12 aprile 2012

In fuga dalla guerra "prigionieri " in Italia
la Discussione, 12-04-2012  
Vogliono marciare fino al Parlamento europeo di Strasburgo per rivendicare la libertà di circolazione e di residenza, la regolarizzazione globale di tutti i "sans papiers" l'esercizio totale dei diritti dei migranti, la protezione e il rispetto dei diritti dei richiedenti asilo, la cittadinanza di residenza. Questi gli obiettivi della marcia europea, promossa dalla Coalizione Internazionale dei Sanspapiers e migranti (Cispm) che, dal 2 giugno al 2 luglio, partirá da Bruxelles per arrivare all'europarlamento di Strasburgo, facendo tappa in cinque Paesi europei.
Ieri, con un presidio in piazza Montecitorio, la Coalizione Internazionale dei Sans papiers e migranti ha spiegato il progetto. «La Coalizione ha chiamato a raccolta tutti i difensori dei diritti umani, le associazioni, i sindacati, i lavoratori, i pensionati, gli indignati, gli studenti, i movimenti sociali, i partiti politici e tutti i cittadini a partecipare alla marcia in segno di solidarietà. La crisi economica e sociale - evidenziano gli organizzatori - tocca per prima le popolazioni che vivono in condizioni precarie, tra le quali i sanspapiers e i migranti». La risposta
dei governi e costantemente una politica di rigore che finisce per condannare all'oblio migliaia di persone disperate. Secondo gli organizzatori della marcia la questione dell'immigrazione viene trattata soltanto per "proteggere" i Paesi europei dalle ondate migratorie. Cosi si dimentica il dramma di chi scappa dalla propria terra per sfuggire alla guerra o alla fame. Per sperare un una vita migliore, degna di essere vissuta. Ma la priorità dei governi ormai è solo una. Assicurare all'opinione pubblica che i migranti staranno alla larga.
Soprattutto, ogni stato dell'Unione europeo cerca di risolvere la questione facendo da solo. Poco più di un anno fa Italia e Francia si sono lasciate andare a una vera e propria battaglia diplomatica sulla gestione dei flussi migratori dopo la guerra in Libia. Adesso sembra che qualcosa si possa cambiare. A Bruxelles si lavora a una riforma del regolamento di Frontex, l'Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri. Il nuovo regolamento prevede la possibilità per Frontex di avviare operazioni congiunte e progetti pilota in cooperazione con gli Stati membri. LAgenzia potrà stabilire non solo la tempistica degli interventi, ma anche quali attrezzature tecniche mettere a disposizione degli Stati membri che parteciperanno aile operazioni congiunte o ai progetti pilota. Neila proposta il Parlamento ha posto l'accento sul rispetto dei diritti umani, introducendo la figura del funzionario per i diritti fondamentali e istituendo un forum interno su questi diritti.
La "maratona". "Nelle prossime settimane - spiegano i responsabili della Campagna che ha anche un canale su youtube 2 - incontreremo al ministero dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, per consegnarle la nostra richiesta assieme alle firme raccolte. Per questo, da mercoledì 11 a sabato 14 aprile, invitiamo tutti a partecipare alla "maratona per il diritto di scelta": quattro giorni di raccolta nelle piazze, nelle scuole, nelle università, per raggiungere insieme l'obiettivo della 10mila firme".



"Permesso temporaneo ai profughi della Libia"
L'obiettivo è raccogliere 10 mila firme da portare al Viminale. Una mobilitazione per concedere un titolo di soggiorno umanitario agli oltre 21mila richiedenti asilo giunti nell'ultimo anno dall'Africa e smistati in varie regioni italiane dalla Protezione Civile. Da Elio Germano al comune di Napoli, da don Ciotti al vescovo di Trento, da Gino Strada all'Arci, sono già ottomila le firme raccolte
la Repubblica, 10-04-2012
VLADIMIRO POLCHI
ROMA - "Sono approdati sulle nostre coste durante il conflitto in Libia, per fuggire alle violenze o perché costretti a imbarcarsi dalle milizie di Gheddafi". Comincia così l'appello lanciato dalla campagna "Diritto di scelta 1" per chiedere "l'immediato rilascio di un titolo di soggiorno umanitario" agli oltre 21mila richiedenti asilo giunti nell'ultimo anno dall'Africa e smistati nelle varie regioni italiane dalla Protezione civile. Da Elio Germano al comune di Napoli, da don Ciotti al vescovo di Trento, da Gino Strada all'Arci, sono già ottomila le firme raccolte. L'obiettivo? Portarne 10mila al Viminale dopo il 14 aprile.
La petizione. "Oltre 25mila richiedenti asilo (ma stando agli ultimi dati della Protezione civile il numero è sceso a 21.234, ndr) sono ospitati all'interno del piano di accoglienza affidato dal governo alla Protezione civile - si legge nella petizione lanciata dal progetto Melting Pot  -  Centinaia di enti in tutta Italia stanno provvedendo alla loro ospitalità. Ma ogni sforzo rischia di risultare vano senza la prospettiva di un titolo di soggiorno che permetta loro di scegliere se stare o ripartire. Pur provenendo dalla Libia, sono nati in Somalia, Eritrea, Ghana, Nigeria, Mali, Ciad, Sudan, Costa d'Avorio, Bangladesh o Pakistan, per questo rischiano di vedere rigettata la loro domanda d'asilo dalle commissioni territoriali, che già stanno procedendo al diniego
nella stragrande maggioranza dei casi. I ricorsi, molto onerosi, non saranno comunque in molti casi sufficienti, così il destino di migliaia di persone rischia di essere l'irregolarità. Per questo, chiediamo l'immediato rilascio di un titolo di soggiorno umanitario, attraverso l'istituzione della protezione temporanea".
I permessi umanitari. Insomma, il ragionamento è il seguente: visto che una maggioranza degli oltre 21mila richiedenti asilo non vedrà accolta la propria domanda, perché non concedergli un permesso umanitario temporaneo? E questo sulla falsariga di quanto disposto l'anno scorso con decreto del presidente del Consiglio per i "cittadini appartenenti ai Paesi del Nord Africa affluiti nel territorio nazionale dal 1° gennaio 2011 alla mezzanotte del 5 aprile 2011", ai quali sono stati infatti rilasciati ben 11.006 permessi di soggiorno per motivi umanitari.



“Gente di Dublino” parte oggi la campagna informativa per i richiedenti asilo.
Opuscoli, manifesti e spot pubblicitari per informare su “la strada migliore per ottenere la protezione e i diritti che sono loro riconosciuti”.
Immigrazioneoggi, 12-04-2012
Una campagna di comunicazione rivolta ai richiedenti asilo per informarli sul Regolamento Dublino II e aiutarli a trovare “la strada migliore per ottenere la protezione e i diritti che sono loro riconosciuti”.
È la campagna di comunicazione Gente di Dublino realizzata dal Consiglio italiano per i rifugiati (Cir), insieme all’Associazione italiana per il Consiglio dei Comuni e Regioni d’Europa (Aiccre) e la cooperativa sociale Europe Consulting Onlus.
L’iniziativa verrà presentata oggi a Roma (ore 11.30, piazza Trevi 86) ed è finanziata dal Ministero dell’interno nell’ambito del Fondo europeo per i rifugiati.
Il Regolamento Dublino II – scrivono i promotori – determina la vita dei richiedenti asilo che arrivano in Europa. E può avere un impatto drammatico: “sradicarli da contesti sociali e relazionali, interrompere il percorso di integrazione, sottoporli a detenzione, rendere più difficile il riconoscimento dello status”. Scopo della campagna è “cercare di limitare le conseguenze negative che la mancanza di conoscenza o di consapevolezza del Regolamento Dublino II e della sua applicazione provocano nelle vite di richiedenti asilo e rifugiati”.
Per questo, con l’ausilio della comunicazione, i promotori sperano di “favorire la riduzione dei movimenti secondari di richiedenti asilo da uno Stato membro ad un altro, diminuendo i fenomeni di traumatizzazione secondaria di cui i cosiddetti ‘casi Dublino’ sono spesso vittime”. La campagna si attua a livello nazionale con la produzione e diffusione di 50.000 opuscoli informativi in dieci lingue; 1500 locandine e dvd. Questi materiali saranno distribuiti presso 500 punti strategici per raggiungere i beneficiari del progetto: questure, prefetture, servizi informativi alle frontiere, centri di accoglienza per richiedenti asilo, associazioni del privato sociale. Saranno inoltre prodotti uno spot di trenta secondi che sarà diffuso nelle stazioni della Rete Centostazioni dal 15 al 21 aprile e un video di sette minuti che sarà proiettato all’interno dei Centri di accoglienza per richiedenti asilo. 2500 locandine pendule saranno esposte nei mezzi di trasporto pubblici delle città di Milano, Bari, Napoli e Roma grazie alla collaborazione delle aziende di trasporto locali.
Il video è disponibile on-line all’indirizzo: www.helpdubliners.it.



Contributo sul permesso di soggiorno: nessun diritto al rimborso in caso di diniego. È dovuto anche da chi chiede un duplicato del documento e dai familiari maggiorenni dei rifugiati.
Lo afferma la circolare del Ministero dell’interno del 2 aprile 2012.
Immigrazioneoggi, 12-04-2012
A partire dal 30 gennaio 2012 chi chiede il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno è tenuto a pagare da un minimo di 80 ad un massimo di 200 euro a seconda della tipologia della richiesta.
Ma se, in caso di smarrimento o furto, lo straniero richiede un duplicato del permesso deve ugualmente pagare? Inoltre secondo il decreto del 6 ottobre 2011 sono esentati dal pagamento del contributo i titolari del permesso per asilo o protezione umanitaria. E i loro familiari maggiorenni? Infine nel caso di rifiuto del permesso di soggiorno si ha diritto al rimborso della quota versata? Il Ministero dell’interno in una circolare del 2 aprile scorso illustra le risposte fornite a questi quesiti dal Ministero dell’economia e della finanze. Risposte purtroppo poco confortanti.
Emissione del duplicato del permesso di soggiorno. La normativa in vigore non prevede l’emissione di un permesso di soggiorno “duplicato”. Pertanto, poiché gli uffici procedono ad una nuova emissione del documento, con i relativi costi, lo straniero è tenuto al pagamento del contributo. Tuttavia poiché l’ammontare del contributo è commisurato al periodo di validità del titolo di soggiorno lo straniero deve pagare l’importo in relazione al rimanente periodo di validità del nuovo permesso rilasciato.
Familiari maggiorenni degli stranieri a cui è stato riconosciuto il diritto di asilo o la protezione sussidiaria. Il Ministero dell’economia e delle finanze afferma che i casi di esenzione, come quello per i titolari di permessi di asilo o protezione umanitaria, “assumono carattere tassativo non suscettibili di interpretazioni di tipo estensivo”. Pertanto tale esenzione non si applica anche ai loro familiari maggiorenni che sono tenuti al versamento del contributo.
Rimborso del contributo nel caso di rifiuto del permesso di soggiorno. Allo straniero non spetta alcun rimborso delle somme versate a titolo di contributo, anche in caso di rifiuto del permesso di soggiorno, in quanto si tratta di un corrispettivo in relazione ad un servizio reso dall’Amministrazione. È previsto solo il diritto al rimborso del costo del permesso di soggiorno elettronico (27,50 euro) dietro istanza dell’interessato al Ministero dell’economia e delle finanze.
(Maria Rita Porceddu)



Immigrati: Forte, presto nel Lazio 81 corsi lingua e cultura italiana
(ASCA) - Roma, 11 apr - ''Presto partiranno nel Lazio 81 corsi di lingua e cultura italiana per i cittadini immigrati''. Lo ha dichiarato l'assessore alle Politiche sociali e Famiglia della Regione Lazio, Aldo Forte, intervenuto al convegno ''La mediazione interculturale nei servizi pubblici e privati'', organizzato dall'Associazione nazionale oltre le frontiere presso il palazzo provinciale di Frosinone. Presenti operatori, associazioni, immigrati e le cooperative che ospitano circa 700 rifugiati nella provincia di Frosinone.
''Nel Lazio, la Giunta Polverini sta costruendo un modello di accoglienza qualificata, - ha aggiunto Forte - per non rispondere solo all'emergenza ma realizzare anche l'integrazione. Partire dalla conoscenza della nostra lingua e' indispensabile perche' l'integrazione, oltre che sul piano sociale e lavorativo, deve realizzarsi prima di tutto su quello culturale. Da qui, l'importanza dei mediatori interculturali che costituiscono quel ponte umano tra il paese di origine e il nostro, capace di risolvere non solo i problemi legati alla lingua, ma anche tutti i problemi connessi a un contesto fatto di usi, di tradizioni, di norme e di opportunita' sconosciute''.
''Nel 2011, - ha comunicato Forte - in 165 sessioni, sono stati oltre 6.300 i cittadini immigrati che hanno superato il test di lingua italiana nel Lazio (il 16 per cento a livello nazionale, dove il dato e' stato di 37.712), 300 quelli che non l'hanno superato, mentre 8.400 le richieste complessive.
Numeri che lasciano emergere un grande divario tra le richieste e le presenze alle prove, frutto di due criticita': la prima riguarda la ricezione della comunicazione da parte del cittadino immigrato, la seconda le difficolta' che lo stesso incontra nell'ottenere il permesso da parte del datore di lavoro. Ecco perche' abbiamo realizzato un nuovo sistema interistituzionale di governance per la formazione linguistica degli immigrati. Un sistema di qualita' che mette in rete Regione, Ufficio scolastico regionale, i 37 Ctp del Lazio e le associazioni''.
''I corsi di lingua si rivolgeranno a tutti i cittadini immigrati regolarmente presenti nel Lazio, inclusi i titolari o richiedenti protezione internazionale. Permetteranno il conseguimento di una conoscenza della lingua italiana attestata a livello A2, che garantisce al cittadino immigrato l'esonero dal test per l'ottenimento del permesso di soggiorno. Si tratta di un intervento strutturale, - ha concluso Forte - perche' l'immigrazione e' un elemento ormai strutturale e un fattore di sviluppo della nostra regione''.



L’Italia razzista
Accoltellati perché stranieri dai neonazi della porta accanto
Cattolica, tre giovani in manette: “Odio razziale dietro il tentato omicidio”
La Stampa, 11-04-2012
Franco Giubilei
Sono stati arrestati i tre giovani naziskin che hanno festeggiato la Pasquetta a modo loro, accoltellando un marocchino e un nigeriano che avevano reagito davanti all’insulto «negro di m... ». Hanno fra i 23 e i 26 anni, sono di estrema destra e appartengono a una frangia della tifoseria della Vis Pesaro, la squadra della città dove vivono. Non è la prima volta che il 26enne, a quanto pare il capo della banda, se la prende con le persone di colore: lo dimostrano i precedenti a suo carico per violazione della legge sulla discriminazione e incitamento all’odio razziale, oggetto di una sentenza di condanna quattro anni fa, e un’aggressione ai danni di uno straniero avvenuta lo scorso luglio davanti a un pub di Rimini.
Stavolta però l’accusa è ben più grave, perché i tre dovranno rispondere di tentato omicidio in concorso, delitto caratterizzato in questo caso da connotazioni dichiaratamente xenofobe. Sono stati i carabinieri di Cattolica a mettere le manette a due studenti di 23 e 25 anni, entrambi di Pesaro, e all’operaio di 26 anni, originaio di Carbonia, nel Cagliaritano, ma residente a Colbordolo, nel Pesarese. A metterli sulle tracce dei tre giovani, le riprese della telecamera del distributore automatico di sigarette in via Curiel, nel centro di Cattolica, teatro dell’aggressione, ma anche il racconto dei due immigrati feriti e di due camerieri di un pub.
Gli inquirenti, oltre a rintracciare gli aggressori, hanno così potuto ricostruire anche la dinamica dell’accoltellamento: i due stranieri, entrambi in possesso di regolare permesso di soggiorno, sono arrivati in scooter davanti al distributore intorno alle 5 del mattino di lunedì. Il ragazzo nigeriano, 22 anni, è sceso per comprare un pacchetto mentre l’altro lo aspettava in sella al motorino, ma per sua sfortuna le banconote non sono state accettate dalla macchina. Ha visto arrivare un gruppo di persone e si è avvicinato chiedendo loro una sigaretta, ma per tutta risposta è stato apostrofato con l’insulto «negro di m... » e circondato dai tre italiani. L’immigrato ha reagito, ha risposto «queste parole a me non le dici», e il gruppo si è scatenato sia contro di lui che contro l’amico, subito accorso in suo aiuto. A questo punto sarebbe stato il più anziano dei malintenzionati a estrarre il coltello, per poi colpire il giovane nigeriano al polmone e il marocchino alla gola. Non contenti, i tre individui si sono accaniti sugli stranieri con le cinghie dei pantaloni usate a mo’ di fruste, mentre uno di loro li ha picchiati con la sedia raccolta in un bar vicino. Gli immigrati sono riusciti a fuggire grazie anche all’intervento di un passante che ha chiamato i soccorsi dopo aver assistito alla scena. I carabinieri in breve tempo hanno identificato l’accoltellatore e i suoi complici in base al riconoscimento da parte delle vittime, che hanno ritrovato nelle foto segnaletiche i volti dei loro aggressori.
La perquisizione compiuta in casa del 26enne ha completato il quadro: sono state ritrovate pubblicazioni inneggianti a politiche razzistiche, immagini di Hitler e Mussolini, e volantini assemblati con lo stemma di Forza Nuova, formazione di estrema destra, spillette con svastiche e vario materiale di matrice estremistica. Il giovane, che vive da solo, si sarebbe anche sbarazzato del coltello e dei vestiti sporchi di sangue. I carabinieri però hanno messo le mani su un paio di pantaloni ancora umidi, appena lavati, sui quali saranno fatte indagini alla ricerca di tracce ematiche. Gli altri due amici sono studenti, entrambi di buona famiglia. Ad accomunare i tre violenti l’appartenenza agli ultras di Pesaro.
Le indagini continuano alla ricerca di altri due componenti della banda, che non sono ancora stati identificati. Il sindaco di Cattolica ha espresso solidarietà agli aggrediti.






 

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