I Lavoratori immigrati

 la crisi del lavoro e la conservazione del permesso di soggiorno

 

Il problema della disoccupazione prolungata mette a rischio la possibilit di mantenimento e continuit del permesso di soggiorno per un numero sempre crescente di cittadini stranieri.

Dal nostro osservatorio dell ufficio immigrazione CGIL di Torino tutti i segnali che abbiamo avuto nelle nostre attivit di assistenza ai cittadini stranieri (lavoratori e non) e le loro famiglie indicano un progressivo aumento della sofferenza di queste persone nellaffrontare lesigenza di rinnovo del permesso di soggiorno, dopo prolungati periodo di disoccupazione o brevi periodi di lavoro intermittenti, oppure insostenibilit di una attivit autonoma avviata precedentemente nella speranza di rinnovare questo benedetto permesso di soggiorno per 2 anni, a causa degli oneri e delle spese da pagare (contributi inps - imposte) di cui, sprovvedutamente, non hanno fatto il conto.

 Questo problema, che riguarda un numero sempre pi significativo di lavoratori immigrati indipendentemente dalle loro nazionalit di provenienza, colpisce in modo ancora pi sentito le principali comunit, storicamente pi vecchie, relativamente pi stabilizzate e molte volte anche responsabili di carichi famigliari pi impegnativi.

Come se la crisi del lavoro non bastasse si intervenuti con lapplicazione della sovrattassa sul permesso di soggiorno (un lavoratore disoccupato con a carico la moglie disoccupata e 1 figlio che ha appena superato i 14 anni, se si presenta allufficio postale insieme alla sua famiglia per consegnare una domanda di rinnovo deve sborsare . 376,36 ), una misura veramente iniqua, sproporzionata ed ingiusta. Se non si interviene in modo significativo sulle parti della normativa che regolano la durata del permesso di soggiorno, ci troveremo di fronte ad una vera emergenza con la diffusione di situazioni di irregolarit di tutti i tipi e con degli effetti sociali gravi.

Tutti i correttivi timidi che si incominciato a fare serviranno a molto poco,  perch le dimensioni della crisi e linadeguatezza della norma stessa ( 1 anno di permesso di soggiorno per contratti di durata inferiore ad un anno e 2 anni per contratti di pi di 2 anni o a tempo indeterminato)  vanno oltre le previsioni e gli attuali aggiustamenti, il prolungamento della durata del permesso di soggiorno per attesa occupazione da 6 mesi ad un anno [1]

Alcuni di quelli che non hanno ancora fatto ricongiungere i loro famigliari in Italia, si sono organizzati per garantirsi il rinnovo del permesso di soggiorno in Italia e dopo i primi 2 o 3 mesi in cui verificano limpossibilit di reperire qualche lavoro tornano nel paese di origine per starci il periodo residuo del permesso stesso se non hanno ricevuto qualche promessa o proposta di lavoro nel frattempo, in questo modo hanno meno spese, soprattutto se hanno gi una casa loro di propriet nel paese di origine e se riescono a svincolarsi (cosa sicuramente non facile) dagli impegni di affitto o di convivenza in Italia.

Alcuni di quelli che hanno fatto richiesta dellindennit di disoccupazione si organizzano per fare rientro nel paese di origine, per periodi pi o meno lunghi, cos anche alcuni tra quelli che percepiscono qualche prestazione socio assistenziale o previdenziale (pensione, invalidit civile o accompagnamento).

 La ricaduta nellirregolarit o nella clandestinit spinge molti lavoratori allo svolgimento di tutte le forme di lavoro marginali (la distribuzione della pubblicit, la raccolta e compra vendita dellusato, ..), oppure, quando si tratta di lavori tradizionali, come nelledilizia e nei servizi, allaccettazione di salari bassi e di condizioni sempre peggiori.

Abbiamo notizie di molti capi famiglia (padri o madri) che, non riuscendo pi ad affrontare le esigenze economiche, si sono organizzati per mandare una parte della famiglia o tutta la famiglia nel paese di origine; alcuni, paradossalmente, si fanno mandare i soldi dalle loro famiglie dal paese di origine per affrontare le esigenze economiche pi urgenti.

 

Laltro fenomeno generato dalla crisi economica riguarda i titolari della carta di soggiorno ed i naturalizzati cittadini italiani. Molti titolari di carta di soggiorno stanno cercando degli agganci, parenti amici o conoscenti,  in altri paesi europei (Francia-Belgio-Inghilterra) come canali per reperire possibili opportunit di lavoro in quei paesi.

Nel caso della comunit marocchina, si sta verificando un flusso di tanti tra quelli che hanno acquisito la cittadinanza italiana, soprattutto verso la Francia; sono veri e propri progetti di trasferimento definitivo.

Si tratta di un fenomeno da osservare con attenzione; colpisce in questo caso  che tra di loro alcuni non pi tanto giovani, sposati con figli che frequentano le elementari e a volte anche le medie, accettano, in molti casi riuscendo, il trasferimento definitivo dallItalia.

Come nella storia di tutte le migrazioni il successo dei primi casi fa da esempio per molti altre persone allinterno dei circuiti e delle reti sociali e di comunicazione delle singole comunit.

Penso che questo fenomeno, al di l degli effetti demografici, deve destare abbastanza preoccupazione, perch riguarda cittadini che spesso per naturalizzarsi hanno vissuto in Italia pi di 10 anni, che conoscono abbastanza il paese e in generale persone inserite.

Dovrebbero essere considerati, a loro volta, elementi o attori facilitatori dellintegrazione nei loro rapporti socio culturali con gli altri cittadini stranieri a partire da quelli appartenenti alla loro stessa comunit di origine.

Spesso si tratta di persone che hanno qualifiche, professioni oppure esperienze lavorative pluriennali  pi o meno consolidate e a volte anche delle capacit imprenditoriali.

Si tratta comunque di una emorragia di capitale umano non indifferente, da aggiungere al bilancio negativo di quel grave fenomeno dellemorragia dei giovani italiani nativi, con qualifiche o diplomi universitari di alto livello che fuggono dallItalia verso altri paesi europei e gli Stati Uniti.

 

Quale sanatoria in presenza di norme inadeguate sul rinnovo del permesso di soggiorno?

 

Una regolarizzazione in questa congiuntura economica e occupazionale ha molti limiti e rischi se non addirittura risvolti perversi e controproducenti :

Il  legislatore in questo caso, non avendo sottolineato chiaramente quello che doveva essere la finalit principale della normativa (direttiva 52) cio il contrasto al lavoro nero e allo sfruttamento degli stranieri in qualche modo innescher dei meccanismi perversi, che per esperienza abbiamo verificato e constatato ripetutamente in tutte le sanatorie e le regolarizzazioni precedenti, per cui il cittadino straniero, se lavora irregolarmente da un certo datore di lavoro, difficilmente pu sfuggire ad un di queste due scelte:

a)      in cambio della regolarizzazione il datore di lavoro contratta con il lavoratore un prezzo rappresentato dalla rinuncia allo stipendio di un numero di mesi di lavoro, gi prestati o in corso di svolgimento e spesso il datore di lavoro carica sul lavoratore anche tutti i costi della regolarizzazione (il contributo forfettario di . 1.00,00, le spese dei contributi e del consulente del lavoro per la gestione della posizione lavorativa buste paga e magari anche qualche margine in pi per il suo disturbo)

Daltronde questa modalit in parte avviene gi attualmente con i regolari con permesso di soggiorno che vogliono evitare il rischio di vedersi un rigetto di una domanda di rinnovo oppure a tutti costi vogliono un rinnovo per 2 anni.

b)     se il lavoratore non ha lavorato sufficientemente per maturare il costo di questa operazione, oppure proprio la natura del lavoro saltuaria e magari il datore di lavoro pu garantire solo la copertura formale del rapporto di lavoro ma non il lavoro vero e proprio e la consistenza economica, dovr cercare delle alternative che possono consistere in un altro lavoro in nero per sostenere le spese e altre risorse facendosi prestare denaro da conoscenti e famigliari sia in Italia che in patria.

Saremo di fronte al paradosso che il lavoratore sfruttato senza documenti che paga il datore di lavoro !

 

Contrariamente a quanto si pensa, il prolungamento della durata del permesso di soggiorno a 4 o 5 anni o pi pu avere molti effetti positivi. Evitando il rischio della perdita del titolo del soggiorno e la ricaduta nellirregolarit i lavoratori stranieri non si  sentiranno costretti ad accettare qualunque tipo di lavoro e non eserciteranno volentieri il lavoro nero, soprattutto in presenza di un sistema ispezioni e controlli seri sul lavoro. Inoltre con la possibilit di uscire e tornare in Italia, per la gioia di chi li vuole mandare via definitivamente dallItalia ! In questo modo non sentendosi la spada di Damocle sulla testa, sono pi incentivati a tornare tranquillamente nel paese di origine per periodi pi lunghi di tregua, di attesa di una eventuale ripresa e nel frattempo incominciare, per chi ha gi qualche risparmio, a pensare a qualche progetto se proprio la prospettiva di rientro dovr diventare definitiva nel futuro.

Quindi al contrario di quanto si pensa proprio la breve durata del permesso di soggiorno quella che porta allaumento del lavoro nero, i rischi di clandestinit e ricerca dei modi irregolari, secondo le attuali leggi, per rimanere in Italia.

 

 

08/08/2012

 

Abdesalam JAOUHARI

Ufficio Immigrazione  INCA – CGIL di Torino

 

 

 

 

 

 

 



[1] di fatto, questo prolungamento viene gi applicato da alcune questure, come nel caso della Questura di Torino, anche perch ragionevolmente, nel periodo 2006 – 2009 i tempi di attesa per il rinnovo/rilascio andavano dai 6 a 8 mesi, ugualmente anche la considerazione di altre fonti di reddito, quindi le cosiddette misure di sostegno al reddito: l indennit di disoccupazione, la mobilit, i cantieri di lavoro, borse di studio,...nella valutazione dei mezzi di sostentamento provenienti da fonti lecite ai fini del rinnovo cme cita il T.U 286/98