesidium svolgono anche attivit di monitoraggio e
verifica delle condizioni allinterno dei centri. Da questanno abbiamo esteso
il progetto a tutti i centri del territorio nazionale spiega al Corriere.it il prefetto
Angela Pria, a capo del dipartimento Libert civili e Immigrazione del
ministero dellInterno. Sugli abusi documentati con la nostra inchiesta, Pria
replica che vengono effettuati monitoraggi sullo svolgimento della vita
allinterno dei Cie, quindi se queste denunce ci sono state, verranno fatti gli
accertamenti necessari. Il prefetto nega che i centri di identificazione e di
espulsione siano strutture di detenzione carceraria. Non sono paragonabili
alle carceri – afferma - I servizi che devono essere garantiti nei Cie
riguardano lassistenza alla persona come la mediazione linguistico -
culturale, linformazione sulla normativa sullimmigrazione, il sostegno
socio-psicologico. Poi abbiamo servizi di assistenza sanitaria e mi pare che il
servizio lo mostri in maniera evidente. Sul caso di Bari, Pria spiega che i
Cie non sono uninvenzione di oggi, sono la trasformazione dei precedenti Cpt,
sui quali la commissione De Mistura diede indicazioni per il loro
miglioramento. Il nostro impegno diretto a una manutenzione e un adeguamento
costante. Interveniamo tempestivamente su richiesta delle prefetture. Su Bari
cՏ un giudizio pendente, ludienza ci sar il prossimo mese di luglio. Gi da
tempo abbiamo accreditato tutte le risorse necessarie per poter ristrutturare i
vari danneggiamenti che ci sono stati. Questo perch i Cie vengono
costantemente danneggiati.
Roma, 10 aprile 2012 - Si impiccata in ospedale con il lenzuolo fatto a strisce.
Alem Dechasa, 33 anni, era etiope ed morta in Libano, dove era emigrata con
la speranza di guadagnarsi da vivere lavorando come cameriera. Ma in quel paese
non esiste tutela del lavoro domestico, cos donne e uomini di origine asiatica
e africana sono impiegati in condizioni di semi-schiavit; da Human
Rights Watch 1 si ha notizia di almeno un morto a settimana tra
questi lavoratori, per suicidio o altre cause. E non una situazione limitata
al Libano: casi di maltrattamenti, abusi e decessi si registrano anche
nei paesi mediorientali ricchi di petrolio.
La storia di Alem. Abbandonata dal marito, che s'era portato con s i tre
figli, la donna aveva chiesto soldi in prestito ad un vicino per andare in
Libano, e non li poteva restituire, ma voleva tornare a casa: un video
testimonia che stata aggredita in strada, a Beirut, davanti al consolato del
suo paese, quindi picchiata e trascinata via su un'auto. Il consolato etiope,
che da tempo condanna le condizioni disumane in cui sono tenuti migliaia di
"nuovi schiavi", ha denunciato l'uomo del video (identificato come il
titolare dell'agenzia di collocamento che aveva portato la donna in Libano),
che stato interrogato dalla polizia e poi rilasciato; si difeso affermando
che Alem era psicologicamente instabile.
Un'inchesta bloccata. Per ora, l'inchiesta non ha avuto seguito, anche se il video mandato in onda
dalla tv libanese ha suscitato indignazione. Tre anni fa l'Etiopia aveva
vietato ai propri cittadini di andare a lavorare in libano come camerieri, per
l'assenza di tutele di legge, ma migliaia di persone riescono tuttora ad
aggirare il divieto ricorrendo ad agenzie che operano con paesi terzi (Alem era
arrivata in Libano dal Sudan).
L'esercito di "moderni
schiavi". In
Libano sono impiegate come personale domestico 200mila persone, e le denunce di
maltrattamenti e abusi sessuali sono all'ordine del giorno. Ali Fakhry, del Movimento antirazzista libanese, riferisce che gli
intermediari si fanno pagare fino a tremila dollari per entrare nel paese, e
chi cade nelle loro mani si ritrova di fatto in condizioni di schiavit.
"Vengono allettati dalla prospettiva di andare a stare in un paese
tollerante e liberale, diverso dagli altri paesi del Medio Oriente e pi simile
all'Europa, dove possibile praticare liberamente la propria religione e avere
la domenica libera per andare in chiesa, - riferisce Fakhry. - Ma all'arrivo
viene sequestrato il passaporto e trattenuta la paga, cos diventano
prigionieri, ai quali impedito di uscire di casa. Molti vengono picchiati e
soggetti ad aggressioni sessuali: nessuno li protegge, sono di fatto
schiavi".
"Invisibili" senza orario di
lavoro n ferie. Kate
Denman, una ricercatrice inglese nel campo dei diritti umani, che ha
soggiornato a lungo in Libano e Siria ed cofondatrice della Ong Refocus, ha scritto un saggio nel quale
evidenzia l'esistenza di una moderna "tratta degli schiavi" globale,
al servizio di economie post-industriali, cui serve manodopera a buon mercato e
priva di qualifiche, proveniente dalla zone pi povere del mondo. Un esercito
di migliaia di invisibili, che non hanno orario di lavoro n ferie, che vengono
nutriti quanto basta perch non muoiano di fame, considerati alla stregua di
propriet personali da padroni violenti e capricciosi.
Una situazione poco nota in occidente. Ma anche un business da milioni di dollari, che crea
allarme nei paesi in via di sviluppo in cui vengono reclutati i nuovi schiavi,
scelti prevalentemente fra gli asiatici. Nel 1998, dopo che una donna emigrata
in Kuwait si era tolta la vita, il governo nepalese aveva vietato l'emigrazione
verso Arabia Saudita, Kuwait, Emirati Arabi e Qatar: anche qui il divieto viene
eluso, con un breve soggiorno in India. A luglio 2011 era scoppiata una crisi
diplomatica tra il governo di Manila e quello di Riad, a proposito della
condizione delle centinaia di migliaia di lavoratori domestici - camerieri,
autisti, giardinieri - di origine filippina impiegati nelle residenze dei
sauditi. Anche l'Indonesia aveva disposto una moratoria sull'invio di
lavoratori in Arabia Saudita, in seguito alla decapitazione di una donna di
Giava, accusata di aver ucciso il proprio datore di lavoro che abusava di lei:
e non un caso isolato.
Le asiatiche preferite perch "pi
docili". Pi
vulnerabili allo sfruttamento e alla discriminazione, le asiatiche
costituiscono nel mondo del lavoro, secondo l'Organizzazione
mondiale del lavoro 2 (OIL) la categoria di migranti che cresce con pi
rapidit. Sono un milione e mezzo le donne asiatiche che lavorano (legalmente e
illegalmente) all'estero, sottolinea Nena News, agenzia di stampa del Vicino
Oriente: arrivano soprattutto da Sri Lanka, Filippine, Nepal, Indonesia, ma
anche da India, Pakistan e Bangladesh. Nel tentativo di sfuggire alla povert
emigrano soprattutto in Libano, Giordania, Arabia Saudita, Kuwait, Emirati
Arabi, Barhein, Qatar. Ignorate dalle normative in materia di lavoro, queste
persone non possono fare nulla, se non rimanere imprigionate nelle mura
domestiche.
Lavoro
Da Roma e Milano defluisce il
maggior importo di rimesse. I cinesi in Italia mantengono oltre mezzo milione
di connazionali in Cina
Gli stranieri
che vivono in Italia hanno fatto defluire nel 2010 oltre 6,4 miliardi di euro
di rimesse, registrando per la prima volta un calo del 5,4% rispetto allanno
precedente. Mediamente ogni straniero in Italia invia nel proprio paese 1.508
euro allanno, destinati per lo pi in Asia e in Cina per la precisione. Si
stima che i cinesi che risiedono in Italia riescono a mantenere oltre mezzo
milione di connazionali in Patria. Roma, Milano, Napoli e Firenze sono le
province da cui defluisce il
maggior importo di rimesse verso lestero. Questi i risultati principali di uno
studio della FONDAZIONE LEONE
MORESSA (www.fondazioneleonemoressa.org) che ha analizzato i flussi monetari
transitati per i canali di intermediazione regolare in uscita dallItalia da
parte degli stranieri che vivono nel nostro paese. Il volume delle rimesse. Nel
2010 il flusso monetario in uscita dallItalia stato pari a 6,4 miliardi di
euro, in calo per la prima volta rispetto allanno precedente del 5,4%. In
diminuzione anche il valore delle rimesse calcolate a livello procapite: mediamente
ciascuno straniero invia nel
proprio Paese di origine poco pi di 1.500 euro annui, in calo rispetto ai
1.734 euro registrati nel 2009. Per riuscire a quantificare il volume delle
rimesse basti pensare che lammontare complessivo del denaro in uscita
dallItalia equivale allo 0,41% del Pil nazionale: anche in questo caso tale
incidenza si ridotta rispetto allo 0,44% rilevato lanno precedente.
Destinazione delle rimesse. LAsia il continente maggiormente beneficiario delle rimesse che escono dallItalia.
Infatti con oltre 3 miliardi di euro,
la macroarea asiatica concentra il 47,4% di tutti i flussi monetari;
della rimanente parte, il 27,4% rimane allinterno dei confini europei, il
12,5% prende la via africana e l11,6% quella americana. Ma rispetto al 2009
quasi tutte le destinazioni hanno subito una contrazione in termini di rimesse
inviate: il continente asiatico ha ricevuto dagli stranieri in Italia il 9,5%
in meno di denaro e lAfrica il 4,5% in meno. Unica eccezione i Paesi europei
le cui rimesse sono aumentate del 4,2%. Tra tutti i Paesi, la Cina quello a
cui viene inviato il maggior volume di rimesse con 1,7 miliardi di euro,
seguito da Romania (800 milioni di euro), Filippine (712 milioni di euro) e
Marocco (251 milioni di euro). e principali nazioni di destinazione mostrano
anche in questo caso una riduzione nellultimo anno: per la Cina la variazione
si attesta al -10,2%, per le Filippine al -11,1% e per la Romania al -3%. In
quanto a rimesse procapite, ciascun cinese residente in Italia invia in Patria
poco pi di 9mila euro a testa, valore pi elevato tra tutte le nazionalit.
Questo significa che ogni cinese in Italia mantiene 2,9 cinesi in Patria e
che a livello complessivo si tratta di oltre mezzo milione di cinesi. Con 5.761
euro di rimesse procapite i filippini sostengono una comunit in patria di 468
mila concittadini, i bengalesi di 400 mila soggetti, i senegalesi di 308 mila
persone. Il dettaglio provinciale. Roma la provincia dalla quale defluisce il
maggior volume di rimesse verso lestero: si tratta di 1,7 miliardi di euro,
pari a oltre un quarto di tutte le rimesse che escono dallItalia. Seguono a
ruota Milano, Napoli, Firenze e Prato. Per tali province la prima nazionalit
di destinazione la Cina, ma tra tutte Prato larea in cui la quasi totalit
delle rimesse defluisce verso il paese asiatico: il 90,5% di tutte le rimesse
della provincia. La Romania invece il primo paese di destinazione delle
rimesse di Torino, Brescia e Verona, mentre per le Filippine si tratta di
Bologna (solo per citare le prime citt). Le rimesse dagli stranieri sono un
cruciale fattore di garanzia e di crescita per le economie in via di sviluppo -
affermano i ricercatori della FONDAZIONE LEONE MORESSA - Laumento del numero
di disoccupati stranieri determinato dalla crisi ha messo a dura prova i
bilanci degli immigrati e i loro redditi da lavoro. Sono stati costretti a
ridurre di fatto quella parte di risparmio che prima veniva inviato nei Paesi
di origine, ma che ora viene trattenuto per potersi garantire un sufficiente
livello di sopravvivenza. Oltre alla crisi, il calo delle rimesse va ascritto
anche al fatto che molti stranieri nel tempo hanno scelto lItalia come il
proprio paese di residenza, avvicinando e ricongiungendo a s la propria famiglia; in questo modo
il denaro che prima veniva inviato in Patria, rimane ora nel territorio
nazionale.
Lo studio completo su http://www.fondazioneleonemoressa.org/newsite/wp-content/uploads/2011/04/Lerimesse-in-Italia-anno-20101.pdf
Societ
di Marco Ludovico - Il
Sole 24 Ore
Dirittura
d'arrivo per il nuovo permesso di soggiorno elettronico (Pse). Lo schema di
decreto inter ministeriale giunger nelle prossime settimane sul tavolo del
ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri. Sar firmato di concerto con il
titolare della Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi, e
dell'Economia (interim del presidente del Consiglio Mario Monti). Si
definiscono, come recita il titolo del provvedimento, le Regole tecniche e di
sicurezza relative al permesso di soggiorno in conformit all'Unione europea.
Il gruppo tecnico interministeriale ha ultimato la redazione dell'articolato.
Oltre a quello principale ci sono tre decreti direttoriali per indicare
Procedure e processi di rilascio del permesso, Infrastrutture di sicurezza
e Biometrie. La fase di elaborazione tecnica era cominciata gi nella prima
met del 2009. In questi giorni arrivato anche il parere (tecnico) favorevole
del dicastero dell'Economia e manca soltanto un passaggio all'Authority per la
privacy. Secondo i programmi del Viminale tutto dovrebbe chiudersi a maggio,
con la firma del ministro dell'Interno e l'avvio di una fase sperimentale che
interesser la provincia di Viterbo. Si ipotizza, inoltre, che il rilascio del
Pse sar esteso a tutti gli immigrati, minori compresi per qualunque fascia
d'et, e per i bambini con meno di 12 anni sar gratuito. Il Pse a tutti gli
effetti una card di plastica dove viene inserito un microprocessore in
tecnologia "Rf" (radiofrequenze) in cui sono inseriti e memorizzati
una serie di dati dello straniero, comprese foto e impronte digitali dell'indice
sinistro e destro. La foto anche visibile nella card. il Poligrafico dello
Stato a produrre il permesso elettronico e il decreto prevede anche la nomina
di una commissione interministeriale di coordinamento per il monitoraggio e
l'aggiornamento tecnologico del Pse. Va notato che le strutture dello Stato
coinvolte nell'operazione sono una serie numerosa. Le questure sono
ufficialmente responsabili del procedimento di rilascio. Gli uffici
immigrazione delle stesse questure devono identificare e rilevare, attraverso i
controlli nelle banche dati, se ci sono motivi di ostacolo al rilascio del Pse.
La Polizia scientifica responsabile dei rilievi delle impronte digitali.
Tutti i dati confluiranno al Cen (centro elettronico nazionale) del ministero
dell'Interno. Oltre al Poligrafico in campo ci sono le Poste, il dipartimento
Libert civili del Viminale e il ministero dell'Economia, che vigila sulla
produzione delle carte valori. Una delle novit pi radicali rispetto alla
prima versione del Pse la scelta finora assunta dal dipartimento di Pubblica
sicurezza di rinunciare alla banda ottica, adottata fin dal 1999 dall'Italia.
Si tratta di una fascia d'argento incisa al laser con i dati dello straniero e
la foto riprodotta con un ologramma nella stessa fascia. ancora utilizzata
nella carta d'identit elettronica (Cie), finora sono stati stampati cinque
milioni di Cie e tre milioni di Pse. Per il gruppo tecnico interministeriale la
banda ottica - inserita nell'elenco ufficiale dell'Unione europea tra gli
elementi di sicurezza opzionali - ha un rapporto costi/benefici troppo
elevato.
Attivi presso
le ambasciate, serviranno per selezionare, formare e far arrivare qui
lavoratori stranieri. Protocollo di intesa tra ministeri del lavoro e degli
esteri
Roma
– 11 aprile 2012 - LItalia apre sportelli allestero per selezionare,
formare e reclutare lavoratori stranieri. A questi verr riservato un canale
preferenziale per arrivare qui, superando la lotteria del decreto flussi. Va in
questa direzione un protocollo dintesa firmato a fine marzo dalla Farnesina e
dal ministero del Lavoro, che permetter questultimo di istituire uffici
distaccati (Uffici di Coordinamento Locali, UCL) presso alcune ambasciate.
Avranno il compito di concretizzare alcuni passaggi fondamentali degli accordi
sullimmigrazione stretti da lItalia e altri Paesi, quelli in cui, in cambio di
una collaborazione nel contrasto dei flussi clandestini, il nostro Paese offre
programmi specifici e quote di ingresso regolare. Ci sono accordi gi
sottoscritti con Egitto, Albania, Moldova e Sri Lanka, si lavora a
chiudere quelli con Bangladesh, Ghana, Marocco, Tunisia e Per, altri sono in
programma con India, Cina, Ecuador, Filippine ed Ucraina. Come si legge in una
nota del ministero del Lavoro, gli UCL dovranno interagire con le autorit
competenti ed i servizi per l'impiego locali per favorire l'incontro tra
domanda ed offerta di lavoro in Italia. Questi uffici –spiegano ancora
in via Fornovo - dovranno anche facilitare la realizzazione di programmi di
formazione pre-partenza in accordo con le autorit e le strutture formative
locali. Dovranno poi fornire assistenza tecnica alle controparti finalizzata
alla creazione di liste di candidati a lavorare in Italia sulla base dei
fabbisogni del mercato italiano e dei criteri indicati dal Ministero del Lavoro
e delle Politiche sociali. EP
Europa
Di
Roberto Miraglia, Il Sole 24 Ore del 28 marzo 2012
Imparare il tedesco non complicato come
sembra. Studiatelo e venite in Germania a lavorare: vi offriamo buoni salari,
formazione professionale in azienda, un posto sicuro. La terra di Angela
Merkel non conosce laureati "milleuristi", come si dice in Spagna.
Questo, pi o meno, l'invito rivolto ai giovani della Catalogna da un dirigente
della Camera di commercio tedesca intervistato dalla locale agenzia di stampa
pubblica. Un invito analogo da un bucolico paesino del Baden-Wrttemberg ha
scatenato un'ondata di richieste via mail. La campagna per reclutare giovani "cervelli" (e
non solo: insieme a medici, ingegneri, insegnanti, la Germania ha bisogno anche
di tornitori e saldatori) si intensificata negli ultimi tempi, battendo
soprattutto i Paesi del Sud Europa pi colpiti dalla crisi: Spagna, Portogallo,
Grecia. Un flusso migratorio forte
si messo in moto dai Piigs verso il cuore dell'Europa. Nel 2011 la differenza
dello stock di immigrati registrati nell'anno in Germania stato il pi alto
da un quinquennio, secondo Destatis (l'ufficio federale di statistica),
attestandosi a 169.905 unit. A tanto ammonta lo stock di immigrati che si
ottiene togliendo dagli arrivi le uscite e depurandoli da nascite, morti e
naturalizzazioni. anno precedente
il saldo netto si fermava a 58.845. Un incremento di oltre centomila. Oltre che
da Polonia e Ungheria, Paesi della nuova Europa per i quali a maggio scorso
sono cadute le ultime barriere, aumenti consistenti si registrano proprio dagli
Stati dell'euro-crisi. Nell'ordine: Grecia, Spagna, Portogallo e Italia.
L'Irlanda, di lingua inglese, segue altre rotte. Se poi si guarda ai soli arrivi, i dati sono ancor pi espliciti.
Il record nell'Eurozona va alla Grecia, con l'84,4% in pi nei primi sei mesi
2011 rispetto al primo semestre 2010. Seguono Spagna (49,1%), Irlanda (35,9% ma
i numeri sono molto piccoli), Italia (22,4%), Portogallo (21,1). Certo, non
tutti sono lavoratori in cerca di impiego ma anche famiglie al seguito e
studenti. E in termini numerici i flussi dalla Polonia, osserva Thomas Liebig,
della divisione Migrazione internazionale dell'Ocse, sono di gran lunga
superiori a quelli del resto dell'Eurozona messi insieme. Tuttavia, la tendenza
netta. E continuer. Data la
magnitudine della crisi mi sarei aspettato cifre maggiori - dice Liebig - ma
nel prossimo futuro assisteremo a un ulteriore aumento. Alla periferia del
Continente si moltiplicheranno forse le attivit di reclutamento. Il motore
tedesco ha bisogno di lavoratori stranieri specializzati per tenere il passo
con l'invecchiamento della popolazione: le previsioni stimano in mezzo milione
le posizioni che verranno coperte ogni anno da oltreconfine dopo il 2015. L'ufficio federale dell'impiego di Bonn
ha da tempo un programma dedicato all'estero, in cooperazione con Eures, il
servizio della commissione Ue per la "mobilit professionale". Ma,
osservano all'Ufficio, l'interesse aumentato per via della pubblicit sui
mass media. Le interviste, appunto, a organi di informazione dei Piigs (e non
solo) nelle quali esponenti del mondo del lavoro e rappresentanti delle
istituzioni invitano i giovani stranieri a provare il sistema tedesco dal vivo.
A soffiare sul fuoco della speranza ci vuol poco, del resto. Bastano le nude
cifre. In Germania il tasso di senza lavoro tra gli under 24 sotto l'8 per
cento (nell'Eurozona va meglio solo l'Olanda) mentre in Spagna si sfiora il
48%, in Grecia pure, in Italia e Portogallo il 30 per cento. E il ministro del
Lavoro, Ursula von der Leyen, di fronte agli scricchiolii della crescita con un
quarto trimestre 2011 in lieve contrazione, a inizio anno si mostrava
ottimista: Non ci sono segnali di rallentamento del mercato del lavoro nel
2012. La nuova migrazione
dell'Eurozona, dunque, continuer. Le avanguardie si stanno gi posizionando:
il Goethe Institute l'anno scorso ha visto un boom di iscrizioni. Chi non ha
scuole a portata di mano si organizza come pu. A Espera, paese di 4mila anime
vicino a Cadice, un lungo reportage di Der Spiegel racconta che il sindaco ha
offerto ai giovani un corso di tedesco. L'aula si riempita di aspiranti
emigrati, anche padri di famiglia. Come Antonio Rodriguez, 35 anni, una figlia
di tre, disoccupato di lungo termine. Vive con un sussidio di 400 euro, ha
girato l'intera costa in cerca di un posto qualsiasi. Inutilmente
Razzismo
Ad Abano Terme il gestore del centro ricreativo
comunale non serve pi immigrati dopo che due maghrebini hanno scatenato una
rissa nel locale. Multato e denunciato per razzismo, ma il sindaco lo difende:
"Nessuna discriminazione"
Roma
– 10 aprile 2012 - Non si servono gli immigrati. Il caff razzista
un classico del bestiario xenofobo italiano. Lultima volta stato avvistato
ad Abano Terme, in provincia di Padova, il giorno di Pasqua. Hamid Billouche,
quarantasettenne italiano di origine marocchina, entra nel Centro ricreativo
comunale di via Donati e chiede da un caff. Niente da fare: la barista gli
spiega che per ordine del gestore Lorenzo Pistore non si servono pi clienti
nordafricani. Una decisone presa dopo che due nordafricani, la sera prima,
hanno scatenato una rissa allinterno del locale. Billouche, che anche
presidente della locale Consulta degli stranieri, conosce Pistore e lo chiama
al cellulare. Lho sollecitato a ripensarci e a cambiare idea perch cos
facendo commetteva un grave gesto di razzismo e si esponeva al rischio di una
denuncia. Ho fatto cos passare alcune ore, certo che la situazione sarebbe
cambiata ha spiegato a un giornale locale. Il gestore per rimasto fermo
nella sua posizione, e anche quando Billouche tornato al bar, nel pomeriggio,
non stato servito. A quel punto ha chiamato i carabinieri, che hanno multato
Pistore, e raccolto da una denuncia per razzismo presentata contro di lui dal
presidente della Consulta degli stranieri di Abano Terme. Ritengo di essere
stato vittima di discriminazione razziale e mi ritengo ingiuriato e offeso dal
comportamento razzista che signor Lorenzo ha tenuto nei miei confronti e nei
confronti di altre persone di origine nordafricana che si sono sentite
rifiutare, senza legittimo motivo, la prestazione nonostante non vi fosse
dubbio che sarebbe stato corrisposto il prezzo ha messo nero su bianco
Billouche. L'uomo ha anche inviato una segnalazione all'Ufficio Nazionale
Antidiscriminazione Razziali e non esclude di rivolgersi al console del
Marocco. Intanto, Pistore incassa la solidariet del sindaca di Abano Terme,
Luca Claudio. Secondo il primo cittadino, gi esponente de La Destra,
"Lorenzo conosce benissimo tutti i suoi clienti e non farebbe mai
discriminazioni. Quello che importante far capire che il Crc destinato a
tutti gli aponensi, non si tratta di una specie di centro sociale inteso nel
senso stretto della parola e neppure di un punto di ritrovo dove far convergere
persone al limite della legalit". EP, http://www.stranieriinitalia.it/
Foreign
Press
Apr 11th 2012, 11:08 by
J.P.O'M
Books on
migration stories
IDENTITY, loneliness and survival haunt
Drifting House, Krys Lees debut collection of short stories. The tales are
set in America, South Korea and North Korea, unified by the theme of
immigration and its demoralising struggles. As someone who has led a
peripatetic life herself, Ms Lee draws on first-hand knowledge. Born in Seoul,
she moved to America at the age of four, then attended Oxford University, and
has spent the years since back in South Korea. Ms Lee has a natural gift for
storytelling and her writing displays a rare clarity. The dark images embedded
in these stories reveal a world ravaged by pain and conflict, and explore what
drives human beings at their most primordial. The collection also poses
questions about the hierarchy that exists in the traditional institutions that
bind society together, such as government, family and the church. We spoke to
Ms Lee about confronting taboos in literature, documenting the lives of lonely
immigrants, and why she can never enter North Korea.
What
is the significance of the title of your new book?
Drifting House is a very lonely image.
Theres a loneliness that we all carry, and for me thats symbolised through
that image. Its also a very private symbol for me, because I spent most of my
childhood moving house. I had a very restless father who didnt seem to be able
to settle down.
What
attracts you to writing about characters that are marginalised and failures in
life?
Im much more personally interested in
the failures of people, just because it feels closer to me. I think its really
important to understand why that failure happens, because we all fail in
different ways. In the apartment I grew up in, you could hear people every
night beating each other, and part of that is to do with the economic pressures
and the lack of dignity that comes with immigrant life. Immigrants have
nostalgia for a country they have lost, and often expect to have a better life
in the new country they have come to.
The
poverty that you write about in these stories—did
you experience something similar growing up?
Well, my family grew up without health
insurance. My parents had a very minimal salary. Then my mother died of cancer.
There were very traumatic experiences surrounding that, and a lot of scrambling
for money, begging, and charity from hospitals. We went into great debt and
lost our house. Also because my father was a pastor he was expected to give
back to the church.
Is
this where all the religious imagery in the book comes from?
Religion comes back into my work when I
dont want it to. When you write fiction you find out what your own obsessions
are, and one of mine is definitely religion. I see myself as someone that is no
longer religious, but who is yearning for religion. When I step into a church,
I feel a longing for something much greater than myself. I do feel that
religion has given me a very strong moral core, but I dont know how I feel
about God at this point, its a constant negotiation.
The
central—and eponymous—story, Drifting House, is set
in North Korea. Whats your relationship with the country?
I became friends with some North Korean
activists and defectors, and out of those friendships I started to gain an
interest in the country. The testimonies and the documents that I started to
read, and some secretive video footage that I became exposed to, just made me
furious. I think if you become engrossed with something long enough you end up
writing about it. Ive never been to North Korea and will probably never be
allowed to go, because of an article I wrote for the LA Times regarding
my work with a defector on the border area.
What
was your reaction to Kim Jong Ils funeral?
I think Orwellian is a perfect
description of it. When I think of North Korea, I always think of Nineteen
Eighty-Four. There were people in that crowd that were sympathetic, but not so
many. Kim Jong Il lost the respect of many people when millions starved in the
famine that happened there in the 1990s. There are people who believe in their
government and people who dont. North Korea is no different to anywhere else.
The problem is you cant demonstrate, speak, or write about it. Its so
dangerous that youre lucky if you can share your political views with your own
family.
The
collection has a darkness to it; does this reflect your state of mind when you
were writing?
At the time I was so haunted by the
history of my country and my family. I was also ambivalent about how much you
can reach beyond your own past, how great a hold the past has, on both the
individual and a country. Im in a slightly different place today, and my new
novel will reflect that perhaps more than this short story collection does.
Although my novel is still pretty dark and violent in places as well, but I
think there is definitely more hope at the end.
In
the story The Believer you describe quite a disturbing incest scene. What
made you want to confront such a taboo in your book?
That story is not autobiographical, but
for me it was an act of mercy from daughter to father. However, the form that
it took definitely disturbed me, the sense of how love can take the strangest
of shapes. I was almost in a trance when I wrote the incest scene between
father and daughter, and when it was there, I was shocked by what I had
uncovered in my own mind. I was incredibly moved and almost tearful in the
process of the writing. For me this was a very true moment.
What
influences you to write?
Greek plays, The Odyssey, Shakespeare,
John Donne, John Ashbery, and the Bible. Just a mouthful of language, no matter
what its saying. Sometimes Ill just write and let the language lead me to
whatever I am trying to hide from in my own brain.