Il Dipartimento Politiche Migratorie della UIL augura a tutti una Pasqua serena

 

Newsletter periodica dĠinformazione

(aggiornata alla data del 4 aprile 2012)

 

 Stranieri e Nord Est: un valore economico per lĠItalia  

 

 

Sommario

 

Saiba mais... Dipartimento Politiche Migratorie: appuntamenti                                                                       pag. 2

Saiba mais... Lavoro – Il mercato del lavoro nel IV trimestre 2011; stranieri nel Nord Est                               pag. 2

Saiba mais... Dai territori – Sabaudia, appello degli indiani pontini: liberate i due Mar˜                                             pag. 3

Saiba mais... Razzismo – Tunisini marchiati in Francia                                                                                      pag. 4

Saiba mais... Societˆ – Carta Blu, discussione alla Camera                                                                                pag. 5

Saiba mais... Societˆ – Minori stranieri: la situazione e le prospettive                                                             pag. 6

Saiba mais... Cittadinanza – Regione Marche propone legge su bimbi stranieri                                                pag. 8

Saiba mais... Asilo – LĠeuroparlamento propone nuovo piano per il re-insediamento                                     pag. 9

Saiba mais... Cassazione – Espulsione, i provvedimenti vanno tradotti                                                         pag.10           

 

 

A cura del Servizio Politiche Territoriali della Uil

Dipartimento Politiche Migratorie

Rassegna ad uso esclusivamente interno e gratuito, riservata agli iscritti UIL

Tel. 064753292- 4744753- Fax: 064744751

E-Mail polterritoriali2@uil.it                                                                                                 Anno X -  n.13



Dipartimento Politiche Migratorie: appuntamenti


Roma, 12 aprile, ore 09, sede FCEI

Riunione Tavolo Immigrazione

(Giuseppe Casucci)

Roma, 13 aprile 2012, ore 10.00, via del Velabro

Comitato Direttivo del CIR

(Giuseppe Casucci)

Roma, 18 aprile 2012, ore 10, Provincia di Roma

Convegno Unar e Redattore Sociale: ÒGiornalismo e immigrazione: come evitare stereotipi, pregiudizi e discriminazioni

(Angela Scalzo)

Roma, 26 aprile 2012, ore 16.00, via del Velabro

Assemblea dei soci del CIR

(Giuseppe Casucci)

Roma, 03 maggio 2012, ore 12.00, sede UIL Nazionale

Incontro di Luca Visentini, Segr. Conf. CES con gli uffici immigrazione di Cgil, Cisl e UIL

(Piero Soldini, Ilaria Fontanin, Giuseppe Casucci)


 

Lavoro

 


 Istat, il mercato del lavoro nel IV trimestre 2011

In calo lĠoccupazione italiana, rispetto un anno prima, mentre cresce quella straniera.  FTA Online News 


Roma, 3 aprile 2012 - Nel quarto trimestre 2011 il numero degli occupati cresce in termini tendenziali dello 0,1% (+18.000 unitˆ). La contenuta variazione positiva sintetizza, da un lato, il nuovo incremento degli stranieri e l'aumento dell'occupazione degli italiani con almeno 55 anni e, dall'altro, la persistente discesa del numero dei giovani occupati. Al calo dell'occupazione italiana rispetto a un anno prima (-98.000 unitˆ) si associa il significativo sviluppo di quella straniera (+116.000 unitˆ). Tuttavia, mentre il tasso di occupazione degli italiani rimane stabile su base annua al 56,5%, quello degli stranieri  in ulteriore significativa riduzione: dal 62,1 del quarto trimestre 2010 al 60,8%. L'aumento dell'occupazione italiana pi adulta (+164.000 unitˆ, nella classe con almeno 55 anni), soprattutto di quella a tempo indeterminato, si contrappone al persistente calo su base annua di quella pi giovane (-253.000 unitˆ, nella classe fino a 34 anni). Gli occupati a tempo pieno tornano a ridursi (-0,8%, pari a -148.000 unitˆ). La flessione tendenziale riguarda l'occupazione dipendente a carattere permanente e, soprattutto, quella autonoma full-time, e coinvolge in misura pi accentuata le costruzioni, il commercio e l'agricoltura. Gli occupati a tempo parziale continuano a crescere (+4,7%, pari a 166.000 unitˆ), ma si tratta, ancora una volta, di part-time involontario. L'industria in senso stretto prosegue il recupero avviatosi nel primo trimestre 2011, registrando un incremento tendenziale del 2% (+92.000 unitˆ), concentrato nelle imprese di medie e grandi dimensioni. Per il quinto trimestre consecutivo si conferma il calo tendenziale degli occupati nelle costruzioni (-8%, pari a -154.000 unitˆ). Il terziario registra una variazione positiva (+0,8%, pari a 125.000 unitˆ), diffusa nelle posizioni lavorative dipendenti e autonome. Il numero dei disoccupati registra un forte aumento su base tendenziale (+11,4%, pari a 249.000 unitˆ), portandosi a 2.429.000 unitˆ. La crescita, che riguarda sia gli uomini sia le donne, interessa l'insieme del territorio nazionale. Sale nuovamente l'incidenza della disoccupazione di lunga durata, dal 48,4% del quarto trimestre 2010 al 50,6%. Il tasso di disoccupazione  pari al 9,6%, nove decimi di punto in pi rispetto a un anno prima; l'indicatore passa dal 7,8% del quarto trimestre 2010 all'8,7% per gli uomini e dal 10% all'attuale 10,8% per le donne. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni sale dal 29,8% del quarto trimestre 2010 al 32,6%, con un picco del 49,2% per le giovani donne del Mezzogiorno.

(FAD) 


 


Stranieri nel Nord Est: un valore economico per la societˆ

Le 100mila imprese condotte da stranieri producono il 6,4% del Pil


Gli stranieri rappresentano una risorsa per il territorio del NordEst: le quasi 100mila imprese condotte da stranieri producono il 6,4% del Pil del territorio, specie nel settore delle costruzioni dove il peso dellĠattivitˆ immigrata  del 18,4%. Nel NordEst si contano complessivamente 581mila occupati (lĠ11,6% del totale degli occupati) e 70mila disoccupati (il 28,1% del totale dei disoccupati), evidenziando tassi di disoccupazione del 10,7%, pi elevati in Friuli V.G. (13,7%) e in Emilia Romagna (11,2%). I dipendenti stranieri hanno una retribuzione mensile inferiore di 255 Û rispetto ai colleghi italiani e oltre il 40% delle famiglie straniere vive al di sotto della soglia di povertˆ.

Questi alcuni dei risultati raccolti nel Rapporto Annuale sulla Economia della Immigrazione realizzato dalla Fondazione Leone Moressa e patrocinato dallĠOrganizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) e dal Ministero degli Affari Esteri, presentato oggi 2 Aprile 2012 a Venezia presso la Fondazione Studium Generale Marcianum nel convegno dal titolo ÒGli stranieri: quale valore economico per la societˆ?Ó.

Il Valore Aggiunto prodotto dalle imprese condotte da stranieri. Nel NordEst le quasi 100mila imprese condotte da imprenditori stranieri concorrono alla produzione del 6,4% del Pil complessivo dellĠarea, per un ammontare di 19 miliardi di Û. In Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Veneto la percentuale si stabilizza, rispettivamente, attorno al 6,7%, 6,6% e 6,4%, mentre per il Trentino Alto Adige la cifra di riduce al 5%. Il maggior contributo alla formazione del valore aggiunto  ascrivibile alle imprese che operano nel comparto delle costruzioni, dove le imprese straniere producono il 18,4% della produzione totale del settore, seguito dal commercio (9,6%), dalla manifattura e dai servizi alle persone (7,4%). LĠedilizia rimane il comparto prevalente per tutte le regioni nel NordEst sebbene si osservi un contributo straniero del 21,1% in Emilia Romagna e appena dellĠ11,8% in Trentino Alto Adige.

Gli imprenditori stranieri e le imprese condotte da stranieri. Il NordEst annovera complessivamente 93.402 imprenditori di origine straniera (il 9,6% del totale) e 99.545 imprese per le quali la partecipazione e la proprietˆ  detenuta in prevalenza da soggetti stranieri (lĠ8,3% del totale). In questo Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia mostrano incidenze pi elevate delle altre regioni dellĠarea nordestina, anche se il Veneto registra valori comunque superiori alla media nazionale.

Il mercato del lavoro. Dal 2008 al 2011 si  assistito nel NordEst ad un aumento del tasso di disoccupazione straniero di 2,5 punti percentuali passando dallĠ8,5% al 10,7% e raggiungendo 70mila immigrati senza lavoro. Questo significa che nel triennio considerato un nuovo disoccupato su quattro a NordEst ha origini straniere. In Friuli Venezia Giulia e in Emilia Romagna si osservano tassi di disoccupazione straniera pi elevati (rispettivamente 13,7% e 11,2%) rispetto a Veneto e Trentino Alto Adige (rispettivamente 9,9% e 9,3%). Dal punto di vista dellĠoccupazione si contano comunque quasi 600mila lavoratori di origine straniera, pari allĠ11,6% del totale: in questo caso lĠEmilia Romagna e il Veneto mostrano incidenze superiori (12,6% e 11,8%).

Retribuzioni, redditi e Irpef pagata. Un dipendente straniero che lavora nel NordEst guadagna al mese una cifra netta di poco superiore ai 1.000Û, 255Û in meno rispetto ai colleghi italiani. Retribuzioni superiori si percepiscono in Friuli Venezia Giulia dove i differenziali salariali con gli italiani si fanno pi contenuti. Al fisco nel 2009 i contribuenti nati allĠestero hanno dichiarato una cifra di oltre 4,6 miliardi di Û in Veneto e di 4,2miliardi di Û in Emilia Romagna con redditi procapite che in queste due regioni ammontano, rispettivamente, a 12.881 Û e 12.162 Û. Di Irpef gli stranieri pagano a testa tra i 2.330 Û dellĠEmilia Romagna a 2.970 Û del Friuli Venezia Giulia.

Livelli di povertˆ. Il 42,2% delle famiglie straniere vive al di sotto della soglia di povertˆ contro il 12,6% delle famiglie italiane. Il reddito percepito permette di risparmiare una cifra molto bassa che supera di poco i 600 euro annui. Le entrate provengono per lĠ84,3% da lavoro dipendente e di queste oltre un quarto viene destinato al pagamento dellĠaffitto, dal momento che appena il 13,8% delle famiglie  proprietaria dellĠabitazione di residenza.

Una realtˆ spesso non adeguatamente presa in considerazione. ÒQuesto rapporto fornisce un contributo importante e Òaccende i riflettoriÓ su quella maggioranza silenziosa di immigrati che contribuisce in modo rilevante al buon funzionamento del paese, della sua economia e dei suoi serviziÓ, ha sottolineato JosŽ Angel Oropeza, Direttore dellĠUfficio di coordinamento per il Mediterraneo dellĠOIM. ÒSenza di loro lĠintero sistema economico italiano andrebbe incontro a gravi difficoltˆ: una realtˆ frequentemente trascurata dai mezzi di informazione, e di conseguenza spesso anche ignorata da parte dellĠopinione pubblica. Una realtˆ ancora pi presente nel NordEst, dove la presenza di immigrati lavoratori  particolarmente alta e dove i livelli di integrazione sono tra i pi elevati del paeseÓ

Comunicato Stampa_Stranieri a NordEst


 

 

 

 

 

 

 

 

Dai Territori


Sabaudia: appello degli indiani pontini: liberate i due Mar˜

Firmato un documento congiunto con il comune al termine della festa in onore di Ravidass

Di Ebe Pierini, Il Messaggero


Sabaudia, 2 aprile 2012 – Gli indiani che vivono e lavorano nellĠAgro Pontino stanno dalla parte di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Tanto che hanno perfino deciso di firmare, assieme al Comune di Sabaudia, un documento congiunto con il quale si chiede la liberazione dei due fucilieri del reggimento San Marco attualmente detenuti in India con lĠaccusa di aver ucciso due pescatori. La firma  avvenuta ieri in occasione della manifestazione religiosa in onore del profeta Guru Ravidass alla quale hanno partecipato circa 2000 indiani giunti da tutta Italia e in particolare dallĠAgro Pontino. Gli extra comunitari hanno sfilato pacificamente per le vie della cittˆ seguendo il simulacro contenente il loro libro sacro e sono poi confluiti in piazza Santa Barbara dove  stata siglata la missiva che sarˆ poi consegnata al Governo indiano tramite lĠambasciata in Italia. Ad apporre la firma in calce al documento il rappresentante della comunitˆ indiana Jit Parm e lĠassessore alle Attivitˆ produttive del Comune di Sabaudia, Francesco Sanna. ÒLĠItalia accoglie un significativo numero di cittadini indiani, tra i quali la folta comunitˆ che vive e lavora in Sabaudia e forti sono i legami di amicizia tra Italia ed IndiaÓ – si legge nello scritto. ÒEd  proprio sulla base di questo legame che oggi la comunitˆ indiana e la comunitˆ italiana chiedono, in modo congiunto, che lo Stato indiano di Kerala compia un gesto di pacificazione procedendo a rimettere in libertˆ i due Mar˜ italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Questa richiesta nasce dal desiderio di mantenere, rafforzare ed ampliare i vincoli che legano il popolo italiano e il popolo indiano tutto. Non sono due popoli diversi e divisi, ma una comunitˆ intera che chiede un atto di buona volontˆÓ.


 

 

 

 

Razzismo

 


Reporter Nuovo

Immigrati tunisini marchiati a penna per non essere confusi

Trentanove immigrati detenuti dieci ore in un garage di un comune francese al confine con la Svizzera. Erano diretti in Italia.    


Pontarlier (Francia), 2 aprile 2012 - Detenuti dieci ore in un garage e marchiati a penna per non essere confusi. LĠincredibile vicenda, che riporta alla mente la tragedia della segregazione razziale,  accaduta lo scorso 21 marzo nel piccolo comune francese di Pontarlier, al confine con la Svizzera. Trentanove immigrati tunisini, giunti a Parigi per fuggire dalla guerra civile, si erano imbarcati sul treno economico notturno Thello per raggiungere lĠItalia, dove pensavano vi sarebbe stata una sanatoria per i loro permessi di soggiorno. Il gruppo, in possesso di regolare biglietto, era riuscito ad attraversare senza problemi la Svizzera, ma  stato bloccato presso Domodossola durante i controlli di rito ed  stato rispedito indietro dalle autoritˆ elvetiche. Condotti dalla Polizia di frontiera francese a Pontarlier, cittadina della Franca Contea abituata ogni anno a ricevere un migliaio di immigrati, i tunisini sono stati identificati attraverso i documenti di soggiorno, alcuni dei quali non in regola. Gli ottanta membri della polizia, impreparati ad un simile numero, hanno pensato bene di marchiare ciascun immigrato con il numero di pratica, scritto sul braccio, detenendoli per dieci ore in un garage. ÒMai avuto un gruppo cos“ numeroso in una volta solaÓ  ha dichiarato il funzionario della prefettura HervŽ Tourmente, spiegando che i tunisini ÒVisto che non riuscivano a ottenere i documenti da noi, hanno provato in ItaliaÓ, senza per˜ fare menzione dei marchi a penna sulle loro braccia. ÒNon erano agli arresti, nŽ in stato di fermo, sono stati privati della libertˆ in modo del tutto illegale. Avrebbero potuto andarsene in ogni momento ma  stato fatto loro credere che erano prigionieriÓ ha dichiarato lĠavvocato del gruppo di immigrati Chabert-Masson. Finite le procedure di identificazione, i 39 sono stati trasferiti a Marsiglia e poi nel centro di detenzione di Nimes. Dopo le stragi di Tolosa, la vicenda di Pontarlier ripropone il tema della discriminazione razziale in Francia, infiammando la campagna elettorale. Nelle ultime ore il ministro dellĠInterno francese, Claude Gueant, ha disposto lĠespulsione per tre imam e due islamici radicali Òper necessitˆ di imperativa sicurezza dello StatoÓ con le accuse di aver posto in essere ÒÔatti a carattere terroristico o che rappresentano una provocazione esplicita e deliberata alla discriminazione, allĠodio o alla violenzaÓ. Gli espulsi si sarebbero macchiati di attentati, antisemitismo, incitamento allĠuso del velo integrale, al totale isolamento delle donne e allĠuccisione di chi si allontana dallĠislam. Il comunicato del ministero preannuncia prossime espulsioni. Di Riccardo Porc


 


Campagna contro Razzismo ed Antisemitismo in Italia e allĠestero

 

Riceviamo da SOS Razzismo Italia e pubblichiamo


Una lista di ÒproscrizioneÓ, contenente i nomi di 163 professori di  26 atenei italiani, comparsa sul sito di ispirazione neonazista 'Holywar'. La stessa  fa seguito ad unĠaltra pubblicazione  apparsa  qualche mese fa su Ò StormfrontÓ. Elenchi che  riportano nomi di filosofi, giuristi, letterati definiti devoti collaboratori dellĠintelligence di Israele. Ma anche  scrittori, direttori di giornali, deputati  ed esponenti della comunitˆ ebraica,  accusati  di essere complici di Israele.  Una vera e propria istigazione all'odio antisemita  che  echeggia sinistramente  nel nostro Paese e che richiama fortemente al grave, atroce, cruento  fatto accaduto a Tolosa, in Francia,  nei confronti della comunitˆ ebraica ma non solo. Antisemitismo,  razzismo, fondamentalismo che sembrano aver avvinghiato il nostro vecchio continente in un rigurgito razziale  senza precedente. Per questo il 21 marzo scorso, 52Ħ giornata mondiale  contro il  razzismo, indetta dallĠONU allĠindomani della strage in Shaperville in Sudafrica,   ha registrato una forte partecipazione dei nostri antirazzisti nelle piazze  di molte cittˆ italiane, fra tutte Roma e  Palermo    dove insieme allĠUNAR che   ha promosso  gli eventi , SOS RAZZISMO  ha  abbracciato simbolicamente  il Colosseo ed   il  teatro Massimo, una catena umana   di cittadini di diversa  nazionalitˆ, etˆ e  genere. Nelle cittˆ di Roma e  Palermo sono state promosse anche  iniziative di sensibilizzazione nelle scuole, a Trapani un incontro dibattito con  gli ospiti del  Centro di Accoglienza  richiedenti asilo ed a  Termini Imerese  attivitˆ antirazziste  presso la scuola Tisia D'Imera  ospiti  minori stranieri non accompagnati provenienti da varie comunitˆ di accoglienza,  con i volontari del CESIE. Ma anche un incontro allĠestero con gli studenti italiani della University of Westminster di Londra, dove una nostra delegazione,  recatasi nella City,  ha  parlato con i  giovani cervelli in fuga,  desiderosi  di conoscere la  questione legata alla  continua  emigrazione giovanile  verso lĠestero e dei problemi di discriminazione  nel paese di accoglienza, parallelamente alla problematica  riguardante gli  atti di razzismo  riferiti allĠuccisione dei due  lavoratori ambulanti senegalesi nella cittˆ di Firenze, oltre al clima di disuguaglianza sociale creatasi  fra giovani italiani e giovani stranieri. 


 

 

Direttive UE

 

 


Carta blu. Alla Camera dei Deputati le nuove regole per i lavoratori altamente qualificati

Ingresso e soggiorno facilitato per manager, ingegneri, informatici e tante altre figure professionali, purchŽ guadagnino almeno 25mila euro lĠanno. Ecco il testo scritto dal governo sottoposto al parere del Parlamento


Roma – 30 marzo 2012 – é arrivato alla Camera dei Deputati, che dovrˆ esprimere un parere insieme al Senato, lo schema di decreto legislativo varato due settimane fa dal governo per facilitare lĠingresso e il soggiorno in Italia di lavoratori stranieri altamente qualificati. Il testo recepisce, in ritardo, unĠanaloga direttiva europea e prevede che questi lavoratori entrino in Italia al di fuori delle quote. Vuol dire che potranno essere assunti in ogni momento dellĠanno, in base alle esigenze delle aziende e indipendentemente dallĠemanazione del decreto flussi. Le novitˆ si applicano anche ai cittadini stranieri che sono giˆ qui regolarmente e che hanno i requisiti previsti dal decreto. Viene considerato Òlavoratore straniero altamente qualificatoÓ chi ha completato in patria un percorso di istruzione superiore di durata almeno triennale e ha ottenuto la relativa qualifica professionale che rientri nei livelli 1 e 2 della classificazione Istat delle professioni. Nel primo livello rientrano, ad esempio, gli alti dirigenti, nel secondo un pi vasto numero di figure professionali, come informatici, ingegneri, medici, agronomi e professori. Per arrivare in Italia  per˜ anche indispensabile che lĠalta specializzazione abbia un riscontro in busta paga. Le imprese che assumono il lavoratore dovranno infatti garantirgli un contratto di almeno un anno e uno stipendio annuale lordo che Ònon deve essere inferiore al triplo del livello minimo previsto per lĠesenzione dalla partecipazione alla spesa sanitariaÓ. Questa soglia, ad oggi,  di 24.789 euro (cio 8.263 moltiplicato per tre). Le domande di assunzione verranno valutate dagli Sportelli Unici per lĠImmigrazione, che dovranno rispondere entro 90 giorni. Procedure pi veloci sono previste per le aziende che hanno stipulato protocolli dĠintesa con il ministero dellĠInterno. Il lavoratore avrˆ uno speciale permesso di soggiorno elettronico chiamato ÒCarta Blu UeÓ, di durata biennale se il contratto  a tempo indeterminato, o di durata pari a quella del rapporto di lavoro pi tre mesi se il contratto  a termine. Per i primi due anni, potrˆ esercitare in Italia solo lavori che rispettano le condizioni per le quali  stato rilasciato il permesso, ma indipendentemente dalla durata del documento potrˆ farsi subito raggiungere qui dai familiari chiedendo un ricongiungimento. Potranno inoltre venire a lavorare in Italia senza chiedere visti di ingresso i lavoratori stranieri altamente qualificati che hanno giˆ soggiornato per almeno 18 mesi in un altro Stato membro e hanno l“ ottenuto una Carta Blu. Anche chi ha preso la Carta Blu in Italia potrˆ spostarsi facilmente, dopo un anno e mezzo, in un altro Stato Ue, ma a patto che anche questo abbia recepito la direttiva europea. Il Parlamento  chiamato solo ad esprimere un parere. Questo non sarˆ vincolante, ma potrebbe spingere il governo ad apportare delle modifiche al decreto prima dellĠapprovazione definitiva. Scarica
Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2009/50/CE sulle condizioni di ingresso e soggiorno di cittadini di Paesi terzi che intendano svolgere lavori altamente qualificati

Elvio Pasca, Stranieri in Italia


 

 

 

 

 

 

 

 

Societˆ

 

 

I minori stranieri in Italia: quadro attuale e tendenze future

A cura del Dipartimento Politiche Migratorie della UIL


I numeri

In Italia lĠimmigrazione costituisce un rimedio, seppure parziale, al continuo processo di invecchiamento demografico e al basso tasso di feconditˆ (media nazionale di 1,42 figli per donna). Considerando che il tasso di ricambio generazionale  completo solo a 2,1 figli per donna, si intuiscono facilmente gli effetti in termini di debacle demografica, specie a medio lungo periodo.    Il bilancio demografico del 2000-2010 attesta un elevato aumento degli ultra65enni (+1.800.000) pari a quello congiunto della popolazione in etˆ lavorativa (+1.465.000) e dei ragazzi fino a 14 anni (+348.000).

In riferimento al numero ridotto delle nuove nascite si constata che, in Italia, la famiglia  sostenuta con lĠ1,4% del Pil (22 miliardi di euro nel 2007), mentre la media nellĠUE  del 2%. Le risorse limitate consentono di accogliere negli asili nido solo 9 bambini su 100 e non 33 come raccomandato a livello europeo. La diminuzione dei nuovi nati in Italia  in parte compensata dallĠincidenza crescente dei figli degli immigrati (13,9% nel 2010, quota che sale al 18,4% considerando i nati da madre straniera e padre italiano). Negli ultimi dieci anni il numero di minori stranieri residenti  passato da 284.224 del 1Ħ gennaio 2002 ai 993.238 del 1Ħ gennaio 2011 (ultimo dato disponibile). Un anno fa, dunque, i minori di origine straniera erano pari allĠ9,1% della popolazione minorile Italiana (10.837.854). Rispetto lĠanno prima la crescita  stata del 6,37%, mentre in 9  anni lĠincremento  del 249, 5%.  Del quasi milione di minori stranieri presenti oggi, quasi 650 mila sono nati qui, ed altri 200 mila vi sono arrivati da molto piccoli. Minore, ma non privo di importanza, il dato relativo ai minori stranieri non accompagnati, calcolati nel 2010 in 5806 (dato che per˜ non include migliaia di minori di provenienza comunitaria). Nel 2002 la popolazione italiana da 1 a 18 anni era pari a 10.434.890 e quella straniera era nello stesso anno pari 284.224. Nove anni fa, dunque, il peso dei minori stranieri su quelli italiani era del 2,72%, mentre come giˆ detto  di pi del 9%. In sintesi, il peso dei minori stranieri in meno di un decennio si  pi che triplicato. Questo ha naturalmente a che vedere con pi fattori come il tasso di fertilitˆ e gli ingressi per motivi familiari.

Tasso di fertilitˆ ed effetti demografici

Nel 2011, per il quinto anno consecutivo, in Italia, il numero delle morti supera quello delle nascite. Il tasso di natalitˆ scende ancora (al 9,1 per mille) e il tasso di feconditˆ nazionale  stabile ma sostenuto dalle donne straniere. Dati diffusi dallĠIstat. Sono 556 mila i bambini nati nel 2011, di cui 80 mila di origine straniera. Il livello di feconditˆ nazionale rimane stabile per il terzo anno di seguito: il numero medio di figli per donna  1,42. Questo indice per˜  ingannevole, in quanto molto sostenuto dal contributo delle donne straniere, per le quali il tasso sale a 2,13 figli rispetto agli 1,29 delle italiane. Inoltre, l'etˆ media delle madri  salita ancora, da 31,3 del 2010 a 31,4 del 2011 (32,1 anni per le italiane, 28 per le straniere). Attualmente i minori stranieri pesano per il 21,7% sul totale della popolazione straniera residente. Mentre i minori italiani pesano per meno del 17% sulla popolazione autoctona complessiva. La tendenza ad un effetto di sostituzione  evidente soprattutto nel sistema scolastico dove la presenza di alunni stranieri  costante. La popolazione dei residenti in Italia  cresciuta, ed  arrivata a quasi 61 milioni, (60 milioni 851mila, al primo gennaio 2012). Ma gli italiani autoctoni sono scesi sotto quota 56 milioni, con una perdita netta di 65mila unitˆ rispetto al 1Ħ gennaio dell'anno scorso, mentre gli stranieri sono arrivati a 4 milioni 859mila (289mila in pi), e rappresentano ormai l'8% della popolazione complessiva, irregolari a parte.  A determinare il calo degli italiani  stata soprattutto la forbice che si allarga sempre di pi tra nascite e morti: complessivamente nel nostro Paese nel 2011 sono nati 556mila bambini, 6mila in meno dell'anno precedente; mentre il numero delle persone morte  stato pari a 592mila, 4mila in pi dell' anno precedente. Inoltre, sono le donne straniere a fare pi figli: ne hanno una media di due a testa a fronte di uno per ogni donna italiana, che oltretutto diventano mamme sempre pi tardi (italiane, primo parto in media a 32 anni, contro i 28 anni delle donne straniere).

Ricongiungimenti familiari

Nel 2009, oltre un terzo dei visti di ingresso concessi per motivi di inserimento stabile nel nostro Paese  stato per motivi familiari. Su di un totale di 286.008 visti, 131.931 erano per lavoro e 111.643 per motivi familiari. Altri 34.434 sono stati concessi per motivi di studio.

Al 1Ħ gennaio 2011 risultano presenti quasi 700 mila persone per motivi di famiglia, con permesso di soggiorno con scadenza). Dei quasi 600 mila permessi di soggiorno rilasciati nel 2010, il 29,9%  stato per motivi familiari ed il 12,5% riguardavano  minori (oltre 72 mila). Non sono ancora noti i dati per il 2011. QuestĠanno poi non vi sarˆ decreto flussi (stagionali a parte) per cui si suppone che lĠarrivo per ricongiungimento sarˆ il motivo dĠingresso prevalente. LĠarrivo della famiglia, che segue ad un periodo in cui il lavoratore straniero  vissuto solo nel nostro Paese, comporta lĠarrivo di almeno uno o pi figli. Vanno considerati poi oltre 500 mila stranieri presenti in forma irregolare. Non  dato sapere quale quota sia composta da minori, in aumento per˜ a causa della crisi economica e lo scivolamento di molti in una condizione di irregolaritˆ.

Minori ed istruzione

imageNellĠanno scolastico 2010/2011 i 709.826 alunni stranieri sono aumentati del 5,4% e hanno inciso per il 7,9% sullĠintera popolazione scolastica (ancora di pi nelle scuole materne e in quelle elementari). Il 42,2% di essi  nato in Italia (circa 300mila). Gli universitari stranieri, invece, sono 61.777 (3,6% del totale), con prevalenza di albanesi, cinesi, romeni, greci, camerunesi e marocchini. I laureati nellĠanno accademico 2010/2011 sono 6.764 (2,3% del totale).

Minori stranieri non accompagnati

Si tratta di quei minori che si trovano in Italia privi di assistenza e rappresentanza da parte dei genitori o di altri adulti legalmente responsabili. Come intuibile, sono esposti a maggiori rischi i minori soli, arrivati senza la propria famiglia: basti ricordare che  di circa un terzo lĠincidenza dei minori stranieri negli istituti penali minorili e nei Centri di prima accoglienza (Cpa). Sin dal momento del loro arrivo e fino al momento in cui trovano una residenza stabile, quando questa avviene, i minori stranieri non accompagnati attraversano fasi difficili di accoglienza e permanenza.  Hanno comunque diritto alla protezione ed allĠassistenza, non sono espellibili ed hanno diritto allĠistruzione. I minori stranieri non accompagnati, titolari di permesso di soggiorno, a giugno 2011 sono risultati 5.806 (1.152 in pi rispetto allĠanno precedente), in prevalenza di 16-17 anni. DallĠAfrica, a seguito degli sconvolgimenti politici, ne sono arrivati 2.466. Inoltre, quelli comunitari sono stimabili in almeno alcune migliaia. Riguardo alla legislazione derivante da fonti di diritto internazionale, il riferimento primario va alla  "Convenzione di New York sui diritti del fanciullo" del 1989, ratificata dall'Italia con legge 176/91, con cui  l'Italia si impegna a garantire ai minori stranieri non accompagnati diritti tra i quali figurano il diritto alla protezione, alla salute, all'istruzione, all'unitˆ familiare, alla tutela dello sfruttamento, alla partecipazione. Riguardo alla legislazione derivante da fonti di diritto interno, vengono applicate le norme generalmente riconosciute dalla legge italiana in materia di assistenza e protezione dei minori, tra le quali quelle che disciplinano:

¤               a) per il minore abbandonato, il collocamento in luogo sicuro[1].

¤               b) affidamento del minore privo di un ambiente familiare

¤               c) apertura della tutela del minore, laddove il genitore non pu˜  esercitare la podestˆ [3].

Proprio ieri, la Commissione parlamentare infanzia a conclusione dellĠindagine conoscitiva sulla condizione dei minori stranieri non accompagnati, ha proposto la costituzione di un organismo,  una task force composta da personale  specializzato e rappresentanti delle ONG al fine di dare una efficace tutela, favorirne lĠistruzione e favorirne lĠinserimento socio-lavorativo.   .
Cittadinanza pi equa e fruibile

A metˆ secolo, secondo lĠIstat, gli stranieri potranno essere 12,4 milioni, con una incidenza del 18% sui residenti. I minori figli di stranieri aumentano attualmente ogni anno di oltre 100mila unitˆ, tra nati sul posto e figli ricongiunti.

Le stime per i minori stranieri nel 2050 vanno da un minimo di 2,9 fino ad una quota vicina ai 4 milioni. La differenza nelle stime ed imputabile allĠimpossibilitˆ di precisare ora il  grado futuro di acquisizione delle cittadinanze italiane (oggi vicino alle 70 mila unitˆ annue), fattore che potrebbe cambiare radicalmente in caso di riforma della legge sulla cittadinanza.

Attualmente solo gli stranieri nati in Italia possono richiedere al 18Ħ anno la cittadinanza (hanno 12 mesi di tempo per farlo). Per chi  arrivato dopo servono 10 anni di residenza, ma il risultato della richiesta  soggetto a molti requisiti (casa, reddito, grado di integrazione, ecc.), a tempi lunghi ed a risultati incerti.

Le seconde generazioni hanno superato le 600mila unitˆ e rappresentano oltre un decimo della popolazione straniera. LĠItalia, essendo il loro paese di appartenenza,  chiamata a non considerare la cittadinanza come fattore di esclusione e a facilitarne lĠacquisizione in tempi ragionevoli.  La UIL, assieme ad altre forze sociali e politiche ha richiesto lĠintroduzione di uno ius soli temperato, con la possibilitˆ che il figlio nato in Italia da genitori stranieri con pi di 5 anni di residenza possa avere in tempi rapidi la cittadinanza italiana. Per i minori arrivati da piccoli, la UIL  propone come condizione per accedere alla cittadinanza, il completamento del primo ciclo di studi. Per gli altri si chiede una accesso alla cittadinanza in tempi certi e con risultati fruibili entro i 10 anni di residenza effettiva.


 

Diritti di cittadinanza


Regione Marche: proposta di legge per la cittadinanza ai figli di immigrati
Regione: proposta di legge su cittadinanza ai bimbi stranieri

La proposta di legge intende facilitare l'accesso alla cittadinanza per i figli di immigrati nati in Italia, se anche solo uno dei genitori abbia risieduto legalmente nel territorio della Repubblica per almeno 5 anni

Ancona Today


Ancona, 2 aprile 2012 -  E' il principio dello ius soli alla base della proposta di legge di iniziativa regionale che  stata oggi votata dalla Giunta. Il documento dovrˆ ora passare al vaglio dell'Assemblea legislativa e, in caso di approvazione, sarˆ indirizzato alle Camere.
La proposta di legge, fortemente voluta dall'Assessorato ai Servizi sociali, intende facilitare l'accesso alla cittadinanza per i figli di immigrati nati in Italia, se anche solo uno dei genitori abbia risieduto legalmente nel territorio della Repubblica per almeno 5 anni. "Questo consentirebbe - dichiara l'assessore Luca Marconi - di eliminare un'ingiustizia sociale presente nel nostro Paese e nel contempo di sostenere il processo verso una reale convivenza, in atto da alcuni anni, tra le persone di origine diversa". La distribuzione demografica della popolazione straniera evidenzia una concentrazione nelle fasce di etˆ pi giovani: ha meno di 18 anni il 22% dei cittadini stranieri; un'etˆ compresa tra 18 e 39 anni il 47%, mentre gli ultraquarantenni stranieri sono solo il 30,7% e solo il 2,3% ha un'etˆ superiore ai 65 anni. "Il fenomeno migratorio - continua Marconi - non pu˜ pi essere considerato come evento straordinario ma  ormai legato alla necessitˆ di istituire, da parte degli stessi immigrati, una serie di rapporti solidi con il territorio di riferimento, siano essi di natura sociale, culturale o economica. I cittadini stranieri contribuiscono in maniera determinante allo sviluppo dell'economia italiana e alla sostenibilitˆ del suo sistema di welfare. Il bambino nato in Italia da genitore straniero vive nel nostro Paese come tutti gli altri bambini, impara la lingua italiana e frequenta la nostra scuola, acquisisce la nostra cultura, le nostre abitudini e tradizioni, pur non essendo cittadino italiano".


 

Asilo

 


 

UE: lĠEuroparlamento approva il piano 2013 per il re-insediamento dei richiedenti asilo.


Bruxelles, 2 aprile 2012 - Il Parlamento europeo ha approvato gioved“ scorso il programma comunitario che prevede maggiori finanziamenti al re-insediamento di rifugiati sul proprio territorio. Dal 2013, il nuovo programma darebbe prioritˆ al re-insediamento dei rifugiati pi vulnerabili, quali donne a rischio e minori non accompagnati, in cooperazione con lĠAlto commissariato dellĠOnu. Il programma comunitario, al quale i Paesi membri possono aderire volontariamente, finanzierˆ il re-insediamento nellĠUe di persone alle quali  stato concesso lo status di rifugiato in Paesi terzi, come ad esempio i rifugiati libici presenti in Tunisia. LĠobiettivo  di incoraggiare i Governi nazionali ad accogliere un maggior numero di rifugiati, grazie all'ampliamento della lista delle operazioni di re-insediamento finanziate dal Fondo europeo per i rifugiati, che includerebbe le donne a rischio, i bambini, i minori non accompagnati, persone con problemi medici gravi e, su richiesta specifica dei deputati, i rifugiati che hanno urgenza di essere accolti per ragioni giuridiche o fisiche. Il programma prevede anche una serie di prioritˆ geografiche. Nel 2013, queste saranno: i rifugiati iracheni presenti in Turchia, Siria e Libano, quelli afgani che si trovano in Turchia, Pakistan e Iran, i congolesi in Burundi, Malawi, Ruanda e Zambia e i rifugiati somali in Etiopia. Persone provenienti da Paesi o regioni designate per i programmi regionali di protezione, come lĠEuropa orientale (Bielorussia, Repubblica di Moldavia e Ucraina), il Corno dĠAfrica (Gibuti, Kenia e Yemen), e lĠAfrica del Nord (Egitto, Libia e Tunisia) potranno beneficiare del programma.
Secondo quanto proposto dai deputati, i Paesi Ue che accoglieranno rifugiati per la prima volta, avranno diritto a un sostegno finanziario aggiuntivo, dal Fondo europeo per i rifugiati (6.000 euro a persona per il primo anno, 5.000 per il secondo e 4.000 per gli anni seguenti, quanto  ora corrisposto ai Paesi che giˆ ricevono finanziamenti in questo campo). LĠItalia non ha al momento un programma annuale di re-insediamento e potrebbe dunque beneficiare di questi finanziamenti addizionali.
(Red.)


   

Giurisprudenza

 


Espulsione - I provvedimenti vanno tradotti. La Cassazione cambia rotta sul principio di impossibilitˆ a tradurre

a cura di Pietro Fanesi, www.meltingpot.org


Si ringrazia lĠAvv. Guido Savio per la segnalazione

Pubblichiamo per esteso la sentenza n. 3678/2012 della sesta sezione della Corte di Cassazione, offrendone alcuni spunti interpretativi.

Nel caso di specie, il ricorso era stato proposto avverso un decreto di rigetto del Giudice di Pace di Firenze, sullĠopposizione ad un decreto di espulsione emesso dal Prefetto nel quale era stato attestato "non poter essere tradotto in lingua cinese per irreperibilitˆ di un traduttore".
La vicenda appare comune e diffusa su tutto il territorio, pertanto il nuovo orientamento della Corte ci risulta di evidente rilievo.
AllĠart. 13, c.7 D.L.vo n. 286/98, il legislatore disciplina la questione afferente alla traduzione degli atti concernenti lĠingresso, il soggiorno e lĠespulsione, compresi il decreto di espulsione e il provvedimento che dispone il trattenimento presso i Centri di identificazione ed espulsione, indicando alle Pubbliche Amministrazioni la necessitˆ di tradurre il provvedimento in una lingua conosciuta allo straniero oppure, ove ci˜ non sia possbile, in una delle lingue veicolari (francese, inglese o spagnolo).
Questo imperativo a carico delle Prefetture e delle Questure attiene alla garanzia di conoscere il contenuto del provvedimento di cui lo straniero  destinatario, oltre che alle possibili impugnazioni e dei termini per proporre i relativi ricorsi alle Autoritˆ Giudiziarie competenti.

Le Amministrazioni hanno da sempre declinato questo dovere di traduzione fornendosi di formulari standard nelle tre lingue ed eludendo lo specifico obbligo di traduzione "nella lingua conosciuta" tramite lĠattestazione dellĠ"irreperibilitˆ di un traduttore".
Questa prassi era stata avvallata dalla stessa Corte di Cassazione nel 2002, la quale aveva considerato tale attestazione amministrativa come condizione "necessaria e sufficiente" per il passaggio alla traduzione in lingua veicolare.

Cio, dal momento in cui veniva attestato che risultava impossibile reperire un traduttore - e questa attestazione risultava di norma insindacabile - allora lo straniero destinatario poteva conoscere il contenuto del provvedimento solo sapendo lĠinglese, il francese e lo spagnolo.

La formula dellĠ"irreperibilitˆ del traduttore"  estraibile dal pi ampio concetto di "impossibilitˆ" del T.U. tramite il disposto dellĠart. 3 del regolamento di attuazione D.P.R. n. 394/99, come modificato dallĠ D.P.R. n. 334/2004.

Detto questo, la nuova interpretazione della Cassazione si inserisce in un quadro storico differente rispetto a quello del 2002, anno di modifiche rigide di tutto lĠassetto della normativa in materia di immigrazione. 
La Corte sottolinea pi elementi degni di divenire un criterio di interpretazione e produzione del diritto, come la moltiplicazione esponenziale delle espulsioni, la formazione di flussi stabili di immigrati per nazionalitˆ od etnie, la diffusa informatizzazione delle comunicazioni dellĠAmministrazione, lĠinvariabilitˆ delle ipotesi espulsive, elementi questi che impongono un ripensamento di tutte le prassi elusive dellĠobbligo di traduzione. La risposta dellĠAmministrazione deve cio corrispondere allĠesperienza che essa stessa ha maturato in materia di immigrazione e nello specifico delle espulsioni. 
Se i provvedimenti di espulsione sono dei testi standard, e questo comunque la dice lunga sullĠapplicazione della Direttiva Rimpatri, non ci si spiega come mai ancora le Prefetture e le Questure non dispongano delle apposite e varie traduzioni delle lingue diffuse, attesa la decennale esperienza maturata dalla stessa Pubblica Amministrazione sul campo delle nazionalitˆ che compongono il fenomeno migratorio italiano.

A detta del Collegio,  insostenibile lĠutilizzo della formula dellĠ"irreperibilitˆ dellĠinterprete" come declinazione sostanziale del contenuto generale dellĠ"impossibilitˆ", poich elusivo della previsione della legge. 
Infine, decidendo a questo punto sul ricorso ai sensi dellĠart. 384 c.p.c. e disapplicati lĠattestazione di indisponiblitˆ di un traduttore e altres“ del regolamento di attuazione del T.U. nella parte in cui autorizzava una simile prassi, la Corte ha espresso questo principio di diritto: "si ritiene "impossibile" la traduzione del decreto espulsivo nella lingua conosciuta dallĠespellendo, e si pu˜ procedere allĠuso della lingua veicolare, le volte in cui sia dallĠAmministrazione affermata e dal giudice ritenuta plausibile la indisponibilitˆ di un testo predisposto nella stessa lingua o la inidoneitˆ di tal testo alla comunicazione della decisione in concreto assunta e venga quindi attestato che non sia reperibile nellĠimmediato un traduttore".

Grazie quindi alla disponibilitˆ in via generale di documenti cartacei o informatici suscettibili di un integrazione semplice e rapida da parte delle Amministrazioni, prima di richiedere lĠausilio di un traduttore gli uffici competenti dovrebbero provvedere ad essere forniti di appositi formulari multilingue, per lo meno in relazione alle nazionalitˆ non "rare". 
Se pertanto il contenuto della decisione si rappresenterˆ come semplice, allora lĠAmministrazione ben potrˆ disporre degli appositi formulari se si tratta di una lingua diffusa, altrimenti dovrˆ fare ricorso allĠinterprete e in quel caso potrˆ attestarne lĠindisponibilitˆ. 
Se il contenuto della decisione apparirˆ come complesso, non saranno sufficienti i formulari "standard" poich il testo dovrˆ comunque essere idoneo alla comunicazione della decisione in concreto assunta, pertanto si renderˆ necessario lĠausilio del traduttore anche per le lingue diffuse.

- Sentenza della Corte di Cassazione n. 3678 dellĠ8 marzo 2012