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Attualità : Cittadinanza ai nati nel nostro paese: Censis, ‘gli italiani vogliono lo ius soli’
(11/12/12)

E’ il 72,1% degli italiani a schierarsi a favore del riconoscimento dello ‘ius soli’, cioè la concessione della cittadinanza ai figli degli immigrati nati nel nostro paese. Le opinioni degli italiani su cittadinanza e pluralismo religioso nell’ultimo rapporto Censis sulla situazione sociale del paese.


Cittadinanza. All’interno dei Paesi membri dell’Unione europea vigono normative e procedure profondamente diverse in merito al diritto di cittadinanza, ma è sempre più urgente la necessità di individuare standard europei comuni. Tali differenze, infatti, rischiano di produrre condizioni giuridiche non omogenee per i cittadini di origine straniera, con una conseguente disparità di trattamento. La normativa italiana si rivela decisamente arretrata: il bambino straniero nato nel nostro paese, infatti, potrà diventare cittadino italiano solo al raggiungimento della maggiore età, a patto che abbia risieduto ininterrottamente sul nostro territorio e che dichiari entro un anno di voler acquisire la cittadinanza italiana. L’opinione pubblica sembra invece orientata verso un approccio favorevole al riconoscimento dello ius soli: il 72,1% degli italiani si dichiara favorevole al riconoscimento della cittadinanza per i figli degli immigrati nati in Italia. La spinta verso un rinnovamento che viene dall’opinione pubblica non trova però riscontri sul piano politico. Al momento giacciono in Parlamento numerose proposte di legge e anche l’iniziativa popolare lanciata nell’ambito della campagna “L’Italia sono anch’io”, che ha riscosso un grande consenso, al momento non ha sortito risultati.

Pluralismo religioso. Ad oggi non esistono dati ufficiali sull’appartenenza religiosa degli immigrati, ma da un’indagine del Censis risulta che il 52,5% degli stranieri residenti nel nostro Paese è cristiano (cattolici, ortodossi e altri) e il 25,8% musulmano, gli induisti sono il 5,1% e i buddisti il 4,3%, l’8,8% non professa nessuna religione. Mentre sono innegabili i passi in avanti compiuti nel nostro paese lungo il percorso di tolleranza e integrazione, nella sfera spirituale sembra prevalere una posizione di indifferenza, che nel caso della religione islamica si trasforma in insofferenza. Il 59,3% degli italiani non considera le pratiche di culto degli stranieri come una minaccia al nostro modo di vivere, il 51,1% si mostra disinteressato all’apertura di una sinagoga, di una chiesa ortodossa o di un tempio buddista nei pressi della propria abitazione (il 22% è favorevole e il 26,9% contrario). Diversa è l’opinione riguardo all’eventualità di avere vicino alla propria casa una moschea: in questo caso i contrari salgono al 41,1%, gli indifferenti sono il 41,8% e i favorevoli il 17,1%.

Per leggere il Rapporto Censis www.censis.it

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